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(a cura di Amnesty International Italia)



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Si sa, in molte parti del mondo vengono violati i Diritti Umani. Si sa, in molti paesi vi sono conflitti armati, in varie regioni del nostro pianeta, popoli interi sono in fuga a causa di fame, miseria, guerra e violenza.

Lo leggiamo sui nostri giornali, lo vediamo in diretta televisiva. Tuttavia, sapere di questi fatti, esserne al corrente, non vuole necessariamente dire esserne consapevoli. Per sensibilizzarsi su problemi di questa portata abbiamo bisogno di approfondire, ma soprattutto, di essere colpiti da storie personali. Per potersi immedesimare in chi queste realtà le subisce sulla propria pelle.

Vorremo che esse fossero identificabili attraverso dei volti da osservare, in modo da leggerne le emozioni e sentire le loro testimonianze dalla loro viva voce.

Non abbiamo spesso l’occasione di incontrare personaggi di tale spessore. In questi giorni, un’occasione unica ci viene offerta dalla presenza di ben 140 persone che hanno da raccontarci storie di povertà, violenza, sfruttamento, ma anche storie di lotta per la pace, la riconciliazione, il rispetto dei diritti e per uno sviluppo umano, sociale ed economico. L’occasione è l’Assemblea dell’ONU dei Popoli. All’interno delle molte attività, organizzate dalla Tavola della Pace nel quadro dell’Assemblea e la Marcia della Pace, Amnesty International (AI), noto movimento mondiale per la difesa dei Diritti Umani, offre alla cittadinanza un momento di riflessione ed approfondimento nel quale cogliere testimonianze sulla persecuzione e l’ingiustizia.

Presentati dal giornalista Guido Piccoli, tra l’altro esperto della Colombia, gli ospiti della serata sono attivisti per i Diritti Umani, gente che si spende in prima persona, in situazioni difficili e talvolta pericolose. Gente in prima linea come Isaac Lappia, direttore di AI in Sierra Leone, paese devastato da anni di spietata lotta di tutti contro tutti.

come Tom Kamara, rifugiato liberiano, giornalista ed oppositore dei regimi militari che si sono susseguiti negli ultimi anni nel paese africano. Ameen Ayodele è un membro di Amnesty Nigeria. Durante un suo viaggio nel vicino Togo venne arrestato, detenuto e torturato per 72 ore. Magdaleno Rose-Avila lotta da molti anni, contro l’infame lotteria che è la pena di morte negli USA.

Passang Damcho, esule tibetana, ci parlerà invece delle nefaste conseguenze di 50 anni di occupazione cinese del “tetto del mondo”. Mohammed Osmar viene dall’Indonesia, paese alla ribalta della cronaca mondiale solo da quando, recentemente, si sono verificati gli atroci massacri nel Timor Est.

Sarebbe stato facile invitare al loro posto altri ospiti, con storie altrettanto significative. Per esempio sul Sudan, l’Afghanistan, l’Algeria o sui Curdi, sul Ruanda o sul Kosovo. La scelta è stata casuale, ma non troppo. Si è voluto dare spazio a coloro di cui i nostri giornali parlano tutt’al più in trafiletti, preferendogli notizie, apparentemente, più drammatiche o più attuali. Amnesty ritiene che le violazioni dei Diritti Umani vadano combattute tutte, sempre e dovunque.

Venerdì 24 Settembre, alle ore 21.00, nella Casa dell’Associazionismo in Via della Viola 1, si potranno toccare con mano le violazioni troppo nascoste, raccontate dagli stessi difensori dei diritti, in prima linea.