Speciale
Marcia Perugia Assisi 1999
Intervista a Vadimir Zagladin (vicepresidente della fondazione Gorbacev)
Intervista di Francesca Ciarallo
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E' la prima volta che lei partecipa all'Assemblea dell'Onu dei Popoli: si é
già fatto un'idea di questa iniziativa?
Potrei dire molte cose ... Ho partecipato negli scorsi giorni al forum di
Trento sui diritti umani per tutti (uno dei forum preparatori della marcia,
ndr) che ha avuto dei contenuti davvero interessanti. Da una parte c'erano
degli specialisti dei diritti umani, italiani, dall'altra rappresentanti di
movimenti internazionali che davvero fanno concretamente qualcosa per i
diritti umani. C'era ad es. un prete equadoregno, missionario, che con il
suo gruppo ha fatto davvero tanto, senza troppe parole. Io l'ho detto
spesso e l'ho ripetuto anche qui a Perugia: dobbiamo non soltanto parlare
ma fare, ecco, lui è uno che fa tanto. Ho avuto poi un incontro alla
facoltà di giurisprudenza dell'università di Trento, molto interessante,
sono venute fuori tante idee nuove. Sono rimasto davvero colpito
dall'atmosfera che ho trovato a Trento, dalla città e dalle persone che ho
incontrato.
Ci può dire le sue impressioni sulla prima sessione dei lavori qui a Perugia?
Gli interventi di oggi mi sono sembrati interessanti e molto costruttivi.
Il professor Falk, nonostante sia statunitense, ha parlato come un vero e
proprio europeo. Negli Stati Uniti ci sono tanti intellettuali davvero
intelligenti, colti e progressisti, ma tanti altri non lo sono, e lui ha
parlato in rappresentanza della parte migliore del mondo intellettuale
americano. Luciano Violante, che conosco da anni, mi è piaciuto: è stato
breve e conciso, ma efficace.
Lei prima ha detto che le azioni concrete sono davvero poche rispetto alle
parole, ha l'impressione che anche qui a Perugia ci siano molte chiacchiere
e pochi fatti concreti?
Io credo che il problema sia non tanto che si parli troppo, ma che si
faccia molto meno di ciò che si dice. Comunque a Trento come qui a Perugia
si è ribadito ciò. Va bene parlare, ma è necessario fare di più.
A proposito di parlare, si parla tanto della necessità di democratizzare
l'Onu. Può dirci la sua opinione a questo proposito?
Prima di tutto l'Onu è un'organizzazione di stati, e gli stati agiscono
sempre secondo la regola del più forte. Certo si può cambiare qualcosa,
alcuni stati sono pronti a fare qualcosa per democratizzare, ma non tutti,
anzi le superpotenze non sono di quest'avviso. Dobbiamo pensare alla
democratizzazione dell'Onu esistente ma anche ad altri strumenti. Per
esempio Violante ha parlato dei parlamenti, ed i parlamenti sono la
rappresentanza dei popoli. Si potrebbe pensare ad una "Camera dei
Parlamenti" e questo vorrebbe dire influire in senso democratico
sull'azione dell'Onu.
Poi perché non pensare ad una sorta di "Consiglio dei Saggi" composto dai
rappresentanti delle ONG, dunque della società civile mondiale, con
funzioni consultive e propositive? Questa è un idea, come ci potrebbero
essere tante altre idee. Una cosa è però chiara: dei metodi per
democratizzare il lavoro dell'Onu vanno assolutamente trovati. Il manifesto
dell'Assemblea di Perugia dice che noi sappiamo già tutto, che già tutto è
noto ed alla luce di ciò la pace è possibile. Io non credo che sia così,
noi non sappiamo ancora tutto e gli strumenti che abbiamo non sono
sufficienti. Dobbiamo guardare avanti, essere lungimiranti.