Speciale
Marcia Perugia Assisi 1999
Storia della Marcia della Pace di Aldo Capitini - parte 2
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Questi quattro caratteri della Marcia mi sono stati chiarissimi fín dal
1960:
1) che l'iniziativa partisse da un nucleo indipendente e pacifista integrale
(Centro di Perugia per la nonviolenza)
2) che la Marcia dovesse destare la consapevolezza della pace in pericolo
nelle persone più periferiche e lontane dall'informazione e dalla politica;
3) che la Marcia fosse l'occasione per la presentazione e il "lancio"
dell'idea del metodo nonviolento al cospetto di persone ignare o reluttanti
o avverse;
4) che si richiamasse il santo italiano della nonviolenza (e riformatore
senza successo).
(...)
Messici al lavoro cercando di avvertire e stimolare quante più persone si
potesse, si vide che quanto alla data della Marcia, si doveva rinunciare al
proposito di farla presto, e così, dopo aver fissato varie scadenze, si
arrivo a quella del 24 settembre 1961, che il risultato ha dimostrato molto
felice. Nei mesi fino a tutto il giugno 1961 non si può dire che le adesioni
e gli impegni di partecipazione (nelle cedolette aggiunte alla circolare
d'invito) fossero molti. (...) Così da luglio, terminati i miei impegni di
insegnamento, mi accinsi ad un lavoro intensissimo - ormai il "parto" era
prossimo, e non si poteva tomare indietro - perché la notizia si
diffondesse. Chi è stato alla Marcia ed ha visto quale varietà di persone vi
fosse, delle minoranze religiose e pacifiste (forze per la prima volta
insieme), non pensa che io speravo in un numero maggiore, e in una quantità
di nostri cartelli molto più rilevante. Anche questo indica che la Marcia
Perugia-Assisi è stata il suscitamento di un pacifismo integrale e
nonviolento molto maggiore e più dinamico di quello che c'era prima: oggi si
può contare su più persone, su migliore volontà, su notevole prontezza di
attività; è segno che la Marcia l'ha fatta emergere, l'ha polarizzata; il
pacifismo di prima era frammentario, talvolta sedentario e lontano da un
contatto con moltitudini che possono diventare pacifiste integrali (c'erano
donne che avevano le lacrime agli occhi per la commozione al passare della
nostra Marcia; ho visto contadini levarsi il cappello). (...) Le accuse,
prima della Marcia, erano alquanto varie: chi disse che io ero "manovrato"
dai comunisti, chi ci accusò di fare la marcia dei "vegetariani"-. "Il
Borghese" del 14 settembre 1961 terminava l'articolo sulla Marcia scrivendo
che: "Ripensandoci, a conti fatti, tra vegetariani e baluba preferiamo i
secondi".
Questi quattro caratteri della Marcia mi sono stati chiarissimi f¡n dal
1960:
1) che l'iniziativa partisse da un nucleo indipendente e pacifista integrale
(Centro di Perugia per la nonviolenza)
2) che la Marcia dovesse destare la consapevolezza della pace in pericolo
nelle persone più periferiche e lontane dall'informazione e dalla politica;
3) che la Marcia fosse l'occasione per la presentazione e il "lancio"
dell'idea del metodo nonviolento al cospetto di persone ignare o reluttanti
o avverse;
4) che si richiamasse il santo italiano della nonviolenza (e riformatore
senza successo).
(...)
Messici al lavoro cercando di avvertire e stimolare quante più persone si
potesse, si vide che quanto alla data della Marcia, si doveva rinunciare al
proposito di farla presto, e così, dopo aver fissato varie scadenze, si
arrivo a quella del 24 settembre 1961, che il risultato ha dimostrato molto
felice. Nei mesi fino a tutto il giugno 1961 non si può dire che le adesioni
e gli impegni di partecipazione (nelle cedolette aggiunte alla circolare
d'invito) fossero molti. (...) Così da luglio, terminati i miei impegni di
insegnamento, mi accinsi ad un lavoro intensissimo - ormai il "parto" era
prossimo, e non si poteva tomare indietro - perché la notizia si
diffondesse. Chi è stato alla Marcia ed ha visto quale varietà di persone vi
fosse, delle minoranze religiose e pacifiste (forze per la prima volta
insieme), non pensa che io speravo in un numero maggiore, e in una quantità
di nostri cartelli molto più rilevante. Anche questo indica che la Marcia
Perugia-Assisi è stata il suscitamento di un pacifismo integrale e
nonviolento molto maggiore e più dinamico di quello che c'era prima: oggi si
può contare su più persone, su migliore volontà, su notevole prontezza di
attività; è segno che la Marcia l'ha fatta emergere, l'ha polarizzata; il
pacifismo di prima era frammentario, talvolta sedentario e lontano da un
contatto con moltitudini che possono diventare pacifiste integrali (c'erano
donne che avevano le lacrime agli occhi per la commozione al passare della
nostra Marcia; ho visto contadini levarsi il cappello). (...) Le accuse,
prima della Marcia, erano alquanto varie: chi disse che io ero "manovrato"
dai comunisti, chi ci accusò di fare la marcia dei "vegetariani"-. "Il
Borghese" del 14 settembre 1961 terminava l'articolo sulla Marcia scrivendo
che: "Ripensandoci, a conti fatti, tra vegetariani e baluba preferiamo i
secondi".