Un'esperienza di educazione ai diritti umani con i bambini
"Io vi prego, io vi chiedo di smetterla"
La conferenza ONU sulle mine si è conclusa. Mentre i governi non decidono, i bambini scrivono ai produttori di queste micidiali ordigni. L'appello per la messa al bando delle mine
è promosso dalla Croce Rossa Internazionale, dal segretario Generale delle Nazioni Unite, dall'Unicef, dall'Alto Commissariato dell'ONU per i Rifugiati e dal Papa.
A scuola togliamo le mine
Con i miei alunni, bambini di terza elementare, ho discusso in classe di lavori che non sono "per l'uomo" ma che invece sono "contro l'uomo" poiché ne distruggono l'integrità fisica ed il valore spirituale. In relazione alla conferenza ONU, tenutasi a Ginevra dal 22 aprile al 3 maggio, si è discusso insieme della produzione di mine, da parte di alcune fabbriche italiane in occasione della campagna di sensibilizzazione "togli le mine dalla coscienza". I bambini hanno ascoltato con molto interesse la lettura dei dati relativi alla produzione e dislocazione di queste mine nel mondo. Soprattutto sono stati colpiti dal fatto che ogni 20-30 minuti nel mondo esplode una mina mietendo vittime civili e di queste per il 20% dei casi sono bambini. Bambini che trovano questi oggetti nei campi, nelle strade, nei posti più disparati. Alcune di esse hanno forme così "interessanti" per un bambino da poter essere scambiate per giocattoli. L'altra informazione che ha attirato l'interesse dei bambini è stato il dato che costa meno produrre una mina che toglierla dal luogo dove si trova: costo di di circa 3 dollari per la produzione e di 300-1000 dollari per la rimozione.
Ecco cosa scrivono i bambini
"Sono una bambina e faccio la terza elementare... E' un peccato costruire cose che non devono esistere perché i bambini muoiono oppure vivono, ma con un braccio o una gamba. Le mine non devono esplodere perché è un peccato contro gli altri... Le mine non le devono vendere perché muoiono e anche un peccato spendere un sacco di soldi per quelle porcherie. E anche i bambini sono contenti se le mine non esistono, così possono giocare liberamente. Potevate costruire delle cose utili. Vi ringrazio tanto, vi prego non costruite più le mine. Grazie. Mariangela"
"Volevo dire che non bisogna fabbricare le mine perché i bambini che sono abbandonati per la strada possono morire oppure si possono togliere o le braccia o le gambe. Nessuno li può vedere e possono morire senza essere curati. Antonella"
"Io sono una scolara e mi chiamo Carmela. A scuola io, i miei compagni e la maestra abbiamo saputo che voi costruite mine, cioè bombe. Scusate il termine: "Ma dove volete arrivare?" I bambini un domani cresceranno e essi vivranno sulla terra, ma se voi costruite bombe anche a forma di giocattoli i bambini saltano in aria. Uno dei dieci comandamenti dice che non bisogna uccidere e voi è come se lo faceste. Non vi dico di smettere di lavorare ma costruite piuttosto cose o oggetti utili. Ad esempio una pompa dell'acqua, per darla in Africa sia per la sete che per gli incendi. Vi prego di farla leggere ai vostri colleghi e alle altre fabbriche. Carmela"
"Io mi chiamo Aldo e vi voglio dire di non costruire le mine, sono molto pericolose per i bambini. Voi costruite le mine e ogni giorno centinaia di bambini muoiono perché trovano queste mine sui campi e sulle strade. Perché non costruite cose utili come giochi? Aldo"
"Sono Fabio, ho 9 anni, frequento la terza elementare. Ho saputo che voi fabbricate le mine. Io vi prego, io vi chiedo di smetterla perché con le mine non fate altro che uccidere uomini o più spesso bambini innocenti. Invece perché di costruire mine non costruite cose utili come zappe, pale, ecc.? Così voi non fate altro che fare la guerra perché se fornite queste mine non fate altro che fornire armi per i militari. Quindi io lo dico a nome di tutti, smettetela di costruire mine e invece impegnatevi ad aiutare i poveri bambini. Grazie da Fabio".
"Se fossero saltati i vostri bambini..."
Purtroppo i bambini sono stati più sensibili ed intelligenti dei governanti che hanno partecipato alla conferenza ONU sulle mine. Infatti questa si è conclusa con un nulla di fatto. L'ambasciatore Johan Molander, presidente della Conferenza di Revisione della Convenzione dell'ONU sulle armi convenzionali Indiscriminate, ha tenuto la conferenza stampa a conclusione dei lavori. In sostanza il processo di revisione ha bandito solamente le mine di plastica non rilevabili con metal detector, dando via libera alle "mine intelligenti", le quali si autodistruggono dopo 120 giorni ma non sono in grado certo di distinguere il piede di un civile da quello di un militare. Le poche novità entreranno in vigore fra dieci anni e nel frattempo le logiche militari prevarranno a scapito della salvaguardia della vita umana: 260 mila vittime previste per i prossimi dieci anni. Le vittime di mine hanno tenuto una conferenza stampa in cui hanno denunciato questo tipo di approccio, poco rispettoso del valore della vita umana. Tra le tante testimonianze concludo con quella di Tun Channareth, che al confine tra Thailandia e Cambogia nel 1982 ha perso le due gambe nell'esplosione di una mina: "Se fossero saltati i loro bambini, i politici avrebbero già messo al bando le mine... Come possono tante persone intelligenti stare sedute per due settimane e discutere e non riuscire a fare quello che la gente comune richiede loro di fare?"
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