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Il profitto può uccidere?

 

Nestlé: perché boicottarla

 

La sostituzione dell'allattamento al seno con l'uso del latte in polvere nel Terzo mondo è all'origine di una tragedia che conta un milione e mezzo di vittime innocenti ogni anno.

 

Il potere dei consumatori

 

Grande è il potere del consumatore: insignificante se da solo, diventa enorme se moltiplicato per milioni di consumatori. Noi, come tali, possiamo condizionare un sistema economico che investe, ad esempio in Italia, circa 20 mila miliardi ogni anno in pubblicità. Essa cerca di dominare la nostra volontà e di dirigere le nostre scelte. Ma noi possiamo, con la giusta e doverosa informazione, mettere "in ginocchio" chi vorrebbe imporci delle scelte. Un esempio è la campagna di boicottaggio contro la Nestlé. Nel 1976 il gruppo terzomondista svizzero AgDW pubblicò un opuscolo dal titolo "Nestlé uccide i bambini". Nell'opuscolo si spiegava che il latte in polvere prodotto dalla Nestlé per i neonati uccide i piccolo del Sud del Mondo; ma questo titolo non fu molto gradito dalla multinazionale. Questa denunciò per diffamazione il gruppo che fu costretto a pagare un indennizzo e a ritirare il libretto. Ma quella della Nestlé fu una vittoria di breve durata, poiché le notizie contenute nel libretto risultarono poi vere e la Nestlé non ci fece bella figura.

 

La tragedia del latte in polvere

 

Mamme che vivono in paesi del Terzo Mondo, con poche comodità, pochi soldi, scarse conoscenze igieniche, vengono invogliate a rinunciare all'allattamento al seno per passare all'allattamento artificiale con biberon. I biberon vengono a malapena sciacquati con acqua spesso non potabile, ovviamente non sterilizzati e le tettarelle sono esposte all'aria; su di esse si posano di continuo mosche. Le conseguenze sono gravissime infezioni intestinali che provocano diarree mortali nei neonati. Secondo una stima effettuata dall'UNICEF, l'allattamento artificiale nel Sud del mondo "uccide" ogni anno un milione e mezzo di bambini, cioè quasi tre al minuto.

Nel contesto di questa tragedia umana, gravi appaiono le responsabilità della Nestlé, in quanto multinazionale leader nel mondo per il latte in polvere che promuove tale prodotto a scapito dell'allattamento al seno.

 

Attività promozionali spregiudicate

 

La Nestlé, secondo l'International Baby Food Action Network, violerebbe il codice dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sul latte in polvere perché promuove il suo uso attraverso pubblicità, sconti sugli acquisti e distribuzione di campioni gratuiti sia al personale sanitario sia alle madri.

In altri termini attua una campagna promozionale che non rispetterebbe regole deontologiche di primaria importanza in un settore così delicato.

 

Il boicottaggio

 

In Svizzera, dove la multinazionale ha la sede centrale, esponenti del clero hanno preso posizione contro la Nestlé intervenendo alle assemblee degli azionisti. E anche in Italia nel mondo cattolico sono attive iniziative di mobilitazione per il "consumo etico" che hanno promosso il boicottaggio alla Nestlé, ossia il non acquisto dei suoi prodotti. L'intero dossier sul boicottaggio della Nestlé, molto ampio e documentato, è sul sito telematico di PeaceLink (http://www.peacelink.it).

 

Nestlé nel Terzo Mondo

 

Ma le obiezioni riguardano anche altre vicende non chiare che costellano la sua storia. La Nestlé, oltre a controllare quasi il 50% del mercato mondiale del latte in polvere, ha i numeri per essere considerata la maggiore società agroalimentare del mondo. Secondo le informazioni contenute nella "Guida al consumo critico" (del Centro Nuovo Modello di Sviluppo, EMI Editrice Missionaria Italiana, Bologna) la Nestlé avrebbe tentato di far sbarcare in Sri Lanka 15 tonnellate di latte in polvere, proveniente dalla Polonia, contaminato da particelle radioattive, tentativo sventato dalle autorità governative (Baby Milk Action update 13/3/94).

In Messico la Nestlé non garantirebbe le libertà sindacali dei lavoratori. In Brasile i sindacati hanno sottolineato che la società opprime gli attivisti sindacali. Nell'area del Pacifico le donne che lavorano per la multinazionale svizzera sono pagate meno degli uomini e vengono impiegate in lavori di basso profilo; sono inoltre segnalati problemi di salubrità e sicurezza del lavoro.

 

Nestlé è anche...

 

Alcuni dei più noti marchi controllati dalla Nestlé sono: Alemagna, Berni, Buitoni, La Valle degli Orti, Locatelli, Mio, Motta, Nescafé, Nesquik, Perugina, Panna (acqua), Pejo, S.Pellegrino, Vismara.

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