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Progetto Genitori

 

 

Premessa

 

Nelle società complesse i modelli culturali, a cui la famiglia fa riferimento, sono destinati a seguire linee di tendenza in continua evoluzione. I ritmi di cambiamento sociale sono sempre più rapidi e tendono verso nuove norme e regole. L'istituzione familiare è sempre più coinvolta in questi mutamenti, per cui quella che una volta poteva essere un'eccezione è diventata oggi un fenomeno comune; ci riferiamo alla frammentazione del nucleo familiare,

attraverso separazioni e divorzi. Chi, quindi, si occupa di educazione infantile si chiede quale impatto e quali conseguenze questa trasformazione del nucleo familiare possa avere sulla crescita emotiva ed affettiva del bambino. L'esperienza, infatti, insieme alla scienza psicologica, ci insegna l'importanza per il corretto sviluppo del bambino di un ambiente di crescita contrassegnato da sicurezza e stabilità emotiva ed affettiva, in particolare legata a modelli genitoriali di identificazione. I continui cambiamenti che avvengono nell'ambito familiare sembrano richiedere ai bambini continui "adattamenti" anche in età precoci e delicate. Ciò che è importante non è la diversa configurazione o strutturazione del nucleo familiare ma la "qualità" delle relazioni: cioè i modi del cambiamento, la vicinanza al bambino nelle esperienze da vivere, il tipo di rapporti interpersonali tra adulti che si lasciano e si incontrano, la centralità del bambino nelle vecchie e nuove relazioni. L'importante è che le situazioni conflittuali tra adulti siano gestite e superate con una certa serenità e tenendo sempre in evidenza la figura complessa del bambino e la qualità dei rapporti interpersonali. Al di là delle critiche - spesso di natura ideologica o morale - sui mutamenti della struttura familiare, c'è da dire che accanto a cambiamenti che disorientano il bambino, può esserci una positività che lo pone di fronte ad un modello di integrazione delle differenze, di tolleranza reciproca e di una comprensione delle emozioni e dei sentimenti più diversificati.

Spesso tra scuola e famiglia c'è "silenzio" anziché una sincera e leale comunicazione su questi argomenti. Da parte delle famiglie accade che si vieta al bambino di discutere e manifestare i problemi familiari in cui è coinvolto. La scuola è ancora, d'altra parte, legata a stereotipi che forse costituiscono il principale ostacolo alla evoluzione professionale che consentirebbe di affrontare più serenamente situazioni di disagio. A volte gli insegnanti si trovano a giudicare in base ad idee di tipo moralistico anziché secondo giudizi di realtà. In conclusione, scuola materna ed elementare possono costituire un osservatorio privilegiato per poter intervenire costruttivamente, proprio perché sono ambiti attenti allo sviluppo della vita affettiva del bambino, su cui è bene intervenire quanto più precocemente possibile.

 

Quello che viene proposto qui di seguito è un programma di "alfabetizzazione emozionale" come presa di coscienza della propria vita affettiva.

Come scrive lo psicologo Daniel Goleman, "il programma di alfabetizzazione emozionale migliora i risultati scolastici" (da "Intelligenza emotiva", Rizzoli 1996).

 

 

Finalità

 

Creare un'intesa solidale e permanente tra insegnanti, genitori e operatori sociali, facendo della scuola un luogo di incontro e di confronto sistematico fra tutte le forze impegnate a costruire occasioni concrete a favore dei ragazzi.

 

Obiettivo generale

 

- Sviluppare l'alfabetizzazione emozionale mediante uno stretto rapporto fra insegnanti, genitori e comunità e imparare a rapportarsi in maniera più efficace con la vita emotiva dei bambini.

 

Obiettivi specifici

 

1) Autoconsapevolezza emozionale:

1.a) migliore capacità di riconoscere, comprendere e denominare le nostre emozioni;

1.b) capacità di riconoscere la differenza fra sentimenti e azioni.

 

2) Controllo delle emozioni:

2.a) migliore sopportazione della frustrazione e controllo della collera;

2.b) minor frequenza di scontri, umiliazioni verbali e disturbi in classe;

2.c) condotta meno aggressiva ed autodistruttiva;

2.d) minor solitudine ed ansia nei rapporti sociali.

 

3) Indirizzare le emozioni in senso produttivo:

3.a) maggior senso di responsabilità;

3.b) maggiore capacità di concentrazione ed attenzione;

3.c) migliori risultati nel lavoro scolastico;

3.d) migliore capacità di autocontrollo.

 

4) Empatia come capacità di leggere le emozioni:

4.a) migliore capacità di assumere il punto di vista altrui;

4.b) maggiore empatia e sensibilità verso i sentimenti altrui;

4.c) migliore capacità di ascoltare gli altri.

 

5) Gestire i rapporti:

5.a) capacità di analizzare e comprendere i rapporti;

5.b) capacità di risolvere i conflitti e gestire i contrasti;

5.c) acquisire maggiore sicurezza di sé nella comunicazione;

5.d) maggiore capacità di simpatia, socievolezza e di comportamento amichevole;

5.e) maggiore spirito di condivisione, di collaborazione e di disponibilità verso gli altri.

 

Tempi del progetto

 

a) Fase di elaborazione, coordinamento e documentazione del progetto: 5 ore.

b) Fase di preparazione (con gli esperti) di una storia da drammatizzare: 5 ore.

c) Fase di attuazione del progetto: 24 ore circa (15 ore antimeridiane con gli alunni e 9 ore pomeridiane di incontri con esperti e genitori).

Totale: 34 ore.

 

La sequenza di incontri prevede (ai fini delle risorse finanziarie da impegnare):

- nella fase a) l'impegno dei due docenti referenti;

- nella fase b) e c) una compresenza dei docenti referenti e degli esperti.

 

Gli esperti

 

Per esperti si intenderà, in linea di massima:

- uno specialista nel settore dell'analisi delle relazioni interpersonali con competenze psicologiche e pedagogiche;

- due animatori teatrali con competenze nel campo della drammatizzazione e del coinvolgimento ludico.

Essi lavoreranno in compresenza fra loro e favoriranno l'approccio alle tematiche relazionali da parte dei genitori, per un proficuo raccordo scuola-famiglia.

Gli incontri prevederanno l'intervento dei genitori sia nell'ambito delle attività di drammatizzazione ed animazione ludica, sia nell'ambito dell'analisi psicopedagogica dei rapporti relazionali ed affettivi che tali attività andranno ad evidenziare.

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