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La campagna "scarpe giuste":

"Sportivi, smettete di essere complici!"

 

Lavorare per duemila lire

al giorno

 

E' possibile fare pressione per migliorare le condizioni di vita dei lavoratori della Reebok e della Nike? Una campagna di pressione internazionale mira a sensibilizzare l'opinione pubblica ed i vertici aziendali sulle condizioni di sfruttamento del lavoratori asiatici.

 

Molti dei prodotti industriali, dei giocattoli, degli oggetti per la casa ecc. vengono prodotti nel Sud del mondo. In questa settimana si parlerà degli articoli più usati da sportivi e non: le scarpe Nike e Reebok. Queste sono le marche più note e più vendute, le più pubblicizzate e presenti nei negozi sportivi e nei supermercati più forniti. Queste due importanti marche commissionano il lavoro di produzione nel Sud Est Asiatico: delle 84 mila persone che lavorano per la Nike, ad esempio, solo 9 mila abitano nel Nord del mondo; ben 75 mila abitano nel Sud. Recentemente la produzione si è spostata quasi del tutto in Indonesia. Gli operai della Nike che lavorano là sono pagati per 270 ore al mese (9 ore al giorno) meno di 40 dollari al mese (meno di 62 mila lire, ossia duemila lire al giorno). Questo salario copre appena il 31% del fabbisogno di una famiglia di 4 persone. Quindi su un paio di scarpe Nike, che noi paghiamo "profumatamente", il costo del lavoro incide solo per lo 0,1%. Se poi a lavorare, come purtroppo accade molto di frequente, sono dei bambini, i salari sono al di sotto della linea di povertà. Spesso i lavoratori sono costretti anche a svolgere dalle 120 alle 150 ore di straordinario al mese senza avere garanzie del posto di lavoro né tutela sindacale. Anche i lavoratori della Reebok sono in gran parte indonesiani ma se ne trovano inoltre in Cina, in Thailandia, in Corea del Sud ed altri paesi del Sud del mondo.

 

Cosa fanno Nike e Reebok

 

La Nike e la Reebok, sotto la pressione dell'opinione pubblica, hanno adottato un codice di autoregolamentazione che fissa i criteri per individuare le imprese a cui appaltare la produzione. Ma tali criteri non appaiono molto seri, poiché si basano su leggi farsa locali, che non prevedono meccanismi di controllo democratico.

 

 

 

Repressione sindacale e altre violazioni

 

Per protestare contro i salari da fame, nel novembre del 1995 Tongris Situmorang, un giovane indonesiano di 22 anni dipendente di una fabbrica che produce per la Nike, organizzò uno sciopero insieme ai suoi compagni. La reazione del padrone sudcoreano non si fece attendere: il ragazzo venne rinchiuso in una stanza della fabbrica e venne interrogato per sette giorni dai militari che volevano avere più informazioni sul suo impegno sindacale; poi venne licenziato. Questo solo uno dei casi di repressione sindacale.

 

Cosa fare noi

 

Si può aderire ad una campagna di pressione popolare "scarpe giuste" promossa dal Centro Nuovo Modello di Sviluppo, in collaborazione con associazioni italiane e in collegamento con gruppi che conducono una analoga campagna in Francia, Inghilterra, USA, Canada, Olanda, Spagna. Si può chiedere ai dirigenti delle filiali italiane di intervenire presso le loro sedi centrali mondiali affinché sia adottato un codice di comportamento conforme alle norme internazionali, definite dalle Convenzioni dell'Organizzazione Internazionale del Lavoro e dai principi universali della Nazioni Unite. Inoltre si può chiedere a Nike e Reebok di accettare procedure di verifica da parte di Commissioni indipendenti concordate con le Organizzazioni sindacali e con le Organizzazioni non governative (Ong).

La campagna "scarpe giuste" ha individuato le multinazionali Nike e Reebok in quanto hanno posizioni di predominio commerciale, specie in Italia; la campagna invita a scrivere alla Nike e alla Reebok per richiedere l'adozione di impegni più stringenti per il rispetto dei lavoratori asiatici.

 

Gli indirizzi

 

Nike Italia srl, via dell'Aeronautica 22, 42100 Reggio Emilia

Nike Corporation, One Bowerman Drive Beaverton, OR 97005, USA

Reebok Italia spa, Centro Colleoni, Palazzo Taurus, 20041 Agrate Brianza (MI)

Reebok International Ltd, 100 Tecnology Center Drive Stoughton, MA 02072, USA

 

Basterebbe uno spot in meno

 

In conclusione il costo di un solo annuncio pubblicitario lanciato in televisione da Nike o Reebok basterebbe a raddoppiare il salario annuo di un centinaio di donne che producono scarpe in Cina o nelle Filippine. "Sportivi, smettete di essere complici dello sfruttamento dei lavoratori asiatici e del lavoro minorile, pretendete scarpe giuste", l'appello che il Centro Nuovo Modello di Sviluppo lancia in questi giorni. Torna all'indice