Obiettori di coscienza in rete
E' ormai matura fra gli obiettori l'esigenza di utilizzare la telematica per
quei fini ideali che li hanno spinti a dire "signorno'". A PeaceLink e'
recentemente giunto un messaggio di obiettori di coscienza milanesi della
Caritas che si mettevano "a disposizione" della rete per realizzare pagine
Web, inserire informazioni in rete e per diffondere la cultura
dell'accoglienza verso gli immigrati. "Siamo a disposizione", hanno scritto.
In questa disponibilita' e in questo spirito di partecipazione ho letto
qualcosa di piu' del messaggio di un gruppo di persone di buona volonta', vi
ho visto la punta di un iceberg che ha potere, competenza e volonta' e che
emerge: e' il mondo sommerso degli obiettori di coscienza che acquista
visibilita', voce, coordinamento attraverso la telematica e la strategia
dell'informazione sociale dal basso.
Matura la coscienza che un anno in divisa, spesso inutile sequela di guardie
armate e pulizia dei gabinetti degli ufficiali, puo' essere sostituito da un
anno di impegno sociale per la difesa dei valori veri della nazione, sul
terreno della solidarieta' e del volontariato. Un anno per diffondere
l'educazione alla pace, per promuovere il recupero dei minori nelle zone a
rischio mafioso, per difendere l'ambiente, per accogliere gli immigrati, per
assistere le fasce deboli e creare cosi' un senso nuovo e solidale di
appartenenza nazionale: un anno del genere forma e raccoglie i cittadini di
un'altra Italia, quella che sceglie le armi nonviolente dell'impegno civile
e della cultura come mezzi di difesa nazionale. Si difende di piu' oggi la
nazione dietro ad un cannone o dietro ad un computer per la pace? Un cannone
non ci difende da nulla: in Italia e' stato sempre usato contro la gente e,
come diceva don Milani, non una guerra giusta e' dato conoscere nei manuali
della storia nazionale. La cultura della pace invece ci difende dalla guerra
e dalla sua cultura, dalla mentalita' militarista, e' un "preservativo
sociale" benefico. Oggi il mondo ha bisogno di difendersi dalla
contaminazione dell'imbecillita', del secessionismo, del nazionalismo e dai
cannoni stessi che dicono di essere posti in difesa della nazione.
Computer per la pace, dunque. E telematica per la pace, allora. Al posto dei
cannoni e dei computer militari, al posto di inutili marce in riga allineati
e degli scopini per pulire i cessi degli ufficiali: meglio i cessi degli
anziani soli e degli handicappati, loro almeno ne hanno vero bisogno.
Computer per la pace per mettersi in collegamento con il mondo, ascoltarlo,
diventare cittadini planetari: al servizio della societa', obiettori e non,
con una scelta gratuita per gli altri, promuovendo cooperazione
internazionale, organizzando protezione civile, difesa e attuazione dei
valori fondanti della Carta costituzionale.
Gli obiettori di coscienza in rete possono essere oggi una risorsa nazionale
al servizio dei cittadini. Possono essere una testimonianza di pace e di
competenza, una risorsa informativa e di ascolto sociale, di promozione di
valori e di azioni concertate sul territorio nazionale. Quando tutto cio'
avvenisse e ci si trovasse "in rete" per attuate e coordinare in tempo reale
azioni che coinvolgessero armonicamente centinaia o migliaia di obiettori,
allora credo che avremmo posto le basi di quella che suole definirsi Difesa
Popolare Nonviolenta: una strategia sociale di intervento ed
auto-organizzazione civile che provvede dal basso a gestire azioni ed
emergenze sociali e nazionali.
Gli obiettori di coscienza possono porre in rete la propria disponibilita',
rendendo visibile - assieme alla loro obiezione "in negativo" - la propria
partecipazione "in positivo" alla costruzione di un'Italia nonviolenta e
solidale. Gli obiettori possono animare servizi informativi su conferenze
telematiche, scrivere pagine Web su Internet, creare centri di
documentazione elettronici in quelle aree vocazionali in cui hanno scelto di
espletare il servizio civile. Attualmente un obiettore puo' scegliere di
svolgere il servizio civile in una delle seguenti aree vocazionali previste
dalle legge 772 del 1972:
- assistenza;
- istruzione;
- protezione civile;
- tutela ambientale.
Come si puo' notare non esiste un'area "telematica" per l'"obiettore in
rete": in realta' quelle sono pero' tutte aree in cui la telematica puo'
essere assunta come mezzo (anche se non l'unico) di attuazione della propria
scelta culturale di obiezione di coscienza. I computer svolgono cioe' un
ruolo "trasversale", di mezzo globale di organizzazione e coordinamento,
nonche' di presenza culturale attiva in rete. Cio' che si puo' proporre e'
dunque non un astratto "servizio civile virtuale" ma un servizio civile che
veda realizzarsi una rete di realta' intercomunicanti, attive e presenti sul
territorio e percio' bisognose di propagazione informativa. Per ognuna delle
aree vocazionali viste prima il mezzo telematico puo' essere mezzo di
divulgazione, coordinamento, dialogo e ascolto sociale. "Obiettori in rete"
e' una proposta per far uscire il servizo civile dalle accuse di
"imboscamento". Ho visto obiettori chiusi in stanze a rispondere alle
telefonate per associazioni, ad aprire porte, a firmare carte, ad accogliere
postini, a fare da postini. Erano obiettori invisibili, inutili, sprecati.
Ho visto obiettori esemplari: utili, preziosi ma anch'essi invisibili. Altra
cosa sarebbe dare visibilita' in rete agli obiettori, dare un senso
nazionale di coordinamento, un orgoglio - perche' no - collettivo. Obiettori
organizzati alla Greenpeace in team d'intervento rapido e tempestivo,
riferimenti sociali capaci di spostarsi elettronicamente da un punto
all'altro della terra, uomini in rete capaci di diventare protagonisti di un
servizio civile di cui andare fieri, che lasci l'impronta e la voglia di
continuare anche "dopo": ecco cosa e' la proposta di "obiettori in rete".
"Obiettori in rete" e' inoltre una proposta formativa che vedrebbe gli Enti
convenzionati per il servizio civile diventare punto di acquisizione di
competenze professionali: in dodici mesi di servizio civile un obiettore
imparerebbe ad usare le reti, la posta elettronica, a creare pagine
informative, a realizzare siti Web, a familiarizzare con la lingua inglese.
Sarebbe una palestra eccezionale di formazione professionale che verrebbe
praticata in funzione di uno scopo nobile e socialmente utile, al servizio
della pace e degli obiettivi dell'area vocazionale prescelta. Cio'
motiverebbe gli obiettori "scientifici" a mettere le proprie conoscenze al
servizio di scopi umanistici e motiverebbe altresi' gli obiettori con studi
"umanistici" alle spalle a formarsi competenze interdisciplinari rispetto
all'ambito tecnico-scientifico.
Vedo un limite nelle proposte di formazione per obiettori di coscienza che
circolano oggi: escludono l'acquisizione di competenze tecniche importanti
come quelle di guidare un camion, usare una ricetrasmittente, scrivere con
la posta elettronica. La Difesa Popolare Nonviolentasi ha bisogno anche di
"esperti" di camion, radio, computer perche' i soli ideali senza le ruote,
le radio e i bit non vanno lontano.
Fin dai prossimi mesi possiamo metterci al lavoro per avviare un corso per
obiettori di coscienza: un corso su rete telematica. Rete PeaceLink puo'
mettere a disposizione le proprie strutture per avviare questo esperimento
che puo' propagarsi anche mediante altre reti e risorse telematiche.
Penso a realta' serie e qualificate come Solidarity in Italy e Citta'
Invisibile. Vedo inoltre indispensabile l'apporto delle associazioni che
organizzano gli obiettori e degli esperti che hanno dato un contributo al
pensiero nonviolento in Italia.
Il corso puo' durare 12 mesi e prevedere una lezione introduttiva al mese
(che chiederemo di far svolgere a persone dotate di esperienza e
preparazione nel settore) attorno alla quale costruire un dibattito
seminariale. Quindi si possono prevedere dodici sessioni seminariali
dedicate ad esempio alla storia della nonviolenza, al pensiero di Gandhi,
Martin Luter King, Capitini, don Milani, alla Difesa Popolare Nonviolenta,
alla telematica per la pace, alla legge sull'obiezione di coscienza, ai
diritti umani, alla campagna antimine, all'educazione ai diritti umani,
all'educazione alla pace, alla cooperazione internazionale, al consumo
critico, all'obiezione fiscale e professonale, alle tecniche di animazione
di gruppo e di risoluzione nonviolenta dei conflitti, ecc. Non c'e' che
l'imbarazzo della scelta e cosi' come nelle scuole di guerra si studia come
fare la guerra... in rete possiamo studiare come si prepara e si organizza
la pace, arte non meno nobile ed importante.
Presentazione del server AlexLanger - luglio 1996
AlexLanger puo' essere il nome adatto da dare ad un potente computer (da
comprare) che svolga un servizio di alto livello per la causa della pace.
Alexander Langer e' infatti un po' il "padre" dell'ecopacifismo italiano e intitolare
un computer che svolga funzioni di collegamento tra associazioni ecopacifiste
ci sembra il modo migliore per ricordarlo .
Il
computer di cui parlo puo' essere l'anello di congiunzione fra la telematica
gratuita e Internet, creando un raccordo efficiente e rapido fra BBS
italiane e l'universo delle reti e degli utenti raggiungibili tramite
Internet. Oggi questo "ponte" fra la telematica gratuita e Internet e'
realizzato con soluzioni originali ma non completamente soddisfacenti. La
rete telematica PeaceLink ha lavorato negli ultimi mesi per creare una
"gateway" che rende possibile uno scambio verso Internet e da Internet.
Questo esperimento di raccordo fra la telematica dei BBS e la telematica di
Internet ha oggi bisogno di un ulteriore passo in avanti rendendo lo scambio
informativo ancora piu' rapido e completo. Possiamo proporci l'obiettivo
ambizioso di rendere disponibili gratuitamente tramite la posta elettronica
le informazioni sulle associazioni contenute nei Web: una disponibilita' in
forma testuale ma non per questo poco significativa, se le parole hanno
ancora una senso e un peso di per se'.
La tendenza oggi in atto e' quella di incorporare nei Web di Internet (il
cui accesso richiede una abbonamento ad Internet di 250 mila lire annue) la
mole informativa della associazioni. Questo e' un errore se di pari passo
non si rendono disponibili quelle informazioni ANCHE mediante la posta
elettronica. Come fare? Occorre organizzare dei database di documenti, ossia
degli archivi che siano consultabili mediante indici e rendendo possibile
l'interrogazione e la consultazione attraverso posta elettronica gratuita.
AlexLanger, il computer di raccordo con Internet, puo' rendere praticabile
questo accesso gratuito alle informazioni. Oggi 100 associazioni che
volessero affacciarsi su Internet dovrebbero spendere 25 milioni per
abbonamenti ad Internet e 250 milioni per i computer. Se si seguisse la
strada di una telematica povera non dipendente dai Web Internet ma
interconnessa ad Internet e capace di mettere in rete fra loro le
associazioni, si giungerebbe ad un risparmio enorme, di oltre 200 milioni.
E' oggi infatti possibile comprare con 70 milioni un centinaio di computer
con stampanti e modem. I duecento milioni risparmiati potrebbero essere
usati per scopi di pace e di cooperazione internazionale. Potrebbero andare
ai bambini di strada di Nairobi. Questa scelta perche' non si fa? Non si fa
perche' Internet viene ritenuta piu' veloce ed affidabile della telematica
gratuita. Questo puo' essere smentito, specie se si lavora per costruire con
AlexLanger un "ponte" che - sfruttando le stesse basi tecnologiche di Internet
- ne dirotti i benefici su BBS gratuiti creando un circuito efficiente,
veloce, ricco di informazioni, potente archivio sociale per centinaia di
associazioni.
Quanto costa realizzare tutto cio'? Sei milioni. Lo possiamo fare subito,
abbiamo le competenze per farlo, abbiamo trovato un fornitore di accesso
Internet che mette gratuitamente a disposizione la linea per il travaso di
messaggi da Internet e verso Interenet.
Dobbiamo solo comprare un personal computer con 32 mega di memoria, un hard
disk da almeno un giga, un sistema di back up dei dati e qualche altro
accessorio.
Tutto questo costa quanto 20 abbonamenti ad Internet ma mette a disposizione
un potente interscambio gratuito verso Internet per centinaia di
associazioni e utenti.
Chiediamo molto se chiediamo 250 mila lire alle associazioni? Se qualcuno ci
dona l'equivalente di un abbonamento Internet - 250 mila lire appunto -
daremo gambe a questo progetto ed AlexLanger lavorera' per tutti: gratis.
Ma l'aspetto importante di questo progetto non sta solo nel risparmio ma
nella filosofia finalizzata a spostare progressivamente il baricentro
informativo della telematica sociale dal settore commerciale al settore no
profit. Non possiamo regalare al mercato le nostre informazioni. Dobbiamo
costruire reti autogestite e ad accesso gratuito. La telematica oggi puo'
dare gambe ad un'utopia: a noi spetta il compito di realizzarla e di
prendere nelle nostre mani il potere della comunicazione.
Alessandro Marescotti