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- PROGETT0 -

PEACELINK

 

ALEX LANGER

Il server di PeaceLink

 

Il server di PeaceLink (http://www.peacelink.it), ossia il computer centrale che gestisce la rete, e' intitolato ad Alex Langer.

Ma chi era Alex Langer?

Nato a Sterzing/Vipiteno (Bolzano) il 22 febbraio 1946, e' stato promotore di infinite iniziative per la pace, la convivenza, i diritti, l'ambiente. Da europarlamentare ha assunto diverse iniziative in tal senso ed e' stato molto vicino a PeaceLink nel piu' grave momento di difficolta' della rete, quando ne venne sequestrato il computer centrale.

Alex Langer si e' tolto la vita il 3 luglio 1995 nella campagna fiorentina, probabilmente in un momento di forte sconforto personale. L'avvenimento ha scosso profondamente il mondo eco-pacifista in quanto Alex Langer era fra quelli che dava fiducia a tutti, era un "portatore di speranza". La sua vicenda personale e' stata un segnale inquietante e profondo, un rivelatore umano della solitudine in cui si muove chi cerca un cambiamento nonviolento della societa'.

Su proposta di Giovanni Pugliese accolta all'unanimita', PeaceLink ha voluto "battezzare" il suo nuovo server su Internet con il nome di Alex Langer perche' ne rinascesse in rete lo spirito, per perpetuarne non solo il ricordo ma anche il messaggio, per dare a chi lavora per la pace la sensazione che non e' mai solo.

Per conoscere il pensiero di Alex Langer si puo' richiedere gratuitamente al Centro di ricerca per la pace (c/o Peppe Sini, Str. S.Barbara 9/e, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532) l'opuscolo: "Quando l'economia uccide... bisogna cambiare", contenente il testo di una sua conferenza tenuta a Viterbo.

Altri testi di Langer:

Alexander Langer, "Il viaggiatore leggero. Scritti 1961-1995", Sellerio, Palermo 1996

(curato da Edi Rabini)

Alexander Langer, "La scelta della convivenza", Edizioni e/o, Roma 1995 (introduzione di Gianfranco Bettin)

 

 

UNA CERNIERA FRA IL VIRTUALE E LA GENTE

Club di PeaceLink

 

Il limite piu' forte della telematica sta forse nel debole impatto sulla societa'. E' piu' la societa' a impattare sulla rete che viceversa. Spesso la rete si limita a far circolare, in quantita' e con velocita' sempre maggiori, le informazioni e gli appelli. Ma le parole da sole - specie se non escono dalla rete - non trasformano la societa'. Persare che la rete sia di per se' una sorgente del cambiamento sociale e' puro idealismo. E, come Marx ha capovolto e rivoluzionato la filosofia hegeliana, occorre uno sforzo simile nella "filosofia del virtuale" per rimettere il cervello (e la rete) con i piedi per terra. Ecco allora l'idea di creare un'interfaccia fra rete e societa', per elaborare creativamente un'interazione, perche' il cervello separato dal corpo e' sterile.

 

L'Associazione PeaceLink poggia su diversi club (spesso sono associazioni sorte autonomamente rispetto a PeaceLink):

MILANO - Amani (Enrico Marcandalli)

PORDENONE - Leandes de pas (Marco Gaiarin)

REGGIO EMILIA (Rubiera) - Nefesh (Renzo Ferretti)

BOLOGNA - GAVCI (Marco Trotta) e Centro Docum.Handicap (Nicola Rabbi)

ROMA - Cipax (Francesca Ciarallo)

PESCARA - Metro Olografix (Stefano Chiccarelli)

NAPOLI - Paceverde (Pasquale Arena)

TARANTO - Associazione per la Pace (Alessandro Marescotti) e Taras Communication (Giovanni Pugliese)

 

UNA RAGNATELA DI PERSONE

Alcune idee per il futuro?

Molte potenzialita' delle reti telematiche sono ancora da sperimentare sotto il profilo della "militanza sociale" e della possibilita' di creare legami di solidarieta' intensi e forti. Un'idea e' quella di organizzare "digiuni a staffetta" in rete per sensibilizzare su campagne urgenti (es. i digiuni di padre Angelo Cavagna per l'obiezione di coscienza).

Un'altra strada che si puo' percorrere e' la formazione a distanza in rete, organizzando corsi per di operatori per la solidarieta' e per obiettori di coscienza.

L'idea di fondo e' quella di dirigersi verso un'uso solidale della rete, che crei ragnatele di rapporti positivi e di persone, capaci di sintonizzarsi nei momenti di emergenza e di coordinare campagne di lungo termine, nella prospettiva di un incremento dell'efficienza e dell'efficacia del movimento pacifista e di una sua strutturazione a rete come forza sociale organizzata per la difesa popolare nonviolenta.

 

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