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L'Impero romano

 

DIOCLEZIANO E LA PENA DI MORTE

 

Diocleziano, dal 284 al 304 d.C., tento' di bloccare la crisi economica bloccando l'ascesa dei prezzi con un "calmiere" che fissava i prezzi massimi delle merci. L'Impero era in una crisi economica grave che provocava l'aumento dei prezzi e poiche' i romani temevano l'inflazione come la delinquenza, Diocleziano decise di dichiarare "guerra all'inflazione" introducendo la pena di morte per chi non rispettava il calmiere. Ma i prezzi continuarono a salire e la pena di morte si rivelo' una illusione propagandistica che distoglieva l'attenzione dalle reali cause della crisi. Con la pena di morte Diocleziano non vinse la sua "guerra all'inflazione".

 

 

CROLLA L'IMPERO SUPERARMATO

 

L'Impero Romano d'Occidente crolla nel 476 d.C.; gli storici oggi valutano in 20.000, massimo 80.000 i barbari che - riuniti in "orde" - lo fecero crollare (e in tali numeri sono compresi pure vecchi, donne e bambini che i guerrieri barbari si trascinavano dietro con le carovane). E' come se Martina Franca, un paese della provincia di Taranto, avesse oggi la forza di mettere in ginocchio militarmente una superpotenza forte a quel tempo come gli odierni Stati Uniti. Dunque non si tratto' di una sconfitta militare dei romani "sommersi" da orde sterminate di barbari-cavallette. In realta' si tratto' di un crollo molto simile allo sfaldamento dell'ex-Urss.

"L'impero romano era costretto a mantenere un esercito enorme: circa 600.000 uomini fra fanteria, cavalleria e flotta, che dovevano essere armati e stipendiati a spese della comunita'. A essi si affiancavano 30.000 impiegati dell'amministrazione civile. Questa quantita' di personale civile e militare veniva mantenuta grazie alle tasse sempre piu' alte pagate dalla popolazione." (CG1 p.XLVIII)

 

 

LA MANCATA RICONVERSIONE DELL'ECONOMIA MILITARE

Un'ipotesi interpretativa del crollo dell'Impero d'Occidente puo' essere centrata sull'incapacita' di "riconvertire" le spese militari in spese civili. Che l'impero romano sia crollato per l'insofferenza degli schiavi stata un'ipotesi a lungo accarezzata dai teorici della lotta di classe. Vi e' stato sicuramente un "deficit di consenso" e una diffusa ragnatela spontanea di non cooperazione e di disobbedienza civile. Ma alla base c'e' stato anche un "deficit di bottino" collegato al modello di sviluppo militare che ha permesso a Roma di crescere militarmente e di compensare la crisi dei piccoli contadini con massicci investimenti nell'esercito professionale (nato con Mario dopo la sconfitta della proposta dei Gracchi; si rimanda alle precedenti riflessioni in proposito). Al deficit di bottino di guerra (che autososteneva l'apparato bellico) si tento' di riparare con le tasse, ossia con un "bottino di pace", frutto delle rapacita' e dello sfruttamento dello stato.

 

 

L'ECONOMIA DI PACE SALVA L'IMPERO D'ORIENTE

 

Perche' l'impero romano d'Oriente dura di piu' di quello d'Occidente? La maggiore solidita' della classe sociale dei contadini, il minore impatto economico dell'esercito professionale sulla struttura sociale e il mancato stravolgimento economico-produttivo conseguente alle guerre civili e all'assistenzialismo che redistribuiva ai poveri le briciole della guerra e dell'economia di rapina nei confronti delle colonie (a Roma in 200.000 erano gli sbandati assistiti dallo stato con distribuzioni gratuite di pane) sta probabilmente alla base della maggiore tenuta dell'Impero Romano d'Oriente che durera' mille anni in piu' di quello d'Occidente.

 

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