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Machiavelli: fini buoni con mezzi cattivi

 

L'"EFFICACIA" DI MACHIAVELLI

 

Machiavelli loda il principe che sa "vivere con integrita' e non con astuzia", mantenendo fede alla parola data e senza ricorrere all'inganno. "Non di manco si vede per esperienza, ne' nostri tempi", scrive, andare avanti i principi astuti e in malafede che alla fine hanno "superato quelli che si sono fondati sulla lealta'".

Nel corso della storia la violenza e' stata preferita alla nonviolenza in base ad un semplice concetto: la storia si costruisce con strumenti efficaci e non solo con strumenti etici. Possibilmente con strumenti efficaci ed etici. Se svantaggiosi, questi ultimi vanno sostituiti con strumenti non etici ma efficaci, ovviamente per conseguire fini etici. Si e' giunti a sancire anche il principio che si possono raggiungere fini etici con mezzi non etici, fini leciti con mezzi illeciti.

Il recupero di Machiavelli da parte del marxismo si e' basato su questa filosofia che si basa sul "principio di realta'".

Nella storia e' prevalso quel principio di economia per il quale un problema irrisolvibile non un problema; ritenendo impossibile cambiare la storia con la nonviolenza, moltissimi storici hanno ignorato il problema, non se lo sono neppure posto in termini di ricerca. La matrice di questo modo di pensare e' in Machiavelli. Sharp, ricercatore nonviolento e scrittore di vari libri, e' stato definito "il Machiavelli della nonviolenza" in quanto, come Machiavelli, ha studiato l'efficacia dei metodi di azione nella storia; ma ha posto la sua ricerca al servizio della conoscenza di cio' che e' stato occultato nella storia in quanto scritta dai vincitori e dai violenti.

 

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