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Don Milani e l’educazione alla pace

alcune indicazioni utili per l’approfondimento

 

 

1. Due citazioni dalla "Lettera ai giudici" di don Milani

 

1.1. Il contrario esatto del motto fascista "Me ne frego"

Come certamente già sapete don Milani fu processato per aver scritto e diffuso nel febbraio 1965 una lettera aperta ad alcuni cappellani militari in congedo che avevano insultato gli obiettori di coscienza, lettera in cui il priore e maestro di Barbiana denunciava gli orrori della guerra e i crimini di chi la promuoveva, e difendeva gli obiettori di coscienza; per quella lettera pubblicata su un periodico don Milani fu processato, e non potendo presentarsi all’udienza fissata per il 30 ottobre 1965 perché da tempo gravemente malato scrisse una lettera ai giudici che insieme a quella ai cappellani e ad altri documenti è stata poi pubblicata in un libro dal titolo L’obbedienza non è più una virtù.

All’inizio della lettera ai giudici, datata 18 ottobre 1965, don Milani racconta di come a Barbiana nel febbraio di quell’anno lesse con i ragazzi della sua scuola un ritaglio di giornale in cui era riportato un comunicato di alcuni cappellani militari in congedo che offendevano gli obiettori di coscienza che si trovavano in carcere per il loro ideale di pace (all’epoca l’obiezione di coscienza al servizio militare non era ancora ammessa in Italia, e ci volle molto tempo e una lunga lotta per ottenere la legge 772 del 1972 tuttora in vigore, e che peraltro è una brutta legge); e per spiegare la necessità di intervenire, di non tacere, scrive queste parole:

"… ognuno deve sentirsi responsabile di tutto.

Su una parete della nostra scuola c’è scritto grande "I care". E’ il motto intraducibile dei giovani americani migliori. "Me ne importa, mi sta a cuore". E’ il contrario esatto del motto fascista "Me ne frego"".

 

1.2. L’obbedienza non è più una virtù

E più avanti, sempre nella lettera ai giudici, don Milani scrive anche:

"Ho poi studiato a teologia morale un vecchio principio di diritto romano che anche voi accettate. Il principio della responsabilità in solido. il popolo lo conosce sotto forma di proverbio: "Tant’è ladro chi ruba che chi para il sacco".

Quando si tratta di due persone che compiono un delitto insieme, per esempio il mandante e il sicario, voi gli date un ergastolo per uno e tutti capiscono che la responsabilità non si divide per due.

Un delitto come quello di Hiroshima ha richiesto qualche migliaio di corresponsabili diretti: politici, scienziati, tecnici, operai, aviatori. Ognuno di essi ha tacitato la propria coscienza fingendo a se stesso che quella cifra andasse a denominatore. Un rimorso ridotto a millesimi non toglie il sonno all’uomo d’oggi.

E così siamo giunti a quest’assurdo che l’uomo delle caverne se dava una randellata sapeva di far male e si pentiva. L’aviere dell’era atomica riempie il serbatoio dell’apparecchio che poco dopo disintegrerà 200.000 giapponesi e non si pente.

A dar retta ai teorici dell’obbedienza e a certi tribunali tedeschi, dell’assassinio di sei milioni di ebrei risponderà solo Hitler. Ma Hitler era irresponsabile perché pazzo. Dunque quel delitto non è mai avvenuto perché non ha autore.

C’è un solo modo per uscire da questo macabro gioco di parole.

Avere il coraggio di dire ai giovani che essi sono tutti sovrani, per cui l’obbedienza non è ormai più una virtù, ma la più subdola delle tentazioni, che non credano di potersene far scudo né davanti agli uomini né davanti a Dio, che bisogna che si sentano ognuno l’unico responsabile di tutto.

A questo patto l’umanità potrà dire di aver avuto in questo secolo un progresso morale parallelo e proporzionale al suo progresso tecnico".

 

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2. Per approfondire la conoscenza di don Milani e della scuola di Barbiana

 

2.1. Profilo biografico: nato a Firenze nel 1923, proveniente da una famiglia della borghesia intellettuale, ordinato prete nel 1947. Opera dapprima a S. Donato a Calenzano, ove realizza una scuola serale aperta a tutti i giovani di estrazione popolare e proletaria, senza discriminazioni politiche. Viene poi trasferito punitivamente a Barbiana nel 1954. Qui realizza l’esperienza della sua scuola. Nel 1958 pubblica Esperienze pastorali, di cui la gerarchia ecclesiastica ordinerà il ritiro dal commercio. Nel 1965 scrive la lettera ai cappellani militari da cui deriverà il processo i cui atti sono pubblicati ne L’obbedienza non è più una virtù. Muore dopo una lunga malattia nel 1967: è appena uscita la Lettera a una professoressa della scuola di Barbiana.

 

2.2. Opere di Lorenzo Milani e della scuola di Barbiana: Esperienze pastorali, L’obbedienza non è più una virtù, Lettera a una professoressa, pubblicate tutte presso la Libreria Editrice Fiorentina (LEF). Postume sono state pubblicate le raccolte di Lettere di don Lorenzo Milani priore di Barbiana, Mondadori; le Lettere alla mamma, Mondadori; e sempre delle lettere alla madre l’edizione critica, integrale e annotata, Alla mamma - Lettere 1943-1967, Marietti. Altri testi sono apparsi sparsamente e in volumi di diversi autori e curatori; segnaliamo particolarmente il fascicolo Don Lorenzo Milani, maestro di libertà, supplemento a "Conquiste del lavoro".

 

2.3. Opere su Lorenzo Milani: sono ormai numerose; fondamentali sono: Neera Fallaci, Vita del prete Lorenzo Milani. Dalla parte dell’ultimo, Rizzoli, Milano 1993; Giorgio Pecorini, Don Milani! Chi era costui?, Baldini & Castoldi, Milano 1996; Mario Lancisi (a cura di), Don Lorenzo Milani: dibattito aperto, Borla, Roma 1979; Ernesto Balducci, L’insegnamento di don Lorenzo Milani, Laterza, Roma-Bari 1995; Gianfranco Riccioni, La stampa e don Milani, LEF, Firenze 1974. Per l’argomento che qui particolarmente ci interessa cfr. anche particolarmente Giovanni Catti (a cura di), Don Milani e la pace, EGA, Torino 1988.

 

2.4. Indirizzi utili: Centro di documentazione Don Milani, c/o biblioteca comunale, 50039 Vicchio di Mugello (FI); Centro nuovo modello di sviluppo, via della barra 32, 56019 Vecchiano (PI); "Fondo Lorenzo Milani", c/o Istituto per lme scienze religiose, via S. Vitale 114, Bologna.

 

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3. Alcuni riferimenti bibliografici essenziali sull’educazione alla pace, sulla peace research, sulla nonviolenza

 

3.1. Sull’educazione alla pace

3.1.1. Alcuni repertori, monografie, raccolte

- Paolo Cardoni, Irene e Orbilius, ECP, S. Domenico di Fiesole 1992;

- IPRI (a cura di), Se vuoi la pace educa alla pace, EGA, Torino 1984;

- Antonio Nanni, Claudio Economi, Educare alla pace nella scuola, La Scuola, Brescia 1987;

- Matteo Mascia (a cura di), Per una pedagogia della pace, ECP, S. Domenico di Fiesole 1993;

- Aldo Visalberghi (a cura di), Scuola e cultura di pace, La Nuova Italia, Firenze 1985.

3.1.2. Alcuni strumenti di approfondimento

- Ernesto Balducci, Lodovico Grassi, La pace, realismo di un’utopia, Principato, Milano 1985;

- Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977;

- Giovanni Catti (a cura di), Don Milani e la pace, EGA, Torino 1988;

- Alberto L’Abate (a cura di), Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985;

- Giuliana Martirani, La geografia come educazione allo sviluppo e alla pace, Edizioni Dehoniane, Napoli, 1985;

- Gene Sharp, Politica dell’azione nonviolenta, EGA, Torino 1985-1997.

3.1.3. Alcuni autori di riferimento

- Ernesto Balducci: è nato a Santa Fiora (in provincia di Grosseto) nel 1922, ed è deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1992. Promotore di numerose iniziative di pace e di solidarietà. Fondatore della rivista "Testimonianze" nel 1958 e delle Edizioni Cultura della Pace (ECP) nel 1986. Tra le opere di Ernesto Balducci segnaliamo particolarmente alcuni libri dell’ultimo periodo: Il terzo millennio (Bompiani); La pace. Realismo di un’utopia (Principato), in collaborazione con Lodovico Grassi; Pensieri di pace (Cittadella); L’uomo planetario (Camunia, poi ECP); La terra del tramonto (ECP); Montezuma scopre l’Europa (ECP). Si vedano anche l’intervista autobiografica Il cerchio che si chiude (Marietti); la raccolta postuma di scritti autobiografici Il sogno di una cosa (ECP); il manuale di storia della filosofia, Storia del pensiero umano (Cremonese), ed il corso di educazione civica Cittadini del mondo (Principato), in collaborazione con Pierluigi Onorato. Su Ernesto Balducci cfr. i due fondamentali volumi monografici di "Testimonianze" a lui dedicati: Ernesto Balducci, "Testimonianze" nn. 347-349, 1992; ed Ernesto Balducci e la lunga marcia dei diritti umani, "Testimonianze" nn. 373-374, 1995. Un’ottima rassegna bibliografica preceduta da una precisa introduzione biografica è il libro di Andrea Cecconi, Ernesto Balducci: cinquant’anni di attività, Libreria Chiari, Firenze 1996. Indirizzi utili: Fondazione Ernesto Balducci, via Badia dei Roccettini 11, S. Domenico di Fiesole (FI).

- Aldo Capitini: nato a Perugia nel 1899, antifascista, docente universitario, infaticabile promotore di iniziative per la nonviolenza e la pace, fondatore del Movimento Noviolento. E’ deceduto nel 1968. La miglior antologia degli scritti è (a cura di Giovanni Cacioppo e vari collaboratori), Il messaggio di Aldo Capitini, Lacaita, Manduria 1977; recentemente è stato ripubblicato il saggio Le tecniche della nonviolenza, Linea d’ombra, Milano 1989; e una raccolta di scritti autobiografici, Opposizione e liberazione, Linea d’ombra, Milano 1991. Presso la redazione di "Azione nonviolenta" sono disponibili e possono essere richiesti vari volumi ed opuscoli di Capitini non più reperibili in libreria (tra cui i fondamentali Elementi di un’esperienza religiosa, 1937, e Il potere di tutti, 1969).Su Aldo Capitini oltre alle introduzioni alle singole sezioni del sopra citato Il messaggio di Aldo Capitini, tra le pubblicazioni recenti si veda: Giacomo Zanga, Aldo Capitini, Bresci, Torino 1988; Fabrizio Truini, Aldo Capitini, ECP, S. Domenico di Fiesole 1989; Tiziana Pironi, La pedagogia del nuovo di Aldo Capitini. Tra religione ed etica laica, Clueb, Bologna 1991. E’ utile anche la lettura dei due libri seguenti: AA. VV., Marxismo e nonviolenza, Lanterna, Genova 1977, e AA. VV., Nonviolenza e marxismo, Libreria Feltrinelli, Milano 1981. La rivista mensile del Movimento Nonviolento è "Azione Nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona.

- Danilo Dolci: è nato a Sesana (Trieste) nel 1924, arrestato a Genova nel ’43 dai nazifascisti riesce a fuggire; nel ’50 partecipa all’esperienza di Nomadelfia a Fossoli; dal ’52 si trasferisce nella Sicilia occidentale (Trappeto, Partinico) in cui promuove indimenticabili lotte nonviolente contro la mafia e il sottosviluppo, per i diritti, il lavoro e la dignità. Subisce persecuzioni e processi. Sociologo, educatore, è tra le figure di massimo rilievo della nonviolenza nel mondo. E’ scomparso sul finire del 1997. Tra le opere di Danilo Dolci: una antologia degli scritti di intervento e di analisi è Esperienze e riflessioni, Laterza, Bari 1974; tra i libri di poesia: Creatura di creature, Feltrinelli, Milano 1979; tra i libri di riflessione più recenti: Dal trasmettere al comunicare, Sonda, Torino 1988; La struttura maieutica e l’evolverci, La Nuova Italia, Firenze 1966. Opere su Danilo Dolci: Giuseppe Fontanelli, Dolci, La Nuova Italia, Firenze 1984; Antonino Mangano, Danilo Dolci educatore, ECP, S. Domenico di Fiesole 1992. Un indirizzo utile: Centro Studi e Iniziative, largo Scalia 5, 90047 Partinico (PA).

- Célestin Freinet: nato nel 1896 e scomparso nel 1966, figlio di contadini, maestro in una scuola di montagna, è uno dei grandi rinnovatori della scuola. Tra le sue opere: La scuola del popolo, L’educazione del lavoro, presso gli Editori Riuniti; sulla sua figura, le sue esperienze, le sue tecniche cfr. Elise Freinet, Nascita di una pedagogia popolare, Editori Riuniti, Roma; Aldo Pettini, Célestin Freinet e le sue tecniche, La Nuova Italia, Firenze; Bruno Ciari, Le nuove tecniche didattiche, Editori Riuniti, Roma.

- Paulo Freire: E’ nato a Recife (Brasile) nel 1921. Nel 1961 ha fondato il Movimento di cultura popolare, cominciando ad elaborare ed applicare il metodo di alfabetizzazione legato al suo nome. Nel 1964 dopo il colpo di stato militare è imprigionato. Successivamente è costretto all’esilio. Tra i massimi esperti di problematiche educative (con particolar riferimento al Sud del mondo), ha continuato la ricerca e l’attività di alfabetizzazione in varie parti del pianeta. E’ deceduto nel 1997. Tra le opere di Paulo Freire: La pedagogia degli oppressi, Mondadori, Milano 1980; L’educazione come pratica della libertà, Mondadori, Milano 1977; Pedagogia in cammino, Mondadori, Milano 1979. Cfr. anche il libro-intervista a cura di Edson Passetti, Conversazioni con Paulo Freire, Elèuthera, Milano 1996.

- Mario Lodi: è nato a Vho di Piadena nel 1922, maestro, impegnato nel Movimento di Cooperazione Educativa; tra i suoi molti libri: C’è speranza se questo accade al Vho, Il paese sbagliato, La scuola e i diritti del bambino, presso Einaudi; Guida al mestiere di maestro, Editori Riuniti; presso l’editore Laterza ha pubblicato in cinque volumi la raccolta del giornalino di classe "Il mondo" realizzato coi suoi scolari; presso l’editore Manzuoli ha curato la pubblicazione della Biblioteca di lavoro.

- Gianni Rodari: è nato a Omegna nel 1920; maestro, militante comunista, giornalista, scrittore. Nel 1970 riceve il Premio Andersen (il massimo riconoscimento per la letteratura per l’infanzia). Muore nel 1980. Tra le sue opere di particolar interesse dal nostro punto di vista è la Grammatica della fantasia, Einaudi, Torino, più volte ristampata. Nel 1990 Emme Edizioni ed Einaudi in collaborazione hanno avviato la pubblicazione delle Opere complete di Gianni Rodari. Su Gianni Rodari cfr. Marcello Argilli, Gianni Rodari. Una biografia, Einaudi, Torino 1990; Pino Boero, Una storia, tante storie. Guida all’opera di Gianni Rodari, Einaudi, Torino 1992; Carmine De Luca, Gianni Rodari. La gaia scienza della fantasia, Abramo, Catanzaro 1991; Patrizia Zagni, Gianni Rodari, La Nuova Italia, Firenze 1975.

 

3.2. Sulla peace research: alcuni autori e testi esemplari di riferimento

- Johan Galtung: è nato in Norvegia nel 1930, fondatore e primo direttore dell’Istituto di ricerca per la pace di Oslo, docente, consulente dell’ONU, è a livello mondiale il più noto studioso di peace research. Tra le sue opere: Ambiente, sviluppo e attività militare, Ci sono alternative, Gandhi oggi, Buddhismo. Una via per la pace, presso le Edizioni Gruppo Abele, Torino; Palestina-Israele: una soluzione nonviolenta?, Sonda, Torino 1989.

- Giuliano Pontara: nato a Cles (Trento) nel 1932, vive e lavora in Svezia dal 1953, docente di filosofia all’Università di Stoccolma, è impegnato nella peace research e nei movimenti nonviolenti. Tra le sue opere: Se il fine giustifichi i mezzi, Il Mulino, Bologna 1974; Il satyagraha, Movimento Nonviolento, Perugia 1983; Filosofia pratica, Il Saggiatore, Milano 1988; Antigone o Creonte. Etica e politica nell’era atomica, Editori Riuniti, Roma 1990; Etica e generazioni future, Laterza, Roma-Bari 1995; La personalità nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996; Guerre, disobbedienza civile, nonviolenza, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1996. Ha curato (premettendovi un importante saggio introduttivo) l’antologia di scritti di Gandhi, Teoria e pratica della nonviolenza, Einaudi, Torino (nel 1996 ne è apparsa una nuova edizione in una collana economica). Cfr. anche i volumi che raccolgono gli atti di incontri e dibattiti cui anche Pontara ha preso parte: AA. VV., Marxismo e nonviolenza, Lanterna, Genova 1977; AA. VV., Nonviolenza e marxismo, Libreria Feltrinelli, Varese 1981.

- Gene Sharp: è nato nell’Ohio (USA) nel 1928. Ha insegnato in diverse università e dirige istituti e programmi di ricerca per le alternative nonviolente nei conflitti e nella difesa. Tra le sue opere: Politica dell’azione nonviolenta, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1985-1997; quest’opera in tre volumi è un testo di riferimento fondamentale per chiunque operi in situazioni di conflitto e intenda adottare le tecniche della nonviolenza o promuovere la teoria-prassi nonviolenta. Di Sharp in italiano è disponibile anche Verso un’Europa inconquistabile, Edizioni Gruppo Abele, Torino 1989.

 

3.3. Un repertorio per notizie essenziali su alcuni autori ed opere di area pacifista e nonviolenta

Rinviamo alla nostra serie di schede biobibliografiche Uomini di pace, Edizioni del Centro di ricerca per la pace, Viterbo 1997.

 

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4. Alcuni indirizzi utili

 

4.1. alcuni centri di ricerca

- Amnesty International, viale Mazzini 146, 00195 Roma;

- Archivio Disarmo, piazza Cavour 17, 00193 Roma;

- Centro nuovo modello di sviluppo, via della barra 32, 56019 Vecchiano (PI);

- Lega per il diritto e la liberazione dei popoli, via dogana vecchia 5, 00186 Roma.

 

4.2. Alcune riviste

- "Amanecer", c/o Centro comunitario, via Roma, 01020 Celleno (VT);

- "Aspe", via Giolitti 21, 10123 Torino;

- "Azione nonviolenta", via Spagna 8, 37123 Verona;

- "Cem-mondialità", via S. Martino 8, 43100 Parma;

- "I care" [dal prossimo numero si chiamerà "Equonomia"], via della barra 32, 56019 Vecchiano (PI);

- "Nigrizia", vicolo Pozzo 1, 37129 Verona;

- "Testimonianze", via Badia dei Roccettini 11, 50016 S. Domenico di Fiesole (FI).

 

4.3. Alcuni editori

- Edizioni Cultura della Pace [in sigla: ECP], via Badia dei Roccettini 11, 50016 S. Domenico di Fiesole (FI);

- Edizioni Gruppo Abele [in sigla: EGA], via Carlo Alberto 18, 10123 Torino;

- Edizioni La Meridiana, via D’Azeglio 46, 70056 Molfetta (BA);

- La Piccola Editrice, c/o Centro comunitario, via Roma, 01020 Celleno (VT);

- Libreria Editrice Fiorentina [in sigla: LEF], via Giambologna 5, 50132 Firenze;

- Roberto Massari Editore [già Erre Emme Edizioni], c. p. 144, 01023 Bolsena (VT);

- Edizioni Sonda, corso Mediterraneo 68, 10129 Torino.

 

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5. Alcune pubblicazioni del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

Oltre alla già citata serie di schede Uomini di pace, Viterbo 1997, nelle edizioni del nostro "Centro di ricerca per la pace" (recapito postale c/o P. Sini, via Cassia 114, 01013 Cura di Vetralla VT) abbiamo pubblicato anche i seguenti opuscoli interessanti in questo ambito di riflessione: [African National Congress], La carta della libertà, Viterbo 1991; Günther Anders, Tesi sull’età atomica, Viterbo 1991; Antonin Artaud, Frantz Fanon, Due lettere, Viterbo 1992; [Ernesto Balducci], Alcuni pensieri di pace di Ernesto Balducci, Viterbo 1992; [Walter Binni], Walter Binni ricorda Aldo Capitini, Viterbo 1997; Piero Calamandrei, Epigrafi per uomini e città della Resistenza, Viterbo 1994; Antonino Caponnetto, Una preghiera laica ma fervente, Viterbo 1992; Cari occidentali, come potete capire?, Viterbo 1997; Centro di iniziativa giuridica contro la guerra, Contro la guerra le ragioni del diritto, Viterbo 1991; Centro di ricerca per la pace, Obiezione: un diritto, Viterbo 1991; Centro di ricerca per la pace, Settimana internazionale contro il razzismo. Una bibliografia essenziale, Viterbo 1997; Franco Fortini, Una voce: comunismo, Viterbo 1990; Tano Grasso, Un decalogo contro le estorsioni, Viterbo 1992; Tano Grasso, Un decalogo contro l’usura, Viterbo 1997; Giacomo Leopardi, La ginestra, Viterbo 1997; [Primo Levi], Per un accostamento alle opere e alla testimonianza di Primo Levi, Viterbo 1990; Giulio A. Maccacaro, Medicina Democratica, movimento di lotta per la salute, Viterbo 1991; Nelson Mandela, Tre discorsi, Viterbo 1991; Carlo Palermo, Una lettera al Ministro, Viterbo 1997; Carlo Pisacane, Giaime Pintor, Due lettere, Viterbo 1991; Peppe Sini, Quattro ricordi: Primo Levi, Ernesto Balducci, Alexander Langer, Sergio Turone, Viterbo 1997; Peppe Sini, Tre ritratti: Vittorio Emanuele Giuntella, Raimondo Pesaresi, Achille Poleggi, Viterbo 1997.

 

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6. Proposta di un percorso di lettura minimo

- Atti del processo di don Milani, L’obbedienza non è più una virtù, LEF, Firenze;

- Primo Levi, I sommersi e i salvati, Einaudi, Torino;

- subcomandante Marcos, La quarta guerra mondiale è già cominciata, "Il manifesto", Roma.

 

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Nota a cura del "Centro di ricerca per la pace" di Viterbo

predisposta per i partecipanti al convegno sulla figura e l’opera di don Milani

Canepina, 9-10 gennaio 1998

 

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