Telematica per la pacePrefazione di Howard Rheingold e Bernardo ParrellaPrefazione 1di Howard RheingoldLe tecnologie della comunicazione sono strumenti politici ed armi politiche: i prodotti di tali tecnologie non sono servizi o merci materiali, ma percezioni e considerazioni umane. Il cuore stesso della democrazia, il fatto che la gente sia capace di realizzare auto-governo, è un prodotto del saper leggere e scrivere. Gli analfabeti, chi non possiede la libertà di esprimere le proprie opinioni, quanti non hanno accesso a libri e documenti - costoro non sono in grado di governare se stessi. Per far funzionare una democrazia occorrono tutti e tre gli elementi di ogni sistema di comunicazione pubblico: saper leggere e scrivere, libertà, possibilità d'accesso. Le nuove tecnologie della comunicazione producono dei cambiamenti politici. Coloro che solitamente avevano il potere, non lo avranno più. La gente che non aveva mai avuto potere, l'otterrà improvvisamente. Qualche ricco diventerà ancora più ricco, come pure qualche povero. Ma il cambiamento più recente e più radicale riguarda l'emergere dei mass media: giornali, radio, televisione. Nei paesi democratici, quei candidati che possono permettersi l'acquisto di spazi televisivi sembrano poi risultare tra i vincitori delle elezioni democratiche, mentre nei paesi non democratici il primo obiettivo di ogni colpo di Stato è il centro di programmazione televisiva. Ed è grazie ad un incidente nel corso della Storia che è nato un nuovo medium, un nuovo strumento di comunicazione - quando per la prima volta un computer è stato collegato ad un telefono durante le sperimentazioni di ARPANET. Non si tratta di un medium da-pochi-verso-molti come i giornali, la radio, la televisione. I network telematici sono strumenti che consentono la comunicazione da-molti-verso-molti. Grazie alla rapida diffusione a livello mondiale del network dei network e al notevole aumento delle prestazioni dei computer, oggi ogni scrivania è una tipografia, una stazione radio, un centro di produzione televisiva, un luogo per assemblee pubbliche. All'improvviso, usando economici computer e normali linee telefoniche, milioni di cittadini di ogni parte del mondo hanno avuto il potere di trasmettere parole ed immagini a milioni di altre persone, senza dover passare per la mediazione di una struttura centralizzata. Tale convergenza tecnologica di due diverse entità, comunicazione e computer, rende possibile l'esistenza di un nuovo medium, un medium dove i cittadini acquistano un nuovo potere mai raggiunto prima. Esattamente come era accaduto all'epoca della rivoluzione di Gutenberg. In gran parte del mondo odierno sono le multinazionali dell'intrattenimento a possedere le fonti stesse dell'informazione giornalistica. Il giornalismo, cuore pulsante della democrazia, oggi non è altro che una sussidiaria completamente nelle mani dell'industria dell'intrattenimento. Oggi noi cittadini dobbiamo confrontarci con la necessità di re-inventare il giornalismo al livello delle comunità di base, ed abbiamo un potente strumento in grado di aiutarci in tale compito. Lo strumento da solo, però, non potrà raggiungere lo scopo. E un siffatto potenziale rimarrà sempre pura utopia se non laddove la gente avrà concretamente messo all'opera un tale strumento. Comunicare da-molti-verso-molti vuol dire avere il potere di confrontarsi, organizzarsi, persuadere, informare, discutere e dibattere. Oggi ci troviamo di fronte al tentativo da parte del potere politico - da Washington a Roma a Pechino è di censurare, controllare e criminalizzare la comunicazione tra cittadini e cittadini via Internet, con l'emanazione di nuove leggi e la possibilità senza precedenti per lo Stato di operare un'efficace sorveglianza. I cittadini che non sanno, disinformati dai giornalisti, sono sul punto di perdere preziose libertà, come accade oggi negli Stati Uniti con la firma del Telecommunications Act del 1996, comprensivo del notorio Emendamento Exon. E molti di loro non sanno nulla perchè nessuno li ha mai informati al riguardo. Certamente non l'hanno fatto i giornali o la televisione, ossessionati dal cyberporn mentre le multinazionali dell'info-intrattenimento globale cospiravano con il Congresso USA per la creazione di una nuova industria da triliardi di dollari. Esiste forse qualcosa di più essenziale della pace? Qualcuno è scettico, e a ragione, di ogni utopia tecnologica che pretenda di sostituirsi al lavoro nel mondo reale di molti esseri umani. Ma, all'approssimarsi del 21° secolo, ci troviamo in una situazione disperata, e abbiamo bisogno di tutti gli strumenti possibili per uscirne. Se la comunicazione da-molti-verso-molti, la diffusione della crittografia ed altre tecnologie possono aiutare i cittadini a fare informazione e comunicare gli uni con gli altri; se possono in qualche modo farci abbandonare le guerre in corso e riportarci all'interno delle comunità - esiste forse qualche ragionevole motivo per non voler tentare?
Howard Rheingold Prefazione 2di Bernadro ParrellaIN RETE, PER CAMBIARE!
...per quanto dure siano le cose, c'è sempre speranza - se credi nei vermi della putrefazione.
Nel Duemila saremo ben oltre 100 milioni a scambiarci messaggi di posta elettronica da un angolo
all'altro del pianeta. Almeno stando alle più prudenti proiezioni dei tassi di crescita dell'ultimo
quinquennio, con il raddoppio annuale dei network grandi e piccoli connessi a Internet (oltre 70.000 a
fine '95). Chiusa rapidamente l'epopea della frontiera elettronica, oggi la telematica va affermandosi
come il mezzo di comunicazione di massa del secolo XXI. Un medium di cui la gente sembra ben decisa
ad impadronirsi, sorprendendo perfino i pioneri di quelle strambe sperimentazioni avviate con ArpaNet
appena 26 anni fa. Già, però.... cosa mai faranno tutte queste persone là fuori, nell'etere telematico? E
cosa diamine le spinge ad andare online con ritmi così frenetici? Secondo molti politici - gente
notoriamente al passo con i tempi - gran parte di costoro avrebbero come obiettivo la corruzione dei
minorenni via computer, ed occorrono quindi draconiane legislazioni censorie contro linguaggi "spinti" o
immagini "indecenti." Gli esperti di sicurezza ed i servizi segreti ritengono invece che le reti telematiche
siano terreno ideale per la proliferazione di spie, terroristi e narcotrafficanti senza scrupoli: no
all'encriptazione popolare e sì ad apparati di cyberpolizia, quindi. L'industria delle telecomunicazioni e
l'imprenditoria tecno-culturale fiutano affari più che d'oro, e giurano che gli sport preferiti da tutti
saranno (sono?) shopping online e pubblicità multimediale. Mentre il vasto apparato dei media
tradizionali - giornali, radio, tv - ci spiega, spesso con scarsa lucidità, che il futuro sarà radioso,
inarrestabile: sgomitate, gente, e venite a beccarvi le nostre obiettive notizie pure online! Dietro ogni tastiera da cui partono i miliardi di messaggi in circolazione quotidiana negli ambienti telematici, esistono esseri umani in carne ed ossa - compreso il sottoscritto. E come vado facendo da qualche annetto, anche questo testo verrá inviato a dei perfetti sconosciuti. Autori ed editori di quest'opera non li ho mai visti neppure in fotografia, e nulla so di quelle inflessioni dialettali che almeno il telefono consente di decifrare (a me è rimasta quella romana, non si vede?). Eppure, grazie a regolari scambi elettronici, si è via via creata una tangibile vicinanza, di spirito e di mente. Ci siamo ritrovati gomito a gomito, come in una manifestazione cittadina o durante un'animata discussione di piazza, a lavorare per obiettivi comuni e concreti. Ben oltre questo libro, ne sono prova una miriade di fatti quotidiani dove, proprio grazie allo strumento elettronico, si concretizzano - giorno dopo giorno - speranza, partecipazione, solidarietà. Dave Harmon è il ventottenne laureato di Harvard che qualche anno fa ha lanciato Walkers in Darkness, mailing list su Internet dedicata a chi soffre di depressione. Un'area che si è presto tramutata in un attivissimo gruppo di auto-aiuto, dove gente d'ogni parte del mondo espone e discute liberamente delle proprie fobie, crisi depressive o paranoie varie. Dove spesso si espongono manie suicide, comprese dettagliate descrizioni dei tentativi in atto. Quando, non di rado, si legge di casi disperati, piovono messaggi d'ogni tipo da Singapore, dagli USA, dal Giappone. Se nemmeno questi sembrano bastare, ci si muove per raggiungere la persona interessata via telefono o di persona. Fino ad attivare prontamente i servizi d'emergenza locali, come è accaduto in più d'una occasione. Lo confermano le parole degli stessi partecipanti: non poche le vite umane salvate grazie a questa mailing list elettronica. Un servizio sociale autogestito su scala globale - come accade in numerosi altri newsgroup dediti al supporto psicologico per casi che vanno dalle malattie mentali all'anoressia, dal cancro all'AIDS. E c'è forse da stupirsi se la telematica rende globali gli atti di concreta solidarietà umana? Avanti, allora, con le confessioni via e-mail.... Da tempo Padre Bill Morton, sacerdote anglicano della regione canadese del New Brunswick, è attivo online sia per la sua reale comunità che per molti altri fedeli lontani anche diverse migliaia di chilometri. Nella tradizione pastorale Anglicana, che si rifà alle antiche radici della Chiesa Cattolica, lo scambio epistolare è pratica molto diffusa per chiedere ed ottenere guida spirituale, discutere di questioni religiose e quant'altro. Per tutto questo Padre Morton usa efficacemente la telematica. E per non venir meno ai suoi voti sacerdotali, utilizza (e raccomanda ad i suoi corrispondenti) il noto software d'encriptazione Pretty Good Privacy, meglio noto come PGP. Garantendo così in modo assoluto privacy e segretezza delle vere e proprie confessioni che riceve regolarmente nella sua mailbox elettronica. Di simili concretezze è costituito l'universo dell'attivismo sociale telematico. Le cui dinamiche vengono ben illustrate nelle pagine seguenti, insieme a testimonianze e resoconti diretti. Riusciti esperimenti globali che finalmente approdano anche sulle sponde mediterranee. E che, vale la pena di ricordarlo, costituiscono appena la punta di un iceberg alla cui crescita siamo tutti chiamati a contribuire. Come? Superata al volo qualche fobia tecnologica, è bene ignorare le allucinazioni dei mass-media tradizionali, opporsi civilmente (ma duramente) a censure e restrizioni, esser pronti a difendersi dall'assalto del business.net. E soprattutto entrare in rete per operare cambiamenti concreti, giorno dopo giorno, con umiltà e perseveranza - contadini telematici per il pianeta elettrico del terzo millennio.
Bernardo Parrella Bernardo Parrella, giornalista free lance e appassionato internauta, scrive sul mensile Virtual e collabora con Agorà Telematica. Vive e lavora a San Francisco, oltre che là fuori (berny@well.com) Howard Rheingold, scrittore e giornalista sui temi della cultura telematica, è autore di Realtà Virtuale (1992) e Comunità Virtuali (1994);
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