UNA PROPOSTA PER UNA FORZA DI PACE INTERNAZIONALE
di Mel Duncan e David Hartsough
Ottobre 1999


"Mi piace l’idea nel suo complesso"
Kevin Clements, International Alert, London.

"Grazie per pensare creativamente"
Jan Oberg, Transnational Foundation, Sweeden

"Questa è un’idea a lungo sognata e attesa. La via della violenza
è obsoleta come strumento per la soluzione dei problemi"
John Lewis, Membro del Congresso

"E’ meravigliosa. e necessaria, anche se mi spaventa"
Phyllis Taylor, cofondatore di "Witness for Peace", USA.

" Questo progetto mi sembra più realistico e meglio elaborato di quelli di 3 o 4 anni fa"
Alain Richard, Pace Bene, Francia.

"Penso che siate sulla strada giusta"
Chris Coleman, Peacekeeping Office. Nazioni Unite

"Il mondo ha bisogno di tutti gli strumenti possibili per mantenere la pace.
Sarebbe la via più economica per evitare il conflitto.
E’ un’ottima proposta, arrivata al momento giusto"

Colonnello Kent Edberg, Consigliere militare della missione svedese presso le Nazioni Unite

"E’ ben pensata e mette a fuoco qualche dilemma"
David Grant, International Felloship of Reconciliation.

"Penso che il progetto sia molto importante e ben costruito"
Alberto L’Abate, Italia

"Sono con voi al cento per cento"
Elise Boulding, Peace Teams Network, USA.



NOTA DELL’AUTORE

Questa proposta è un lavoro in via di sviluppo che migliorerà con l’apporto dei vostri pensieri, riflessioni ed esperienze. Vi invitiamo ad unirvi a noi nel "co-creare" la Forza di Pace Internazionale.

INTRODUZIONE

Avventurandoci nel nuovo millennio, ci troviamo ad un bivio cruciale.
Porterà il prossimo secolo un’ondata incessante di conflitti armati devastanti, come gli orrori cui abbiamo assistito quest’anno in Kossovo, in Iraq e a Timor Est?
Oppure esistono alternative all’infinito ripetersi di tali catastrofi? Mentre il secolo più sanguinoso della storia umana volge al termine, gli interventi militari provocano un’enorme quantità di vittime civili e alimentano il fuoco delle ripetute ingiustizie e della guerra.
Tuttavia, allo stesso tempo, nell’ultima parte di questo secolo è andato progressivamente crescendo l’intervento nonviolento da parte di gruppi quali: le "Peace Brigades International" (PBI), le "Balkan Peace Teams", "Witness for Peace, i"Peaceworkers", l’Assemblea dei Cittadini di Helsinki, Christian Peace Makers Teams, SIPAZ, Il Movimento Internazionale della Riconciliazione, e altri gruppi che operano in numerosi paesi tra cui la Colombia, il Guatemala, i Balcani, gli Stati Uniti, Israele/Palestina, Messico e Nicaragua. La maggior parte di essi svolgono attività altamente specializzate su piccola scala con lo scopo di essere una presenza attiva volta a diminuire i livelli potenziali o presenti di violenza e a sostenere i costruttori di pace locali. Questi gruppi stanno creando una consapevolezza inestimabile e una base esperienziale di soluzioni nonviolente dei conflitti.
Ad esempio, nel 1985 donne guatemalteche del GAM (Grupo de Apoyo Mutuo — Gruppo di Mutuo Appoggio) chiesero che le PBI (Peace Brigades International) fornissero una scorta nonviolenta di 24 ore ai loro leaders, dopo che due dei loro membri erano stati assassinati. A quel tempo gran parte della società civile guatemalteca era stata spazzata via dai militari, lasciando la maggior parte dei cittadini troppo terrorizzati per agire. Nei quattro anni successivi le PBI offrirono, 24 ore su 24, guardie del corpo disarmate alla leadership del GAM. Nessun capogruppo fu più ucciso e le coraggiose donne furono in grado di portare avanti il loro lavoro. Questo fatto creò una apertura affinché altri gruppi di cittadini sorgessero ed iniziassero a ricostruire le istituzioni democratiche. Nineth de Garcia, leader del GAM, dichiarò al New York Times: "Grazie alla loro presenza sono viva. E’ una verità innegabile".
All’incirca nello stesso periodo gli Stati Uniti sostenevano i Contras che cercavano di rovesciare il governo sandinista del Nicaragua. Operando dalle basi in Honduras i Contras attaccavano spesso i villaggi e i campi nicaraguensi per distruggere i raccolti. Nel Dicembre 1983 Witness for Peace iniziò ad inviare delegazioni nelle aree confinanti col Nicaragua. Nei sette anni successivi centinaia di volontari internazionali visitarono o si stabilirono nei villaggi lungo il confine nicaraguense, prestando la loro opera nella raccolta del cotone e del caffè, ed aiutando a ricostruire le infrastrutture danneggiate dalla guerra. Essi giocarono un ruolo importante nel ridurre la violenza e nel frenare le incursioni militari: nessun villaggio nicaraguense fu più attaccato dai Contras, finché c’era sul posto una delegazione di Witness for Peace.
Nel 1989, nell’isola di Negros, nelle Filippine, oltre 500 rifugiati, riuniti in una chiesa, furono minacciati di essere uccisi dalle squadre della morte. Il vescovo cattolico Antonio Fortich, dopo aver appreso del successo del PBI e di Witness for Peace, chiamò in aiuto leaders religiosi da tutto il mondo. Nell’arco di 24 ore 25 rappresentanti religiosi raggiunsero in quella chiesa il vescovo ed i 500 rifugiati affermando che qualunque cosa fosse stata fatta ai rifugiati avrebbe dovuto essere fatta anche a loro. Inoltre promisero che avrebbero riferito al mondo intero tutto quello che stava accadendo. Le squadre della morte non riuscirono a portare avanti le loro minacce.
Eppure, di fronte alla brutale aggressione di Slobodan Milosevich in questi ultimi dieci anni, il movimento per la pace non è riuscito a dare una risposta coerente, credibile e globale. Mentre alcuni attivisti internazionali portavano, e portano tuttora, avanti coraggiosamente strategie nonviolente con le popolazioni dei Balcani, molti altri non sapevano che fare e, in alcuni casi, riluttanti, hanno scrollato le spalle e sostenuto la risposta della NATO. Nell’aprile 1999, "The Nation", rivista progressista degli USA, ha così commentato queste difficoltà: "Questa crisi crea un profondo dilemma negli antimilitaristi di principio che non vogliono chiudere gli occhi davanti alla pulizia etnica, ma neppure abbracciare la guerra aerea della NATO".
Il Kossovo aveva espresso il bisogno di un aiuto internazionale sostanziale e ben organizzato a sostegno del movimento locale per la pace. Già nove anni fa il presidente kossovaro-albanese Ibrahim Rugova richiedeva una presenza internazionale di pace nel Kossovo. Non vi fu alcuna sostanziale risposta. David Hartsough, direttore esecutivo di Peaceworkers ed esperto dei Balcani ritiene che tre anni fa 200 operatori di pace internazionali in Kossovo avrebbero potuto giocare un ruolo significativo nel frenare la violenza esplosa da un anno e mezzo ad ora. Le loro attività avrebbero potuto includere azioni d'accompagnamento/scorta, sostegno attivo alle azioni nonviolente locali, addestramento ed appoggio alla capacità locale di costruire istituzioni democratiche e nonviolente. Gli attivisti nonviolenti, inoltre, avrebbero potuto stimolare il sostegno internazionale e l’attenzione dei media per il movimento nonviolento locale e per la possibilità di una risoluzione pacifica.
La Forza Internazionale di Pace, rappresenta un’alternativa ad un massiccio intervento militare, alternativa nella quale molte persone sperano ma che non si è ancora concretizzata. Questo progetto, basandosi sull’importante lavoro dei corpi di pace in varie parti del mondo, porterà l’attività del peacemaking ad un nuova e drammatica evoluzione. E’ necessario sviluppare una risposta strategica efficiente ed efficace alla brutalità e alle minacce di violenza genocida.
Il mondo ha bisogno di istituzioni e di attività collettive che incoraggino molte persone ad impegnarsi in azioni pacifiche che diano speranza e che richiamino a più alti valori. Abbiamo bisogno di sviluppare una forza di pace multietnica, permanente ed internazionale addestrata all’uso di strategie e tattiche nonviolente che si interponga nei conflitti o nelle aree potenzialmente violente. La Forza di Pace Internazionale dovrà mostrare sia assoluta integrità sia sensibilità culturale ed includerà un numero significativo di volontari addestrati, impegnati ad agire strategicamente in cooperazione con i gruppi locali per prevenire o disinnescare la violenza, creando così lo spazio per la risoluzione pacifica dei conflitti.
La scorsa primavera oltre 9000 attivisti di 100 paesi si sono radunati all’Aia affermando che "la pace è un diritto umano" e che "è tempo di abolire la guerra". Questa proposta è stata redatta come risultato di una serie d'incontri formali ed informali durante il congresso "Appello per la pace dell’Aia" Da allora, è stata rivista, discussa e criticata da oltre 300 attivisti nonviolenti, studiosi ed esperti militari di tutte le parti del mondo. In verità, si tratta di un lavoro in continuo sviluppo basato sulla saggezza e l’esperienza di molti co-creatori. La Forza Internazionale di Pace anticipa gli esperimenti di nonviolenza e contribuisce a dar vita alla "decade di nonviolenza delle Nazioni Unite" e all’antica visione di Gandhi dello Shanti Sena (esercito nonviolento di pace).

 

IL CONCETTO

Durante gli incontri alla conferenza dell’Aia, c’è stata una concordanza di base su 3 punti iniziali:

  1. La maggior parte delle persone impegnate nel lavoro dei corpi di pace, nella risoluzione di conflitti e/o nell’addestramento nonviolento, avevano condiviso, in un certo punto del loro lavoro, la visione di costruire una forza permanente nonviolenta di pace a di dimensioni significative. Alcuni erano ancora di quest’idea. Ma, in generale, l’idea era stata abbandonata per questi motivi:
    1. Mancanza di risorse, specialmente finanziarie, per costruire e sostenere una tale operazione.
    2. L’importante lavoro di peacemaking in un’area particolare era diventato così dispendioso e/o specializzato tanto che si era perduta la visione di un’operazione su scala più vasta.
  2. La maggior parte delle persone pensava che l’idea meritasse di essere esplorata e sviluppata. Alcuni erano molto entusiasti, altri più cauti.
  3. Durante le primissime fasi del progetto, i rappresentanti delle organizzazioni che operavano attraverso corpi di pace non cercarono di proteggere il loro settore neppure davanti all’eventualità che una nuova organizzazione potesse competere per ottenere i fondi. Ci fu un’incredibile mancanza di protezione del proprio territorio.

Lo SCOPO è di avere una forza nonviolenta di pace, bene addestrata, permanente e multiculturale da inviare nelle aree di conflitto. La Forza di Pace dovrebbe essere preparata a portare avanti strategie e tattiche in collaborazione con i gruppi locali, impegnati per un cambiamento pacifico. Tali strategie dovrebbero essere volte a diminuire la violenza e il suo potenziale e a creare lo spazio per risoluzioni giuste e pacifiche.

Per dare inizio al programma ci dovrebbero essere impegni preliminari significativi quali:

  1. almeno 200 persone disposte a partecipare a training ed ad essere inviate sul posto per almeno due anni.
  2. almeno 400 persone addestrate e con specifiche capacità di costruttori di pace disponibilicome forza di riserva per almeno 1 mese l’anno per un periodo di 2-3 anni.
  3. almeno 500 membri sostenitori.
  4. 5 milioni di dollari ad operazione.
  5. Contatti importanti e attenzione da parte dei media.
  6. Un gruppo internazionale, con poteri decisionali, ben definito, efficiente e responsabile.

 

RICERCA

I primi due anni di sviluppo della Forza di Pace Internazionale richiederanno una ricerca ampia. I risultati della ricerca daranno forma alla creazione della Forza di Pace, sia che si proceda oppure no. Ci incontreremo con attivisti di corpi di pace, con veterani militari, leaders politici, diplomatici internazionali, capi religiosi, studiosi e attivisti in aree di conflitto per esplorare la corretta applicazione dell’intervento nonviolento di una terza parte e delle lezioni apprese. Ci assumeremo anche il compito di recensire le pubblicazioni. La ricerca si focalizzerà su 4 aree principali:

  1. Situazioni di conflitto e condizioni in cui l’intervento nonviolento di una terza parte su scala più vasta sarebbe, - o sarebbe stato, — utile o appropriato.
  2. Migliori sistemi di reclutamento, di strategie, di tattiche, di coinvolgimento, di interazioni governative e di relazioni con i media.
  3. Addestramento continuo per costruttori di pace e loro formatori, e identificazione d'istruttori tra i più idonei.
  4. Possibilità di finanziamenti per una forza di pace nonviolenta su larga scala.

 

 

RECLUTAMENTO

Iniziando con 200 membri attivi, 400 riserve e 500 sostenitori la forza di pace sarà portata a 2000 attivi, 4000 riserve, 5000 sostenitori nell’arco di 6 anni. I membri saranno multietnici, internazionali, delle varie generazioni, e di diversi orientamenti e pratiche spirituali. Attraverso un processo di selezione dovranno dimostrare di avere una grande capacità per il lavoro di gruppo, l'ascolto, la comunicazione, l'interazione multiculturale e la capacità di reggere di fronte a pericoli e frustrazioni. Tutti i membri si impegneranno nella nonviolenza ed in azioni efficaci anno durante la partecipazione a questo progetto

Tutti i membri attivi e le riserve in servizio serviranno come volontari a cui sarà fornito alloggio, vitto, addestramento e trasporti gratuiti. Coloro che avranno bisogno di essere pagati lo saranno. Verranno previste borse di studio universitarie e contributi per fondi pensione. Per le situazioni particolari saranno reclutati partecipanti di spicco come premi Nobel, rappresentanti religiosi, ex capi di governo. I membri saranno reclutati dagli ambienti più diversi, come:

  1. Vecchi membri di corpi di pace di varie organizzazioni.
  2. Persone proposte da altre organizzazioni per la pace.
  3. Membri di organizzazioni di veterani per la pace.
  4. Giovani.
  5. Membri di comunità religiose e spirituali.
  6. Veterani di altri movimenti nonviolenti per i diritti civili, le libertà nazionali, il lavoro contro la guerra, per le donne, per l’ambiente.
  7. Pensionati.
  8. Volontari di vecchi corpi di pace e altri veterani del servizio internazionale.
  9. Artisti.
  10. Persone comuni desiderose di offrire un paio d'anni di lavoro volontario nei corpi di pace.

Le riserve saranno reclutate da organizzazioni per la pace, comunità spirituali e altri gruppi sopraelencati. La Forza Internazionale di Pace terrà una banca dati relativa ai veterani di corpi di pace catalogandone capacità e disponibilità.

Ciascuno dei 5000 sostenitori verserà un contributo di almeno $100 l’anno. Essi saranno collegati al lavoro della Forza di Pace per mezzo di una pagina Web e della posta elettronica. Oltre ad offrire aiuto finanziario, i sostenitori serviranno come voce locale della Forza di Pace, comunicando le sue attività, sia in generale che specifiche, ai media locali, ed alle comunità sociali e religiose di appartenenza. Essi, inoltre, istruiranno le persone con incarichi pubblici da loro elette nelle questioni relative al lavoro della Forza di Pace.

 

IMPEGNO

La Forza di Pace sarà dispiegata su invito di un’organizzazione locale o di un movimento nonviolento che lavora per il cambiamento o la soluzione nonviolenta. Saranno fatti tentativi per raggiungere l’approvazione di tutte le parti coinvolte nel conflitto. Sarà accordata una notevole preferenza ad interventi tempestivi. Come disse una donna Kossovara alla conferenza del L’Aia, "i costruttori di pace devono essere al posto giusto, al momento giusto, prima che la violenza faccia un’escalation, altrimenti non possiamo che contare i nostri errori."

Le decisioni concernenti lo spiegamento delle forze saranno prese dal Comitato Direttivo. La composizione dei vari corpi di pace dispiegati dipenderà dalla necessità della situazione particolare.

I criteri presi in considerazione per il coinvolgimento includerebbero:

  1. Invito da parte di un’organizzazione locale che lavora per cambiamenti e soluzioni pacifiche dei conflitti.
  2. Chiarificazione del ruolo e del contributo che la Forza di Pace potrebbe dare.
  3. Ragionevoli possibilità di successo.
  4. Supporto organizzativo e logistico.
  5. Appoggio dei media.
  6. Prove che le forze armate in lotta ed i governi siano sensibili alla pressione internazionale.
  7. Sufficienti finanziamenti ed impegno nel tempo.
  8. Analisi che lo spiegamento delle forze di pace possa accrescere gli sforzi locali per soluzioni pacifiche.

Sarà sviluppata una rete di supporto familiare per fornire sostegno fisico, logistico, emotivo e finanziario a famiglie e amici di membri attivi nel periodo della loro missione. Ai membri e ai loro cari saranno forniti servizi di supporto e consulenz a di post-intervento al loro ritorno.

 

STRATEGIE E TATTICHE

Prima di ogni intervento sarà stabilito un mandato preciso, con una strategia specifica ed obiettivi adeguati all’area del conflitto. Strategie e tattiche saranno studiate per diminuire la violenza o il suo potenziale, per creare spazio a risoluzioni giuste e pacifiche e per rafforzare gli attivisti di pace e di giustizia del luogo. Le strategie saranno flessibili e focalizzate su questi risultati, e non si limiteranno a fornire testimonianze o documentazioni sulle violazioni dei diritti umani. La formazione dei corpi inviati in zona di conflitto sarà determinata dalle necessità della situazione specifica. Corpi specializzati con particolari capacità di peacemaking saranno messi a disposizione e dispiegati in base alle necessità della situazione di conflitto.

Una volta nell’area di destinazione la Forza di Pace avrà anche la funzione di occhio, orecchio e coscienza internazionali. Le tattiche sviluppate e portate avanti, in collaborazione con gli attivisti nonviolenti locali, saranno decise dal gruppo che ha la leadership della Forza di Pace della zona in accordo con il Comitato Direttivo della Forza di Pace.

Strategie e metodi potrebbero includere:

  1. Accompagnamento (attivisti, leaders, rifugiati che rientrano).
  2. Facilitazione della comunicazione tra le parti in conflitto.
  3. Monitoraggio (elezioni, cessate il fuoco, trattati).
  4. Addestramento e formazione di formatori alla trasformazione dei conflitti.
  5. Perlustrazioni (ronde),controllo dei confini, ecc.
  6. Interposizione tra le parti in conflitto.
  7. Formazione di competenze per i gruppi locali nonviolenti.
  8. Creazione di modelli alternativi a comportamenti violenti.
  9. Costituzione di una rete internazionale di risposta all’emergenza per sostenere gli sforzi locali nella soluzione dei conflitti.

Una strategia globale della Forza di Pace consisterà nel costruire interesse e sostegno internazionale verso i movimenti nonviolenti in tutto il mondo, che offrano alla gente la speranza e la realizzazione di alternative all’intervento armato. Come dimostrato dai corpi di pace fino ad oggi, quando gli attivisti tornano al loro paese d’origine, danno un eccellente contributo nel campo della educazione della cittadinanza.

Sia ogni singolo impegno che l’operazione complessiva della Forza di Pace richiederanno un considerevole supporto logistico, inclusi direttori commerciali, esperti in pubbliche relazioni, personale medico, esperti nella risoluzione dei conflitti, organizzatori di corpi di pace, coordinatori di viaggio, cuochi, procacciatori di fondi, esperti regionali e specialisti in collegamenti con i governi e le organizzazioni. Pur sforzandoci di avere volontari che sappiano parlare con scioltezza le lingue locali delle aree di conflitto, impiegheremo anche interpreti per ciascuna operazione. Potrebbe sembrare che si impieghino troppe persone, ma come ha sottolineato un attivista i militari impiegano 10 persone di sostegno per ogni soldato in campo.

 

PROCESSO DECISIONALE

Questo processo dovrà essere democratico, aperto, efficiente ed avere autorità legittima. Affinché tale progetto riesca, il gruppo di partenza dovrà essere internazionale con un coinvolgimento limitato degli Stati Uniti. All’inizio, il gruppo che darà il via al progetto sarà formato da 10/15 persone che abbiano avuto esperienza nel lavoro dei corpi di pace, nella trasformazione dei conflitti, nell’organizzazione, training, raccolta fondi, operazioni militari, sforzi umanitari, sviluppo organizzativo e media. Ognuno sarà personalmente impegnato in modo attivo al raggiungimento degli obiettivi della Forza di Pace Internazionale, alla nonviolenza ed alla soluzione nonviolenta dei conflitti interculturali. Sarà essenziale la diversità etnica, spirituale, di nazionalità, di genere e di età. Questo gruppo svilupperà la filosofia della Forza di Pace, risponderà a domande chiave, creerà e collaborerà alla realizzazione di un piano di reclutamento, di raccolta fondi, di addestramento e di rapporti con i media. Questo lavoro richiederà circa 24 mesi di tempo (Nota: se dovessero essere disponibili in tempi più brevi fondi adeguati, questa tabella di marcia potrebbe essere accelerata).

Alla fine di questo periodo il gruppo di partenza eleggerà un Comitato Direttivo che potrebbe includere alcuni membri del gruppo promotore. Il Comitato sarà incaricato della direzione complessiva della Forza Internazionale di Pace compresa l’attuazione dei piani di reclutamento, della raccolta fondi, dell’addestramento e del rapporto con i media, così come quella di controllare l’operazione e prendere decisioni relative al bilancio, al personale ed al dispiegamento sul territorio. Come il Comitato Promotore, il Comitato Direttivo incarnerà i principi della nonviolenza, della pacificazione interculturale, e sarà anche aperto, efficiente,rappresentativo e responsabile. Un’altra possibilità di governo potr ebbe essere quella di una coalizione o federazione di organizzazioni di corpi di pace già esistenti.

Il Comitato Direttivo svilupperà, inoltre, una leadership di campo con poteri chiaramente definiti concernenti operazioni e tattiche quando un corpo di pace operi sul terreno.

Durante le fasi di progettazione una Commissione Consultiva composta di cittadini di fama mondiale tra i quali premi Nobel per la Pace, capi di precedenti governi e leader religiosi, sarà nominata per offrire consulenza sulle questioni più importanti, per aumentare la visibilità della Forza di Pace e per sostenere la raccolta dei fondi. Successivamente questa Commissione Consultiva sarà d’aiuto per rafforzare l’autorità morale della Forza di Pace, con la speranza che i suoi componenti possano partecipare in qualità di membri attivi.

 

ADDESTRAMENTO

Situazioni di conflitto complesse richiedono competenze altamente qualificate. I membri attivi della Forza di Pace prenderanno parte ad un training generale di 2 mesi concentrato sulla storia e la teoria della nonviolenza, sulla sensibilità culturale, sull’ascolto, sulla capacità di mediazione e di trasformazione dei conflitti. Nello stesso periodo sarà anche disponibile un training fisico, spirituale e artistico.

Seguirà un addestramento più specifico di durata fino a 2 mesi che si focalizzerà sull’area locale di spiegamento includendo lingua, cultura, analisi del conflitto e discussione dei mezzi di coinvolgimento pacifico appropriati. Tutta o una parte di questa fase sarà fatta nell’area di dispiegamento, insieme con i costruttori di pace locali.

Inoltre, sarà offerto un training più avanzato in varie tattiche particolari quali l’accompagnamento, la trasformazione dei conflitti e la mediazione. I risultati dei progetti di ricerca su menzionati saranno incorporati nell’addestramento.

Risorse per il training nonviolento sono sviluppate oggi in tutto il mondo. Per portare avanti l’addestramento la Forza di Pace utilizzerà addestratori già esistenti. Riserve che saranno chiamate in caso di necessità per le loro particolari abilità, in una zona specifica, prenderanno parte all’addestramento avanzato. Sarà, inoltre, richiesto a tutti i membri, un aggiornamento continuo.

 

COMUNICAZIONE

Sarà di vitale importanza avere buoni mezzi d’informazione e di comunicazione. Dovremo documentare e comunicare la speranza e la promessa di una risoluzione nonviolenta dei conflitti, ad un mondo che, se pur cinico e scettico, anela a nuovi approcci per affrontare la violenza.

Sarà necessario creare un’immagine trascendente che sappia comunicare alla gente integrità, forza, speranza ed efficacia, sia nei simboli significativi sia nell’azione concreta.

Dovranno essere create relazioni mediatiche credibili che potranno rivelarsi di vitale importanza per i corpi non appena essi siano inviati sul campo. Dovremo esplorare un uso creativo di tecnologie, ad esempio squadre attrezzate di video camere per trasmissioni televisive e satellitari al fine di documentare e scoraggiare comportamenti violenti.

Il nostro progetto di comunicazione dovrà includere un pacchetto di proposte di reclutamento tale da incoraggiare la gente di diversi paesi a partecipare a tutti e 3 i livelli: attivo, riserva, sostenitore.

Sarà sviluppata e sostenuta una pagina Web professionale per:

  1. Comunicare la missione e il lavoro della Forza di Pace.
  2. Reclutare i membri.
  3. Raccogliere fondi.
  4. Offrire notizie vive dal campo.
  5. Informare i membri circa le attività di sostegno che possono svolgere.
  6. Discutere nuovi sviluppi nelle strategie e negli interventi nonviolenti.

Avremo bisogno di strategie mediatiche propositive per trasformare le immagini e i messaggi da parte d’individui ed organizzazioni che si opporranno al progetto, per esempio, i produttori transnazionali di armi, i combattenti in una regione particolare e le alleanze militari come la NATO.

 

RACCOLTA FONDI

Un’operazione che coinvolga 2000 membri attivi al completo di riserve e di sostenitori costerebbe intorno ai 40/50 milioni di dollari l’anno, circa la stessa somma che il mondo spende quotidianamente in operazioni militari ogni mezz’ora quest’anno. Da ricordarsi che un elemento d’attrazione della nonviolenza è proprio quello di essere molto meno dispendiosa della guerra. Questo costo, tuttavia, eclissa geometricamente la somma totale spesa per il lavoro dei corpi di pace oggi nel mondo e offre un argomento forte per un eventuale sostegno dei governi e/o delle Nazioni Unite.

I prezzi per la ricerca e lo sviluppo dei progetti si aggireranno intorno ai 150.000 dollari all’anno per i primi due anni. Cercheremo questo denaro presso alcune fondazioni, donatori importanti e organizzazioni religiose.

Avremo bisogno di 5 milioni di dollari, valore equivalente a circa 4 minuti delle spese militari globali, per dare il via ad un’operazione della Forza di Pace con 200 membri attivi, 400 riserve, 500 sostenitori. Questo denaro proverrà da fondazioni, istituzioni religiose e spirituali e da singoli individui. Avremo, inoltre, raccolto 50.000 dollari dai nostri primi 500 sostenitori per il primo anno di intervento.

 

INTERAZIONE CON I GOVERNI

Saranno importanti le relazioni di lavoro con unità governative. Il Gruppo di Partenza verificherà se, come e in quale misura la Forza di Pace potrà interagire con i governi a tutti i livelli, riconoscendo che lo spiegamento richiederà qualche tipo di cooperazione governativa. Queste considerazioni includeranno:

  1. Possibile sostegno e/o sponsorizzazione da parte delle Nazioni Unite e/o di altre organizzazioni multilaterali.
  2. Sostegno finanziario da parte di governi amici.
  3. Governi che alle loro richieste di servizio per tutti aggiungano la partecipazione alla Forza di Pace.
  4. Lavoro diretto con organizzazioni nonviolente sponsorizzate dai governi come il Servizio Civile di Pace Civile Tedesco.
  5. Borse di studio sponsorizzate dai governi e crediti di pensionamento per i membri attivi della Forza di Pace.
  6. Governi che forniscano informazioni e assistenza per ottenere l’ingresso in determinati paesi.
  7. Governi che destinino una percentuale delle loro spese militari per sostenere la risoluzione nonviolenta dei conflitti.

 

TEMPI

(NOTA: se dovessero essere disponibili prima fondi adeguati i tempi potrebbero essere accorciati)

2000-2002 Esplorazione e sviluppo

Anno 1 Elaborazione dell’idea, incontro con attivisti esperti di tutto il mondo, raccolta d’informazioni, stesura e diffusione d’articoli, ricerca, definizione del bilancio, identificazione del gruppo di base, decisione se procedere o no, istituzione di cariche e funzioni, incontri del gruppo di base, sviluppo e realizzazione dei progetti riguardo ai media, raccolta fondi per i primi due anni, sviluppo di piani di raccolta fondi a lungo termine, elaborazione di pagine Web e raccolta di dati di base relativi a tutti i livelli dei membri.

Anno 2 Implementazione di raccolta fondi e dei progetti per i mass-media, mantenimento della pagina Web, sviluppo dei processi di selezione, reclutamento di tutti e tre i livelli di membri, individuazione del sito per la base e l’addestramento, individuazione e stipulazione di contratti con gli addestratori, sviluppo dell’agenda dei training , valutare e rendere disponibili le conoscenze relative allo stato di perfezionamento del training, capacità decisionale e leadership, analisi dei possibili siti di spiegamento, creazione di un Comitato Direttivo, assunzione di personale di base e comunicazione con funzionari governativi.

2003-2006 Inizio della formazione, continuazione dell’informazione tramite i media, reclutamento e raccolta fondi, primo, secondo, terzo dispiegamento, valutazione dell’operazione e pubblicazione dei risultati, continuazione del rapporto con le Nazioni Unite e con altre organizzazioni internazionali.

2010 Arrivare al massimo di 2000 membri attivi, 4000 riserve, 5000 sostenitori; considerazione di una possibile adozione da parte delle Nazioni Unite e/o altre organizzazioni come l’Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa.

 

DOMANDE CHIAVE 

  1. Dovremo continuare ad esplorare questa proposta?
  2. Quali sono le tue più grandi speranze per una tale forza di pace? Quali le paure?
  3. Come possiamo rispondere a queste paure ed a questi interessi?
  4. E’ possibile avere un processo decisionale che sia internazionale, aperto, rappresentativo e, allo stesso tempo, efficiente nel prendere decisioni quando è necessario?
  5. Quale dovrebbe essere il tipo e la misura del coinvolgimento governativo?
  6. Possiamo rendere la proposta sufficientemente influente da attrarre il sostegno pubblico e finanziario necessario per avere successo?
  7. La Forza di Pace dovrebbe essere sempre al di sopra delle parti?
  8. Esiste già un’organizzazione desiderosa e capace di portare avanti lo sviluppo e lo spiegamento della Forza di Pace, o abbiamo bisogno di creare una nuova organizzazione?
  9. Chi sono gli individui e i gruppi chiave nel mondo che potrebbero essere dei potenziali alleati e "co-creatori" di questo progetto multinazionale?
  10. Come potrebbe la Forza di Pace essere complementare e sostenere altri gruppi che fanno risoluzione nonviolenta dei conflitti ?
  11. Quanto dovrebbe durare l’addestramento?
  12. Dovrebbe esserci una base spirituale per l’addestramento e per l’operazione?
  13. I membri dovrebbero essere retribuiti?
  14. Se i nuovi fondi fossero disponibili in maniera significativa per una forza di pace, dovrebbero essere destinati per la creazione di una nuova organizzazione o dovrebbero essere messi a disposizione delle organizzazioni per gli interventi nonviolenti già esistenti?
  15. Come chiamare quest’operazione?
  16. Se il nostro obiettivo è di far sì che la risoluzione nonviolenta dei conflitti, il mantenimento e la costruzione nonviolenta della pace siano accettati dalla comunità internazionale dovremmo concentrarci sul rafforzamento di interventi nonviolenti su piccola scala o cercare di costruire una forza nonviolenta internazionale di pace su scala più vasta?
  17. Le finalità di tattiche e strategie dovrebbe essere più delimitata?
  18. In che modo il lavoro della Forza di Pace Internazionale si rivolge alle cause fondamentali della violenza e non solo ai sintomi?
  19. Qual è il ruolo della Forza di Pace Internazionale nei paesi responsabili della perpetrazione della violenza in altri paesi?

 

CONCLUSIONE

L’uso della nonviolenza attiva è in crescita in tutto il mondo. Possiamo continuare a costruire in base alle esperienze dei corpi di pace nonviolente ed altre, fino a portare quest’attività ad un nuovo appassionante livello, un livello reso necessario dai conflitti presenti nel globo. Abbiamo raggiunto un livello di maturità nel quale ciò è possibile. Abbiamo la capacità di farlo accadere nella nostra vita. Gli ingredienti abbondano: ci sono molti veterani di movimenti nonviolenti, migliaia di cittadini hanno dimostrato la volontà di fermare coraggiosamente la violenza e l’oppressione; sono state analizzate ed apprese dure lezioni, le nostre capacità organizzative sono aumentate, abbiamo a disposizione addestratori altamente qualificati; la World Wide Web (già utilizzata per portare avanti la campagna anti-mine e per l’istituzione del Tribunale Penale Internazionale) è disponibile come strumento organizzativo; c’è interesse da parte dei finanziatori e ciò che più conta è che la gente chiede alternative alla risposta altamente militarizzata ai conflitti.

Restano problemi di fondo profondi. Tuttavia, viviamo in un’epoca in cui siamo chiamati a confrontarci con questi dubbi. I dubbi non hanno fermato la NATO. Come è emerso la primavera scorsa, gli alleati sono ancora afflitti da problemi decisionali, logistici e di efficienza sul territorio. Dobbiamo preoccuparci dello sviluppo di quelle istituzioni che lasciano sperare e ci conducono verso un mondo che onora la vita intera. Dobbiamo nutrire queste idee sfidandoci l’un con l’altro. Perciò, per ora, parlate, scrivete, riflettete, pregate, dipingete, danzate, meditate. Per favore, condividete pensieri, critiche e ispirazioni con noi, così come le idee di coloro con i quali condividete queste pagine.

Tutti insieme possiamo far sì che la Forza di Pace diventi realtà. Non ci sarà una via migliore per commemorare la "United Nations Decade of Nonviolence".

 

COSA PUOI FARE PER CO-CREARE LA FORZA DI PACE

Abbiamo bisogno di:

CONTRIBUTI DEDUCIBILI DALLE TASSE POSSONO ESSERE DATI AI COSTRUTTORI DI PACE COME AIUTO PER LA CREAZIONE DELLA FORZA DI PACE.

"Ho grandi speranze poiché questa idea sta emergendo e convergendo in tutto il mondo: Quale forma essa prenderà di fatto è da vedere, ma accadrà" (Sister Pat Keefe)

Mel Duncan
1355 Albany Ave.
St. Paul, Mn 55108
U.S.A.
651) 644-1651
MnDuncan@AOL.com
David Hartsough
PEACEWORKERS
721 Shrader St.
San Francisco, CA 94117
(U.S.A.)
(415) 751-0302
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Sono disponibili i riassunti dei commenti a questa proposta da richiedere a Mel.
(Traduzione dall’inglese di Maria Gaias ed Anna Luisa Leonardi)