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Scuola ed Educazione
Esperimenti con l'anima 3




| Vincenzo | Paolo | Giorgio | Michael | Antonio | Barbara | Francesco | Vincenzo | Mario | Maria | Salvatore | Giuseppe | Giorgio | Cristiano | Alessandro | Antonio | Roberta | Angelo | Cristiano | Angelo | Gabriella |
"...L'unico difetto di Fabio e' che quando ti racconta qualche fatto, te lo spiega nei minimi particolari, e questo lo rende un po' assillante.
Nel nostro gruppo ci chiamiamo "fratelli" e il nostro motto e': "Quello che e' mio e' di tutti i miei fratelli". Per me questi sono valori molto importanti nella vita.
Francesco e' un nuovo acquisto nei fratelli. E' un ragazzo molto dolce e simpatico anche se a me sembra uno psicopatico perche' sta sempre ad impennare la moto (il motocross e' il suo hobby preferito).
Nico per me e' stato il ragazzo piu' difficile da capire. E' un tipo molto impulsivo ed irascibile, si altera anche per le cose piu' stupide. Pero', in fondo in fondo, e' anche piu' buono di noi.
Dino. E' un ragazzo con uno sfrenato senso dell'umorismo. E' il comico del gruppo. Comunque non e' sempre cosi', dipende da come gli dice la testa. Pero' di lui ci si puo' fidare.
Doriano: e' l'unica persona che odio. Lo si puo' definire con tre parole: chiedere, approfittare, inserirsi. Lui chiede sempre tutto, dalle sigarette ai soldi. Approfitta della nostra bonta' perche' noi non gli diciamo mai di no. Giuro che se non fosse per il mio spirito pacifista e per io mio amore per l'umanita'... io a quello li' l'avrei gia' sparato in testa.
...Credo che stasera questo tema lo faro' leggere ai miei fratelli..."
(Vincenzo)


"Giuliano e' un ragazzo che, essendo timido, rinuncia spesso ad esprimere i propri desideri, temendo che non vengano condivisi dal resto del gruppo. Non rivelando le sue opinioni sara' sempre un ragazzo poco felice con gli amici e sara' costretto ad adeguarsi sempre al "piacere" degli altri senza poter realizzare mai quello che egli desidera.
Stefano cade in timidezza (o forse e' solo diffidenza) se la zona che frequenta viene cambiata. Ma a differenza di Stefano, una volta ambientatosi, diventa nuovamente disinvolto in compagnia.
Sonia e' una ragazza che io definisco "jolly" nel senso che, dove si pone, li' rimane... impassibile, per niente vivace e sempre molto pensierosa.
Sergio e Lorenzo, invece, sono gli animatori del gruppo, con la battuta sempre pronta, ora l'uno ora l'altro; vanno molto d'accordo tra loro e con gli altri e non conoscono la parola timidezza. Amano la vita movimentata, ricca di imprevisti e godono nello spendere sempre i soldi, quando li hanno.
Infine c'e' Umberto, un ragazzo molto tranquillo, aperto. Lavora fino a sera e non si adira nel vedere che dopo poco gli altri vanno tutti quanti a casa."
(Paolo)


"Fabio esce con ragazzi piu' grandi di lui. Ha diciassette anni, vive la vita cosi' come gli capita. Ha preso il vizio degli spinelli. Li fuma come se fossero sigarette, in gruppo ne fumano in un giorno come se fossero un pacchetto. All'eta' di 13 anni fabio ha perso un fratello in un incidente con la moto. Da quel momento e' cambiato.
Dopo alcuni mesi si stava riprendendo leggermente, ma con il passare del tempo era tornato come prima.
(Giorgio)


"Massimo ha 18 anni e mi ha colpito perche' ama la solitudine. Non si fa capire facilmente. Sono tre anni che lo conosco e ancora non riesco a capire molte cose di lui. Per stare in compagnia deve trovare per bene il suo amico che deve avere i suoi stessi gusti. Ho passato molti giorni con lui e questa e' l'unica cosa che sono riuscito a capire. Secondo me ama la solitudine perche'... la solitudine si e' impadronita di lui e lui si e' lasciato conquistare.
Carletto invece e' il contrario di Massimo. Odia la solitudine, ha 17 anni, e' molto aperto e si confida con tutti. Parla della solitudine come di una malattia. Per questo cerca di farsi piu' amici possibili, perche' ha paura di rimanere solo. E' un ragazzo troppo buono e quindi molti ne approfittano."
(Michael)


"Vorrei che il mio tema fosse come un diario, per dire tutto quello che mi viene dal cuore. E quindi...
Caro diario, oggi diciotto maggio 1996 (sono le ore 10.45) il mio stato d'animo e' pessimo. Oltre a stare in una terribile malinconia, ho anche un terribile mal di testa. Mi trovo qui a scuola chiuso in quattro muri bianchi, durante le ore di Italiano, dove sto svolgendo l'ultima prova scritta e spero che mi vada bene. Mi sono appartato dal gruppo, sono seduto da solo in un angolo della classe accanto ad un moro. Il professore sta li', seduto al suo solito posto, alla cattedra, dove controlla la classe, anche lui scrive. Anche i miei compagni scrivono, io invece no. Oddio, mi trovo in uno stato orribile, non so che cosa scrivere, le cose che mi passano per la mente sono tante, confuse. Anche il mio rapporto di amicizia con i miei compagni e' confusionale, prima era ottimo, andava tutto a gonfie vele, mi sembrava un sogno avere degli amici cosi' uniti.
Pero' un giorno c'e' stato un litigio e da quel giorno ci siamo divisi in due gruppi. Ora io non so per chi prendere le difese, quindi mi trovo tra l'incudine e il martello. Vorrei che tutto questo finisse per poter tornare uniti come una volta. Inoltre sono in cerca da tempo di una ragazza. Oltre che bella vorrei che fosse comprensiva, con lei vorrei avere un rapporto si' di fidanzamento ma soprattutto di amicizia, per poterle esporre i miei problemi e avere anche qualche consiglio. Lo so che sara' molto difficile, pero' un giorno, un giorno la trovero'."
(Antonio)


"Lei non e' stata capace di smettere. Per lei era un divertimento, lo faceva per farsi notare. Fumare lo spinello la faceva sentire "grande" ed anche "contenta". Questa sua contentezza era molto piu' forte della sua volonta' di smettere di fumare. E' una ragazza molto bella, sia come aspetto fisico che come carattere. E' una ragazza timida, riservata e questo a lei non piaceva, si definiva una bambina."
(Barbara)


"Io in questi tre anni mi sono divertito molto. Devo precisare che sono un elemento di disturbo per la classe. Posso dire che cosa accadde vicino al bar una mattina di tre anni fa. Eravamo in molti che parlavamo; noi eravamo il gruppetto dei piu' grandi, i piu' "sballati". C'era chi comprava le birre, i liquori, il "fumo". Gli altri, osservandoci, pensavano che eravamo dei tipi da evitare.
Sparlavano da dietro. Sapendo questo, li consideravamo degli "infamoni" perche' avevano detto a chiunque veniva al bar di non avvicinarsi a noi perche' fumavamo. Pero' devo dire che molti ragazzi che prima non fumavano ora si sono uniti a noi, perche' hanno capito che ci "sballiamo" ma non siamo dei ragazzi da evitare. Ad un certo punto quella mattina vedo arrivare una Uno bianca, tre persone scendono e prendono a schiaffi un mio amico. Lui stava facendo una "canna" vicino al bar. Lo presero e lo portarono in caserma e per un paio di giorni non si fece vedere. Un giorno lo abbiamo reincontrato e ci ha spiegato cosa gli fosse accaduto. Poi gli altri tre anni e' accaduto di tutto, pero' i professori sanno poco. Non ho scritto quello che accedde il secondo anno di occupazione... Altre cose da dire sono fatti di classe. Un giorno un mio amico di classe mise un coltello alla gola di un professore, minacciandolo, cosa che nessuno sapeva e che io non ho voluto raccontare. Spero che queste cose rimangano fra me e lei, perche' non sono cose belle da sentire."
(Francesco)


"La chitarra, puo' sembrare stupido, e' l'unico mio modo di sfogarmi, di manifestare le mie paure, i miei dubbi, la mia solitudine, ma soprattutto il mio amore. Mi aiuta a scoprire la sensibilita' della gente. Persone che possono sembrare dure e cattive, poi si manifestano dolci e sensibili e piangono perche' in fondo anche loro si sentono sole. Una mattina mi svegliei e mi chiesi: "Perche' esisto?". Non riuscii a dare una risposta, volevo morire. Dopo molto tempo pensai - e vorrei che fosse un messaggio per i giovani del mondo - che, anche se non sai fare niente e non hai motivo di esistere, noi esistiamo per amore. Anche se gli altri ti odiano tu amali. Ama chi ti ama e chi non ti ama e l'amore ti aiutera' a vivere."
(Vincenzo)


"L'amore per me e' un sentimento molto profondo che mi permette di amare tutti. La maggior parte della gente pensa che amare significhi essere amati, perche' e' piu' facile ricevere che non dare. Questo sentimento non si puo' comprare."
(Mario, portatore di handicap)


"Sono in una solitudine profonda. Forse sono stufa della vita. Sto vivendo un problema che pesa tanto sulla mia vita privata, forse non dovrei raccontarlo, ma in questo momento mi sento di farlo, perche' ho bisogno di parlare con qualcuno. (...)
Devo combattere questa solitudine che mi distrugge, basta fingere di stare bene... So di aver scritto molto poco, ma per me e' abbastanza, per me questo e' un modo di rompere la mia solitudine."
(Maria)


"Ad alcuni uomini le illusioni sulle cose che stanno loro a cuore sono necessarie come la vita stessa." (De Chamfort)
"Io mi sono illuso per due volte. La prima volta con una ragazza, ma illudermi non mi fece bene, perche' questa ragazza l'ho persa. Una seconda volta mi fidanzai con un'altra ragazza. Ci fidanzammo ufficialmente, allora io ero convinto di avev trovato la ragazza giusta. Da quando ci siamo lasciati, io so che questa ragazza non la posso piu' riavere. Tuttora mi illudo che lei ritorni da me. Vivere con queste illusioni da una parte mi fa bene, dall'altra mi fa male.
Nella vita chi si illude inganna se stesso e si crea delle vane speranze. A me non va di ingannare me stesso per conservare speranze che non possono mai realizzarsi. Vivendo con questa illusione sto soffrendo un casino della Madonna."
(Salvatore)


"Mi capita spesso e volentieri di fare dei viaggi di fantasia. La maggior parte di questi miei viaggi sono orientati verso il voluttuoso desiderio di conoscere il mondo in tutte le sue fasi alternative, evoluzioni, idee, periodi e modi di comportarsi, di esporsi o di differenziarsi da qualcuno o qualcosa che rappresenta lo stereotipo di un tempo. E' il modo migliore per capire l'uomo e i sogni che lo attraggono verso il futuro. In 18 anni della mia vita ho trovato sfortunatamente pochissimi uomini dotati e guidati da nobili sentimenti e, non ho paura a dirlo, mi sono aggrappato ad essi e ho attinto da loro - quasi avidamente - la giusta causa della mia vita.
Ora non ho piu' timore a mostrarmi come realmente sono e cerco di mascherare le mie intenzioni il meno possibile. Non temo i giudizi che puo' sferrare verso di me un uomo..."
(Giuseppe)


"Ho tanti sogni che vorrei realizzare. La cosa che mi butta giu' e' che so che almeno in parte questi non si realizzeranno (che ragazzo pieno di aspettative, no?)... Nel posto in cui vivo, l'unica cosa che mi e' rimasta e' sognare... Non vorrei sembrare egoista se non scrivo che i miei sogni sono: il mondo miliore, niente guerre, via il razzismo, ecc. ecc. E' certo che questo non avverra' mai. So che questo discorso dovrebbe essere fatto da un uomo vissuto, deluso della vita, ma il male e' che io sono deluso all'inizio della vita e questa, mi rendo conto, piu' che una descrizione dei miei sogni e' la descrizione delle mie negativita'. L'unica cosa che mi consola un po' e' sognare come trascorrero' quest'estate..."
(Giorgio)


"Quello che gli altri non hanno capito di me."
"Accade che nella societa' le persone non mettono fuori la loro parte interiore e i sentimenti piu' profondi. Forse per timore di non essere accettati o di essere derisi o di essere catalogati con nomi poco piacevoli o di non essere proprio capiti."
(Cristiano)


"Mia madre e mia nonna si arrabbiano quando dico loro che vorrei diventare un ciclista. Per loro e' meglio che io faccia il cuoco o il carabiniere. La cosa che mi fa piu' rabbia e' il fatto che per loro il ciclismo e' solo uno sport e non ritengono che possa essere anche una professione. Basti pensare che atleti come Indurain e Rominger guadragnano 2,5 miliardi all'anno; questa cifra non la si puo' guadagnare facendo in carabiniere o il cuoco.
Io amo vedere le mie gambe sempre piu' muscolose, sentirmi allenato e sempre in ottima salute fisica e mentale. Ci sono due amici di mio fratello che mi insultano sempre perche', quando posso, la mattina mi sveglio alle 5 e vado a farmi un centinuaio di chilometri in bicicletta. Quest'anno mio padre mi ha promesso la moto se saro' promosso. Io ovviamente preferisco una nuova bici da corsa piu' che una moto. Ho detto questo perche' dopo 100 chilometri in bicicletta guadagni qualche chilo in muscoli, mentre dopo 100 chilometri in moto perdi soldi per la benzina e fisicamente non sviluppi nessun muscolo, ma anzi a furia di andare in moto si atrofizzano i muscoli perche' non si sforzano. Se non si dovesse essere capita, la mia passione e' per il corpo umano, soprattutto il mio. In conclusione fare sport a livello agonistico non vuol dire essere pazzi ma vuol dire aver cura del proprio corpo. "
(Alessandro)


"Caro diario..."
"Tre giorni fa ti avevo confidenzialmente detto che mi attraeva sessualmente. Oggi, senza che nemmeno lo immaginassi, mi ha baciato.
Mi ha detto che prova una strana attrazione fisica e che voleva confidarmelo nel modo piu' doce possibile. Non me lo sarei mai aspettato dalla sorella maggiore del mio migliore amico. Non so spiegarmi come e' potuto accadere dopo tanti anni che frequento suo fratello. Proprio quella sera si era accorta che io le piacevo. La cosa non regge. A provarci con una come lei non mi sarei neanche immaginato e... non pensavo che lei ci avrebbe provato con uno come me. Non riuscivo a credere ai miei sensi quando mi ha baciato. Non credevo mai che tutto cio' che i miei amici mi raccantavano si potesse riassumere in un attimo. Di certo sara' difficile dimenticare questo istante. Come sara' difficile stasera chiudere occhio...
Caro diario, sono trascorse quasi due settimane dall'ultima volta che ti ho scritto e di cose ne sono successe parecchie. Finalmente sono riuscito a capire il perche' di quell'inusuale "fidanzamento". Non la conoscevo abbastanza bene come credevo. Ci prendeva gusto a prendermi in giro per tutto quel tempo. Lo faceva solo per ingelosire il suo ex, per il gusto di "farsi" un ragazzino... Ora che lo so ci sto male. Sto ancora peggio se penso a tutte quelle scenate di gelosia che le facevo in privato quando dava piu' confidenza del normale ad uno sconosciuto. All'inizio erano rose e fiori, poi sono arrivato al punto di fare a botte con gli amici piu' cari accecato dalla gelosia.
Adesso mi sto riprendendo. Mi piaceva per il fisico. Guardandola con gli occhi di un assetato di sesso lei avrebbe fatto girare la testa a chiunque. Sono stato la mosca che incappa nella tela del ragno, ingenuo delle cose che non sapevo e che non vorro' sapere."
(Antonio)


"Mi giudico ambigua. Neanche lui a volte riesce a decifrare il mio comportamento. Cerco di essere molto affettuosa nei suoi confronti ma spesso e volentieri mi trasformo... La mia timidezza puo' esplodere in aggressivita'. Sento come se fossi rinchiusa in un guscio e spero che un giorno - quando riusciro' ad acquisire un po' piu' di maturita' - di schiudermi e di tirare fuori la mia vera personalita'."
(Roberta)


"Penso proprio che quest'anno non ce la faro'. La mia volonta' nell'affrontare i problemi scolastici va man mano diminuendo..."
(Angelo)


"Io abito a Paolo VI e li' non c'e' un buon ambiente. Nelle scuole elementari frequentate a Paolo VI nella mia classe i compagni non provenivano da buone famiglie. Sebbene avessi una buona educazione, mi comportavo al pari dei miei compagni. Si dava fastidio durante la lezione, ci divertivamo ad otturare i lavandini con la carta igienica e una volta, in quinta elementare, io ed altri due compagni sfilammo una porta del bagno dal telaio. Io mi comportavo al loro pari per timore di essere considerato inferiore a loro e non davo modo alla maestra di capire realmente chi ero. Nelle scuole medie le cose non andavano proprio cosi' ma quasi. A casa non studiavo o studiavo pochissimo, forse per una situazione di comodo o forse anche perche' i miei compagni non studiavano e quindi mi mettevo al loro pari.
Anche in classe di dava fastidio tutti insieme e quindi i professorisi facevano un concetto sbagliato di me. Il fastidio si dava maggiormente nell'ora di religione perche' la professoressa ci trattava meglio degli altri professori e noi ne approfittavamo e quindi lei non capiva realmente chi fossi. Con gli anni sono maturato e quindi, anche se ora nella mia classe ci sono persone poco corrette, io resto al mio posto e non seguo il "gregge" come negli anni passati. Ora do modo ai miei professori di capire chi sono e non quello che credevano che fossi negli anni passati."
(Cristiano)


"Cara amica di penna, ecco come vivo le mie giornate scolastiche. Ore 7.55 - Incontro del gruppo "*** in the world" al bar di fronte alla scuola. Dopo aver preso il caffe' e aver fumato una decina di sigarette ci affrettiamo ad arrivare al nostro padiglione, altrimenti dopo la campanella ci tocca entrare alla seconda ora.
Ore 8.00 - Nella prima ora non si e' molto svegli, quindi e' una delle ore piu' tranquille della giornata.
Ore 8.50 - Il sangue ci bolle. Dopo l'uscita dell'insegnante della prima ora si da' il via al divertimento, luce spenta, ceffoni che ti arrivano da ogni direzione, sedie e banchi per aria, cartelle svuotate per terra, cassono che passa dalla parte nord alla parte sude dell'aula, gessetti che ti arrivano come proiettili. Ma nel bel mezzo del divertimento si avverte l'arrivo del professore.
Ore 9.40 - Nasce l'esigenza di andarsi a fumare una sigaretta e di ritrovarsi con tutti i compagni.
Dalle quel momento in poi si fa il conto alla rovescia e non si vede l'ora di tornare a casa."
(Angelo)


"Molte volte mi sono chiesta se e' vero che si muore. E' facile, anche se doloroso, pensare che sia un altro a morire. Certo e' insopportabile il pensiero che la mamma, uno zio, un fratello, un giorno non ci siano piu'. Ma morire in prima persona? Fantascienza!
"Vedrai, fino ad allora, magari le cose cambiano...", pensavo spesso. "E poi... a che eta' potrei morire? Ho tanto da fare... Nooo!" A quanti e' successo di vivere la vita fino in fondo, di strizzare l'ultima essenza nel momento in cui e' stata decretata la fine...
Tutto allora diventa piu' bello e anche noi siamo piu' buoni, rigenerati. La vita con e' "commerciale" (termine studiato in amministrazione: significa non tiene conto del tempo). Non e' fatta di ore, giorni, date. E' l'anima. Si e' vivi quando, oltre ad esistere, si e' protagonisti. Perche' si vive? Per ridere, abbracciare la propria mamma, per le lenzuola pulite, per una stella cadente, per un'amicizia sincera, per il primo bacio, il sorriso d'un figlio, per lasciare i dentini sotto il cuscino (nella speranza che il topolino ti porti qualcosa in cambio), per le favole e per altro ancora... L'umanita' non avra' aspettato il 1995 con trepidazione solo perche' sia io a dare una risposta cosi' anelata e difficile.
Se non si morisse? Dialogheremmo con Dante Alighieri... Napoleone ripercorrerebbe - dalle Alpi alle piramidi - il suo tragitto militare, magari in aereo... Sarebbe una dura lotta fermare la sua mania di conquista e di grandezza... altro che Sant'Elena! E Colombo? Ucciderebbe Amerigo Vespucci per dare il suo nome all'intero continente? E Hitler? Muoiono i giusti e cio' dispiace, ma nonostante la loro scomparsa il mondo si e' arricchito del loro spirito, delle loro conquiste intellettuali, ha tratto beneficio dal loro amore. Ma i tanti cattivi che il mondo ha conosciuto? Chi li terrebbe a freno?
Se non fossimo soggetti a morire saremmo cattivi tutti, odieremmo il prossimo perche' si approprierebbe del "nostro" ossigeno. Senza vita non c'e' morte, senza morte non c'e' vita. Cio' non evita di rabbrividire all'idea di lasciare i nostri cari, gli affetti, di staccarci dai nostri tesori. Ogni secondo una vita si spegne ed una nuova si accende. Se fossimo lampadine, la Terra, vista dalla Luna, sarebbe una luce costante. Salvo in caso di guerre, terremoti, ecc.
Non e' detto che vivere per sempre significherebbe vivere meglio. Mio figlio non avrebbe lo spazio che ho avuto io per giocare, perche' ci sarebbe piu' cemento he terra. Non avremmo ricordi di gite al mare, di magherite gialle da raccogliere. Preferisco morire; lasciare a qualche altro bimbo la possibilita' di giocare nei prati, di respirare il "mio" ossigeno. L'idea della morte e' esenziale perche' placa l'egoismo, fa apprezzare la vita, da' all'umanita' la possibilita' di ricordare il buono e di liberarsi del cattivo di turno, la rigenera con energie ed idee nuove."
(Gabriella)






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