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Tutte le informazioni presenti su questo sito sono di origine pubblica e ne e' incoraggiata la diffusione. In nessun caso sono state violate norme di sicurezza o segreti militari.
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Le nuove tecnologie

Il Pentagono sbarca a Taranto
Cio' che gli americani gia' sanno e che i tarantini non possono conoscere
di Alessandro Marescotti, presidente di PeaceLink

Taranto e' diventata un nodo terminale del sistema di comando e di spionaggio del Pentagono e della Marina Militare americana. Ma il governo italiano si guarda bene dal darne informazione ai parlamentari o al sindaco - osiamo troppo? - ai giornali e alla pubblica opinione.

Come fare allora a conoscere il presente e il futuro della nuova base navale di Taranto? Basta navigare su Internet per sapere - nei siti statunitensi - qualcosa che a Taranto i tarantini non sanno, ma che ben conoscono gli ufficiali della US Navy. Gli attivisti di PeaceLink hanno setacciato il sito Internet del Dipartimento statunitense della Difesa, piu' altri siti di interesse militare (tutti in pubblica consultazione sul World Wide Web). Ne e' uscita fuori un'importante e inedita informazione su Taranto. Ecco tutto spiegato in questo resoconto tecnico. Per reperire queste informazioni non e' stato violato alcun segreto militare. E' stato usato solo il mouse.


La Divisione Sistemi Tattici della Logicon si e' aggiudicata due anni fa un contratto per la realizzazione di servizi di supporto tecnico relativi al sistema C4I (comando, controllo, comunicazioni, computer e intelligence) del Navy Center for Tactical System Interoperability che ha base a San Diego in California.

Tali servizi spaziano dagli aspetti ingegneristici fino all'analisi, allo sviluppo, ai test di certificazione, al supporto operativo e al management per l'intero sistema.

Questo contratto e' frutto di un accordo fra il governo degli Stati Uniti e il governo italiano nell'ambito del programma americano FMS di vendite militari all'estero. Il contratto (numerato dal Dipartimento statunitense della Difesa con il codice N00244-96-C-5078), aveva inizialmente un valore di 9.889.408 dollari (circa 22 miliardi di lire attuali) ma e' stato poi incrementato di altri 49.908.613 dollari (circa 110 miliardi di lire attuali). I costi sono cosi' ripartiti 94% USA e 6% Italia.

Il lavoro sara' realizzato prevalentemente a San Diego, in California (71%) dove e' installato il centro interoperativo della Marina Militare americana. I nodi operativi di questa rete C4I sono Eglin, base aerea AFB in Florida (11%), Fort Monmouth, non lontano da New York 7%, Norfolk in Virginia (3%), Arlington in Virginia (2%), la monarchia ereditaria del Bahrain nel Golfo Persico (4%) e infine... Taranto (2%). Secondo la tabella di marcia - se non vi sono stati intoppi - il progetto dovrebbe essere gia' operativo in questi mesi (le previsione di installazione del sistema parlano di settembre 1999 come data indicativa del completamento).

E' da notare che non e' la Nato ma direttamente la Flotta americana ad avere nelle mani la regia dell'intera operazione. E' infatti intuibile. Il sistema C4I (la I finale sta per "intelligence") comporta la raccolta e gestione delle informazioni relative allo spionaggio ed e' intuibile che gli Stati Uniti intendano mantenere il comando e il controllo su queste sofisticate comunicazioni che generano la superiorita' militare.

I manuali di guerra definiscono "intelligence" come l'attivita' di "spionaggio offensivo". Con questo sistema C4I l'interoperabilita' della base navale di Taranto diventa completamente integrata con il Pentagono e il centro militare navale di San Diego in California. Taranto si integra cosi' con con i "linguaggi elettronici" della Flotta americana mediante automatismi computerizzati.

Questa integrazione "automatica" di Taranto fa della nuova base navale una sorta di "cancello ad apertura automatica" che si puo' dischiudere con il comando a distanza, senza dover scendere dall'auto. L'integrazione, basata su sofisticati sistemi che rendono interfacciabili in automatico i sistemi elettronici della nuova base navale di Taranto con i sistemi elettronici della Marina Militare americana, disegnano per il futuro tarantino scenari in cui il rischio atomico potrebbe aumentare anziche' diminuire, spostando nelle acque joniche il flusso militare delle unita' dotate di dispositivi nucleari. E' infatti da ricordare che la Marina Militare Italiana non ha navi o sottomarini a propulsione nucleare, mentre gli Stati Uniti si' (1).

L'importanza della scelta operata dalla Marina Militare americana rende visibile la scelta preferenziale di Taranto rispetto a Napoli (pur essenso comando navale della Nato per l'Europa meridionale) e Augusta (sebbene piu' a sud) e il concentrarsi sulla citta' jonica delle piu' delicate funzioni militari, ossia quelle di coordinamento computerizzato e di spionaggio. Il collegamento diretto della nuova base navale di Taranto all'interno del sistema di comando americano fa della citta' ionica un terminale per le prossime operazioni militari, strettamente integrato con altri sofisticati centri di intelligence presenti nei paraggi. Va ricordato che ad esempio a San Vito dei Normanni ha sede una base di intercettazione legata al sistema supersegreto Echelon. Esiste quindi - e ha solide basi in Puglia - "una rete di intelligence globale che si avvale di una rete di basi e postazioni di ascolto ad alta tecnologia sparse in tutto il mondo, integrate da mezzi mobili (navi, aerei) e dai sofisticati satelliti Sigint americani (...) Ogni tipo di comunicazione e' oggetto di intercettazione da parte di Echelon conversazioni telefoniche e radio, fax, e-mail, Internet (...) Tutti i dati cosi' raccolti vengono filtrati attraverso un sistema integrato di computer, chiamato Dictionary, che ricerca determinate parole-chiave. Questo filtro funziona solo per i testi scritti (e non a mano); per le comunicazioni vocali ci si limita a usare un sistema di riconoscimento della voce per rintracciare determinate persone (...) Con una rete simile ad Internet queste informazioni raccolte sono immediatamente disponibili a migliaia di chilometri di distanza" ("Limes" rivita italiana di geopolitica, 2/99).

E utile chiedersi a chi e' stata affidata l'estensione a Taranto del sistema di C4I? Alla Logicon. La Logicon e' un'azienda che ha sede ad Arlington in Virginia. Coincidenza vuole che Arlington (un sobborgo si Washington) sia anche la sede del Pentagono, ossia il Dipartimento statunitense della Difesa. Si potrebbe dire che la Logicon e' quasi di casa al Pentagono.

La Logicon ha elaborato Multos, un software militare che ne costituisce un sistema particolarmente avanzato, basato su 850 mila linee di codice. La Logicon progetta e installa sistemi ingegneristici complessi basati su piattaforme computerizzate in grado di gestire simulazioni di scenari e "war game" (attraverso il DIS Distribuited Interactive Simulation) in cui Taranto svolge la funzione di "nodo" in una rete che ha il suo centro nel Pentagono. La Logicon e' specializzata in sistemi di mission planning e training.

Taranto sara' un porto dove testare le funzioni di interoperabilita' remota della Marina Militare Usa.

Tecnicamente la Logicon ha il compito di estendere l'interoperabilita' mediante un comune "linguaggio elettronico" denominato US Message Text Format (MTF) che e' alla base del sistema di comunicazione della flotta americana.

La funzione militare di Taranto cambiera'?
Si' si sta passando dalla fase delle classiche infrastrutture pesanti alla fase dei sistemi avanzati di rete, il vero cuore della guerra moderna. La nuova base navale si sta evolvendo verso un sistema ibrido in cui - dopo rassicurazioni degli anni Ottanta predominavano le dichiarazioni del tipo "non sara' base Nato" - si sono innestate infrastrutture Nato per il rifornimento. Ora, con l'implementazione del sistema C4I americano, la nuova base navale, pur dipendendo politicamente sempre da Roma, dipendera' nei fatti dal Pentagono per le cose che contano quotidianamente ed "elettronicamente". Il Pentagono a Taranto sta probabilmente testando in questi giorni le stesse piattaforme e gli stessi software che sono stati installati nelle basi navali americane, rendendo Taranto una "postazione remota" nel sistema di interoperabilita'. Semplificando Taranto sara' una base americana "virtuale" nei pannelli elettronici del Pentagono. Una sorta di dischetto italiano dentro il corpo del megacomputer americano; o, sempre andando per metafore e analogie, Taranto sara' letta dal sistema operativo Usa come una "periferica esterna" perfettamente on line, capace di eseguire comandi elettronici con un colpo di mouse cosi' come se fosse l'ultima web camera o l'ultima stampante che abbiamo acquistato.

L'interesse del Pentagono ad installare software nei paesi alleati e' spiegato dal giornalista Luca Mainoldi "I servizi di intelligence statunitensi avrebbero promosso la diffusione di software avanzato per la gestione di banche dati presso servizi allati, neutrali e nemici, contenente al suo interno una sorta di back door che permetterebbe agli agenti americani l'accesso clandestino alle informazioni contenutevi" (Limes 2/99). Pochi sanno ad esempio che il software Word - premendo una sequenza di tasti segreta - lascia di colpo posto sul video ad un flipper (un simpatico videogame) e con simili sequenze e' possibile "forzare" i programmi per computer per aprire accessi inaspettati.

La fonte principale di queste informazioni e' costituita dal sito Internet della Logicon e dal sito Internet del Dipartimento statunitense della Difesa. La pagina web in cui si parla di Taranto e' consultabile al seguente indirizzo del sito ufficiale del Dipartimento statunitense della Difesa (che ha sede nel Pentagono)
http://www.defenselink.mil/news/Sep1998/c09301998_ct507-98.html

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(1) FLOTTA A PROPULSIONE NUCLEARE NEL MEDITERRANEO 

USA 		  Sottomarini d'attacco (SSN)       2/4
		  Sottomarini strategici (SSBN)	0/1
		  Portaerei (ACC) o incrociatore	  1
Francia           Sottomarini d'attacco (SSA)         6
		  Sottomarini strategici (SSBA)	  1
GB		  Sottomarini d' attacco (SSN)	  1

**Reattori	  Presenza quotidiana minima	         8
		  Presenza quotidiana massima	        22

fonte Greenpeace
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