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  Armamenti
Le nuove tecnologie

Genetica e militari
Francesco Iannuzzelli

La guerra genetica e' la nuova frontiera della corsa agli armamenti?
Sembrerebbe proprio di si', a giudicare soprattutto dai finanziamenti che stanno alle spalle della sperimentazione e dei progetti correlati a questo tema, e che vedono coinvolti non solo enti scientifici, ma anche militari.

Ricordo un servizio di qualche tempo fa su Raitre (ad orario impossibile) che dopo un'interessante analisi delle nuove frontiere tecnologiche nello sviluppo delle armi moderne, lanciava questa ipotesi e forniva varie testimonianze e dati a riguardo, purtroppo non lo registrai, pero' ho recuperato lo stesso un po' di notizie in giro.
Scusate se devo usare termini militari, ma e' per chiarezza e purtroppo c'e' veramente chi fa questi ragionamenti.
Il grande "svantaggio" delle armi batteriologiche e' che non possono essere utilizzate durante i conflitti perche', detto brevemente, se il vento gira dalla parte sbagliata non funzionano o possono essere addirittura controproducenti (al vento non si comanda, neanche se sei un generale...).
In pratica e' molto pericoloso immettere nell'ambiente virus che potrebbero diventare incontrollabili, e anche la mente perversa dei militari sembra concepire questo limite. Per questo finora le armi batteriologiche sono state oggetto di sperimentazione limitata, anche se non sono mancati gli incidenti (come quello scoperto casualmente a Sverdlovsk in Russia nel 1979, con 66 morti e chissa' quanti intossicati dall'antrace).

L'accordo di non proliferazione delle armi batteriologiche fu firmato nel 1972 da USA, URSS e Gran Bretagna, ora aderiscono 142 paesi ma non sono previsti meccanismi di controllo e ispezione (come invece per le armi chimiche).
Lo sviluppo di armi batteriologiche e' stato lo stesso perseguito dai paesi firmatari, soprattutto USA e URSS, anche dopo la firma del trattato, e il suo parziale abbandono e' avvenuto piu' che altro per le difficolta' d'uso e di controllo delle armi batteriologiche, non certo per l'intenzione di rinunciare a un progetto simile.

Ora nuovi scenari si aprono con la possibile modifica genetica dei batteri in modo da colpire solo alcune popolazioni e/o razze, ed evitare quindi gli "effetti collaterali" tipici delle armi batteriologiche.
In pratica sembra possibile marcare i geni dei batteri in modo che attivino la loro azione mortale solo su alcuni soggetti, identificabili mediante una determinata codifica genetica, che e' in qualche modo variabile a seconda della razza umana.
Purtoppo non e' fantascienza, e questo e' testimoniato anche dal fatto che le risorse scientifiche-militari, sia americane che russe, precedentemente impegnate nel fronte batteriologico, sono state convertite rapidamente nel nuovo campo della ricerca genetica.
Niente trapela su quanto succede negli Stati Uniti, ma molti ricercatori russi hanno esplicitamente dichiarato che fino a qualche tempo fa lavoravano proprio su questi aspetti per conto della ricerca militare russa, e ora che sono rimasti disoccupati per mancanza di fondi stanno ricevendo offerte di lavoro da vari stati esteri (alcuni hanno trovato lavoro proprio negli USA...).

La tecnologia genetica che permette di concepire una simile arma e' gia' in parte sviluppata e lo sara' sicuramente nei prossimi anni, con la conclusione del progetto Genoma e con la mappatura completa del DNA umano prevista per il 2003.
Come detto le armi genetiche hanno la caratteristica di colpire solo individui identificabili mediante un marcatore genetico, quindi appartenenti al medesimo gruppo etnico, e non a caso questo tipo di bombe sono anche dette etniche (e come non pensare al fatto che le attuali guerre hanno quasi tutte connotazione etnica?).

Si tratta di un bel connubio di razzismo, militarismo e perversione estrema, ma non e' pura fantasia, soprattutto dopo l'ultimo rapporto della BMA (British Medical Association) che non solo ha paventato la possibilita' che questo tipo di armi siano presto costruibili, ma ha anche denunciato la loro possibile esistenza.

Infatti sembra che molti paesi abbiano avviato da anni progetti di ricerca in questo ambito, ad esempio gia' il Sud Africa ai tempi dell'apartheid stava lavorando su virus in grado di colpire solo la popolazione di colore, mentre recentemente un parlamentare israeliano ha denunciato che ricerche simili si stanno svolgendo in Israele su armi genetiche in grado di colpire gli arabi.

Di fronte a questo scenario terrificante, e anche dopo i recenti avvenimenti di brevetti, cloni e manipolazioni genetiche varie, viene da chiedersi dove stia andando la ricerca genetica, e soprattutto chi ci stia dietro a finanziarla in maniera cosi' determinata. Il progetto Genoma e' sicuramente una delle sfide piu' audaci della ricerca scientifica, ma tutti i miliardi investiti vengono anche da multinazionali farmaceutiche e enti legati piu' o meno esplicitamente a strutture di potere economiche e militari, che notoriamente perseguono interessi ben diversi dalle pure applicazioni mediche.

Per quello che intuisco, rifacendomi anche ad altre discipine scientifiche, mi sembra poi che la genetica sia, in quanto scienza "giovane", in pieno delirio positivista, alla ricerca di un'analisi omnicomprensiva di un fenomeno (la vita...) che dovrebbe prima o poi sfuggirle vista la sua complessita'; eppure ci tocca subire il bombardamento mediatico quasi giornaliero sui geni che determinano il nostro comportamento, in un'ottica che riconduce l'essere umano a una macchina biologica priva di intenzionalita' e capacita' di scelta, e sappiamo bene che interessi ci possono essere dietro questo gioco subliminale.

E se per l'aspetto politico/sociale/personale tocca a noi mobilitarci, per quello scientifico non mi resta che sperare in un Heisenberg biologico che smonti tutto questo e che, cosi' come altre discipline (piu' vecchie e forse piu' sagge...) hanno affrontato cambiamenti rivoluzionari in questi ultimi anni, venga anche per la genetica il tempo di una "nuova alleanza"...