Scrivi a PeaceLink |
Homepage | Chi siamo | Come contattarci | Mappa del sito | Come navigare nel sito | Aiuta PeaceLink |
Editoriale | News | Database | Dossier | Libri | Appelli | Appuntamenti |
Mailing-list Rischio nucleare Uranio impoverito Spese militari Eserciti e basi Armamenti Legislazione Documenti Contattaci Sezione gestita da Francesco Iannuzzelli Tutte le informazioni presenti su questo sito sono di origine pubblica e ne e' incoraggiata la diffusione. In nessun caso sono state violate norme di sicurezza o segreti militari. |
Rischio nucleare
Ancora una volta ritorna purtroppo di attualità l'allarme di PeaceLink sul rischio nucleare. Il sottomarino nucleare statunitense Greeneville e una nave scuola giapponese si sono scontrati al largo dell'isola di Oahu, nell'arcipelago delle Hawaii. Sembra che il sottomarino nucleare non abbia perso materiali radioattivi ma saranno le indagini a far emergere i dettagli di questo episodio. La nave giapponese, che trasportava 35 persone, tra le quali 13 studenti e alcuni professori, è colata a picco e nove sono, al momento, i dispersi: quattro studenti due istruttori e tre marinai. E' preoccupante constatare che i sistemi di sicurezza "infallibili", ossia quei sensori elettronici che dovrebbero avvisare della presenza di ostacoli o natanti, non hanno funzionato. Quelle garanzie, decantate dai sottosegretari che rispondono alle interrogazioni parlamentari, hanno clamorosamente fallito, a dimostrazione che nessuna tecnologia è totalmente e "intrinsecamente sicura".
Perché questo fatto può interessare Taranto? Questo aspetto non era stato preso in considerazione dal Consiglio Comunale di Taranto e dal Sindaco, nella seduta monotematica di settembre scorso sul rischio nucleare. Tale assenza di valutazione non è stata frutto di cattiva volontà ma è stata causata dal segreto militare che vieta (anche al Sindaco o al Consiglio Comunale o ai parlamentari) di conoscere le norme che vengono imposte al traffico commerciale quando transita una unità militare a propulsione nucleare: il porto si deve fermare.
A meno che, in nome del profitto e dell'incoscienza, non si violino le norme che impongono il blocco del traffico commerciale in caso di "transito nucleare".
Pertanto è interesse della città - e facciamo appello al Sindaco perché se ne faccia interprete - che in futuro le "visite nucleari" non aumentino ma diminuiscano. E' un interesse oltre che ecologico anche economico avere una città denuclearizzata. Se quindi l'unità nucleare volesse o dovesse mantenere il riserbo, che si fa? Verrebbero violate le norme di sicurezza della stessa Marina Militare? Se così fosse, un incidente come quello del Greeneville sarebbe da mettere nel conto, nei confronti ad esempio di una petroliera nelle acque di Taranto. Chiediamo al Sindaco che questa faccenda - tutta italiana in quanto negli Usa porti militari e porti civili come si è detto non convivono nella stessa città - la si possa chiarire sia nell'interesse di chi ha a cuore l'ambiente sia nell'interesse di chi ha a cuore le sorti economiche della città. Per noi l'unica soluzione è quella di chiedere un futuro non nucleare per questa città già tanto inquinata e a forte rischio ambientale.
Alessandro Marescotti
RISERVATO MARINA MILITARE Comando in Capo del Dipartimento Militare Marittimo Alto Tirreno La Spezia Ottobre 1999 Manovra di entrata e di uscita dal porto Misure da applicare allo scopo di evitare incidenti e pericoli di collisione durante la manovra di unità militari a propulsione nucleare
|