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  Rischio nucleare
I porti italiani a rischio nucleare

Il Manifesto 6 Settembre 2000
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Avaria atomica in Francia
Fuga radioattiva da un sottomarino nel porto di Tolone. Gli incidenti sono centinaia
Angelo Mastrandrea

L'ultima notizia, in ordine di tempo, è di ieri e rimbalza dalla Francia. Precisamente dal porto di Tolone, dove rimarrà fermo per almeno sei mesi il sottomarino nucleare francese "Saphir". La causa? Un'avaria al reattore. Proprio quell'eventualità prospettata dai piani d'emergenza nucleare per i porti italiani e minimizzata a più riprese dal governo italiano, attraverso le parole del ministro della Difesa, Sergio Mattarella, e dei sottosegretari Gianni Rivera e, solo pochi giorni fa, Massimo Ostillio. Il "Saphir" è stato bloccato dopo che nel circuito primario del reattore è stato scoperto un livello di radioattività superiore alla norma, che ha consentito di smascherare l'avaria. Il guasto è stato confermato dallo Stato maggiore delle forze strategiche.
Ma quello di ieri non è il primo incidente del genere a un sottomarino nucleare, anche occidentale. Senza scomodare la recente vicenda del Kursk, ci sono ben 1276 altri incidenti (ma non tutti nucleari) e cinquanta atomiche in fondo al mare, testimoniati da un'inchiesta di Greenpeace e dell'Università di Bologna.
Tra i più noti (e vicini all'Italia), il tremendo scontro tra la portaerei americana Kennedy e l'incrociatore (anch'esso statunitense) Belknap, il 22 settembre del 1975; e l'affondamento del sottomarino nucleare americano Scorpion, il 27 maggio 1968. Partiamo da quest'ultimo, colato a picco al largo delle Azzorre con tutto il suo carico (il propulsore nucleare, due atomiche e i 99 uomini dell'equipaggio) non si bene perché (forse per la carenza di manutenzione). Solo un mese prima (il 15 aprile), infatti, lo Scorpion era stato coinvolto in una bufera nel porto di Napoli, e la poppa (dove si trovava il reattore nucleare) si scontrò con una chiatta che lo separava da un'altra nave, mandandola a picco. Cinque giorni prima, lo Scorpion si era fermato anche a Taranto.
La notte del 22 settembre del 1975, invece, nello Jonio meridionale, lo scontro tra la portaerei Kennedy e l'incrociatore Belknap. Un incendio devastò il Belknap, sfiorando le testate nucleari dei missili Terrier e causando il più alto livello di emergenza nucleare, denominato "broken arrow". Se il fuoco fosse arrivato alle testate, si sarebbe rischiata la contaminazione dell'intera Italia meridionale, come ha ricordato l'esperto di questioni militari William Arkin.