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  Uranio impoverito
Lettere, comunicati stampa, articoli, interviste

Lettera aperta a Veronesi
Quelle bombe hanno ucciso mio marito...
Da Liberazione, 6 maggio 2001

Illustrissimo prof. Veronesi

Ho letto la sua dichiarazione riguardo all'uranio impoverito in cui lei esclude che possa procurare tumori se non si è sul posto al momento dell'esplosione. Per cui, se ben capisco, se una persona è stata per diversi mesi a contatto con le esplosioni di tali munizioni può aver respirato tantissime particelle di uranio.

lo sono la vedova, con tre figli, del maresciallo Pizzamiglio Alberto che ha partecipato alla missione di pace (quale pace, guerra!) in Somalia nel 1993. Era all'aeroporto di Mogadiscio e le assicuro che dal luglio all'ottobre '93 (quando è rientrato in Italia) ci sono stati bombardamenti quotidiani con gli elicotteri americani "Cobra" che avevano in dotazione munizioni all'uranio impoverito. I nostri militari erano a pochi metri di distanza senza nessuna precauzione e protezione e quante particelle di uranio avranno respirato!

Purtroppo, dopo sei anni dal rientro dalla Somalia, mio marito (un uomo sanissimo che non ha mai fumato) è stato colpito da un adenocarcinoma polmonare con metastasi diffusa. Poco più di un mese dopo ci ha lasciato. I medici lo hanno definito un tumore anomalo, fulminante ed esplosivo.

Sono pronta a riunire tutte le prove e testimonianze in mio possesso. Oltre al gran dolore ed al vuoto che lascia la perdita di una persona molto cara, sono molto amareggiata perché non si prende in esame ogni singolo caso per studiarlo singolarmente. Spero in un suo gentile interessamento anche perché lei mi sembra una persona molto umana, che si prende a cuore il dolore degli altri. In attesa di un suo intervento, porgo distinti saluti.

Anna Bidan, vedova Pizzamiglio