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Uranio impoverito
16/01/2001 Al sottosegretario alla Difesa Massimo Ostillio Gentile Onorevole,
Ne e’ testimonianza il fatto che in questi mesi abbiamo inviato ai giornali non dei banali e beceri comunicati antimilitaristi ma una quantità di informazioni tale che oggi PeaceLink è il sito Internet più consultato in Italia sul rischio nucleare, citato dai siti di molteplici mezzi di informazione e di diverso orientamento, quali l’Ansa, la Rai, Repubblica; il nostro sito e’ stato esplorato in diretta da Canale 5. Il segretario di PeaceLink, il tarantino Carlo Gubitosa, e’ andato a Strasburgo per relazionare ai parlamentari europei insieme a prestigiosi esperti internazionali, per leggere e consegnare una relazione e un CD-ROM zeppo di informazioni sull’uranio impoverito. Tutti i "motori di ricerca" segnalano ai primi posti le informazioni che abbiamo raccolto sul rischio nucleare ed esse si piazzano nella graduatoria delle segnalazioni di tali "motori di ricerca" - prima di quelle diffuse dal sito internet del Governo. Se cio’ avviene ci deve pur essere una ragione. Il fatto e’ che il Governo e’ intervenuto in ritardo e per molto tempo ha nascosto e minimizzato questioni su cui l’opinione pubblica e’ sensibilissima. Non ha certo rassicurato la dichiarazione del generale Giuseppe Marani all’Ansa del 17 maggio 1999 che, sui proiettili all’uranio impoverito; egli rassicuro’ che "non comportano alcun rischio" e che il loro livello di radioattivita’ "non e’ superiore a quello di un orologio". Ecco, in pieno spirito di dialogo, voglio dire che queste banalizzazioni del problema non servono e sono state un danno per l’immagine e la credibilita’ di chi ha grosse responsabilita’ di fronte ai nostri soldati e ai cittadini. E’ ora pertanto di voltare pagina e di abbandonare le reticenze e avviare un vero dialogo che sia di stimolo alla ricerca della verita’. Ad esempio abbiamo trovato su Internet un documento ufficiale del governo americano che attesta la possibilita’ di tracce di plutonio nell’uranio impoverito. Basta un milionesimo di grammo e il plutonio diventa letale. Le chiedo pertanto raccogliendo il suo invito al dialogo di diffondere integralmente i dati delle analisi chimiche e radiologiche sui siti che sono stati colpiti dall’uranio impoverito. Non bastano le generiche affermazioni secondo cui non ci sarebbero pericoli: vorremmo i dati e li vorremmo sottoporre agli esperti con cui siamo in contatto. Solo cosi’ nasce la fiducia e il dialogo, tramite quella trasparenza che e’ fonte di informazione e di prevenzione. Saremmo felici di poter inserire sul sito di PeaceLink i dati del governo sui controlli ambientali li’ dove e’ caduto il "metallo del disonore". Alessandro Marescotti
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