In Ecuador, malgrado le centinaia di arresti messi in atto dal governo
Noboa, le proteste per misure le economiche neoliberiste messe in atto
secondo i dettami del Fondo Monetario Internazionale, continuano. Nella
giornata di oggi 5 febbraio, militari dell’Esercito, appartenenti alla
Brigata Pastaza, hanno aggredito la popolazione civile che manifestava
lungo i ponti di Archidona e Puyo, nella regione di Napo. Il bilancio di
questa aggressione vede un saldo attuale di 4 morti, tra cui un minorenne
di 12 anni e numerosi feriti (tra cui il Presidente ed il
Vice-Presidente della Federazione delle Organizzazioni Indigene del
Napo). Sempre nella stessa regione, nella città di Tena, si è verificata
un’altra aggressione, quando la popolazione manifestava lungo la pista
d’atterraggio dell’aereoporto della città. Le necessità dell’Esercito di
portare a Tena nuovi militari, provenienti dagli stabilitmenti della
Shell, hanno determinato l’ordine di sparare sui dimostranti… Nel
frattempo, a Quito, 10.000 indios sono costretti a sopravvivere
all’interno dell’Università Salesiana, circondati dai militari. La
repressione continua ... Fermiamola !
Comitato Internazionalista Arco Iris,
L’Assemblea Permanente per i Diritti Umani (APDH) dell’Ecuador,
denuncia alla comunità nazionale ed internazionale quanto segue:
1. Secondo informazioni fornite alla APDH dai cittadini José Avilés,
vicepresidente della Federazione delle Organizzazioni Indigene del Napo
(FOIN) e da César Grefa, oggi, Lunedì 5 febbraio, alle 6:00 della
mattina, nel quadro dello Stato d’Emergenza, membri dell’Esercito
ecuadoriano hanno sparato contro la popolazione inerme nella provincia di
Napo, nel settore del Porto Napo, dove un gruppo di indigeni e contadini
si riuniva per concentrarsi e marciare pacificamente nel luogo.
2. A causa di questo violento operativo militare, in cui hanno operato
indiscriminatamente e smisuratamente membri dell’Esercito, sono morte per
ferite di arma da fuoco i cittadini Benilda Cerda e Juan Garcés, mentre
risultano feriti Mateo Aguinda, David Tapuy, Marco Grefa, Ginger Grefa e
Rita Mamallacta.
3. Le minacce pubbliche emesse dall’Alto Comando Militare, l’azione
portata avanti per tutta la settimana da parte della Forza Pubblica nel
paese, in particolare dalla Polizia Nazionale di Quito e dalle Forze
Armate, l’uso sproporzionato e l’escalation progressiva della
forza, l’isolamento alimentare, di acqua e medicine cui sono sottoposti
10.000 indigeni che pernottano nella Università Salesiana … costituiscono
flagranti violazioni dei Diritti Umani e del Diritto Internazionale. Il
decreto statale di uno Stato d’Emergenza lesivo dei diritti umani, oltre
alle altisonanti e minacciose dichiarazioni del Capo del Governo e del
Ministro della Difesa ad una catena radio-televisiva avvenute due giorni
fa, facevano precedere fatti negativi e violenti.
4. Vediamo con molta preoccupazione e tristezza che, obbedendo ad ordini
del mondo politico e dell’Alto Comando Militare, l’Esercito ecuadoriano,
atipico in una regione dove ha imperato la violenza ed il terrorismo di
Stato, oggi inizia a macchiarsi le mani con il sangue del suo stesso
popolo. Il precedente è funesto: le ferite tarderanno a cicatrizzare e,
per la prima volta, dopo decenni, l’Esercito nazionale inizia ed essere
visto come un esercito d’occupazione e repressione.
A seguito delle espresse considerazioni, esigiamo alle autorità:
a) Il sanzionamento dei responsabili materiali ed intellettuali, diretti
ed indiretti, dei crimini e degli attacchi contro la popolazione civile
indifesa nel quadro della progressiva scalata repressiva imposta al
paese.
b) Fine dello Stato d’Emergenza nell’Ecuador e degli ordini che hanno
scatenato la repressione, ovvero proibire l’uso della forza
indiscriminata, delle armi da fuoco, delle bombe lacrimogene al viso ed
al corpo e fine delle persecuzioni e delle violenze.
c) Apertura immediata al dialogo tra entrambi i settori: Governo ed
Indigeni, però con l’ampliamento dello stesso ad altri settori della
popolazione e trattamento di una agenda di breve e lungo periodo che
eviti l’ingiustizia sociale cronica, causa di queste proteste e delle
sollevazioni, specialmente tra i popoli indigeni.
6. Richiediamo alla comunità internazionale per i Diritti Umani, alle
organizzazioni ed alle istanze delle Nazioni Unite, del Nord America,
dell’America Latina e dell’Europa, di pronunciarsi urgentemente su questi
fatti e ad appoggiare queste richieste.
Indirizzare le denuncie a:
* Dr. Gustavo Noboa Bejarano
Presidente de la República del Ecuador
Fax: (5931)(580735)
despresi@presidencia.ec-gov.net
vpre@uio.telconet.net
* Abogado Juan Manrique
MINISTRO DE GOBIERNO Y POLICIA
Fax: (593-2) 580067
ministrog@presidencia.ec-gov.net
* Almirante Hugo Unda
Ministro de Defensa
Fax: (5932)(580431)
despacho@pop.midena.mil.ec
* Con Copia a: APDH Ecuador
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