Da: "Daniele Barbieri" A: Oggetto: La resistenza dei Mapuche argentini Data: martedì 14 gennaio 2003 14.43 Sono circa 300.000 e vivono soprattutto nelle periferie delle città patagoniche La resistenza dei Mapuche argentini Molti sono minacciati di sfratto dalla multinazionale Benetton, proprietaria di un milione di ettari e bramosa dei pochi ettari semideserti che i Mapuche hanno rivendicato occupandoli di TAVO BURAT* I Mapuche , detti anche araucanos (da rau, terra cretosa, e co, acqua) per la loro autodesignazione del luogo, quando gli spagnoli conquistatori fondarono sulle sponde del rio Mapocho la città di Santiago, dedicato al santo invocato "ammazza-mori" nella Iberia visigotico-cristiana, e "ammazza-indios" nell'America invasa, furono oggetto di feroce persecuzione: contro di loro si scatenò la guerra più lunga dell'umanità, dal 1536-1540 al 1885, con la conclusione del trionfo dell'economia occidentale e del suo militarismo. 300.000 Mapuche Oggi in Argentina sono valutati circa 300000. Vivono soprattutto nelle periferie delle città patagoniche, oltre che nell'immensa periferia di Buenos Aires. In queste condizioni hanno perduto quasi completamente le proprie radici. Soltanto pochi di loro hanno resistito al richiamo delle città e continuano a vivere nelle comunità rurali seguendo uno stile di vita contrapposto a quello occidentale. Tuttavia da circa un decennio si denota una forte inversione di tendenza, specie nelle giovani generazioni. Appena possono, dalle città fanno ritorno alle campagne; altri restano in città, ma danno vita a organizzazioni per la tutela della propria identità culturale. La comunità di Pillán Mahuiza Per esempio, la comunità Pillán Mahuiza (collina sacra) è un esempio emblematico in Argentina (altri ve ne sono in Cile, da dove originariamente provengono i Mapuche), della tendenza a lasciare la città per ritornare a formare una comunità nel pieno rispetto della natura. Pillán Mahuiza ha un estensione di 150 ettari, a 1000 m. slm, a 25 km dalla frontiera tra Argentina e Cile, in pieno territorio andino. Il paese più vicino è Corcovado, di appena un migliaio di abitanti; la città più vicina è Esquel, da dove, appunto, provengono i componenti della comunità. Fino agli anni '30, in quel territorio viveva una comunità mapuche, poi estromessa dall'esercito. Per lunghi decenni è stata possesso della polizia di frontiera, che faceva largo uso dei boschi. Due anni fa venne la decisione di occupare il posto per installarvi una comunità mapuche, che costituisce una "scommessa" e una sfida. Moira Millán Moira Millán è la vulcanica promotrice del progetto ; con ben quattro figli a carico, si è sempre esposta per difendere i diritti della sua gente in quei luoghi. Ha anche rischiato molto, e continua a rischiare. Negli ultimi tempi ha anche ricevuto minacce di morte, da parte degli ambienti legati alla polizia locale, che non ha mai accettato quell'occupazione. Sistematicamente, all'inizio di ogni inverno la polizia procede a disboscare diversi ettari di terreno, e nel frattempo si susseguono le azioni giudiziarie. Un paio di settimane fa, Moira ha avuto un colloquio con una sorta di prefetto locale, il quale le ha annunciato che presto si procederà allo sgombero forzato della comunità. Per questo motivo, i Mapuche hanno organizzato un blocco stradale, di cui ha dato notizia la stampa locale. Un grave fatto si è verificato lo scorso 2 ottobre. Una dozzina di agenti della provincia patagonica di Chubut, armati e con i cani, sono comparsi nel fondo chiamato Santa Rosa, bonificato dai coniugi Attilio Curiñanco e Rosa Rua Nahuelquir. Gli agenti usi ad agire con prepotenza, hanno intimato a Rosa di abbandonare il luogo, ma la lamuen (sorella mapuche) ha cercato di non farli entrare nel suo umile abituro; in quel momento Attilio era fuori in campagna. Il vicecommissario Pérez che dirigeva l'operazione, avvertì Rosa che se avesse continuato a resistere l'avrebbero portata via in manette. Contro la multinazionale Benetton Tra il sarcastico e il compassionevole, le disse: "Nessuno può mettersi contro di loro (i Benetton), perchè sono quelli che hanno più soldi". La precaria abitazione dei Curiñanco, fatta di lamiere di zinco, è stata immediatamente demolita dai poliziotti, che sono poi passati a sequestrare tutte le cose di Attilio e Rosa: strumenti di lavoro, la coppia di buoi e l'aratro. Alla fine hanno installato un presidio di polizia, innanzi al cancello, composto di due agenti in divisa e da un tipo in borghese, non appartenente a corpi di polizia conosciuti, e presumibilmente quindi della polizia privata dei Benetton. Ad ordinare l'operazione di prepotenza, ironicamente chiamato "perquisizione domiciliare", è stato il procuratore di Esquel, José Oscar Colabelli. È singolare la celerità con cui il magistrato è intervenuto in questo caso, mentre le molte denunce presentate dalle comunità mapuche contro i latifondisti rimangono da anni nei cassetti del medesimo tribunale. A pochi km da Santa Rosa si trova la comunità mapuche Vuelta del Rio, anch'essa presa di mira dallo stato. Infatti la famiglia Fermin sta per essere cacciata. L'11 ottobre, per iniziativa dell'organizzazione "11 de octubre" di Esquel, i Mapuche delle varie comunità minacciate di sfratto si sono riuniti all'entrata dell'estancia e del proprio museo di Leleque di proprietà dei Benetton; nella mattinata del giorno seguente, i Mapuche hanno tenuto un ngellipum (cerimonia tradizionale) per riaffermare i loro diritti e denunciare pubblicamente i Benetton, proprietari di un milione di ettari e bramosi dei pochi ettari semideserti che i Mapuche hanno rivendicato occupandoli, e ciò malgrado la multinazionale veneta voglia presentare in tutto il mondo un volto democratico, progressista, pluriculturale. Il comunicato della "11 de octubre" [Casillo de Correo 34, A-9200 Esquel (Chubut)] termina con queste parole: "Questa storia non finisce qui. Noi, Mapuche e non Mapuche, abbiamo l'opportunità di scrivere un altro finale: i Curiñanco faranno ritorno nel loro terreno e tutti avranno un mondo più respirabile. La resistenza dei popoli oppressi è il limite dei tiranni"; e invita a boicottare la Benetton in tutto il mondo. e-mail: -Organizzazione Mapuche Tehuelche "11 de octubre": puelmapu@terra.com.ar -Campagna contro Benetton: panclasta@interfree.it -Comunità di Pillán Mahuiza: herscan@data54.com (Hernan) -Referente italiano: stefano@sindominio.net *Tavo Burat, (Gustavo Buratti) Esponente storico dei movimenti di difesa delle minoranze etno-linguistiche, ricercatore, scrittore, giornalista (Direttore Responsabile di Alp e Il Mondo Capovolto)