Da: "Nello Margiotta" A: Oggetto: Venezuela, padroni e governatori contro i campesinos Data: sabato 31 agosto 2002 18.43 Appello per la terra Venezuela, padroni e governatori contro i campesinos. La Ley de Tierras La nuova legge sull'esproprio e redistribuzione delle terre voluta dal presidente Chavez dà ragione ai contadini. Ma lorsignori non se ne danno per intesi MARINELLA CORREGGIA www.ilmanifesto.it Hanno contro la stampa potente, le organizzazioni padronali come la Fedecamaras (istigatrice del colpo di stato fallito dell'11 aprile), i proprietari terrieri e anche il governatore dello stato di Yaracui, Eduardo Lapi Garcia, che violando la legge di riforma agraria ha sguinzagliato le guardie contro di loro. Sono gli 850 contadini della comunità Camunare Rojo (municipio di Urachiche), appartenenti al Comitato per il recupero delle terre del fondo San Juan Guayebo e «colpevoli» di avere pacificamente occupato 665 ettari di proprietà dello stato, detenuti abusivamente da una raffineria di zucchero privata. Un atto legale, il loro: l'art. 307 della Costituzione bolivariana stabilisce che il latifondo è contrario ai diritti sociali dei popoli, e l'Istituto nazionale delle terre (Inti), sulla base della nuova legge di riforma agraria (Ley de Tierras), aveva dato al Comitato il permesso di occupare quel fondo per dieci mesi e di coltivarlo, in attesa di una decisione definitiva. Ma tre giorni dopo l'occupazione e la semina, è cominciata l'offensiva. Ci ha pensato il presidente della Fedecamaras a chiedere una profonda revisione della Ley de Tierras, «minaccia per la proprietà privata». Un tribunale locale non competente per materia li ha sloggiati, poi il Tribunale supremo li ha reintegrati. Ma al momento di rientrare nella proprietà, il governatore Garcia, che da vero signorotto feudale all'entrata in vigore della riforma agraira aveva subito promesso «mano dura contro gli invasori», ha fatto reprimere con brutalità (20 feriti) questa che è stata una delle prime applicazioni concrete della riforma agraria votata durante la presidenza Chavez. Ora i contadini, appoggiati dai comitati boliviariani e anche da un appello internazionale promosso dalla tivù alternativa francese Zalea, da ecologisti belgi e dalla televisione comunitaria venezuelana Teletambores (che ha documentato la repressione), sono determinati a rioccupare le terre. I loro nemici e certa stampa li accusano di violenze e complotti; esattamente come si fa in Brasile con il Movimento Sem Terra. Loro chiedono di poter pacificamente esercitare il loro diritto a «produrre cibo per le nostre famiglie e per il popolo venezuelano» (il paese è fortemente dipendente dalle importazioni alimentari pur essendoci abbastanza terre per l'autosufficienza). L'appello internazionale chiede di inviare lettere alle massime autorità del paese a protezione dei contadini di Yaracui. Il testo - da spedire a: venezuela@venezuela.gov.ve; msecretaria@venezuela.gov.ve; cbolivarianos@venezuela.gov.ve - può essere: «A raiz de los hechos ocurridos en la Comunidad de Camunare Rojo, le rogamos que intervenga para restablecer el derecho en Yaracuy y para asegurar la proteccion urgente de los campesinos del Comite Pro-rescate de las Tierras del Fondo San Juan Guayebo». E' anche un modo per contrastare dall'esterno le forze reazionarie anti-Chavez. ************************************************** Nello change the world before the world changes you because another world is possible