Chissà se Le Crimes de Monsieur Kissinger di Christopher Hitchens, opinionista
di The Nation, sarà tradotto anche in italiano. Per adesso c'è,
da pochi giorni, la versione francese di un libro che getta luce sugli anni
in cui, nel mondo, avvenivano non poche nefandezze. Anni che corrispondono al
periodo in cui un professore di Harvard di origini bavaresi, era diventato consigliere
per la sicurezza alla Casa bianca e poi segretario di Stato. Hitchens ha ricostruito
il periodo 1969-1977 che corrisponde agli anni in cui Henry Kissinger, molto
in voga in Italia in questi giorni, dirigeva la politica estera americana.
Il libro di Hitchens è caduto, come si dice, a fagiolo, proprio mentre
il "caro Henry" veniva chiamato in causa dalla magistratura francese
la scorsa settimana e rispondeva garbatamente che non intendeva recarsi dai
magistrati che indagano sulla sparizione di alcuni cittadini francesi durante
la dittatura cilena. E poi pochi giorni fa il giudice cileno Gzman ha espresso
formalmente la richiesta di poter interrogare anche lui Kissinger per la vicenda
del giornalista americano Charles Norman. E ancora: l'organizzazione pacifista
Peacelink, (www.peacelink.it) ha lanciato una
campagna che chiede la revoca del Nobel per la pace attribuito a Kissinger nel
'73. In effetti, a mettere assieme le cose, la figura di Kissinger ne esce a
pezzi. Hitchens parla ad esempio della sua responsabilità nel golpe cileno.
Il libro si basa su documenti desecretati recentemente ricostruendo le liaison
tra Washington e Santiago, in occasione dell'arresto di Pinochet a Londra. Hitchens
cita tra l'altro i documenti declassificati "sul progetto Fubelt, nome
in codice attraverso il quale la Cia, in contatto frequente con Kissinger e
il Comitato 40, si occupava delle operazioni segrete contro il governo cileno".
E aggiunge: "Il rovesciamento del governo di Allende col golpe avveniva
l'11 settembre 1973, quando Kissinger veniva interrogato dal Senato prima di
essere nominato segretario di Stato. Egli mentì, affermando...che gli
Usa non avevano in alcuna maniera partecipato all'operazione".
Poi c'è il capitolo asiatico. Kissinger ottenne il Nobel assieme al vietnamita
Le Duc Tho che però lo rifiutò. Le Duc Tho sapeva che, nonostante
il negoziato con Kissinger, le bombe non avevano smesso di cadere tra il '73
e il '75. Ma il capitolo che riguarda i bombardamenti "segreti" in
Cambogia merita ancora più attenzione.
Qui ci aiuta invece Edward Herman, dell'Università della Pennsylvania.
Herman è uno dei sostenitori delle cosiddette due fasi del genocidio
cambogiano: in sostanza, afferma che la cifra di due milioni di morti attribuita
a Pol Pot è scorretta e che, una buona parte, andrebbero messa in conto
alla fase uno: i bombardamenti che, secondo un rapporto del governo finlandese,
uccisero - tra il '69 e il '75 - almeno 600 mila persone, producendo un esodo
di due milioni di profughi. Nel '73, i B-52 bombardarono la Cambogia per 160
giorni consecutivi, utilizzando l'equivalente di oltre il 50% dell'esplosivo
convenzionale usato contro il Giappone nella seconda guerra. Secondo fonti indipendenti,
Pol Pot si rese responsabile di un milione di morti, ma poi fu segretamente
sostenuto e finanziato dall'America una volta che il Vietnam lo scalzò
dal potere nel '79 (una fonte parla di oltre 80 milioni di dollari).
Brzezinski che era il National Security Advisor di Carter, disse che gli Usa
"incoraggiarono i cinesi a sostenere Pol Pot... Noi certo non potevamo
farlo. La Cina sì".
Infine il capitolo "Indonesia". Nel '65-'66 (golpe e stragi di Suharto)
Kissinger era solo consulente al dipartimento di Stato, ma nel '75, quando Giacarta
invase Timor Est, era il ministro degli esteri di Gerald Ford, che aveva da
poco sostituito Nixon. Il sostegno a Suharto continuò negli anni sino
alla primavera del '98, quando Clinton decise che ormai il vecchio dittatore
andava abbandonato. Kissinger però, diventato ormai un ascoltato consulente,
non aveva dimenticato le vecchie abitudini: nel marzo 2000 un gruppo ambientalista
indonesiano ha denunciato i suoi "consigli" all'attuale presidente
Wahid. Kissinger, diventato consulente del neo presidente oggi in difficoltà,
avrebbe fatto pressioni a favore della Freeport McMoran, una società
mineraria (il nome di Kissinger figura nel suo director's board) accusata di
violazioni dei diritti umani e di nefandezze ambientali in Irian Jaya, la Nuova
Guinea indonesiana, occupata militarmente da Giacarta negli anni '60.
*Lettera 22