Ettore Masina è nato a Breno di Valcamonica ma da più di trent’anni risiede a Roma. E’ stato a lungo invito del quotidiano Il Giorno e poi del Telegiornale RAI. Per il TG2 ha realizzato rubriche di grande successo come Gulliver e TG7 . Nel 1964 ha fondato, e poi per trent’anni ha coordinato, un’asso-ciazione di solidarietà internazionale, la Rete Radié Resch. Dal 1983 al 1992 è stato deputato al Parlamento, rappresentando il gruppo della Sinistra Indipendente nella Commissione esteri. Nella sua seconda legislatura i gruppi lo hanno scelto all’unanimità come presidente del Comitato per i Diritti Umani.

Ha pubblicato libri di viaggio (“Il nido de Oro. Viaggio all’interno del Terzo Mondo: Brasile, Corno d’Africa e Nicaragua”, Marietti, 1989; “Un inverno al Sud. Cile, Vietnam, Sudafrica, Palestina”, Marietti, 1992), romanzi (“Il ferro e il miele”, Rusconi, 1983, premio Città di Penne; “Comprare un santo”, Camunia, 1994; “Il volo del Passero”, San Paolo, 1997,  Superpremio Città di Bari e Costiera del Levante, Premio Scalea, Premio Cava de’ Tirreni), un libro di racconti (“I gabbiani di Fringen”, San Paolo, 1999, finalista al Premio Isola d’Elba”). Ha inoltre pubblicato una biografia di monsignor Oscar Romero (“L’Arcivescovo deve morire”, Gruppo Abele, 1995) e un “Diario di un cattolico errante. 1992-1997: in viaggio fra santi, burocrati e guerriglieri”, Gamberetti, 1997.

Nel 1995 gli è stato attribuito il Premio giornalistico “Colomba d’oro per la pace”.

 

Dallo Zimbabwe  alla Palestina, dal Cile al Vietnam e dall’aula di Montecitorio ai delitti della provincia italiana, “Il prevalente passato” è la testimonianza di vita di un uomo ora iracondo nelle polemiche sui mali della Terra, ora piegato dalla dolcezza accanto alle sue nipotine: un giornalista che ricorda i suoi straordinari incontri con Eugenio Montale e La Pira, Quasimodo ed Enrico Mattei, Camilla Cederna e Rafael Alberti, Dino Buzzati e Pol Pot, Helder Camara e le Nonne di Piazza di Maggio, monsignor Romero e Bettino Craxi; e assassini e pontefici, patrioti e teologi della liberazione, indios e pacifisti… e intanto continua a tessere una rete di amicizie e di solidarietà al di qua e al di là dei confini italiani. Nel racconto di Masina, questa volta, si intensificano i ricordi dell’infanzia e dell’adolescenza: la Libia “coloniale”, i film dei telefoni bianchi; il fascismo visto dal basso, nonni che sembravano re-pastori e domestiche che parevano la Madonna del Parto.