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Un tentativo di cooperazione decentrata


L'anno scorso a settembre cominciava l'operazione del gemellaggio tra Palermo e Bukavu (Zaire) coinvolgendo diversi soggetti istituzionali e del mondo del volontariato. Ciascuno ha partecipato secondo le proprie conmpetenze e le proprie possibilità con generosità ed impegno.

Ecco i soggetti in causa:

- P. Minani Rigobert, padre gesuita fondatore del gruppo Jeremie ( una ong zairese che da tempo lotta per la difesa dei diritti umani) di Bukavu, noto esponente della società civile zairese e della società civile della Regione dei Grandi Laghi.

-Il Comune di Palermo nella persona del sindaco Orlando, ha partecipato concretamente all'operazione di gemellaggio, invitando, assieme al Ciss, Hamuli Kabahuza, ministro dell'agricoltura del governo parallelo dello Zaire e segretario nazionale del CNONG (Consiglio nazionale delle ongs zairesi).

-Il Centro sociale S.Saverio si é attivato offrendo due borse di studio e l'alloggio alla foresteria del Centro Sociale a due ragazzi di Bukavu per studiare ingegneria all'Università di Palermo. Il Centro Sociale S.Saverio ha inoltre donato una offerta per consentire a 100 ragazzini di frequentare la scuola per un anno.

- L'Università di Palermo ha donato il vitto per il periodo di permananza ai due giovani studenti zairesi.

-La Facoltà di Agronomia ha avviato un protocollo per un gemellaggio con l'Università Cattolica di Bukavu.

-L'Ordine Provinciale dei medici ha offerto una borsa di studio ad una ragazza di Bukavu per studiare medicina a Palermo.

- L'Ordine dei medici di Bukavu ha invitato, nel contesto del gemellaggio, i medici e gli infermieri di Palermo e Provincia a prestare la loro opera nell'ospedale di Kaziba anche solo per un mese offrendo loro un gradevole alloggio all'interno del complesso ospedaliero. L'ospedale di Kaziba, villaggio sito a 40 Km da Bukavu, a 1800 m di altezza, era gestito da una comunità di protestanti, inseguito al loro rientro é venuto a mancare il loro sostegno economico per cui l'ospedale non ha più i mezzi per far fronte alle richieste della poverissima popolazione del villaggio.

- La bottega del terzo mondo di Palermo "Macondo" , si é resa disponibile per commercializzare i prodotti artigianali delle cooperative di artigiani di Bukavu.

-Il Ciss (cooperazione internazionale sud-sud) di Palermo ha finanziato due progetti che sono già operativi:

a) un progetto di saponeria artigianale che ha coinvolto 100 ragazze madri che rischiavano di avviarsi alla prostituzione, e con il ricavato dalla vendita dei saponi un asilo infantile per i bambini delle stesse donne.

I benefici della vendita dei saponi, sono tali da finanziare un piccolo stipendio per le donne e l'asilo infantile.

Il progetto é stato finanziato dalla U.E. con la partecipazione di alcuni Comuni della Provincia di Palermo, che hanno usufruito della legge nazionale sulla cooperazione decentrata.

b)L'altro progetto, già operativo, finanziato dall'U.E e dal Comune di Palermo, riguarda l'installazione di un sistema di packet radio, per la comunicazione via internet.

Numerosi sono stati gli incontri di sensibilizzazione e di informazione con vari settori della società civile per illustrare le condizioni dello Zaire. Numerosi, ancora, gli incontri con i Comuni della provincia di Palermo e di Trapani per una opera di divulgazione e coscientizzazione sulla tematica della cooperazione decentrata e sulla situazione, in particolare, dello Zaire.

 

La missione di Nino Rocca a Bukavu per incontrare i gruppi della società civile e per avviare i progetti già finanziati é stata molto proficua e al di sopra delle aspettative. La televisione a livello regionale e la radio a livello nazionale hanno dato spazio alla notizia del gemellaggio e alla missione di Nino Rocca a Bukavu. Anche "Il Manifesto" , ha segnalato la notizia.

 

La permanenza di due mesi é stata appena sufficiente per suggellare il rapporto di gemellaggio e meglio identificare i soggetti interessati.

Un seminario di una settimana sul tema "Lo sviluppo e la pace" con 35 ongs locali ha messo a fuoco i contenuti del gemellaggio.

Le 35 ongs erano divisi in tre gruppi di azione:

1) gruppi che operano sui diritti umani;

2) gruppi che operano sulla comunicazione, (giornalisti e gestori di radio a sfondo sociale e in difesa dei diritti umani);

3) gruppi che operano per lo sviluppo economico.

Le enormi risorse minerarie, agricole e forestali del Kivu, sono improduttive a causa della totale mancanza di tecnologia e di capitali capaci di avviare progetti di produzione fruibili per il mercato locale.. Tutto é importato e la popolazione vive di piccolo commercio informale, con una economia di sussistenza.

Le multinazionali non hanno, ancora, invaso il mercato e non hanno, ancora sfruttato le risorse per il proprio tornaconto.

Pertanto le possibilità di sviluppo e le potenzialità economiche sono enormi.

Le 35 associazioni hanno fatto un patto, un protocollo di intensa per difendere e tutelare le risorse della regione a vantaggio della popolazione.

Il protocollo investe anche la società civile di Palermo, nel contesto del gemellaggio.

Il gemellaggio acquista, pertanto, un contenuto nuovo che va al di là dell'assistenzialismo, peraltro importante ed essenziale per i casi di emergenza, e si apre alle infinite possibilità di cooperazione di sviluppo sia unilaterale, sia bilaterale, in cui la Regione del Kivu, estremamente ricca e produttiva potrebbe essere potenziata, dalla tecnologia e dai capitali europei, in un contesto di solidarietà e di reciproco sviluppo economico.

La possibilità di società miste, di cooperazione bilaterale, di sviluppo economico sostenuto dalla tecnologia e dai capitali italiani rendono il gemellaggio una concreta possibilità di sviluppo economico bilaterale.

Ciò é auspicabile a condizione che la gestione delle complesse operazioni economiche e di sviluppo rientrino nel contesto di una "cooperazione strutturata", in cui, il Cnong (consiglio nazionale delle ongs zairese), a cui sono collegate le ongs di Bukavu e della regione del Kivu, dia la copertura politica, le ongs del Kivu, attraverso il lavoro sul territorio, offrano il sostegno della popolazione nel processo di sviluppo e di democratizzazione, e i partners europei, garantiti nei loro investimenti rispettino la politica economica delle ongs proiettate verso un graduale processo di democratizzazione e di sviluppo a vantaggio della popolazione. Il pericolo di monopolizzare il mercato da parte di invenstitori europei o di compiacenti politici locali a proprio vantaggio secondo una logica liberalistica e capitalistica é certamente il pericolo maggiore che occorre in ogni modo evitare.

 

Occorre dimostrare che é possibile contribuire ad uno sviluppo economico i cui benefici vadano a vantaggio della popolazione zairese e al tempo stesso ai grossi gruppi sociali e imprenditoriali palermitani o nazionali nella logica di una equa distribuizione della ricchezza.

 

Il tema della pace, oggetto del seminario, riguarda, nel Kivu quattro questioni fondamentali:

1) i campi profughi (oltre un milione estendendosi da Bukavu a Goma sul confine con il Rwanda e il Burundi);

2) la situazione di instabilità nel Rwanda;

3) la guerra nel Burundi;

4) il processo di democratizzazione nello Zaire.

 

Riguardo al tema dei profughi é incominciato un tentativo di processo di pace con l'appoggio delle ongs locali che si occupano dei diritti umani, della Caritas, della chiesa cattolica, della chiesa protestante e degli islamici.

Per il Burundi sono in atto diversi tentativi di avviare un dialogo tra le parti avverse ad opera della Comunità di S. Egidio, ad opera dell'ONU e dei paesi dei Grandi Laghi.

La situazione dello Zaire si trova attualmente in un momento di transizione, la salute del dittatore Mobutu é molto precaria e si stanno preparando, per il prossimo anno, le elezioni.

Letizia Battaglia ha preparato il suo reportage fotografico sui campi profughi e sui ragazzi di strada rwandesi presenti a Bukavu.

 

Assieme alla Caritas Nino Rocca ha prestato la sua opera, gratuitamente, per la formazione degli educatori di strada a favore dei ragazzi di strada rwandese. Il progetto finanziato dalla Caritas e dall'Unicef é già operativo.


 

I progetti proposti per lo sviluppo:

 

1) Il progetto dell'utilizzo del Gas Metano presente abbondantemente nel lago Kivu (il lago si estende per 200 Km da Bukavu a Goma).

L'utilizzazione del Gas Metano per le cucine a gas risolverebbe il gravissimo problema della devastazione delle foreste reso ancora più drammatico per la presenza di oltre un milione di profughi che attingono dalle foreste la legna necessaria per cuocere i cibi. Buona parte della popolazione fa uso di legna per la cucina. Le cucine elettriche sono spesso inutilizzate per la mancanza di elettricità.

L'estrazione e la commercializzazione del Gas Metano é una delle risorse più importanti della regione sia, perché risolverebbe radicalmente il problema della devastazione, sia per gli altri usi energetici a favore della popolazione. Il mercato che si attiverebbe con il Gas Metano é estendibile non solo alla Regione del Kivu ma persino a tutto lo Zaire e alle altre regioni dei Grandi Laghi.

La realizzazione di questo grande progetto farebbe da volano allo sviluppo economico della regione a vantaggio di tutta la popolazione. Esso infatti produrrebbe lavoro e mercato per migliaia di persone, a condizione che il progetto sia sviluppato con una logica cooperativistica e non colonialistica.

Nel seminario si é anche parlato della possibilità di creare una sorta di banca di sviluppo che potrebbe finanziare altri progetti di sviluppo nella stessa Regione.

 

2) Il progetto di una fabbrica di vetro.

Il vetro, come tutti gli altri prodotti elaborati dalla tecnologia, é importato. La installazione di una vetreria avrebbe la possibilità di impedire l'importazione per sviluppare la produzione locale conquistando un mercato immenso.

 

3) Il progetto dei pannelli solari.

La nuova tecnologia che fa uso delle energie alternative é certamente appropriata per i paesi africani dell'equatore. I molteplici usi di tale tecnologia sfrutterebbe l'inesauribile risorsa del sole con un dispendio di risorse minimo e un risparmio energetico notevole.

 

4) Il progetto della costruzione del gesso per uso scolastico e per uso abitativo.

 

5) La fabbrica di sapone da bucato e di sapone da toilette.

Anche il sapone é importato i pochi prodotti presenti nel territorio sono frutto di produzione artigianale. Una fabbrica di sapone eviterebbe alla popolazione di comprare il sapone importato e svilupperebbe un mercato interno attingendo alle risorse locali.

 

6) La conservazione della salsa.

La salsa viene importata dall'Italia in scatolette, nonostante vi sia una abbondante produzione di pomodoro locale. L'installazione di una fabbrica di salsa potrebbe conquistare in poco tempo un vastissimo mercato.

 

7) La conservazione del pesce.

La pesca del pesce, nel lago Kivu é abbondante e il suo consumo nella popolazione é enorme. Una industria per la conservazione del pesce consentirebbe una più razionale produzione e consumazione per la popolazione. La mancanza di celle frigorifere comporta un grave ostacolo per il mercato del pesce.

 

 

8) La fabbrica per lo zucchero.

Anche lo zucchero é importato, nonostante nella zona vi sia una coltivazione abbondantissima di canna da zucchero.

 

9) La latteria

Il consumo di latte é abbondante e diffuso in tutto lo Zaire, ma esso é importato dalla Svizzera e dall'Olanda. Il latte che si consuma é il latte in polvere. Nonostante vi siano immense distese di terra per il pascolo non esiste nella Regione nessuna industria del latte.

 

10) Piccola fabbrica di ferro

La presenza di minerali nella zona é abbondantissima ma é del tutto inesistente la benché minima struttura tecnologica.

La produzione di utensili familiari e contadini avrebbe la possibilità di conquistare un vastissimo mercato. (Zappe, chiodi, machete, scodelle, tegami ecc.).

 

11) Piccola fabbrica di rame

Anche il rame come il ferro é abbondantissimo.

 

12) La produzione di grano

Il grano per fare il pane é importato.

La produzione del grano e successivamente la produzione di pane, molto consumato, ma considerato genere di lusso, avrebbe un mercato molto ampio.

 

Nel settore agricolo e nel settore minerario le possibilità sono enormi.

Il commercio dell'oro nella Regione del Kivu é la fonte di guadagno più facile per coloro che gestiscono grossi capitali.

nino rocca


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