IL DRAMMA DELLO ZAIRE DALL'INDIPENDENZA AD OGGI
I. BREVE CENNO STORICO.
I.1. Il periodo antecedente all'indipendenza.
Sarebbe utile, per capire la situazione drammatica che attraversa il popolo zairese oggi, risalire al periodo delle conquiste dell'indipendenza dello Zaire. Le circostanze che hanno determinato l'indipendenza dell'ex Congo-belga sono di ordine diverso. Ma si può evidenziare il fatto che, dopo la II guerra mondiale, la tensione è già forte nella colonia. Lo sforzo bellico e le misure economiche di sostegno alle forze alleate vissute in Congo Belga sotto forma di sovrapproduzione di metalli strategici (rame, cobalto, stagno, zinco, uranio) si fa duramente sentire sugli operai congolesi.
Questa pressione sulla manodopera scatena delle rivolte un po' ovunque nel territorio.
D'altra parte la carestia del dopoguerra in Europa fa immigrare verso il Congo un gran numero di Belgi che passano da 52.000 a 90.000 in 4 anni. Ciò favorisce la concentrazione della popolazione locale nelle città al servizio dei nuovi immigrati.
Nello stesso tempo, il sistema belga di insegnamento aveva mantenuto le élites congolesi in una specie di isolamento che impediva ogni promozione politica.
Ben presto le associazioni culturali (le uniche permesse) hanno delle ambizioni politiche.
Nel 1958 Patrice Lumumba, Diomi Diogas e N'galula partecipano alla conferenza panafricana di Accrea e scoprono la solidarietà dei popoli africani e il valore dell'indipendenza esaltata da Sékou Touré e Kwamé Nkrumah. Nel frattempo si formano i partiti politici. I più importanti sono l'Abako (associazione dei Bakongo), l'MNC (Movimento Nazionale Congolese) il PSA (Partito Solidale Africano), il CONAKAT (Confederazione catanghesa), l'ATKAR (Associazione dei Tchokwé del Congo, dell'Angola e della Rhodesia).
Questi partiti hanno una tale pressione sul Belgio durante la tavola rotonda belgo-congolese dal 20 gennaio al 20 febbraio, che quest'ultimo è costretto a concedere l'indipendenza il 30 giugno 1960. Dopo le elezioni del maggio 1960 Kassa-Vubu ( presidente dell'Abako) diventa il primo presidente della Repubblica Democratica del Congo e Lumumba (del MNC) il suo Primo Ministro.
I. 2. La prima repubblica (30 giugno 1960 - 24 novembre 1965)
Lo Zaire diventa indipendente nel pieno degli anni della guerra fredda. Le relazioni internazionali sono polarizzate fra gli Stati Uniti e l'Unione Sovietica. Queste due grandi antagoniste hanno delle ambizioni sull'Africa. Lo Zaire si presterà molto bene a questa lotta per la supremazia.
Nel 1960 una crisi di governo apporrà il capo di Stato, Kasavubu, al suo Primo Ministro Lumumba. Questa lotta si internazionalizzerà ben presto con l'intervento dell'esercito belga.
Un consigliere della Casa Bianca M. W. Fredericks avverte Washington: "Se gli USA non hanno politica congolese non avranno mai una politica africana". Si stabilisce così un programma che si inserisce nella lotta contro l'"avanzata del comunismo" nel terzo mondo e che ha nello stesso tempo uno scopo egemonico, mirando a soppiantare il colonialismo europeo che dal 1945 si va indebolendo.
Lo Zaire, strategicamente situato nel cuore dell'Africa è una base ideale per condurre "la lotta anti-comunista" nel continente. È anche un serbatoio immenso di materie prime strategiche fra le quali l'uranio utilizzato per fabbricare la bomba atomica di Hiroshima e Nagasaki.
Mobutu è, alla vigilia dell'indipendenza, un agente al servizio della Sicurezza belga simile alla CIA degli USA. È dunque l'uomo adatto per difendere il campo del "mondo libero". Lumumba sarà fatto fuori con un complotto sapientemente organizzato da CIA, Belgio e Mobutu.
Costretto agli arresti domiciliari a Kinshasa, Lumumba tenta di fuggire verso Stanleyville ma Mobutu, aiutato dalle ambasciate americane e belga lo fa catturare ed assassinare insieme ai suoi due compagni Mpolo e Okito il 17 gennaio 1961.
Così dal 1960 al 1964 lo Zaire conoscerà una grave crisi costituzionale che si prolungherà in una crisi politica. Dopo gli avvenimenti di Lumumba, il paese precipita in un ribollimento politico in cui i diversi partiti lottano fra di loro sul concetto di unitarismo o di federalismo. Le rivendicazioni federaliste, in opposizione alla volontà unitaria, si rivolteranno in una nuova divisione del paese in 22 province. Ci si accorderà finalmente sul fatto che Kinshasa sia la capitale e la sede del Parlamento con autorità sulle assemblee e governi provinciali.
Nell'agosto 1964, sarà votata la costituzione di Luluabourg che sanziona la fine delle secessioni e la volontà popolare di unità nazionale (1) .
Nel 1965 i numerosi partiti politici si coalizzano e formano tre grandi partiti (2) .
La via verso le elezioni presidenziali è aperta poiché il mandato di 5 anni del Presidente è arrivato ala fine.
Il 19 ottobre 1965 alcuni leaders politici zairesi fra i quali vecchi amici di Lumumba vanno in Ghana ad Accra alla riunione dell'OUA. I loro contatti con Kwame Nkruma ritenuto comunista e la promessa dei regìmi progressisti africani di facilitare la riconciliazione fra i ribelli lumbumbisti dell'Est del paese e il regìme di Kinshasa crea il panico nell'Occidente capitalista. L'ombra di Lumumba ucciso il 17 gennaio 1961 incombe ancora sul Congo. Bisogna far presto
Il 24 novembre 1965 Mobutu, con la benedizione dei suoi protettori organizzerà un colpo di Stato. Mette da parte tutti i politici, assume tutti i poteri, e sospende la Costituzione di Luluabourg, e le istituzioni democratiche. Diventa capo dell'Esercito e capo del nuovo Governo composto da un gruppo di amici (gruppo di mbinza). Non c'è più parlamento. Tutti i partiti politici sono aboliti. Siamo nel pieno della dittatura che dura ancora
II. L'OCCIDENTE COMPLICE.
Da quanto è stato detto non vi è alcun dubbio che l'Occidente sia complice ed in parte responsabile delle nostre disgrazie di oggi.
Già nell'ottobre 1962 Mobutu aveva ricevuto un aiuto americano sotto forma di "cooperazione bilaterale" allo scopo di modernizzare il suo esercito. Lo scopo era quello di accrescere il suo potenziale militare ed aprirgli la via al potere. Israele alleato senza riserve degli USA farà allenare alcuni para-commando di Mobutu (3) .
In previsione del futuro gli USA verseranno ancora a Mobutu nel giugno 1964, 6,1 milioni di dollari come aiuto militare supplementare come supplemento ai 170 milioni di dollari di "assistenza alle forze di pacificazione" delle Nazioni Unite installate in Congo dal 1960.
Con questa politica militare attiva, unita ad un sostanzioso aiuto militare, Washington riuscirà a mettere da parte il Belgio. Gli USA diventeranno così il primo partner della Repubblica democratica del Congo. Forte di questo appoggio Mobutu prende il potere con un colpo di Stato il 24 novembre 1965.
Egli allineerà ormai la sua politica estera su quella degli USA e diventerà il "campione della lotta anti-comunista in Africa". Come ricompensa vedrà aumentare l'aiuto militare. Ma il prezzo da pagare è sproporzionato:
"Mobutu vende il paese": gli interessi economici, politici e strategici dei paesi dell'Occidente saranno preposti a quelli degli Zairesi
Gli Zairesi avranno un'illusione di progresso grazie all'aiuto economico americano che si riverserà sul paese.
Le pipe lines si accaparreranno ininterrottamente dei dollari USA per la "crescita congolese". L'aiuto passerà così da 76 milioni di dollari nel 1961 a 468 milioni di dollari nel 1977 cioè 12 anni dopo la presa del potere.
Il franco congolese, diventato nel 1972 zaire-moneta è sostenuto artificialmente dal dollaro. Nel 1972 sono necessari 2 dollari per avere 1 Zaire, la moneta zairese è più forte del dollaro USA! c'è di che far sognare
Malgrado questo sforzo degli americani le truppe zairesi non saranno mai un esercito moderno e professionale. Le due guerre dello Shaba (1977-78) testimoniano la sua vergogna.. ma poco importa che l'esercito zairese sia poco combattivo, i mercenari stranieri spediti dai belgi, francesi, marocchini, con l'appoggio logistico degli USA vi rimediano immediatamente;
III. UNA NAZIONE IN DECOMPOSIZIONE AVANZATA
Dopo 36 anni di indipendenza e 31 anni di una dittatura benedetta dall'Occidente lo Zaire somiglia ad un paese distrutto da 30 anni di guerra civile. Il telefono pubblico non funziona più da 25 anni, le banche sono chiuse a causa dell'iperinflazione che supera il 94,4% al mese (4) , le strade sono impraticabili, gli ospedali sono diventati dei lazzaretti, le università chiuse e le scuole primarie e secondarie si sono svuotate di alunni poiché i genitori sono diventati troppo poveri per poter pagare loro stessi gli insegnanti, la posta inesistente, la corrente elettrica pericolo pubblico e l'acqua potabile un sogno.
Durante i suoi 31 anni al potere Mobutu non ha costruito né autostrade né ferrovie. Oggi gli zairesi hanno un reddito medio annuo di meno di 100 dollari mentre la banca mondiale fissa a 350 dollari la soglia di povertà
Il debito pubblico supera i 4 miliardi di dollari cioè un po' meno della fortuna personale di Mobutu, investita in azioni fuori dal continente. Mobutu è infatti uno dei 4 capi di Stato più ricchi del mondo.
Per riassumere le conseguenze di questa situazione i Vescovi scrivono: "Intere comunità sono condannate a morire violentemente o lentamente torturati o stremati dalla fame, la miseria, le malattie e le guerre fratricide" (5) .
L'incuria e la nocività del potere in Zaire è la conseguenza della cupidigia e del banditismo di una classe di predatori delinquenti legati al regime che si è innestata nella macchina economica in completa illegalità ed impunità per trarre il maggior vantaggio possibile.. Ogni posto di responsabilità è un posto di combattimento dal quale sfruttare i propri compatrioti. Corruzione ed impunità sono le facce della stessa medaglia che scambiano fra loro i "nuovi ricchi". Questo circolo di "eletti", che non supera le 5.000 famiglie, è composto da alti ufficiali dell'esercito, da membri della famiglia presidenziale, e da qualche complice scelto in modo strategico in ogni regione per imbrogliare le carte.
Favoritismo, clientelismo e tribalismo marciano insieme e caratterizzano i rapporti sociali fra tutti questi neoricchi (6) .
In Zaire non si diventa ricchi per caso. Ogni ascesa socio-economica è legata ad un asservimento totale ed incondizionato al "Grande Leopardo".
Si discende e si sale a seconda che si sia o non si sia assimilato il "Codice di Comportamento".
Questo codice è semplice: "Le tue qualifiche importano poco", conta soltanto "l'elasticità della tua schiena".
Tutto andrà per il meglio con o senza diploma, con o senza capacità, è sufficiente che ti lasci "possedere" (in senso proprio e figurato) nella tua intimità donna ragazza altrimenti la ruota gira ti stritola o ti getta via! (7) .
La società zairese è diventata una giungla nessuno più vive col proprio salario. la maggior parte dei lavoratori devono trovare degli altri espedienti 'Articolo 15: arrangiatevi) per nutrire la propria famiglia. I contadini, poi, sono ritornati all'età della pietra poiché mancano di tutto: sapone, sale, fiammiferi ecc.
IV. L'ULTIMO BALUARDO DELLA DITTATURA: L'ESERCITO.
Le forze armate fortemente inquadrate da alcuni ufficiali corrotti, ricchi e dediti alla causa del dittatore controllano il paese per mezzo di squadre specializzate e di servizi segreti.
Secondo l'umore della Guida, ma soprattutto per il bisogno di controllare sempre i militari con altri militari più devoti al regime, le milizie politiche si moltiplicano.
BSP (Brigata speciale presidenziale); DSP (Divisione speciale presidenziale); SARM (servizio di Azione e di Informazione Militare); FIS (Forze di Intervento Speciale); GACI Guardia Civile) sono tutte forze agli ordini diretti di Mobutu. Quanto alle forze regolari esse sono disordinate, affamate e poco motivate. I loro salari sono bassi e versati in modo irregolare, da qui deriva il tagleggiamento della popolazione.
La stessa strategia per i servizi segreti "civili": CND (Centro Nazionale di Documentazione), AND (Agenzia Nazionale di Documentazione) SR (Servizio Informazioni), ANI (Agenzia Nazionale Immigrazione), SNIP (Servizio Nazionale di Intelligence e di Protezione) sono organizzazioni dirette in maggioranza da parenti e amici simpatizzanti o membri dell'etnia di Mobutu.
Vi si fa spesso appello ai mercenari stranieri (dell'Angola, Sud Africa, Ciad, Centro Africa ecc.) (8) .
Tutte queste truppe servono in primo luogo a mantenere la paura della repressione o a reprimere brutalmente ogni opposizione al regime. I diritti dell'uomo sono costantemente violati in Zaire. Non c'era né libertà di pensiero, né libertà di associazione fino al 1990. Ogni servizio segreto ha le sue prigioni sconosciute o inaccessibili ai difensori dei diritti dell'uomo locali e stranieri. Le persone vi muoiono, sono torturate con choc elettrici con l'assoluta impunità dei loro carnefici.
Se malgrado la lotta eroica degli zairesi all'interno del paese, Mobutu è rimasto così a lungo al potere è perché egli ha intessuto dei "legami di amicizia" e soprattutto di dipendenza politica con i dirigenti europei o americani che vengono in soccorso ogni volta che egli è in difficoltà. Gli affari scandalosi, le bustarelle, qualche buon dossier confidenziale sul finanziamento dei partiti europei, gli assassini di personalità politiche (9) , ecco ciò che deve pesare fortemente contro ogni velleità al Nord.
Adesso che i regimi totalitari dell'Est sono crollati i rapporti fra i grandi sembrano "normalizzarsi". La crociata anticomunista sembra un vecchio ricordo. Che cosa avverrà del sostegno dell'Occidente al dittatore Mobutu?
Tutti gli uomini di buon senso concordano nel dire che lasciare un potere così nocivo al comando di un paese dell'importanza dello Zaire, situato al centro dell'Africa, con dei vicini così destabilizzati quali il Rwanda, il Burundi, l'Angola, il Sudan e l'Uganda è una bomba ad orologeria pericolosa per la pace su tutto il continente africano
Conclusione
Dopo 31 anni di una simile situazione non ci si dovrebbe più stupire del fatto che lo Zaire sia incluso fra i meno avanzati dell'intero pianeta.
Questo record inedito e tristissimo di un paese al sesto posto nella produzione mondiale del rame, all'ottavo in quella dello zinco, primo produttore di diamanti per gioielleria, primo produttore di cobalto, con terre vulcaniche considerate le più fertili d'Africa e con altopiani e pianure di una fertilità eccezionale, questo record, è l'opera della cattiva gestione e del saccheggio del paese voluti da Mobutu.
L'abbiamo già detto; il suo regime, nei primi 30 anni in cui è stato al potere, è stato caratterizzato da:
- una dittatura forte, un nepotismo accompagnato da tribalismo e da regionalismo (10) ;
- un abbandono delle zone rurali che coinvolge l'85% della popolazione nazionale;
- una proliferazione per la propria sicurezza dei servizi segreti, di un esercito dissipatore del budget, pletorico e terroristico nei confronti della popolazione civile con un settore composto in prevalenza da membri della sua tribù;
- un saccheggio sistematico delle risorse del paese ed un arricchimento sconsiderato di Mobutu e di alcuni baroni del suo regime;
- uno stato di terrore dove la tortura, gli omicidi, i massacri della popolazione sono dei comportamenti correnti
Oggi gli zairesi e tutti gli specialisti della politica africana sono unanimi nel sostenere che l'avvenire del paese impone la destituzione di Mobutu ed eventualmente il suo arresto, un processo ed il rimpatrio delle sue ricchezze a favore dello Stato zairese.
II. PRESENTAZIONE DEI TRE TESTI COSTITUZIONALI
II. 1. COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA DELLO ZAIRE MODIFICATA DALLA LEGGE 90-002 DEL 5 LUGLIO 1990.
Finita la guerra fredda, l'Occidente, che ha sostenuto da un quarto di secolo Kinshasa, non ha più alcuna ragione per continuare a proteggere una persona riconosciuta dal mondo intero come corrotta.
La popolazione zairese approfitta di questo isolamento del regime per intensificare la resistenza all'interno del Paese. I gruppi di difesa dei diritti dell'uomo e di comunione democratica nascono come i funghi (11) .
Volendo prevenire e contenere i movimenti di disubbidienza nel paese, Mobutu inizia nel 1989 la "consultazione popolare". Malgrado il tentativo del MPR di orientare i risultati della consultazione, 6.128 memorandum pervengono alla presidenza, dei quali 116 invitati dalle comunità zairesi in esilio.
La maggior parte dei testi chiedono a Mobutu di dimettersi, di lasciare il potere (12) .
Questi cerca ancora una volta di prendere l'iniziativa proponendo una democrazia fatta a sua misura. Il 24 aprile pronuncia un discorso nel quale, fra le altre cose, dice:
"Prima di ultimare il mio discorso vorrei riassumermi per una buona comprensione di tutti. In questo giorno, martedì 24 aprile 1990, prendendo insegnamento dalla consultazione popolare alla quale hanno preso parte più di un milione di zairesi e dalla quale sono emersi 6.128 memorandum, io annunzio solennemente al popolo zairese:
1. l'introduzione del multipartitismo nello Zaire, l'abolizione dell'istituzionalizzazione del Movimento Popolare della Rivoluzione che avrà come conseguenza: la soppressione del suo ruolo dirigente; la separazione netta fra il partito e lo Stato; la riabilitazione dei tre poteri tradizionali cioè legislativo, esecutivo e giudiziario quali soli organi costituzionali; la depoliticizzazione della funzione pubblica, della territoriale, delle forze armate, della gendarmeria, della Guardia Civile e dei Servizi di sicurezza; l'instaurazione di un pluralismo sindacale, la revisione dell'attuale costituzione in vista di adattarla al periodo di transizione che si instaura; la nomina di una commissione incaricata di elaborare la costituzione della terza Repubblica, costituzione che sarà sanzionata da un referendum popolare (13) .
Il testo in questione (revisione dell'attuale costituzione) è la costituzione del Partito-Stato che aveva appena avuto la sua terza revisione (14).
Questa impresa del Presidente Mobutu si realizzerà fra una violazione e l'altra della Costituzione.
- In effetti, conformemente ala Costituzione in vigore prima del 24 aprile 1990, soltanto il Congresso o il Comitato Centrale del MPR potevano autorizzare la revisione della Costituzione (articoli 64, 111 e 89).
- Avendo dato le dimissioni da presidente del MPR egli non poteva più rimanere presidente della Repubblica perché il presidente del MPR era automaticamente presidente della Repubblica.
Rimanendo ugualmente Presidente della Repubblica egli è un una condizione di illegalità.
La costituzione modificata il 15 luglio sarà dunque considerata caduca ed illegale. Questa situazione provocherà una crisi ideologica in seno al MPR, una crisi politica in seno alla popolazione ed una crisi giuridica per quanto attiene ai testi che reggono la Repubblica.
Il paese entrerà allora in una fase di contestazione e rivendicazioni aperte poiché tutti gli organi di repressione erano ormai considerati senza potere.
Da questi movimenti nascerà il secondo testo costituzionale.
II. 2. REPUBBLICA FEDERALE DEL CONGO. COSTITUZIONE.
Dopo il discorso del 24 aprile 1990 due tendenze vanno ad affrontarsi. La prima, vicina alla dittatura, raccomanda una revisione costituzionale elaborata da una commissione nominata da Mobutu incaricata di scrivere la costituzione della terza repubblica da sottoporre a referendum popolare.
La seconda, più radicale, sostiene che non c'è più alcun meccanismo previsto dalla legge per autorizzare la revisione della costituzione.
Questa tendenza chiede la convocazione della Conferenza Nazionale Sovrana come "forum" extracostituzionale composta dai rappresentanti di tutti gli strati della popolazione eletti per la circostanza. Questo forum sarà incaricato di rileggere la storia del paese per identificare le cause profonde del fallimento, proporre le nuove istituzioni e redigere una nuova costituzione da sottoporre a referendum durante il periodo della transizione.
Malgrado il rifiuto da parte di Mobutu di questo forum incaricato di mettere a nudo i suoi 25 anni di gestione, la conferenza avrà luogo con il sostegno degli Stati Uniti e l'appoggio finanziario del Belgio, avendo queste due Nazioni in qualche modo preso le distanze da Mobutu.
Da questo forum verrà fuori un progetto di costituzione per uno Stato Federale da sottoporre a referendum. Mobutu rifiuterà le risoluzioni di questo forum come pure la sua costituzione
Così dal dicembre 1992 all'aprile 1994 lo Zaire conoscerà la crisi del raddoppiamento delle istituzioni. Con due costituzioni diverse, due parlamenti e due Primi Ministri.
Per neutralizzare tutte le forze che gli rendevano la vita difficile Mobutu ordinerà assassini, rapimenti, torture.
Non riuscendo a mettere al passo la popolazione egli si accanirà a distruggere tutto ciò che restava dell'economia organizzando il saccheggio delle città, la scomparsa dei leaders politici di base, il furto e l'annientamento dei beni della popolazione e della Chiesa che in tutto questo processo ha avuto un ruolo importante.
II. 3 ATTO COSTITUZIONALE DELLA TRANSIZIONE.
L'utilizzazione della forza, del terrorismo e dei massacri da parte della dittatura riesce presto a spezzare l'opposizione già affamata dalla distruzione delle iniziative di autofinanziamento.
Un gruppo importante di membri dell'opposizione farà appello al realismo e negozierà la pace con il gruppo politico di Mobutu.
Da questi accordi verrà fuori un testo simile al testo modificato nel 1990. Esso comincia con la giustificazione molto illuminante della sua elaborazione (vedi allegati).
III. IL REFERENDUM COSTITUZIONALE.
Nel corso di questo anno 1996 è previsto in Zaire un referendum costituzionale per sottoporre al voto popolare la costituzione della terza repubblica.
Dietro questo atto si profila una situazione esplosiva che si può intuire. Si tratta di decidere se la terza repubblica sarà un prolungamento della seconda repubblica o la fine di questa. Si tratta di modificare la costituzione o di cambiarla?
Una linea netta di demarcazione esiste ormai da 5 anni fra Mobutu ed il popolo.
Mobutu che ha giurato di restare al potere a dispetto di tutti (io regnerò per sfida) vuole una costituzione che restituisca alla presidenza un potere di decisione forte e centralizzato. Vuole una costituzione tagliata a misura delle sue ambizioni. Una costituzione che legittimerebbe la sua illegalità.
La popolazione, attraverso il suo testo elaborato nella Conferenza Nazionale Sovrana, è favorevole ad una costituzione che dia autonomia alle regioni poiché il Parlamento federale è più importante della Presidenza della Repubblica.
Oltre a questo aspetto di fondo sul tipo di costituzione che dovrà reggere la terza repubblica alcune domande si pongono all'attenzione dell'osservatore.
Si arriverà ad un accordo su un testo unico da presentare al referendum o il popolo sarà chiamato a pronunciarsi su due testi? Mobutu aveva annunziato due anni fa che avrebbe proposto la sua costituzione.
Si potrà, al livello di degrado in cui si trova il paese oggi, consultare la popolazione per questa posta in gioco? Si potrebbero moltiplicare le domande
Ma le domande principali sono altrove:
1. Gli Occidentali che approfittano della crisi in Rwanda e in Burundi hanno appena fatto riemergere Mobutu dalle macerie sono disposti ad accettare un leader a loro sconosciuto?
2. Mobutu accetterà il risultato delle urne? E se non accetterà, come ha fatto con le risoluzioni della Conferenza Nazionale Sovrana, che cosa potrà fare il popolo dinanzi a i suoi 30.000 militari e mercenari privati? Non siamo forse alla vigilia dell'esplosione del paese?
Il nostro lavoro, ne siamo coscienti, si conclude con più domande che risposte. Ma quale risposta sarebbe adeguata in un sistema in cui la legge non esiste o meglio in cui regna la legge del più forte? È compito oggi di tutte le forze presenti di gestire con patriottismo la questione referendaria poiché dietro di questa la posta in gioco è esplosiva.
Da: Minani Bihuzo s.j. (Rappresentante GJ)
Franz Lehar 6 - 90145 Palermo
Fax: 091-345707 - Tel. 343402 (comunità) - 347232 (ufficio)
EMail: [email protected]
Paese - Zaire
SUJ. - Commun. Mgr MONSENGWO
Comunicazione del Presidente dello HCR-PT
1. Nel momento in cui Kinshasa e la Repubblica continuano a piangere i loro figli e anch'io ho fresche nella memoria le orribili immagini dell'ecatombe viste in occasione della mia visita sul luogo della tragedia, il mio primo pensiero va alle vittime ed alle loro famiglie.
2. Per le vittime imploro la bontà misericordiosa dell'Altissimo: che egli conceda ai morti la salvezza eterna ed ai sopravvissuti ancora sofferenti una pronta guarigione.
3. Alle famiglie esprimo le mie condoglianze cristiane e commosse: che il Signore sia egli stesso il loro conforto e la loro consolazione in questa prova dolorosa.
4. Abbiamo appena assistito, attraverso questo dramma, alle conseguenze tragiche che possono provocare per tutta la Nazione l'incoscienza e l'incuria, l'irresponsabilità e la cupidigia di un pugno di persone. Alcune scene verificatesi sul luogo di questa catastrofe devono turbare ogni coscienza nel nostro paese. Abbiamo ancora la nozione di bene e di male?
5. Questa tragedia deve costituire un interrogativo specialmente per la classe politica, gli uomini d'affari e l'amministrazione: come assumono essi le loro responsabilità nei confronti dell'interesse generale e della promozione di una vita realmente umana e degna? Questo disordine e questa anarchia, ecco l'oggetto delle mie inquietudini di dieci mesi fa.
6. Il 25 marzo 1995, in effetti, nella mia qualità di testimone degli accordi del Palazzo del Popolo (gennaio 1994) io manifestai, nella mia dichiarazione alla stampa, la mia viva inquietudine dinanzi ai pericolo che correva la Nazione.
Una strategia abilmente concepita cercava di destabilizzare l'ordine istituzionale del Paese, di creare caos e confusione, e di disturbare il meccanismo del funzionamento dello Stato. Queste preoccupazioni le ho nuovamente espresse il 4 luglio 1995 dopo il colpo di mano del 1° luglio al Palazzo del Popolo.
7. Stigmatizzavo soprattutto il pericolo che minacciava l'istituzione "Alto Consiglio della Repubblica" - Parlamento di Transizione (HCR-PT), fonte di legittimità, "costituente, legislatore e regolatore della vita della Nazione" che veniva trascinato insensibilmente verso la violazione delle proprie leggi (Atto Costituzionale e Regolamento Interno). L'obiettivo era quello di controllarlo meglio, di imbavagliarlo o di bloccarlo per giustificare infine la sua destituzione per inefficacia e inutilità.
8. Per sei mesi mi sono imposto il silenzio per osservare da una parte, nella mia qualità di testimone interno, i fatti e le azioni dei protagonisti delle nostre istituzioni e della classe politica e per non accrescere, d'altra parte, nel paese, il clima di tensione e di colpi di mano che si verificavano nel contrasto fra l'intenzione primaria e la volontà di certi attori politici.
9. Oggi sento la necessità di parlare a causa non solo della svolta pericolosa che prende il processo di democratizzazione del nostro paese ma anche e soprattutto della miseria sempre crescente del nostro popolo alla quale la classe politica non sa opporre che noncuranza, immobilismo e dispute bizantine.
10. Da sei mesi in effetti l'Atto Costituzionale della Transizione e le procedure legali sono costantemente violati da coloro stessi che ne sono i garanti. La responsabilità politica del governo nella gestione dello Stato non è rispettata. Il parere conforme del HCR-PI richiesto soprattutto per le nomine non è che lettera morta. Si assiste ad una confusione e ad un livellamento delle prerogative rispettive delle istituzioni della Nazione. Vengono abbandonati progressivamente i principi di uno Stato di diritto.
Segnaliamo i casi:
1- Delle nomine e revoche di alti dirigenti che sono operate senza l'intervento dello HCR-PT come richiede la Costituzione. Molto di più, il parere conforme dello HCR-PT è talvolta aggirato con la nomina di supplenti. E che dire della costituzione della Commissione Nazionale Elettorale senza l'esame preventivo dei fascicoli da parte dello HCR-PT?
2- del sequestro e della detenzione illegale delle traduzioni autorizzate nelle lingue nazionali del progetto di Costituzione della 3° Repubblica e di quello della legge fondamentale provinciale entrambi Atti della CNS alla cui esecuzione deve vegliare lo HCR-PT ed il governo conformemente alle disposizioni degli articoli 58 capoverso 4 e 75 dell'Atto Costituzionale della Transizione;
3- dei servizi dello Stato che continuano ancora ad essere di competenza dei ministeri che non sono quelli prescritti o nei testi dei differenti accordi;
4- dell'indipendenza della magistratura che vive a disagio per mancanza di adeguate disposizioni di bilancio;
5- dei media ufficiali che sembrano meno preoccupati del bilancio che il loro accesso venga garantito a tutte le correnti di pensiero e di opinione;
6- degli sbarramenti soppressi e che sono invece riapparsi con forza sui principali assi stradali;
7- dei servizi dichiarati superflui nei posti e negli aeroporti e che vi sono installati invece ancora più solidamente;
8- del taglieggiamento dei cittadini che continua come se niente fosse;
9- dell'esportazione fraudolenta di diamanti e di cobalto con la complicità di alti dignitari del nostro paese;
10- dell'insieme delle iniziative egoiste di alcuni governanti, protagonisti politici e operatori economici che sono alla base del disordine economico e monetario con tutto ciò che questo comporta nella vita quotidiana della popolazione;
11- dell'insicurezza che si estende e si intensifica sull'insieme del territorio e più specificatamente nell'Est dello Zaire.
11. Ma là dove l'inquietudine diventa estremamente preoccupante è quando gli accordi firmati nell'intento di rendere stabili le Istituzioni della Transizione sono oggetto di tentativi unilaterali di revisione a qualche mese dalla fine della Transizione. Siamo fino a questo punto incapaci di rispettare una parola data?
12. Noi riconosciamo certamente ai firmatari degli accordi il diritto di modificarli. Ma davanti alle sfide dell'ora, i moventi di questi tentativi di revisione non possono che essere sospetti e rischiano di causare una volta di più il blocco delle Istituzioni. la conseguenza appare evidente: un nuovo rinvio delle scadenze elettorali e l'aggravamento della miseria profonda delle popolazioni.
13. Non può esserci alcun dubbio sul fatto che l'uomo politico neghi le aspirazioni del popolo. Quest'ultimo vuole il cambiamento e lo Stato di diritto. Alla CNS è il popolo ne ha definito i contorni, indicato le vie e i mezzi, fissato le scadenze. Al Palazzo del Popolo la classe politica si è accordata, nel suo insieme, su questa volontà del popolo e sulla sua visione del cambiamento. Molto di più, la classe politica li ha consacrati in alcuni testi che reggono la Nazione e le sue istituzioni.
14. Ma oggi siamo costretti a constatare che una frangia di questa stessa classe politica, facendo cattivo uso dei mezzi a sua disposizione, opta per un ritorno progressivo al Vecchio Regime. Là dove il popolo vuole il cambiamento questi cittadini lavorano per l'immobilismo. là dove il popolo spera in un riassetto economico essi favoriscono il marasma ed il saccheggio del patrimonio nazionale. Mentre il popolo aspira alla giustizia alla pace e all'ordine costoro preferiscono la corruzione, il disordine e l'insicurezza. Mentre il popolo vuole essere solidale e unito, essi provocano la divisione ed i conflitti etnici.
15. Alla CNS ho accettato l'incarico richiestomi dal popolo di aiutarlo e accompagnarlo nel suo cammino verso lo Stato di diritto. Insieme abbiamo elaborato un nuovo progetto di società, più democratico e più vigile sulla difesa della dignità umana. Questo progetto di società è stato messo per iscritto in una legge fondamentale ed una serie di atti capaci di rimettere il paese sulla giusta strada nei settori politico e amministrativo, economico e finanziario, sociale e culturale.
Al termine dello CNS io avevo accettato una missione politica temporanea di due anni al fine di aiutare il consolidamento dello Stato di diritto durante la transizione.
16. Ma, da una parte, questa transizione prevista inizialmente per due anni è già passata a cinque, d'altra parte i colti di mano e la violazione continua degli accordi manifestano la volontà di restaurare la dittatura.
17. La mia presa di posizione intende essere un campanello d'allarme. Voglio mettere in guardia il popolo e l'insieme della classe politica di fronte al pericolo che minaccia il nostro paese per l'abbandono progressivo di uno Stato di diritto.
18. Infine, poiché mi si impedisce di esercitare le mie prerogative costituzionali conformemente all'incarico ricevuto dal CNS, ho deciso di lasciare fin da oggi le funzioni che giuridicamente sono ancora le mie in seno all'HCR-PT.
19. Ringrazio il popolo zairese che ha avuto fiducia in me così come tutte le persone di buona volontà che mi hanno sostenuto nel compimento armonioso della mia missione.
20. Possa il Signore accordare al nostro popolo la pace che viene da Lui.
(firmato) L. Monsengwo Pasinya, Arcivescovo di Kisangani
27.01.1996
27.01.1996
SUJ. - Lettera dei vescovi dello Zaire
RISPETTIAMO LA VITA E LA PERSONA UMANA.
Messaggio dei vescovi ai cattolici e agli uomini di buona volontà.
Kinshasa, 22 gennaio 1996
PARTE 1/2
Cari fratelli e sorelle,
1. La sessione ordinaria del Comitato Permanente dei Vescovi dello Zaire, tenuta a Kinshasa dal 15 al 20 gennaio 1996 dà a noi pastori la felice opportunità di porgervi i migliori auguri di un felice Anno Nuovo.
Fonti della nostra fede in Gesù Cristo, morto e resuscitato per noi, vi inviano volentieri questi auguri di un anno benedetto dal Signore.
2. L'inizio di questo nuovo anno è stato tristemente segnato da numerosi lutti causati da incidenti, assassinii e scontri fratricidi. Siamo ancora sotto lo choc dell'ultimo incidente aereo verificatosi a Kinshasa. Siamo stati particolarmente traumatizzati dalla vista dei nostri fratelli e sorelle falciati e riversi sul mercato Type-K di Ndolo.
3. Pertanto cogliamo l'occasione per presentare le nostre sincere e fraterne condoglianze al popolo dello Zaire. Pensiamo in particolare agli abitanti della città di Kinshasa e a quelli delle altre regioni duramente provate in questo momento, in particolare il Nord ed il Sud Kivu.
Imploriamo sui nostri fratelli e sulle nostre sorelle zairesi e stranieri deceduti la bontà misericordiosa dell'Altissimo. Lo supplichiamo di accoglierli nel suo Regno. Preghiamo inoltre Dio consolatore perché egli guarisca i feriti e dia conforto alle famiglie delle vittime.
4. L'incidente aereo avvenuto sul mercato Type-K di Kinshasa riassume da solo l'incuria e la nocività del potere nel nostro Paese. Dinanzi all'orrore indescrivibile di questa ecatombe non possiamo che gridare la nostra indignazione e chiedere che almeno questa volta siano avviate rapidamente delle inchieste, siano individuati i responsabili ed indennizzate le vittime, che i colpevoli, chiunque essi siano ed a qualunque livello del potere si trovino, siano severamente puniti.
5. Noi tutti ci chiediamo. Per quale ragione le autorità pubbliche hanno lasciato che si installasse un mercato in quel posto? Perché si lasciano circolare liberamente delle tombe volanti? È assolutamente inammissibile che per cupidigia e nel disprezzo della vita umana quegli stessi che hanno come compito di assicurare la sicurezza pubblica si mettano fuori legge nascondendosi dietro la disinformazione e sfruttando la credulità del popolo.
6. Se niente cambierà questo tipo di incidente si verificherà ancora più volte. In effetti oggi il materiale e le infrastrutture poste sotto l'autorità dello Stato sono diventati veri pericoli per la sicurezza della popolazione: aerei, navi, treni, strade; ospedali ecc
Nessuna sorpresa per ciò: la morte dello Stato porta con sé la morte fisica e morale del popolo.
Questa constatazione ha potuto essere fatta in occasione dell'incidente aereo di Ndolo.
Se dobbiamo congratularci ed incoraggiare l'abnegazione, la generosità e la solidarietà degli zairesi e degli amici stranieri durante e dopo il dramma, dobbiamo tuttavia riconoscere che la maniera irrispettosa con cui sono stati trattati alcuni corpi delle vittime mette in evidenza il decadimento morale che minaccia la nostra società. Questo decadimento è una delle conseguenze della tremenda miseria che costringe il popolo a ricorrere per sopravvivere ad espedienti e soluzioni spesso incompatibili con la propria coscienza.
Bisogna credere che ogni denunzia di una male susciti nuove energie per aggravarlo e persino per creare altri mali più funesti?
7. Il popolo zairese ha costantemente di fronte lo spettro della morte.
In questi ultimi anni delle intere comunità sono condannate a morire violentemente o a poco a poco torturate o stremate dalla fame, la miseria, la malattia, le guerre fratricide.
8. Testimoni afflitti dell'assassinio del nostro popolo (2) non ci stanchiamo di denunciare la mania distruttiva e la morte morale dello Stato zairese scatenato contro il proprio popolo (3).
Come l'ha chiaramente dichiarato il nostro rappresentante alla Conferenza Nazionale Sovrana, questa volontà perversa dei distruggere il popolo zairese deriva dal disprezzo di Dio e dalla negazione del valore unico della persona umana.
Poiché, secondo questa parola di S. Agostino: "Due amori hanno eretto due città: l'amore per se stessi spinge sino al disprezzo di Dio e l'amore di Dio spinge sino al disprezzo di sé" (4).
9. Nel nostro paese questo disprezzo di Dio si manifesta fra l'altro col ricorso alla magia occulta.
Si esprime più particolarmente con la volontà politica di creare e di moltiplicare falsi occulti, di strumentalizzare la religione a fini economici ed elettorali.
10. Quando Dio è così ridotto al rango di un semplice strumento per la conquista del denaro e per la conservazione o la conquista del potere niente più è capace di creare le fondamenta del diritto né di raccomandare il rispetto per la persona umana. In questa cecità, per giudicare il bene e il male, chi dirige la politica adotta il denaro ed il potere come uniche norme di riferimento.
11. Installato in una tale forma mentis, l'uomo politico zairese calpesta troppo facilmente la parola data, le leggi e le Istituzioni della Repubblica.
Alcuni esempi dimostrano questo disprezzo per la persona umana e per la legge:
- alcune persone sono state escluse dalla CNS per ragioni di appartenenza etnica;
- per ragioni simili intere popolazioni sono state perseguitate, cacciate da alcune regioni e costrette a diventare rifugiate nel loro stesso paese o a fuggire all'estero;
- dalle procedure, poco rispettose della dignità umana sono state utilizzate per destituire il presidente dell'alto Consiglio della Repubblica e Parlamento di transizione.
12. Constatiamo purtroppo che il popolo zairese non è il solo ad essere minacciato di distruzione per la cupidigia e la cecità morale dei suoi dirigenti.
Nel nostro Continente, per ragioni e secondo uno scenario analoghi, molti altri paesi sono sottomessi ad un identico processo di distruzione: commercio delle armi, conflitti socio-etnici, opposizioni religiose e proliferazione delle sette, distruzione delle strutture socio-politiche e delle infrastrutture economiche.
13. Oggi appare evidente che la volontà di uccidere l'Africa no è l'opera dei soli dirigenti locali. Questi ultimi il più delle volte non sono che complici i quali eseguono dei programmi concepiti fuori dal continente.
La maggior parte delle guerre tribali e delle divisioni politiche che conosciamo in Africa sono sostenute e talvolta provocate da paesi stranieri per i loro interessi particolari.
RACCOMANDAZIONI AGLI UOMINI POLITICI
14. Lo sappiamo tutti, i popoli africani ed in particolare quello zairese sono in grande maggioranza credenti.
Ancora di più, molti di voi sono cristiani. Non lo dimenticate: "Chi odia il proprio fratello è un omicida" (5). Oggi dunque non chiudete il vostro cuore, ascoltate la voce di Dio (6).
L'orgoglio ed il disprezzo di Dio portano alla perdizione mentre invece il timore ed il culto del vero Dio sono l'inizio della saggezza.
Per mezzo di questa l'uomo si riconcilia con se stesso e con i suoi fratelli.
È tempo che abbandoniate la via suicida che avete imboccato poiché non potrete mai sopravvivere alla morte del vostro popolo.
15. Nelle circostanze attuali, non lo diremo mai abbastanza, l'organizzazione delle elezioni libere e trasparenti è la via giusta per uscire dalla lunga crisi politica. Per arrivarci debbono essere realizzate delle condizioni preliminari. Esse sono segnatamente:
"- la sicurezza delle persone e dei loro beni garantita da istituzioni credibili e accettate all'insieme dei cittadini;
- la libertà di espressione per tutti, particolarmente attraverso la radio e la televisione nazionali rese disponibili e accessibili a tutte le parti politiche ed ai differenti gruppi d'opinione presenti nel Paese;
- la riorganizzazione minima delle vie di comunicazione indispensabili per la libera circolazione delle persone e dei loro beni sull'intero territorio nazionale;
- l restituzione alla comunità nazionale dei mezzi essenziali al funzionamento dello Stato. Si tratta soprattutto della territoriale, dell'esercito e della Pubblica Sicurezza, della Banca centrale delle Società parastatali dell'OFIDA, del Servizio nazionale dei Contributi" (7).
PAYS - ZAIRE
SUJ. - Lettera dei Vescovi dello Zaire
RISPETTIAMO LA VITA E LA PERSONA UMANA
Messaggio dei Vescovi ai cattolici e agli uomini di buona volontà.
Kinshasa 22 gennaio 1996
PARTE 2/2
Ai nostri amici stranieri
16. Voi sapete certamente meglio di noi che alcuni dei vostri concittadini, uomini d'affari e dirigenti politici, non sono estranei alle nostre disgrazie.
Tuttavia, non ne dubitiamo per molti di voi, voi siete uomini e donne compenetrati di spirito di giustizia e di pace. perciò vi domandiamo di aiutarci a combattere i mali che ci colpiscono e che sono spesso programmati nei nostri paesi. Ne sarete fortemente ricompensati perché noi crediamo che questi mali minacciano tutta la società umana.
AL POPOLO DI DIO CHE VIVE IN ZAIRE
17. Anche se il male e la morte sembrano trionfare, noi siamo certi che il bene e la vita prevarranno. poiché "Colui che è in voi è più grande di colui che è nel mondo" (8). Dio ci ha creati per amore. Egli non vuole la nostra morte. Siamo peraltro convinti che molti di voi vogliono il bene e cercano di realizzarlo.
Vi incoraggiamo a perseverare nella fede di Dio ed a promuovere il rispetto della vita e della persona umana.
18. Vi invitiamo ad organizzarvi per impegnarvi meglio in tutti i campi. A questo scopo vi esortiamo a dare prova di immaginazione creativa, di dinamismo e di solidarietà in seno alle comunità locali con iniziative di sicurezza, di risanamento, di salute e di approvvigionamento di prodotti di base per assicurare e migliorare le vostre condizioni di vita.
La promozione della vita costituisce la finalità principale di ogni società umana.
19. Parecchie volte vi abbiamo raccomandato di prepararvi alle elezioni politiche grazie alle quali potrete darvi dei rappresentanti e dei dirigenti che si prendano cura della vostra vita e del vostro benessere.
Non lo ripeteremo mai abbastanza. la carica politica è da considerarsi fra le più alte e le più esigenti delle funzioni pubbliche. Essa non può essere affidata a degli egoisti né a dei malfattori.
Evitate di dare il vostro voto senza discernimento. Poiché candidati senza ideali, in particolare quelli che sono causa della vostra sofferenza di oggi, solleciteranno domani, senza vergogna alcuna, i vostri voti.
Essi si presenteranno come i vostri benefattori offrendovi biglietti di banca, viveri, bevande ed altri beni di prima necessità. Attenti ai lupi sotto spoglie di agnelli (10). Siate coscienti della vostra dignità, delle vostre prerogative e dei vostri obblighi (11).
Votate solo per chi saprà difendere con certezza gli interessi comunitari e si occuperà del bene generale della Regione e della Nazione.
Attenti alle qualità dei candidati da eleggere (12), affidate la gestione del Paese a quelli fra di voi dei quali sono sicure l'onestà, la competenza, l'esperienza e la dedizione nella gestione degli affari pubblici o privati.
CONCLUSIONE
Cari fratelli e sorelle
20. Adesso più che in altre circostanze volgiamo il nostro sguardo e il nostro cuore verso Dio. È Lui la nostra forza e la nostra speranza (14).
"In definitiva, siate potenti nel Signore e confidate nel vigore della sua forza. Indossate l'armatura di Dio per poter resistere alle manovre del diavolo. Poiché non è contro avversari di sangue e di carne che ci tocca lottare, ma contro i Principati, contro le Potenze, contro i Reggitori di quel mondo di tenebre. Tenetevi dunque pronti con la Verità per cintura, con la Giustizia per corazza e con lo zelo per calzare onde propagare il Vangelo della pace!" (15).
22. Il non rispetto della vita e della persona umana deriva sempre dalla negligenza del grande e nuovo Comandamento che il Signore Gesù ha dato ai suoi discepoli "Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati" (16).
Fratelli e sorelle, progredite nel cammino dell'Amore verso Dio e verso il prossimo. Sarete allora dei promotori e dei protettori della vita e di ogni persona umana anche in circostanze difficili. Animati dello Spirito di Dio che è Amore, proclamate fin da oggi in parole ed in atti il Messaggio del vostro Redentore. Affretterete così l'avvento del Mondo nuovo oggetto delle nostre preghiere e della nostra speranza.
23. Per manifestare il nostro attaccamento a Dio ed ottenere la sua misericordia convertiamoci e teniamoci lontani dai falsi culti. Con atti concreti di penitenza, di digiuno, di pellegrinaggio, di preghiere comunitarie e di suppliche imploriamo l'aiuto dell'Altissimo. Che la Santissima Vergine, madre di Dio, interceda per noi presso suo Figlio affinché Egli rinnovi il nostro cuore e benedica il nostro Paese.
Kinshasa, 20 gennaio 1996
Il Comitato permanente dei Vescovi dello Zaire
BIBLIOGRAFIA
(1) 1 Th 4,14.
(2) Cf C.E.Z. Tenez bon dans la foi, Kinshasa, 1993, no 2.
(3) Cf Ibidem, no 5.
(4) Declaration de la Conference episcopale du Zaire a la C.N.S., no 16 qui
cite De Civ. Dei, Lib XIV, 28.
(5) 1 Jn 3,15.
(6) Cf. Ps 94,7.
(7) Cf C.E.Z., Tenez bon dans la foi, 1993, no 13.
(8) Cf 1 Jn 4,4.
(9) Cf. C.E.Z., Tenez bon dans la foi, 1993, no 18.
(10) Cf Mt 10,16-17.
(11) Cf C.E.Z., Des dirigeants nouveaux pour le salut du peuple, Kinshasa,
1995, no 22.
(12) Cf. Ibidem.
(13) Cf. C.E.Z., Tenez bon dans la foi, 1993, no 18.
(14) Cf. 1 Th 2,19.
(15) Ep 6,10-18.
(16) Jn 15,12.17.
Note
1- cfr. A. GBABENDU EUGUNDUKA, Volontà di cambiamento in Zaire, vol. I, Harmattan, Paris 1991.
2- Ra.de.co (Rassemblement démocratique congolais); Co.na.co (Convention nationale congolaise), M.n.c (Mouvement national congolais).
3- Fra i quali i famosi "gufi", veri squadroni della morte. Leggere il rapporto di dicembre 1995 della Federazione Internazionale dei diritti dell'uomo.
4- cfr.: KYUNGU MUSENGE, L'iperinflazione in Zaire e le sue conseguenze sociali, Memoria di laurea in scienze sociali, Università Gregoriana, aprile 1995.
5- Messaggio dei vescovi ai cattolici e agli uomini di buona volontà, Kinshasa, 22 gennaio 1996.
6- cfr.: A. GBABENDU ENGUNDUKA, Op. cit. pp. 26-36.
7- cfr.: DUNGIA, Mobutu e il denaro dello Zaire, Harmattan, Paris 1993.
7- cfr.: DE DORLOT P., La marcia della speranza, Kinshasa, 16 febbraio 1992, Harmattan-Amos, Paris 11994.
8- cfr.: La lettera del Continente n. 184, citata da LC n. 250 di gennaio 1996.
9- KAMITATU MASSAMBRA scrive in Zaire, il potere alla portata del popolo, Parigi, Harmattan 1977, che nel 1977 nove delle dodici alte funzioni della Repubblica sono esercitate da personalità apparteneneti alla stessa regione di Mobutu.
10- I gruppi "Jérémie" a Bukavu, "Amos" a Kinshasa, "Giustizia e liberazione" a Kisangani, "Giustizia e pace" a Lulumbashi ecc
11- cfr. a questo proposito il memorandum degli affari esteri.
12- Per maggiori informazioni cfr. A. GBABENDU Engunduka, op. cit., 56-63.
13 - Questa costituzione è stata emendata nell'agosto 1974, il 15 febbraio 1978 ed infine nell'aprile 1990.