Gli Stati Uniti nella notte del 16 dicembre hanno bombardato - d'intesa con la Gran Bretagna - l'Irak.
Clinton e Blair: bocciati in diritto internazionale, bocciati da PeaceLink Non e' stato avvisato il Consiglio di Sicurezza dell'Onu. Il segretario Kofi Annan parla di "triste giorno per l'Onu". Se uno studente universitario fosse interrogato dal suo docente di diritto internazionale circa la legalita' dell'attacco anglo-americano cosa dovrebbe rispondere? Per valutare la legalita' dell'azione militare occorre leggere attentamente il documento fondamentale che autorizza o meno l'uso della forza milirare: la Carta delle Nazioni Unite. In essa si specifica, nell'articolo 51, che le nazioni hanno diritto a una "legittima difesa individuale o collettiva, nel caso in cui abbia luogo un attacco armato contro un Membro delle Nazioni Unite, fintantoche' il Consiglio di Sicurezza non abbia preso le misure necessarie per mantenere la pace e la sicurezza internazionale." Su questo articolo si fonda la Nato la quale puo' intervenire solo se un suo membro viene attaccato. Non rientra pertanto in tale ambito il recente bombardamento all'Irak. In nessun altro caso una nazione ha diritto - se vuole rispettare la legalita' internazionale - ad usare la forza. L'articolo 2 della Carta dell'ONU prescrive infatti: "2.3 I Membri devono risolvere le loro controversie internazionali con mezzi pacifici, in maniera che la pace e la sicurezza internazionale, e la giustizia, non siano messe in pericolo. 2.4 I Membri devono astenersi nelle loro relazioni internazionali dalla minaccia o dall'uso della forza, sia contro l'integrita' territoriale o l'indipendenza politica di qualsiasi Stato, sia in qualunque altra maniera incompatibile con i fini delle Nazioni Unite."
Nell'articolo 33 si specifica inoltre:
E di controversia si tratta nel caso dell'Irak. E nell'articolo 43 e' spiegato il sistema attraverso il quale un'azione militare deve essere concertata: "Tutti i membri delle Nazioni Unite s'impegnano a mettere a disposizione del Consiglio di Sicurezza, a sua richiesta ed in conformita' ad un accordo o ad accordi speciali, le forze armate, l'assistenza e le facilitazioni, compreso il diritto di passaggio, necessario per il mantenimento della pace e della sicurezza internazionale." A chi spetta la direzione delle operazioni militari? "I piani per l'impiego delle forze armate sono stabiliti dal Consiglio di Sicurezza coadiuvato dal Comitato di Stato Maggiore", recita l'articolo 46 e nell'articolo 47 si specifica che "il Comitato di Stato Maggiore e' composto dai Capi di Stato Maggiore dei Membri permanenti del Consiglio di Sicurezza o di loro rappresentanti". Per quanto riguarda la Costituzione Italiana l'articolo 11 avrebbe reso incostituzionale la partecipazione dei bombardieri tricolori all'azione anglo-americana: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa alla liberta' degli altri popoli e come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali; consente in condizioni di parita' con altri Stati, alle limitazioni di sovranita' necessarie ad un ordinamento che assicuri la pace e la giustizia fra le Nazioni: promuove e favorisce le organizzazioni internazionali rivolte a tala scopo." Ritorniamo al nostro studente che vuole superare l'esame di diritto internazionale: se rispondesse che l'azione militare anglo-americana rientra nell'ambito del rispetto del diritto internazionale sarebbe prontamente corretto dal docente e rischierebbe di non superare l'esame per non aver studiato bene la Carta dell'ONU. Neppure l'inadempienza di Saddam Hussein alle risoluzioni dell'ONU autorizza l'uso della forza, di competenza solo del Consiglio di Sicurezza dell'ONU: sarebbe come se un cittadino volesse applicare lui la legge con la forza. Questo lo si vede nei film americani in cui i giustizieri della notte prendono il mitra, scendono in strada e decidono di applicare loroi la legge. Ma il mondo di pace per cui e' sorta l'Onu non puo' obbedire al copione di quei film di violenza. Ad un fuorilegge come Saddam Hussein si fa un vero regalo di Natale facendolo apparire vittima di bombardamenti, per di piu' illegali, che colpiscono tra l'altro non lui ma il popolo irakeno. Pertanto PeaceLink - che per statuto si ispira al rispetto Costituzione Italiana e della legalita' internazionale - condanna l'azione di guerra e invita tutti i suoi utenti ad aderire ad ogni manifestazione pacifica e ad usare la rete per dare tempestivamente informazione sulle iniziative nonviolente che vengono intraprese in queste ore.
Presidente di PeaceLink
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