Una archiviazione dell'inchiesta sull'omicidio di Piazza Alimonda non farebbe onore alla nostra giustizia, perche' ha tolto ad una famiglia gia' gravemente colpita dalla perdita di un figlio il diritto di cercare la verita' assieme allo Stato italiano, in un dibattimento dove tutte le foto, i filmati, le testimonianze e le perizie avrebbero potuto essere sottoposti ad un esame piu' accurato e al confronto dialettico delle idee.

Una archiviazione non farebbe onore all'Arma dei Carabinieri, perche' la espone ad accuse di scarsa trasparenza e al sospetto di voler evitare un processo e un pubblico esame di tutte le prove, e questo non rende giustizia al lavoro onesto e silenzioso fatto da tanti operatori delle forze dell'ordine.

Una archiviazione non farebbe onore alla magistratura, perche' trasmetterebbe all'opinione pubblica un inquietante messaggio, dando ad intendere che il vero potere di decisione sul destino degli indagati non e' in mano ai giudici, ma ai periti, e che davanti ad una perizia un giudice puo' solo chinare la testa, senza aggiungere nulla all'accertamento della verita'.

Noi che siamo stati a Genova e operiamo nel difficile settore del volontariato dell'informazione, non abbiamo verita' preconfezionate da imporre agli altri. Per esperienza diretta, tuttavia, possiamo affermare una sola certezza: quello che e' successo in piazza Alimonda, e piu' in generale a Genova in quei giorni, e' diverso dalla "verita' ufficiale" stabilita a tavolino.

E' per questo che nulla di quello che e' accaduto va archiviato, e qualora questa archiviazione avvenisse a causa dei limiti della macchina legale e burocratica, bisognera' essere ancora piu' attenti, onesti e nonviolenti nel fare uso della memoria.

Per l'Associazione PeaceLink

Carlo Gubitosa - segretario di PeaceLink
c.gubitosa@peacelink.it

Alessandro Marescotti - presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.it

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