E' un grido di libertà, è un segno di speranza.
Tutti i no global arrestati sono stati "liberati" dal Tribunale del Riesame
di Catanzaro.
I dubbi da noi espressi al momento degli arresti sono ora confermati.
Arriva finalmente un provvedimento della magistratura che rende giustizia e
apre uno squarcio di verità su quest''inquietante vicenda.
Ma occorre andare oltre e capire che qualcosa va riformato nella giustizia,
e non ci riferiamo a provvedimenti contro l'autonomia dei magistrati. Ci
riferiamo ad una urgente riforma delle norme che - retaggio di epoca
nefasta e illiberale - possono consentire abusi e distorsioni nelle
inchieste. Ci rivolgiamo quindi ai parlamentari perché vengano abolite le
norme fasciste che, sopravvivendo nel codice penale, consentono ancora oggi
di perseguire le opinioni e le associazioni in base ad una loro presunta
pericolosità ideologica.
Spiace dover constatare che il dibattito politico sulle cosiddette "riforme
istituzionali" non abbia mai posto al centro l'eliminazione di residui
normativi autoritari e pericolosi in quanto ideati e creati in un'epoca in
cui le libertà dei cittadini erano considerate un "vizio" da estirpare.
Ma, oltre a questo pericolo incombente sulle libertà civili, occorre
eliminare un'altra fonte di possibili abusi e distorsioni: quella di
arbitrarie intercettazioni telefoniche e ambientali non motivate da reali
indizi di reato. Come ha affermato il gip del Tribunale di Napoli Pierluigi
Di Stefano, in relazione alle intercettazioni verso il telefono di
Francesco Caruso, "la polizia giudiziaria inquirente sta realizzando, in
modo indiretto, delle intercettazioni preventive, il che allo stato non
viene consentito nemmeno in materia di criminalità mafiosa" (1). Un altro
magistrato, il gip Luca Semeraro, ha aggiunto: "Procedere alle
intercettazioni in assenza di concreti elementi indiziari del reato per cui
si procede, determinerebbe solo un uso improprio delle intercettazioni
telefoniche" (2). Tali intercettazioni a carico non di "indagati" ma di
"persone informate sui fatti", diventerebbero attività preventive e
stravolgerebbero le finalità probatorie dell'intercettazione telefonica. Se
l'esperimento effettuato sui no global ora liberati dovesse diventare una
prassi usuale, saremmo di fronte alla realizzazione made in Italy del
"Grande Fratello" di Orwell. Tutti potremmo essere spiati "a scopi
preventivi".
Oltre alla "guerra preventiva" dobbiamo subire in silenzio anche la "spiata
preventiva" su migliaia di telefonate, fax ed email?
Noi ci opponiamo con tutte le forze a questa prospettiva di controllo globale.
Non vogliamo che la "guerra al terrorismo", concepita con i metodi
indiscriminati Bush, infligga un altro "danno collaterale", questa volta
alla nostra democrazia.
Il grido di libertà di oggi divenga il grido di libertà della nostra
democrazia.
Alessandro Marescotti - presidente di PeaceLink
a.marescotti@peacelink.it
3/12/02
(1) (2) Fonte: Il Corriere della Sera 19/11/02