Petizione al
Sindaco di Taranto - Dott.ssa Rossana Di Bello
Municipio
74100 Taranto
Con questa petizione noi cittadini Le chiediamo:
·
di creare una banca dati
sempre aggiornata su Internet contenente tutte le rilevazioni dei sistemi di
monitoraggio ambientale all'interno dell'area industriale e tutte le
informazioni in possesso del PMP (Presidio Multizonale di Prevenzione) e dello
SPESAL (Servizio Prevenzione e Sicurezza Ambienti di Lavoro) circa le
irregolarità e le carenze individuate negli impianti inquinanti e a rischio;
·
di opporsi ad ogni aumento del carico di
inquinamento industriale sulla città per ragioni di tutela
della pubblica salute; e pertanto di attivarsi presso le autorità regionali
affinché non venga concessa alcuna autorizzazione all'ILVA per l'aumento del
25% della produzione di acciaio.
Le
nostre ragioni
La nostra
posizione era ed è favorevole alla fermata delle batterie ad alto inquinamento cancerogeno della cokeria (23
morti per tumore dal '90 al '98 e 6 ammalati su 370 addetti del reparto); la
scelta di mantenerle in marcia (in attesa di un loro rifacimento) e di una loro
"conduzione secondo pratiche operative internazionalmente riconosciute
come valide" ci lascia pieni di dubbi. Esistono strumenti e personale
sufficienti ad effettuare anche un costante controllo notturno ad esempio? Si
impone perciò all'ente pubblico un compito straordinario di sorveglianza e
monitoraggio, ben più stringente e più severo di quanto non sia avvenuto in
passato. Le risultanze delle verifiche vanno socializzate con tutti i soggetti
cittadini che sono mobilitati sul fronte anti-inquinamento. Tutta
l'informazione va data a tutti, anche quella relativa ai malati di tumore nei
reparti killer (di cui ci giunge notizia solo dalla stampa). Chiediamo pertanto
l'immediata creazione su Internet (sul sito Internet del Comune o della ASL
TA/1) di una banca dati con i monitoraggi diffusi in tempo reale in modo da
sapere ciò che succede anche di notte (quando i fumi non sono visibili) sia per
le emissioni convogliate sia per le emissioni diffuse. Tale banca dati deve
rendere di pubblico dominio tutti i monitoraggi eseguiti (anche in passato) dal
PMP e dallo SPESAL. Solo così si potrà capire se la scelta imboccata
dall'accordo Ilva-Comune è praticabile o se va invece scelta, per l'assenza
delle condizioni di sicurezza previste, la soluzione della fermata delle batterie 3/6 della cokeria.
Chiediamo poi
la dismissione della vecchia centrale
termica CET/1 (dato che essa è già stata affiancata dal moderno impianto
CET/3). Anche la CET/2 va dismessa o
riconvertita a metano in quanto priva di sistemi di abbattimento delle
emissioni inquinanti. L'Ilva va impegnata in un efficace programma di
smantellamento dell'amianto dalle batterie della cokeria e da altri reparti,
rendendo noti i "misteriosi" siti di stoccaggio dell'amianto.
Chiediamo che
siano resi subito attivi i sistemi di
monitoraggio installati nel parco minerale che soffoca con le sue polveri in particolare il quartiere
Tamburi; per tale parco occorrerebbe adottare soluzioni volte a bloccare la
dispersione delle polveri. I dati di questi sistemi di monitoraggio Ilva devono
essere resi pubblici.
Le chiediamo di
esprimersi contro ogni autorizzazione
all'aumento da 8 a 10 milioni di tonnellate della produzione di acciaio (spostamento
a Taranto delle produzioni inquinanti rifiutate dai cittadini di Cornigliano).
L'aumento produttivo comporterebbe un parallelo aumento da 20 milioni a 25
milioni di tonnellate annue di minerale e carbone, come si legge sulla
relazione della Commissione Ambiente del Comune di Taranto, e un conseguente
ulteriore incremento del 25% dell'inquinamento cittadino di provenienza ILVA.
Ciò è incompatibile con la dichiarazione del 1990 di Taranto quale area ad
elevato rischio ambientale.
Questa nostra
richiesta non è "anti-industriale" ma deriva dalla semplice
constatazione che - per ragionevoli cautele ambientali - anche i grandi
impianti siderurgici del Giappone non superano i 6 milioni di tonnellate annue
di acciaio, mentre Taranto si sta incamminando verso una cifra doppia,
diventando la seconda acciaieria del mondo dopo un impianto sudcoreano. I costi ambientali e
sanitari di una simile operazione sono scaricati sulla gente: raddoppio dei tumori in 30 anni,
aumento delle malattie dell'apparato respiratorio, allergie e una devastazione
senza precedenti della parte forse più bella della costa. Per una miope
operazioni di breve respiro vengono compromesse per decenni le prospettive di
sviluppo turistico e ambientale di un'intera città.
Nome e cognome Indirizzo Firma
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Questa
petizione può essere scaricata dal sito Internet http://www.taras.it
Foto
cokeria-killer: http://www.peacelink.it
Coordinamento
per la raccolta delle firme contro l'inquinamento industriale a Taranto:
Legambiente, WWF, PeaceLink, Pax Christi, Chiesa Valdese e singoli cittadini.
Per adesioni: e-mail: volontari@peacelink.it Fax 1782273886