3 DICEMBRE 1996
Diario di bordo
Caro Kizito,
questo e' il diario di bordo del 3 dicembre, dalla costellezione spaziale di
Taranto. Pur da cosi' lontano ti pensiamo. Giornata con i fiocchi, oggi.
Panino mangiato a scuola, pranzo saltato, grande affiatamento con i ragazzi,
tastiera, batteria, presepe, danze. Chitarre. Molte facce sorridenti.
Bella giornata a scuola, provero' a scrivere un minidiario. Sono sfinito e
felice.
Giornata iniziata di corsa. Daniele accompagnato a scuola, salto in edicola:
PeaceLink esce nuovamente sul settimanale Vita. Ottimo giornale!
Di corsa a scuola, attenzione alla strada bagnata, si scivola. Parcheggio la
Uno e li trovo li' i ragazzi ad aspettarmi. Mi scuso anche con Chiara,
l'altra insegnante che segue i canti dei ragazzi. Per lei e' la giornata
libera, per me pure, per meta'. Ma per Kizito questo ed altro. Cerchiamo una
stanza e ne troviamo finalmente una, dopo aver girovagato fra aule occupate
e distanti. E' calda, uaoo! Buona l'acustica (o sono i ragazzi che cantano
bene?). Enzo, 18 anni, alla chitarra, la mia vecchia del 1974. I testi delle
canzoni sono in un inglese complicatuccio. Per fortuna c'e' la voce
bellissima di Chiara che ci insegna la pronuncia, il ritmo incalzante e
l'intonazione. Ma le ragazze del coro ormai masticano bene l'english. Io
scribacchio i titoli alla lavagna, mi scappa qualche english-sbroccolo...
Passano in fretta le due ore di canto. Poi per me arriva il momento della
lezione di storia. Questa volta si parlera' di liberalismo, socialismo e di
qualche barbuto rivoluzionario.
Campanella, fine della mattina, saluti. Chiara scappa, a casa ha una bambina
e subito dopo un corso di aggiornamento, la stanchezza non le vela il
sorriso. I ragazzi mi promettono "ci vediamo sopo". Mi rintano nella mia Uno
bianca. Panino, succo di frutta, un'occhiata ai messaggi di posta
elettronica "freschi di giornata". Poggio il portatile accanto alla
chitarra, mi squilla l'agendina elettronica, un altro morso al panino,
un'occhiata a "Vita", un momento di commozione di fronte alla lettera di
Stefano.
Cerco poi un messaggio di posta elettronica per Pasquale... Penso infatti a
Paquale, un collega di educazione fisica che sta usando il mio portatile per
documentarsi e aiutare Farba, un immigrato che ha bisogno di mettersi in
regola; ha scritto lui stesso un messaggio telematico ad Antonio, che su
PeaceLink e' l'esperto di questo settore. Forse Farba suonera' con noi nel
concerto per Koinonia.
Primissimo pomeriggio. Arrivano i ragazzi... non sono riusciti a farsi un
panino, negozi chiusi, ma sono rimasti a scuola. Arriva la tastiera: fa il
ritmo e il basso da sola ed e' veramente di quelle buone, credo una Roland.
Tastierista di 14 anni... ma che grinta! In pochi minuti si mette al passo
della chitarra ed Enzo e' (quasi) soddisfatto. Piu' che uno studente e' ora
un severo ed esigente docente di musica.
Mi volto e dietro di me... sorpresa: stanno montando la batteria, rossa
metallizzata. Anche qui pochi minuti e tutto si instrada: ritmo OK, coro OK,
accordi (quasi) tutti azzeccati, fossero cosi' bravi a scuola tutti i giorni
'sti ragazzi, mi viene da pensare.
A volte i ragazzi camminano sulle strade dei nostri sogni.
Respiro un'atmosfera elettrica. Li guardo con soddisfazione, sono contento
di loro. Come sono cresciuti...
Mi piace che lavorano anche senza di me, sono autonomi, affiatati. E allegri.
Un altro gruppo di studenti intanto abbellisce la grande aula delle prove
con un presepe. Anche questa e' una sorpresa. Non era mai accaduto nella
nostra scuola che si facesse il presepe.
Devo tornare a casa, mio figlio mi attende, mia moglie sta per andare a
scuola e c'e' bisogno della mia presenza.
Ma mentre me ne vado c'e' gia' il balletto che si organizza. Alta, capelli
biondi, calzamaglia grigia, anni di esperienza di educazione fisica e
pattinaggio: Eliana e' l'animatrice dei ragazzi, dirige un balletto moderno
molto ritmato. Eliana e' stata l'ideatrice della "torta per Koinonia" ed ora
e' li' che insegna i passi giusti ad un gruppo di ragazze e ragazzi.
Ovviamente tutto straordinario "di volontariato". A muovere i passi con le
sue gambe extralunghe c'e' anche Salvatore, un mio ex alunno, sorriso
contagioso, voleva andare a Koinonia quest'estate. Sono molto affezionato a
Salvatore, anche se andava maluccio.
Ore 18. Sto finendo di scrivere questo diario. Torna Maria Teresa a casa con
una buona notizia: a scuola le sue colleghe per Natale vogliono sostenere
Kizito e Koinonia. Ma c'e' anche una notizia non bellissima: "Guarda qua..."
Maria Teresa ha in mano anche un foglietto con un pene mal disegnato: e' di
nostro figlio, 10 anni. La prova e' frutto di un "controllo" realizzato
dalla sua maestra di studi sociali. Danile era distratto e non seguiva la
spiegazione.
Finisce la missione Koinonia e comincia la mia missione di papa'.
Ma non e' cosi': mi chiamano al telefono... E' don Antonio, mi chiede una
testimonianza, i suoi ragazzi mi stanno aspettando. Inforco la bicicletta,
scavalco il traffico ed io - laico - entro in una parrocchia per parlare di
Kizito, dei miei ragazzi a scuola, di PeaceLink.
Un'esperienza bellissima, che si conclude con la preghiera, a cui partecipo
senza fare il segno della croce.
7 DICEMBRE, ore 16
Cyber-preghiera
Caro Kizito,
chissa' dove sarai ora, in questo momento. Noi abbiamo appena riposto le
nostre chitarre e chiuso i registri blu. A scuola e' stata una giornata di
sole. Tre studentesse - Laura, Adriana e Maria Rosaria - hanno portato due
torte che hanno fatto il giro della scuola. Risultato: settantamila lire
raccolte per Koinonia. Ma mi piace raccontare che abbiamo tradotto la tua
preghiera per il bambino africano. Ieri infatti, mentre la batteria
picchiava forte, Gabriella, una studentessa, pigiava con dolcezza sulla
tastiera del mio portatile e, vocabolario alla mano, sul display illuminato
- in un angolo della sala delle prove - si dipanava lentamente la tua preghiera:
...Dio sorrise, piegandosi su un piccolo ragazzo sudanese
che non andava a scuola ne' conosceva la sua preghiera,
e disse:
"Sai, ho un bambino proprio come te. La sua pelle ha lo stesso colore della
tua, vive in un rifugio come il tuo, spesso e' affamato come te, ed e'
dimenticato proprio come lo sei tu...
Lo incoraggiai a venire e vivere nel tuo mondo, cosi' che potesse avere
molti amici e giocare il gioco del tempo, il gioco delle lacrime e delle
risate, dell'incertezza e del fallimento. Lo mandai nel mondo degli uomini
ed egli trascorse tutta la sua vita insegnando loro la via dell'amore.
Alcuni provarono ad ucciderlo, ma non ci riuscirono: egli vive. Vive dentro
di te in modo che tu possa crescere nella felicita' e nella liberta', che tu
possa vincere la solitidine e l'ingiustizia. Lo sai, in lui tu sei anche mio
figlio adesso. Io mi specchio nei tuoi occhi, e cosi' ti chiamo... Gesu'."
Ora questa preghiera e' in rete, speriamo che giunga al cuore della gente e
travalichi le frontiere, esca fuori dai chip di silicio, venga appesa nelle
chiese, diffusa nelle scuole, conservata in un cassetto o nell'anima.
L'abbiamo letta ieri e il silenzio e' calato, si e' chinato verso di noi il
tuo spirito che ha parlato alle nostre coscienze. E chissa' dove sei ora,
caro Kizito, a quali bambini stai portando i tuoi biscotti... si' perche' -
lo abbiamo letto sul tuo libro - le parole non riempiono lo stomaco, anche
se sono parole di solidarieta'.
E oggi il silenzio nuovamente e' calato quando abbiamo letto le storie dei
bambini di strada che Koinonia accoglie. "Le ha mandate Enrico..." E quando
dico "Enrico" i miei ragazzi sanno gia' chi e', non c'e' bisogno di tante
spiegazioni, l'hanno visto qui in piedi con il giubbotto di pelle nera,
parlare con la suo voce gentile. Enrico Marcandalli e' quello delle "nuove
tecnologie", che ha un computer portatile peso piuma, piu' leggero del mio,
una scheda modem molto piu' piccola del mio modem. E io sono ormai diventato
per loro quello delle "vecchie tecnologie", col mio dinosauro digitale da
tre chili, biancastro parallelepipedo che mi accompagna inseparabile. Enrico
e' quello che ci ha regalato "Father Kizito's notebook", il tuo libro che
comincera' ad essere tradotto come esercitazione di inglese. Mi ha
interessato il tuo articolo sul turismo responsabile e sui turisti che
stracciano dignita' e piegano persone, parole che qui nel nostro Istituto
Alberghiero dovrebbero diventare motivo di riflessione visto che il turismo
e' materia di studio trasversale.
Intanto il conto corrente di Amani comincia ad apparire nelle vetrine, nei
negozi e Koinonia appare sotto il volto di un bambino africano: "Come sara'
il suo Natale? Aiutalo. Sarai piu' felice anche tu". Questo si legge sul
nostro volantino che fa da locandina, realizzato con un sistema di
impaginazione povera ed economica, fogli fotocopiati e stampati col computer
e una stampante a 24 aghi.
Ho tentato anche brevi interviste ai ragazzi che si stanno dando
maggiormente da fare: al batterista (Cosimo) e al tastierista (Michele).
Enzo, il chitarrista, oggi e' invece impegnato in un concerto per Telethon.
Ho inviato anche un messaggio in inglese a Koinonia.
Se potessimo inviare biscotti via modem (come file attach) saremmo piu'
felici. Per ora accontentati delle nostre parole. E dei nostri bollettini di
conto corrente. Se per ora non riempiono nessuno stomaco, ma almeno ci
riempiono di speranza e di entusiasmo le giornate.
Per finire una buona notizia: si e' unita a noi Flora, un'insegnante di
francese nella preparazione del recital. Ci ha portato una poesia in
francese. Eccola in coda, tradotta.
Ciao. Alessandro
L'uomo che ti rassomiglia
Ho bussato alla tua porta
ho bussato al tuo cuore
per avere un letto
per avere un fuoco
perche' respingermi?
Aprimi fratello mio.
Perche' domandarmi
se sono dell'Africa
se sono dell'America
se sono dell'Asia
se sono dell'Europa?
Aprimi fratello mio.
Perche' domandarmi
la lunghezza del mio naso
lo spessore della mia bocca
il colore della mia pelle
e il nome del mio Dio?
Aprimi fratello mio.
Non sono un nero.
Non sono un rosso.
Non sono un giallo.
Non sono un bianco.
Non sono che un uomo.
Aprimi fratello mio.
Aprimi la tua porta.
Aprimi il tuo cuore
perche' sono un uomo
l'uomo di tutti i tempi
l'uomo di tutti i cieli
l'uomo che ti rassomiglia.
R.Philombe'
(Poemes, ed.Cle')
DIARIO DEL 21 DICEMBRE - GIORNO DEL RECITAL MUSICALE PER KOINONIA
ISTITUTO ALBERGHIERO DI LEPORANO (TA)
Caro Kizito,
ti raccontero' come e' andato il recital per Koinonia che abbiamo tenuto
oggi 21 dicembre presso la nostra scuola.
Ed ecco il piano d'azione: una messa, poi "lancio" del recital a base di
balletti, poesie e tanta musica preparata da noi. Poi: trasferimento
dall'aula magna alla palestra e premiazione delle torte piu' belle con
l'assegnazione degli attestati scolastici "una torta per Koinonia", firmati
dal preside e da un'apposita giuria di insegnanti.
Prima di arrivare al 21 a scuola c'e' stato un certo sbattimento: giornate
libere e pomeriggi passati a scuola con gli spartiti in mano, pomeriggi a
girare la crema, aspirine per i "malati". Il tutto all'insegna di uno
spontaneo volontariato che ci ha dato una strana sensazione, si dice infatti
che gli insegnanti non facciano mai nulla per nulla.
Un po' di sforzo per far capire ai ragazzi il fine dell'iniziativa, devo
dire, c'e' stato. C'erano infatti gli immancabili furbi che cercavano di
"sgamare" l'interrogazione dicendo che andavano a fare le prove di canto e
poi sparivano. La caccia a queste volpi umane e' stata spietata: diversi
esemplari sono stati braccati, scovati e scuoiati. Ma altri ragazzi hanno
invece cercato di guadagnarsi il paradiso con la propria ugola, cantando
senza stonare "Knockin' on heaven's door" di Bob Dylan.
Nei giorni scorsi e' accaduto di tutto. Davide, uno studente, ha baciato
Oreste, un professore, e gli ha succhiato una lente a contatto.
Abbiamo provato diversi amplificatori e ci siamo ascoltati al alto volume.
Una cassa di uno studente e' purtroppo saltata e vorremmo riparargliela.
Eliana, l'insegnante del balletto, e' venuta con la febbre a scuola (e anche
il suo bimbo aveva la febbre: un disastro!!) per finire le prove il
balletto. Fra noi insegnanti la salute era malferma, come pure fra gli
studenti. Un po' di scompiglio nelle famiglie. Enzo, il chitarrista, il
giorno prima del recital, era stato ricoverato all'ospedale per bronchite
asmatica e il 21 e' ventuto a scuola nonostante il febbrone.
Ma quando pensavamo che tu eri in Sudan a rischiare la pelle tutti i nostri
problemi e acciacchi diventavano poca cosa ed il pensiero di te era come una
doppia aspirina.
Io, afono come un tricheco, in contemporanea con la preparazione del recital
avevo quattro pomeriggi impegnato in conferenze di presentazione del libro
"Telematica per la pace", programmate da tempo e che non potevo disdire. E
che mi sono servite a far conoscere la comunita' di Koinonia, a cui
devolviamo i diritti d'autore, spiegavo.
Nel rush finale, ad onor del vero, ci siamo divertiti non poco, nonostante
il rigore delle prove. Ridendo e scherzando, i ragazzi si sono trangugiati
diversi kilobytes di parole in inglese con esatta pronuncia. Sembrava
un'impresa disperata e invece quell'inglese a volte iperveloce e' entrato
nelle nostre zucche e nei nostri ritmi, un po' a spintoni ma ci e' entrato.
Ed arriviamo al fatidico 21
Mi sveglio e vedo se c'e' posta elettronica, chissa'... potrebbe esserci
qualche messaggio per noi del recital.
Trovo un brutto messaggio di Enrico, anche se addolcito dalle faccine
orizzontali del tipo :-) con i sorrisi telematici:
>ciao a tutti,
>con ancora l'amaro in bocca vi racconto una vicenda vissuta in prima
>persona.
>Il luogo potrebbe essere Johannesburg o Durban - certo che in Sudafrica non
>ci si fermava alle vessazioni e alle minacce verbali, li si passava
>direttamente ad altro - ma in questo caso e' Cusano Milanino, un comune
>della cintura milanese dove abito; una cittadina del Nord.
>
>Capita a tutti da bambino di scherzare e di prendere in giro, ma in questo
>modo, ve lo assicuro, e' la prima volta che mi capita.
>Mio figlio, Simone, ha come tutti i ragazzi della sua eta' un gruppo di
>amici - meglio perderli che trovarli... - con cui gioca ed esce da un bel
>po' di tempo.
>
>Agli occhi attenti di chi non si fa mai i cazzi suoi salta subito all'occhio
>l'attivita' inusuale del padre, attivista telematico e per di piu' per
>l'Africa - mai visto in un posto simile! :-)
>
>Che ne direste voi se vostro figlio venisse a casa dicendovi che gli amici
>lo chiamano "negro", "africano" eccetera, perche' a casa girano spesso
>missionari e qualche volta amici africani?
>
>E se, nella costruzione di una casetta - quelle che si fanno a 12 anni,
>avendo lo spazio, fra amici, i "cosidetti amici" riempissero la casetta di
>scritte contro i "negri", "nigrizia family", "risotto alla Kizito" :-)))))))
>(questa mi ha fatto proprio ridere, e invece c'e' da pensare).
>Io non credo che simili idee nascano dalle menti di ragazzini 12enni.
>
>Non e' finita!
>
>In questi giorni mio figlio era a casa con la febbre per un'influenza.
>Vengono a trovarlo "gli amici" e uno di loro, quello con la faccia da
>santarellino mi dice:
>"Non ti sembra che Simone abbia delle macchie in faccia"?
>Io mi avvicino per guardare meglio - ma evidentemente non capisco, non credo
>che la crudelta' possa arrivare a tanto.
>Dico: "No, non vedo macchie e poi le malattie infantili le ha fatte tutte".
>
>"Ma no - dice l'altro - credo che quelle macchie siano del virus Ebola".
>
>Gelo!
>
>La mia risposta non si e' fatta attendere, ma non ha colmato ne raddolcito
>l'amaro che mi resta ancora nella bocca.
>
>Siamo in Italia, 1996. In Sudafrica l'Apartheid e' finito da qualche anno,
>grazie a Mandela e alla popolazione sudafricana che come lui ha dato la vita
>per vivere dignitosamente nella "propria terra". Eppure, qui a Cusano
>Milanino in Italia sembra che il tempo non sia passato, ed e' triste sapere
>che i testimoni di questo nuovo odio (o paura?) per il "diverso" siano i
>bambini.
>
>Meditate...
>
>Io lo sto gia facendo.
Dopo aver letto questa storia la racconto a colazione a mia moglie e a mio
figlio prima di andare a scuola. Daniele, che ha 10 anni, ci e' rimasto male
perche' nonostante l'eta' ha gia' una forte coscienza "antirazzista".
Tuttavia mi ha detto: "Sai che questa notte ho sognato proprio Enrico? Solo
che i panini che mangiavamo assieme avevano una strana muffa. E poi ne
abbiamo mangiati altri nel sogno che erano all'esterno normali ma dentro
avevano dei piccoli animaletti tagliati a fette come "armadilli" e io..." E
ha fatto una smorfia di disgusto per quei panini strani.
L'inconscio emerge nei sogni e ci deve essere qualcosa di molto profondo in
tutto questo.
Ho poi preso l'auto e mi sono diretto a scuola con un po' di anticipo
perche', prima del recital, dovevamo sistemare le torte nella palestra
addobbata a festa.
Prima sono passato dall'edicola e ho trovato un articolo grande sul
"Quotidiano" dedicato al nostro recital, con una foto dei ragazzi del coro.
Uno simile, con foto degli studenti e testo scritto da me, era uscito ieri
sul quotidiano piu' letto a Taranto, il Corriere del Giorno. Qualche giorno
fa era uscito sulla Gazzetta del Mezzogiorno un bel pezzo con la foto di
padre Kizito e la descrizione della nostra attivita' di solidarieta' a
scuola. Ieri ampio spazio era stato dato dal settimanale diocesano "Nuovo
Dialogo" e i fax che avevo inviato erano entrati nel circuito informativo
delle radio e TV locali. Insomma il nostro ponte di solidarieta' con i
bambini di Koinonia stava facendo rumore e questo a qualcuno non sara' piaciuto.
Infatti arrivo a scuola di buon mattino e trovo una scena che mi ha
richiamato subito alla mente l'episodio di Enrico letto poco prima...
Cosa ho visto? Una fila di ragazzi con le torte in mano che volevano entrare
nella palestra in cui sarebbe stata effettuata la premiazione delle torte
piu' belle per Koinonia. Ma la palestra i bidelli non riuscivano ad aprirla.
Era stato versato (da ignoti) piombo fuso nella serratura e non si apriva,
era inceppata. Il salone dove avremmo dovuto fare il recital aveva tutte e
tre le porte bloccate perche' anche li' la serratura era strata ostruita con
filo di ferro e "Attack", un impasto colloso micidiale che si era pietrificato.
Io ho fretta, porto con me il set delle corde da cambiare nelle chitarre.
Una sfiga tremenda ieri aveva fatto saltare 2 corde della chitarra acustica
e due nella chitarra elettrica durante le prove: il febbricitante
chitarrista aveva contagiato anche le chitarre.
Ma la fretta si stempera in questa scena irreale e mi viene una calma
impressionante. Situazione assolutamente imprevista. E che si fa? Poi
notiamo che c'e' della terra e del fango gettati contro il portone. E,
infine, appare chiaro il fine di tutto questo: i manifestini sui bambini di
strada di Koinonia che avevo attaccato erano stati TUTTI stracciati e al
loro posto c'era sulla parete - messa con grande maestria - una cacca, li' a
mezza altezza.
I bidelli ce l'hanno messa tutta. Dopo molta fatica ecco le porte
spalancate, finalmente i ragazzi possono entrare. Prima pero' ho tenuto un
breve "comizio volante" in cui ho dato il mio giudizio sull'accaduto: atto
di odio razzista a sfondo fascista. Mi sembrava di essere tornato ai tempi
caldi dell'universita'.
Il recital musicale inizia con un'ora di ritardo. Durante la messa ci
asserragliamo in una stanza ad accordare le chitarre e a concentrarci. La
coordinatrice del recital e' intanto "on the road". La Twingo blu di Chiara
vola infatti a prendere i volantini del recital, dimenticati a casa. Come le
chitarre... anche noi ci scordiamo.
Guardiamo con preoccupazione Enzo, il mitico chitarrista sempre malmesso:
lui e' quello che conosceva meglio le parole di alcune canzoni. Febbre oggi
anche per la coordinatrice del balletto, Eliana. Che e' venuta lo stesso. Il
piu' fortunato sembravo io, che avevo solo la tosse.
Risultato: nonostante tutto il balletto e il recital sono venuti BENISSIMO.
E' stata una giornata indimenticabile, bella come raramente accade di
viverne a scuola. La bandiera con i colori della pace e due bandiere di
PeaceLink erano spalacate sotto il palco, come al convegno di Statte.
Durante un ballo mi tirano dentro facendomi esibire in una disastrosa
Makarena che mi fa perdere molti punti. Molto brava invece Chiara, che
sbircio con la coda dell'occhio per intuire i passi da fare. Impeccabili le
studentesse, nate per ballare.
Alla fine mi e' capitato anche di essere sollevato e lanciato in aria dai
miei studenti in segno di festa. "Adesso cado, vuoi vedere che mi lasciano,
ma no... sono in mani sicure..." Uno strepitoso finale che ancora porto
dentro e rivivo con emozione. Un'emozione cosi' profonda che non mi ha fatto
mangiare, nonostante le bellissime torte.
Chi ha voluto bloccarci non c'e' riuscito. Anzi. Un affettuoso applauso ha
accolto il messaggio di posta elettronica proveniente da Koinonia, firmato
padre Kizito, con la storia di Samuel e Peter.
E ora Samuel e Peter saranno adottati da noi. La somma raccolta per loro e'
di 750 mila lire. E ci proponiamo di continuare a gennaio.
Dopo la premiazione delle torte arriva il momento dei saluti, molto bello;
e' un ricordo che conservo nel cuore. Tutti vanno a casa, verso il proprio
Natale e cento strade si dividono. Il chitarrista e' li' sdraiato in auto,
barella di fortuna. Sembra aver giocato i tempi supplementari della mitica
partita Italia - Germania 4 a 3 dei mondiali. Gli scatto una foto ricordo.
Io porto una torta e dei biscotti rimasti alla mensa dei poveri gestita da
padre Fernando, un coraggioso francescano che ha lavorato in Guatemala e che
mi accoglie affettuosamente, nonostante sia da poco caduto dalla scala e
abbia un braccio ingessato.
Mi ritornano alla mente tutte le canzoni del recital, le canticchio senza
accorgermene:
- Do they know it's Christmas time
- Last Christmas
- Heal the world
- We shall overcome
- Knockin' on heaven's door
- Light my fire
- Si puo' dare di piu'
- Vagabondo
- Tanta voglia di lei
- Gran finale rock a base di Deep Purple
Mentre vado a casa c'e' un mio ex studente che mi chiede una mano. Ha un
problema e tante cose da raccontarmi. Ci diamo appuntamento per dopodomani.
E io lo ascoltero'. Continua il mio splendido viaggio nella loro anima.
Alessandro Marescotti c/o PeaceLink, c.p. 2009, 74100 Taranto (Italy)
Primo e-mail: a.marescotti@peacelink.it
Secondo e-mail: a.marescotti@peacelink.it
Indirizzo Fidonet: 2:335/703.20
Web: http://www.peacelink.it
PeaceLink aiuta... aiuta PeaceLink: ccp 13403746 intestato ad Associazione
PeaceLink, via Galuppi 15, 74010 Statte (TA)
Le esperienze degli studenti
FRANCESCA
Anche quest'anno nella mia scuola abbiamo aderito all'iniziativa "Babbo
Natale a Koinonia". Gli anni scorsi abbiamo solo cantato, ma quest'anno la
professoressa Decaroli ci ha proposto di creare anche dei balletti e noi
abbiamo accettato volentieri anche se titubanti; la cosa strana e' che hanno
partecipato anche due ragazzi. Abbiamo cominciato a riunirci il pomeriggio,
due volte alla settimana, per decidere le basi e i passi da effettuare,
provando per due ore. In questo lasso di tempo stavamo sempre a ridere, a
prenderci in giro perche' in alcuni momenti creavamo situazioni davvero
buffe, si alternavano vergogna, paura di sbagliare e voglia di saltare
qualche ora di lezione (visto che abbiamo provato anche la mattina). Fra noi
c'erano persone che non si conoscevano ma alla fine si era creato un bel
clima e una bella coordinazione fra noi "ballerini" ed e' stata
un'esperienza bellissima. Ci sono stati episodi davvero divertenti, pero' il
piu' bello e' stato quando - provando il balletto delle ragazze - ad una
certo punto dovevamo concludere facendo salire Luana sul mio ginocchio e su
quello di un'altra ragazza. Mi ricordo che, ad ogni prova, Luana indossava
degli stivaletti col tacco e noi le chiedevamo invece di venire con le
scarpe da tennis perche' i tacchi ci bucavano il quadricipite femorale.
Ma
lei ogni volta, quasi per dispetto, indossava gli stivaletti e a noi erano
lividi. Allora, alla penultima prova, io e l'altra martire abbiamo deciso di
vendicarci. Avendo notato le solite "scarpette" di Luana... appena e' salita
su di noi le abbiamo dato solo il tempo di alzare le braccia per completare
il balletto e all'improvviso abbiamo tolto le nostre gambe: ha fatto un
volo. Primo impatto... sorpresa silenzio... poi tutti siamo scoppiati a
ridere perche' per fortuna la nostra vendetta non aveva causato danni a Luana.
Il giorno piu' bello pero' e' stato quando abbiamo rappresentato il tutto
davanti agli occhi (forse increduli) dei nostri compagni di scuola, che si
sono divertiti un mondo.
Abbiamo cantato, ballato e alcuni ragazzi hanno anche recitato delle belle
poesie che ci hanno fatto riflettere. Come pure abbiamo riflettuto
sull'iniziativa per Koinonia per la quale, anche quest'anno, abbiamo
raccolto e mandato delle offerte per poter aiutare i bambini africani che
non hanno comodita', casa e famiglia.
In quel giorno inoltre ho avuto la soddisfazione di essere stata la prima
classificata del corso B per la preparazione della torta piu' bella. Infatti
nel giorno del recital era stato anche indetto un concorso fra gli alunni
della scuola per la preparazione migliore.
E' stato bello inoltre - quando abbiamo finito tutto - ballare la Macarena
sul palco e vedere poi di colpo professori, alunni e bidelli tutti li', a
ballare o a tentare di ballare insieme a noi.
Secondo me quello e' stato uno di quei rari momenti della vita in cui non ti
senti solo e nel quale ti rendi conto che con poco puoi essere felice e puoi
fre felici tante persone. Sono soprattutto felice che anche quest'anno siamo
riusciti a portare qualche speranza e qualche sorriso a Koinonia. Siamo
riusciti a sottrarre dalla nostra mente i nostri problemi e le cose che piu'
ci preoccupano per mettere al servizio del prossimo il nostro ottimismo, la
nostra voglia di fare e di vivere.
MARIA ROSARIA
Abbiamo preparato un recital musicale coordinato dal nostro professore
Alessandro Marescotti e dalla professoressa Chiara Sgobba. E con la
professoressa Eliana De Caroli ed un gruppo di ragazze, compresa me, abbiamo
preparato un balletto. A volte ci siamo incontrati anche di pomeriggio.
Questi docenti, pronti in qualsiasi momento, non si creavano alcun problema,
anche se sapevano che tutto cio' che facevano fuori del loro orario di
servizio non gli veniva retribuito. Il nostro insegnante di Italiano in
alcuni giorni ci parlava di "Babbo Natale a Koinonia" e tramite Internet ci
leggeva le storie dei bambini di strada di Nairobi. Alessandro ha scritto
delle locandine in cui si parlava di come sarebbe stato il Natale a Koinonia.
Quando dovemmo ballare per il recital ero molto emozionata. Ero di fronte a
centinaia di ragazzi e di docenti. Dentro di me nasceva molta paura, ma
spari' tutta al momento dell'apertura del sipario. Finito lo spettacolo
l'unica cosa che sentivo in me era la gioia di aver partecipato.
Sono felice di frequentare questo istituto perche' oltre alle normali
lezioni facciamo attivita' extrascolastiche divertenti che ci insegnano che
nella vita bisogna pensare anche un po' agli altri. Abbiamo avuto modo di
divertirci e di aiutare anche i bambini di Koinonia con i fondi raccolti.
DAVIDE
Questa esperienza del recital l'ho vissuta malissimo perche' non sono
andato, anche se volevo andare.
MASSIMO
Le prove del recital sono partite un mese prima e ci siamo divertiti
moltissimo. Un mio compagno un giorno ha cantato una canzone di Federico
Salvatore ("Azz"); finita la canzone tutti quanti, compreso il
prof.Marescotti e la prof.ssa Sgobba, siamo scoppiati a ridere. Ricordo che
il mio professore di Italiano mi aveva incaricato di portare la chitarra
elettrica: dal giorno in cui la portai venne soprannominata "la chitarra
maledetta". Si scordava al primo accordo e ogni volta che Enzo cercava di
accordarla saltava sempre qualche corda. Mezz'ora prima del recital rimase
incastrato un pezzetto di corda spezzata che non riuscivamo a togliere
perche' non avevamo gli attrezzi adatti.
Ci sono stati molti episodi che mi hanno divertito molto e se li elenco
tutti... non finirei di scrivere. Tutto sommato, questa esperienza l'ho
vissuta molto bene, anzi colgo l'occasione per dire al prof.Marescotti se si
potesse organizzare un altro recital, ma questa volta di fine anno.
LUCA
Mentre a scuola tutti si divertivano, scherzavano e giocavano, io avevo un
chiodo fisso nella mente in quanto pensavo incessantemente ai bambini di
Koinonia. Il mio pensiero, piu' che a loro, era rivolto alle loro condizioni
di miseria. Sarei molto felice se tutto il mondo potesse leggere questa mia
pagina di diario. Come dice il cantante Luca Carboni: "O e' Natale tutti i
giorni o non e' Natale mai".
MARCO
Durante le prove pomeridiane ci seguirono il prof.Marescotti e la prof.ssa
Sgobba. Con tutti noi non si mostrarono due professori ma due amici. Erano
piu' le volte che ridevamo che non quelle in cui cantavamo; comunque quando
provavamo seriamente lo facevamo seriamente.
La festa e' andata per il meglio, tutti si sono divertiti e sono rimasti
soddisfatti. E' come se si e' una famiglia tutta unita, sia docenti che alunni.
MASSIMO
Il gruppo aveva un componente che suonava la chitarra. Pur avendo la febbre
non e' voluto mancare e questo ha fatto molto piacere al prof.Marescotti. Il
professore, tramite il suo computer portatile mandava messaggi a padre
Kizito che e' un missionario che si occupa dei bambini di strada. Tramite il
computer il professore ci ha letto 14 storie di ragazzi diversi che fanno
parte della comunita' di Koinonia.
STEFANO
Arrivati a scuola rimanemmo sconcertati da un atto razzista. Sulla porta per
accedere al padiglione della palestra c'era un escremento attaccato. I
manifesti di padre Kizito e dei bambini di Koinonia erano stati strappati.
Mi sentivo male e mi chiedevo il perche' di un gesto pieno di odio verso
persone che soffrono. Ma il professor Marescotti prese subito "le redini in
mano" con grande forza di volonta'. La festa non si interruppe. Fu
bellissimo vedere come i miei amici recitavano sul palco. In quel momento di
gioia e di festa quello che era accaduto fu subito scordato.
COSIMO
Finalmente sabato 21 dicembre, presso la sala Cattaneo del nostro Istituto,
ha avuto luogo il recital che aveva come obiettivo quello di raccogliere
fondi per Koinonia. Ad organizzare il tutto, come ben sappiamo, e' stato il
nostro prof. di Lettere Alessandro Marescotti con l'aiuto della prof.
d'Inglese Chiara Sgobba e tanti altri insegnanti. C'e' stata anche una gara
gastronomica che ha visti impegnati i diversi corsi dell'Istituto e gli
alunni, a loro volta, hanno preparato a casa di tutto. Ma lo stesso sabato
trovammo la porta bloccata da atti "fascisti", proprio li' dove erano
attaccate delle fotocopie con l'articolo su padre Kizito e il viso di un
ragazzino che purtroppo vive la realta' della fame in Africa. Ma nonostante
tutto il recital si e' fatto. Lo spettacolo era tutto da vedere e a mio
avviso e' stato bellissimo. E' stato bellissimo perche'... vedere dei
ragazzi che durante l'arco dell'anno o della loro giornata non pensano a
cio'che avviene nel mondo e in Africa... e poi di colpo fanno qualcosa, si
rendono utili per cercare di aiutare in prossimo... sicuramente e' molto
bello. Con i fondi raccolti dal nostro Istituto alcuni ragazzi saranno
ospitati presso la comunita' di Koinonia, avranno passato un Natale
migliore, piu' sereno dei precedenti.
Sono davvero contento che nella nostra scuola si faccia qualcosa per aiutare
il prossimo. Fortunatamente tutto e' riuscito bene, ci siamo divertiti e
nello stesso tempo siamo stati utili agli altri.
Almeno qualcuno dira', almeno in Kenya, che gli studenti dell'Istituto
Alberghiero di Leporano hanno un cuore sensibile.
Sono davvero molto orgoglioso di essere uno studente dell'Alberghiero.
ADRIANA
Quello che noi abbiamo fatto mi ha colpito molto, perche' questa iniziativa
ci ha resi contenti di riuscire a unire l'utile al dilettevole. Per la
realizzazione di questo spettacolo c'e' voluta la partecipazione di molti
alunni e anche di insegnanti. Questi ultimi sono da ammirare perche' hanno
addirittura sacrificato le proprie giornate libere e i propri pomeriggi per
stare con il gruppo del canto e del balletto. Gli insegnanti che ci hanno
aiutato sono stati la professoressa Sgobba e il professor Marescotti che
"dirigevano" il gruppo che cantava, mentre quello che danzava veniva diretto
dalla professoressa Decaroli.
Mi sento felice per aver partecipato al recital anche se e' una piccola cosa
rispetto a quello che ad esempio fanno tutti i giorni persone come padre Kizito.
Padre Kizito ci ha sempre seguito con la mente, anche se non di persona
perche' veniva informato di tutto tramite Internet. Padre Kizito mette
addirittura in pericolo la propria vita per poter salvare quella degli
altri. Io ammiro quest'uomo.