REPUBBLICA FEDERALE DI JUGOSLAVIA : LA CRISI DEI DIRITTI UMANI IN
KOSOVO SI AGGRAVA -- IL POSSIBILE RUOLO DEI SERVIZI SEGRETI MILITARI
Roma-- Amnesty International condanna il deliberato e arbitrario
uccisione di Bajaran Kelemndi, noto avvocato di etnia albanese
attivista dei diritti umani, e dei suoi due figli - uno dei quali
minorenne -che erano stati prelevati dalla polizia serba all'alba del
25 marzo. L'organizzazione per i diritti umani si appella alle
autorita' jugoslave perche' indaghino con estrema urgenza su questa
grave violazione dei diritti umani.
Crescono le denunce di altre violazioni dei diritti umani commesse
dalla polizia serba e dall'esercito jugoslavo nei dintorni di
Pristina. Secondo fonti albanesi numerose persone di etnia albanese
(che si erano rifugiate nel villaggio di Irez, nella regione di
Drenica) sono state circondate dai carri armati dell'esercito
jugoslavo per essere usate come scudo contro gli attacchi aerei della
NATO.
Al momento non e' possibile verificare l'attendibilita' di questa
notizia ma, se fosse confermata, costituirebbe una violazione della
Convenzione di Ginevra del 1949 -- a cui la Repubblica Federale
Jugoslava ha aderito -- che proibisce di prendere ostaggi, siano essi
civili o combattenti 'hors de combat'.
E' sempre piu' difficile monitorare la situazione in quest'area, dal
momento che la missione piu' importante, quella dell'Organizzazione
per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa (OCSE), ha ritirato i
suoi osservatori la scorsa settimana, quando l'intervento militare
della NATO diveniva sempre piu' probabile.
Inoltre, i giornalisti provenienti da Paesi della NATO -- che
costituiscono il corpo principale dei giornalisti stranieri -- sono
stati espulsi dalle autorita' serbe o sono scappati temendo per la
propria incolumita'.
In assenza di osservatori stranieri in Kosovo, Amnesty International
chiede agli Stati (sia all'interno della NATO che non) che hanno gli
strumenti di intelligence di monitorare la situazione dei diritti
umani, di rendere pubbliche le informazioni disponibili, quando
opportuno, e le condividano con le principali organizzazioni
umanitarie.
Amnesty International ritiene importante che le eventuali violazioni
dei diritti umani siano rese pubbliche: un deterrente vitale per
quanti si rendano responsabili di questi crimini.
L'organizzazione per i diritti umani rinnova i suoi appelli affinche'
le autorita' assicurino i diritti fondamentali dei loro cittadini e
cessino la persecuzione di giornalisti stranieri, oppositori politici
e attivisti dei diritti umani.
Il vigente stato di guerra proclamato dal governo il 24 marzo non
dovrebbe essere pretesto per sospendere quei diritti che la Repubblica
Federale di Jugoslavia e' tenuta a rispettare in ogni circostanza,
secondo leggi internazionali.
FINE DEL COMUNICATO
Anita Joshi
Ufficio Stampa
Amnesty International