L' Occidente impedisce alla Russia di condannare gli attacchi
di Thalif Deen
NAZIONI UNITE, 2 maggio (IPF) - Gli Stati Uniti e i loro alleati
occidentali bloccano una risoluzione russa in condanna della NATO per
"devastazione ambientale" della Yugoslavia. Una bozza di risoluzione
proposta dalla Russia che esprimeva "grave preoccupazione" per la "crisi
ambientale" nei Balcani, è stata rigettata venerdì scorso dalla Commissione
dell' ONU per lo Sviluppo Sostenibile (CSD), costituita da 53 membri, a
causa delle forti obiezioni sollevate dai paesi occidentali.
Avanzando un' obiezione procedurale, i 15 membri dell' Unione Europea hanno
proposto che la risoluzione russa non fosse presa in considerazione, dal
momento che la data di pubblicazione era posteriore alla scadenza del
mandato della CSD.
Un diplomatico europeo ha dichiarato: "La CSD dibatte questioni tecniche
inerenti agli oceani, alla pesca, al tourismo e ai pericoli legati all'
inquinamento. Non c'è posto alla CSD per una questione politica come il
bombardamento NATO della Yugoslavia."
La mozione che rigettava la risoluzione della Russia ha ottenuto 33 voti a
favore, 4 contro (Russia, Cina, Corea del Nord e Zimbabwe), e 8 astenuti
(India, Indonesia, Egitto, Sudan, Benin, Messico, Sri Lanka e Venezuela). I
rimanenti 8 membri erano assenti al momento del voto.
Tutte le nazioni occidentali presenti alla CSD- tra cui Stati Uniti, Gran
Bretagna, Belgio, Canada, Francia, Germania, Irlanda, Olanda, Nuova
Zelanda, Portogallo, Spagna, Svezia e Svizzera- hanno votato per il blocco
della risoluzione russa.
Il voto rappresenta una vittoria diplomatica per gli Stati Uniti che
ribadiscono la propria supremazia nell' ambito Nazioni Unite: già da tempo,
del resto, gli USA esercitano pressioni sui membri dell' ONU affinché
desistano dall' intento di sollevare obiezioni relative ai bombardamenti
NATO sulla Yugoslavia.
Si tratta della seconda grande sconfitta riportata dalla Russia alle
Nazioni Unite dall' inizio dei bombardamenti sulla Yugoslavia, circa sei
settimane fa.
Alla fine di marzo, il Consiglio di Sicurezza aveva rifiutato, 12 voti
contro 3, la risoluzione russa che chiedeva l' interruzione dei
bombardamenti NATO promossi dagli USA contro la Yugoslavia. Gli altri due
paesi a favore di questa prima risoluzione presentata al Consiglio di
Sicurezza erano Cina e Namibia.
La bozza di risoluzione russa, presentata in ritardo al CSD, esprime grave
preoccupazione circa la "crisi ambientale in atto" nei Balcani, attribuita
alla distruzione di impianti petrolchimici e di altre industrie, sottoposti
ad un attacco incalzante da parte della NATO.
Il portavoce russo, Nikolaj Tchoulkov, ha espresso il suo più sentito
rammarico per il rifiuto da parte della CSD anche soltanto di discutere la
risoluzione.
"Eravamo pronti a discutere la bozza in buona fede, per raggiungere un
accordo. Allo stesso tempo, eravamo al corrente dei possibili esiti del
voto." ha affermato il delegato. "Ma non abbiamo presentato questa
risoluzione per vincere o perdere. L' abbiamo presentata perché credevamo
giusto farlo."
Tchoulkov ha affermato che è significativo che la mozione sia stata
rigettata per motivi procedurali e non sostanziali.
"Interpretiamo il risultato come un riconoscimento de facto dell' esistenza
del problema (della devastazione ambientale)" ha aggiunto Tchoulkov "Siamo
fermamente convinti che la CSD, come principale organismo delle Nazioni
Unite che si occupa di sviluppo sostenibile, dovrebbe avere un ruolo chiave
nell' affrontare il disastro ecologico in atto in Yugoslavia."
Secondo Tchoulkov, la crisi comporta conseguenze imprevedibili per le vite
di milioni di persone in Europa, e non solo in Yugoslavia.
Il fatto che il CSD abbia voltato le spalle al problema non significa che
esso sia risolto, ha puntualizzato Tchoulkov, aggiungendo: "La verità è,
come tutti sanno, che il problema delle gravi conseguenze ambientali degli
eventi in corso nei Balcani esiste e che verrà un momento, e presto, in cui
il problema sarà posto all' ordine del giorno delle Nazioni Unite, compresa
della CSD, e altrove."
Nel frattempo, una relazione divulgata dal Ministro Federale Yugoslavo per
lo Sviluppo, la Scienza e l' Ambiente ha affermato che l' uso da parte
della NATO di migliaia di tonnellate di esplosivo, nonché la distruzione di
numerosi impianti chimici, raffinerie, serbatoi di combustibile e magazzini
ha effetti devastanti sullo strato di ozono.
Il ministro ha affermato: "Si sa che l' assottigliamento dello strato di
ozono causa molte modifiche negli organismi viventi, fino a provocare un
aumento nell' incidenza di tumori maligni e una rottura della catena
alimentare in tutto il pianeta."
E ha aggiunto: "Il reale significato di ciò è che le vittime della
distruzione dello strato di ozono sono tutti gli abitanti dell' Europa,
mentre le vittime più esposte a lungo termine saranno le popolazioni del
Nord Europa, la parte più settentrionale degli Stati Uniti, il Canada, la
Nuova Zelanda, l' Australia e il sud dell' America Latina".
La relazione sottolinea che i bombardamenti della NATO hanno altresì
causato l' inquinamento delle acque, la distruzione di parchi ed il
rilascio di gas tossici pericolosi dagli impianti chimici che sono stati
distrutti nel corso degli attacchi aerei.
(traduzione dall' inglese di Sabrina Fusari)