APPELLO IN FAVORE DEI DIRITTI UMANI IN TURCHIA
PROMOSSO DALLA SEZIONE ITALIANA DI AMNESTY INTERNATIONAL
Il 3 giugno scorso Akin Birdal, presidente dell'Associazione turca per i
diritti umani (IHD), è stato incarcerato e dovrà scontare più di un anno di
carcere. Egli non ha commesso alcun delitto ed è stato arrestato
esclusivamente per aver espresso pacificamente la sua opinione. L'IHD è
un'organizzazione pacifica e nonviolenta, che più volte ha condannato le
violenze commesse dalle forze governative ma anche gli abusi compiuti da
gruppi armati di opposizione. Eppure i suoi esponenti sono finiti più volte
sotto processo, e più volte hanno subìto attacchi violenti. Lo stesso
Birdal il 12 maggio 1998 è miracolosamente scampato a un attentato.
La vicenda di Akin Birdal si compie in giorni in cui in Turchia la tensione
è già altissima per il processo ad Abdullah Ocalan. Anche il leader del PKK
sta subendo violazioni dei suoi diritti fondamentali. I suoi avvocati sono
stati messi nell'impossibilità di organizzare la difesa, venendo arrestati,
minacciati e picchiati. Lo stesso imputato è stato tenuto a lungo in
isolamento totale, e anche oggi non ha piena libertà di dialogare con i
suoi legali. Ocalan, accusato di crimini nell'ambito del conflitto nel
sud-est della Turchia, ha diritto a un processo equo secondo gli standard
internazionali.
Quanto accade oggi a Birdal e Ocalan costituisce solo la punta
dell'iceberg. Le violazioni dei diritti umani in Turchia sono tante e
gravi, e sono anche la conseguenza di anni di grande disattenzione al
problema da parte delle diplomazie europee.
Pertanto i sottoscritti chiedono al governo italiano di adoperarsi, tramite
contatti diretti con le autorità turche, con l'Unione europea e altri
importanti organismi internazionali, affinché:
Akin Birdal venga immediatamente e incondizionatamente rilasciato;
sia radicalmente modificata la legge antiterrorismo del '91, che consente
l'imprigionamento per motivi di opinione e la detenzione in isolamento;
venga abolita la pena di morte;
vengano garantiti i diritti dell'imputato Abdullah Ocalan, in conformità
agli standard nternazionali;
siano attivate tutte le forme possibili di tutela internazionale
previste anche dalla Costituzione italiana per l'imputato Ocalan e per chi,
come lui, è sottoposto a processi iniqui;
venga sradicata la pratica della tortura, aprendo indagini approfondite e
imparziali su tutti i casi denunciati.
Primi firmatari:
Daniele Scaglione, presidente Amnesty International - sez. italiana; Pietro
Ingrao, ex presidente Camera dei deputati; Tom Benettollo, presidente
dell'Arci; Raffaella Bolini, responsabile Esteri dell'Arci; Mons. Raffaele
Nogaro, vescovo di Caserta; Mons. Diego Bona, presidente di Pax Christi;
D. Tonio Dell'Olio, coordinatore naz.le di Pax Christi; P. Nicola
Giandomenico, coordinatore della Tavola della Pace; Livio Pepino,
presidente Magistratura Democratica; Giovanni Palombarini, ex segretario
Magistratura Democratica; Luisa Morgantini, portavoce dell'Associazione per
la pace; Angela Bellei, presidente dell'associazione Azad; Dino Frisullo,
segretario di Senzaconfine; Sandro Targetti, presidente comm. Pace Comune
di Firenze.
ULTERIORI ADESIONI (firma leggibile, qualifica, indirizzo, telefono/fax)
Comunicare le adesioni ai seguenti fax:
Azad 06.44701017 oppure: Avvenimenti 06.57105212
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Pax Christi Italia
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