JUBILEE 2000. IL CONSIGLIO ECUMENICO CHIEDE AL G8 UNA POLITICA PIU' RADICALE
Cancellare il debito dei paesi poveri, promuovere un'equa ripartizione
della ricchezza

Roma (NEV), 16 giugno 1999 - Con un documento diffuso il 9 giugno nel corso
di una conferenza stampa, il Consiglio ecumenico delle chiese (CEC), chiede
ai leader dei paesi piu' industrializzati (G8) - alla vigilia del loro
prossimo incontro che iniziera' a Colonia il 18 giugno - di adottare una
politica piu' radicale sulla questione del debito internazionale. "La
mancanza di volonta' politica, piuttosto che di risorse finanziarie, ha
impedito di trovare una soluzione durevole al problema del debito", spiega
il documento. Era presente alla conferenza stampa il pastore Konrad Raiser,
segretario generale del CEC.
Il documento del Consiglio ecumenico delle chiese chiede ai governi del G8
di accompagnare le iniziative per la cancellazione del debito a riforme del
sistema finanziario e commerciale e di rispondere positivamente alla
domanda di maggior controllo del flusso transazionale del capitale da parte
dei governi e della societa' civile. In riferimento all'ultima Assemblea
generale del CEC (Harare, Zimbabwe, dicembre 1998) e al sostegno espresso
in quell'occasione agli obiettivi della campagna internazionale Jubilee
2000 per la cancellazione del debito, il documento del CEC chiede ai leader
del G8 di riconoscere alcune priorita':
- "cancellare i debiti dei paesi piu' poveri per metterli in condizione di
entrare nel nuovo millennio con energie rinnovate;
- ridurre allo stesso tempo il debito dei paesi di medio reddito;
- accettare che la cancellazione del debito non puo' aspettare che siano
raggiunte le condizioni poste dai paesi creditori;
- introdurre un nuovo, indipendente, trasparente processo di valutazione
per la negoziazione e l'accordo sulla cancellazione del debito internazionale;
- accrescere le misure per promuovere la responsabilita' dei paesi debitori
quando i debiti siano cancellati. Queste misure dovranno essere monitorate
e determinate da organizzazioni locali, incluse le chiese e altre
organizzazioni rappresentative della societa' civile, per assicurare che la
cancellazione del debito conduca ad un'equa distribuzione della ricchezza;
- usare il loro potere per assicurare che i fondi trasferiti illegalmente
su conti di banche estere ritornino alle nazioni debitrici;
- avviare, di concerto con la societa' civile, un processo di riforma
economica globale, per una giusta distribuzione della ricchezza e per
prevenire nuovi cicli di debito".


JUBILEE 2000. UNA LETTERA AI MINISTRI DEGLI ESTERI IN VISTA DEL VERTICE DI
COLONIA
Una catena umana internazionale circondera' la citta' tedesca

Roma (NEV), 16 giugno 1999 - In vista del vertice dei paesi piu'
industrializzati (G8), i responsabili della campagna "Jubilee 2000" per la
cancellazione del debito di Giappone, Gran Bretagna, Stati Uniti, Italia,
Francia e Germania hanno scritto ai ministri degli esteri riuniti a
Francoforte il 12 giugno, per chiedere loro un impegno piu' radicale sul
tema del debito, in vista del vertice di Colonia (vedi notizia precedente).
Nella lettera, i responsabili di Jubilee 2000, pur apprezzando le "proposte
positive e gradite per una aggiornata iniziativa di riduzione del debito",
esprimono preoccupazione perche', da quanto e' trapelato, la bozza di
comunicato finale del vertice di Colonia sembra "perseguire la logica di
offrire sempre una insufficiente cancellazione del debito" e dunque non si
avvia a costituire, per le nazioni povere, "una via d'uscita dal debito
impagabile". I firmatari avanzano quindi una serie di proposte per
migliorare la bozza. Il testo e' firmato, per l'Italia, da Luca De Fraia
della campagna "Sdebitarsi", referente italiano della coalizione
internazionale "Jubilee 2000". Aderiscono a "Sdebitarsi" oltre cinquanta
associazioni e organismi, fra cui la Federazione delle chiese evangeliche
in Italia.
La coalizione internazionale "Jubilee 2000" ha organizzato per il 18 giugno
una grande catena umana a Colonia: i partecipanti si riuniranno in cinque
concentramenti, per poi formare una catena che circondera' il vertice del
G8, che si svolge al Museo Ludwig, vicino alla famosa cattedrale di
Colonia. Nel corso della manifestazione saranno consegnati ai leader del G8
i vari milioni di firme raccolti in tutto il mondo da "Jubilee 2000" per
chiedere la cancellazione del debito. Dopo la catena ci sara' una
manifestazione-concerto finale sulle rive del fiume Reno.


"VOI SIETE IL SALE DELLA TERRA": A STOCCARDA IL XXVIII KIRCHENTAG DELLE
CHIESE EVANGELICHE
In apertura anche un culto in italiano, presieduto dal pastore Giuseppe
Platone

Roma (NEV), 16 giugno 1999 - "Voi siete il sale della terra": questo il
tema del XXVIII Kirchentag, il grande raduno biennale delle Chiese
evangeliche tedesche, che si apre oggi a Stoccarda, in Germania. "Alla fine
del millennio il Kirchentag di Stoccarda si interroghera' sul futuro della
fede, della societa', e sul futuro del genere umano", si legge nella
lettera di convocazione della segretaria generale del Kirchentag, Margot
Kaessmann. "Come possono i cristiani di oggi essere 'il sale della terra'
nella chiesa e nella societa'? Quali le sfide poste dall'ecumene
mondiale?". Oltre 100.000 persone, provenienti dalla Germania e dal mondo
intero, prenderanno parte al raduno di Stoccarda, che si concludera'
domenica 20 giugno. Attraverso momenti di culto, studi biblici, letture,
conferenze, musica, verranno affrontati tre principali filoni tematici: il
futuro della fede, il futuro della societa', il futuro del genere umano.
Uno dei culti di apertura, presso la Friedens Kirche, e' affidato
quest'anno ad un italiano, il pastore valdese Giuseppe Platone, che
predichera' in italiano sul versetto dell'Evangelo di Matteo scelto come
tema del Kirchentag.
Per la sezione "il futuro della societa'" verra' presentato nel corso del
Kirchentag il progetto del Consiglio ecumenico delle chiese (CEC) "Peace to
the city", e la proposta di un "Decennio ecumenico delle chiese per
sconfiggere la violenza". "Quale ruolo giocano le chiese nel processo della
globalizzazione?": su questo tema - e sulle sfide politiche ed economiche a
cui le chiese devono rispondere - interverra' fra gli altri il pastore
Konrad Raiser, segretario generale del Consiglio ecumenico delle chiese.
Fondato nel 1949, il Kirchentag delle chiese evangeliche intende
"incoraggiare la responsabilita' dei credenti nelle chiese, sostenerli per
l'azione di testimonianza e servizio nel mondo e contribuire alla comunita'
cristiana mondiale". Particolare attenzione e' rivolta ai contatti
ecumenici: all'ultimo Kirchentag di Lipsia (1997) erano presenti circa 4000
ospiti di altre confessioni religiose; anche quest'anno numerosi momenti di
riflessione saranno dedicati al dialogo interreligioso e alle prospettive
del movimento ecumenico. Molta rilevanza e' data sia alla riflessione
teologica che alle sfide provenienti dalla societa' e dalla vita politica:
i raduni del Kirchentag si caratterizzano anche come luoghi aperti di
confronto e di dibattito in cui dare spazio alla pluralita' di posizioni
dei credenti. Emblematico di questo spirito, il "Mercato delle
possibilita'", in cui le diverse realta' presenti (chiese o gruppi) hanno
l'opportunita' di presentarsi, informare sulle proprie attivita' e
progetti, scambiare informazioni. Anche le chiese evangeliche italiane
saranno presenti con un loro stand e con un centro presso il quale si
svolgeranno vari incontri.


IL 31 OTTOBRE LA FIRMA DELLA "DICHIARAZIONE LUTERANO-CATTOLICA SULLA
GIUSTIFICAZIONE"
L'accordo verra' sottoscritto ad Augusta, nel 482° anniversario della
Riforma protestante

Roma (NEV), 16 giugno 1999 - La "Dichiarazione comune sulla dottrina della
giustificazione" fra Chiesa cattolica e Federazione luterana mondiale (FLM)
verra' firmata nella citta' tedesca di Augusta il prossimo 31 ottobre, data
emblematica per le chiese protestanti, in cui si celebra la "Festa della
Riforma": lo hanno annunciato ufficialmente lo scorso 11 giugno in una
conferenza stampa a Ginevra (vedi NEV 22) il segretario generale della FLM
Ishmael Noko e il cardinale Edward Cassidy, presidente del Pontificio
consiglio per l'unita' dei cristiani. Un accordo storico: il documento
comune, che tratta del tema teologico cruciale che ha separato per secoli
le due confessioni cristiane, afferma che "fra luterani e cattolici si e'
raggiunto un consenso sulle verita' fondamentali concernenti la dottrina
della giustificazione". Ad Augusta, citta' simbolo della Riforma
protestante, le due comunioni dichiareranno che le reciproche condanne
dottrinali, espresse al tempo della Riforma protestante, non hanno piu'
valore. Come la data, che segna il 482° anniversario della Riforma, anche
la scelta del luogo e' particolarmente significativa: la "Confessione
augustana" del 1530 - presentata dai luterani all'imperatore Carlo V - "e'
considerata oggi da entrambi le parti come un autentico tentativo di
preservare l'unita' della chiesa", ha affermato Noko alla conferenza
stampa. "In questa prospettiva, Augusta e' giustamente detta 'citta' della
pace', luogo simbolo delle origini del dialogo interconfessionale". "Cio'
che stiamo facendo - ha affermato il cardinale Cassidy - e' importante non
solo per la Federazione luterana e per la Chiesa cattolica, ma per tutto il
movimento ecumenico".
Verra' sottoscritta anche una "Appendice" alla Dichiarazione comune, testo
che intende evidenziare i problemi aperti e la necessita' di proseguire il
dialogo: "Ambedue i partner del dialogo si impegnano a continuare ed
approfondire lo studio delle basi bibliche della dottrina della
giustificazione". "Luterani e cattolici continueranno ecumenicamente a
premurarsi per chiarire la dottrina della giustificazione nella
testimonianza comune in un linguaggio rilevante per l'uomo del nostro
tempo, tenendo conto delle sollecitazioni individuali e sociali del nostro
tempo".
Commentando l'accordo, il segretario generale del Consiglio ecumenico delle
chiese, Konrad Raiser, lo ha definito "una breccia importante verso piu'
ampi accordi ecumenici" e ne ha sottolineato l'unicita': "Per la prima
volta il Vaticano accetta ufficialmente il risultato di un dialogo
bilaterale con un'altra confessione ed e' disposto ad esprimere
quest'accettazione con una cerimonia formale. Cosa che non e' ancora
avvenuta ne' nel dialogo con gli anglicani ne' con quello in corso con gli
ortodossi".