La delegazione dei corpi civili di pace in Kosovo racconta
COMUNICATO STAMPA
La delegazione dei corpi civili di pace in Kosovo racconta:
"Gli orrori della pulizia etnica e gli spiragli del perdono"
Continua, con scoperte drammatiche, la missione di ricognizione sul
territorio del Kossovo della delegazione per il Corpo Civile di pace per il
Kossovo, composta da Associazione Comunita` Papa Giovanni XXIII, Beati
Costruttori di Pace, Campagna Kossovo, in continuita` con l'appello "Io
vado a Pristina e a Belgrado" e con le esperienze accumulate dal '92 in poi
nei Balcani dal l'associzionismo italiano.
Pristina, 23 giugno.
"Nel territorio di Vitina, abbiamo avuto un incontro con Padre Lush
Gjergji. che e` rimasto dentro al conflitto per tutto il periodo ed ha
mediato tra la popolazione e i militari e i paramilitari serbi con grande
rischio personale. E' riuscito ad incontrare i comandanti prima che fossero
portati a termine gli ordini di sterminio che avevano ricevuto. Ci ha
raccontato di come si e` rotto in maniera definitiva il rapporto di
convivenza tra i vicini albanesi e serbi. I Serbi erano come impazziti dal
delirio di onnipotenza dalla vittoria che ritenevano vicina. Molti serbi se
ne sono andati ora annunciando un ritorno ancora piu` terribile e Don Lush
ha raccontato esempi di perdono e collaborazione. In particolare un
Capitano dell'esercito serbo che ha fatto il possibile, ad esempio, per
salvare il salvabile, che aiutava gli albanesi di notte e ha cercato di
contrastare il piu` possibile le azioni dei paramilitari. Hanno aiutato un
vecchio di 77 anni pestato a sangue, con il cranio sfondato, rimasto
svenuto per tutta la notte. Al momento in cui e` arrivato il prete per
dargli l'estrema unzione, come prima richiesta, durante la confessione, ha
chiesto di perdonare i suoi aggressori.
Nell'incontro con l'UNHCR abbiamo conosciuto la sorte di profughi di
Krajna, profughi gia` per quattro volte: non essendo accettati in Serbia
perche' nati in Croazia, ora non c'e` posto per loro neanche in Kossovo.
Nessun paese dell'ex-Jugoslavia e` disposto ad accettarli: sono forse i
piu` abbandonati.
Ieri siamo stati a Zociste, dove ci era stata riferita una grossa presenza
di serbi scappati dai villaggi circostanti (Zociste si trova vicino ad
Orahovac). Siamo entrati pero` in un villaggio disabitato, con case
abbandonate, alcune ancora in fiamme ed animali allo sbando. Si e` poi
scoperto che alcuni albanesi erano rientrati, tutti i serbi se ne sono
andati e si sono rifugiati in un quartiere di Orahovac. Siamo stati ad
incontrarli: vivono in una piazza con i trattori carichi di provviste e
pronti ad andarsene. Il comandante olandese della KFOR, responsabile della
zona, denuncia che tra i serbi ci sono dei criminali che spingono e
costringono la popolazione serba ad andarsene dal Kossovo".
i nove volontari della delegazione
Per informazioni:
Mariagrazia Bonollo (Beati Costruttori di Pace): 0348 2202662
Samuele Filippini (Ass. Com. Papa Giovanni XXIII): 0541 751498
I volontari sono reperibili allo 0335/7156615 e allo 0348/3323254