Una piccola forza per un rivolgimento simbolico
Siamo delle donne di diverse eta' e ci siamo riunite spinte dal
desiderio e dall'urgenza di riflettere insieme sulla guerra in
corso nei Balcani.
Abbiamo elaborato un documento in cui proponiamo un'AZIONE contro
gli atti di guerra da realizzare nei LUOGHI DEL CONFLITTO insieme
ad altre associazioni: una CATENA di donne e uomini provenienti
non solo dall'Italia ma anche dagli altri Paesi i cui governi
sono direttamente coinvolti.
Nello stesso tempo desideriamo continuare a riflettere insieme,
come spieghiamo nel documento, per ricercare parole, pensieri e
gesti capaci di sovvertire l'ordine esistente.
Vogliamo far conoscere il testo che abbiamo elaborato; se vuoi
dirci cosa ne pensi o vuoi sottoscriverlo telefonaci e comunicaci
le tue impressioni o la tua adesione.
Se abiti a Palermo e vuoi partecipare agli incontri, ti
aspettiamo ogni giovedi' all'ora indicata presso la nostra sede.
U.D.I Unione Donne Italiane di Palermo,
via XX settembre 57, 90141 Palermo
tel/fax 091329604, e-mail: leonde@tin.it
Una piccola forza per un rivolgimento simbolico
"Freno. Timone. Una piccola forza diretta ha il sopravvento su
una grande forza cieca. Ma perché vi sia direzione, e' necessario
che ciò che dirige disponga di una piccola forza. Se non c'e' in
noi qualcosa capace di dirigere e che disponga di una piccola
forza, il nostro stesso pensiero e' interamente caso; ma non può
essere cosi'".
Questo frammento di Simone Weil indica la possibilità di operare
in una direzione diversa in circostanze di ripiegamento su di sé,
di schiacciamento e di impotenza sotto il peso di forze cieche.
Stiamo attraversando una fase di inondazione di immagini e parole
legate alla cultura della morte, della devastazione, della
cancellazione della vita e della bellezza. Per non restare
sommerse/i, occorre far leva sulla capacità di restare lucide/i,
di guardare e continuare a vedere la realtà. Uno degli effetti
della guerra e' proprio quello di far cadere chiunque nel sogno
cieco dei conquistatori, nell'illusione di potenza, ell'illusione
di poter sovrastare la condizione della fragilità umana, nella
irrealtà.
Con le armi, i potenti mirano a far diventare il proprio sogno di
potenza realtà trascinando tutte/i in questo loro sogno.
La guerra che dal 1991 devasta i diversi stati dell'area
balcanica, come tutte le altre guerre contemporanee e del passato
più o meno recente e' il risultato di un ordine simbolico fondato
sull'irrealtà, che apre di continuo scenari di distruzione e
ricostruzione. Ma perché non cercare di arrestare in ogni modo la
forza brutale delle armi che ha il potere di ridurre tutti in
cose, in materia inerte, in cadaveri? Nessuna azione umanitaria
e' possibile contrapponendo ad un esercito un altro esercito, ad
alcune armi altre armi stupidamente considerate più o meno
intelligenti.
Non ci schieriamo pertanto né con Milosevic, né con Clinton o la
NATO, non vogliamo sognare né il sogno dell'uno, né quello
dell'altro o altri; desideriamo restare nella realtà:
dell'universo, delle donne e degli uomini, degli esseri viventi,
delle città, dei fiumi, dei ponti, degli alberi, insomma nella
vita. Sentiamo la necessità di contrapporci alla brutalità che
contrassegna l'uso delle armi con un'azione che contempli e si
assuma il silenzio delle madri, la sofferenza delle vittime, lo
sradicamento dei popoli e irrompa sullo scenario della guerra con
una catena di braccia umane di donne e uomini che levino lo
sguardo al cielo e attorno a sé sugli altri esseri viventi
vedendoli e cancellando gli strumenti bellici.
Nell'attuale situazione tutti i gesti finalizzati alla
sospensione degli atti di guerra sono significativi. Occorre
comunque operare per scardinare i meccanismi che alimentano
l'imperio della forza, l'omologazione, l'illusione di potenza
dettata dal prestigio, in direzione di un nuovo ordine simbolico
che prepari un futuro assetto sociale fondato su relazioni sempre
più autentiche. Crediamo infatti che soltanto questo lavorio
costante su di sé e nel mondo in cui si vive possa suscitare e
creare il riconoscimento dell'altro da sé e quindi l'accettazione
consapevole e responsabile delle differenze.
Questa e' la direzione che parte da sé; e' su questa strada che
l'esperienza che abbiamo fatto in questi anni nel movimento delle
donne ha aperto la possibilità di uno spazio di pensiero diverso,
che include anche la pace e la guerra.
Vi proponiamo pertanto di incontrarci ogni giovedi' alle ore
18.30 presso l'U.D.l. in Via XX Settembre 57 per costruire
parole, pensieri e gesti che possano realmente aprire prospettive
diverse in questa direzione.
il gruppo dei giovedi'