11 maggio (0:57) Grazie ancora. Siete la nostra speranza e la nostra luce. Ho ricevuto la foto tua e di Fabrizio! Finalmente è arrivata! Sei riuscita a scannerizzarla come si deve!! Siete proprio come vi immaginavo: mediterranei, cordiali e così profondamente umani, in quella foto! Mi ha fatto molto piacere. Anche a Snezana e a Saska. E se Ljubitsa potesse parlare, penso proprio che condividerebbe i nostri sentimenti... Ah, il gattino, che si chiama Pavarotti, sta bene. E' cresciuto, è molto affettuoso ed ha iniziato a trotterellare per la casa. Spero solo che stanotte non vengano. Ieri notte ne hanno sganciate un paio all' 1:30 circa. Ringrazia molto Alessandro [il presidente di Peacelink, N.d.T] e digli che cercherò di scrivere quei messaggi che mi ha suggerito. Forse mi ci vorranno un paio di giorni. E mi raccomando, non pensare mai che il fiume di messaggi che mi stai mandando sia eccessivo. Al contrario. Vogliono dire molto per noi: credo che ciò di cui abbiamo maggiore bisogno ora sia la forza morale, e le lettere degli amici della pace italiani ce la danno. Quanta gente simpatica! Tornando al messaggio del tuo papà, devo dire che mi ha colpito. L' ho letto ad alta voce alla mia famiglia e ci siamo commossi. Anche mia madre. Sai, le distruzioni che vediamo ogni giorno alla televisione, le ferite inflitte al mio paese, tutto questo spargimento di sangue ti deprime moltissimo e i messaggi di comprensione, affetto, simpatia e razionalità alleviano il pensiero di essere sperduti, inermi e disperati... Ancora tante tante grazie! Con affetto, a tutti voi, Djordje ---------------------------------------------------------- 11 maggio (12:33) Nis non è stata colpita soltanto stanotte, alle 2, alle 3 e alle 4 (ben tre volte!) ma anche alle 11 di questa mattina, mentre stavo andando alla Facoltà di Filosofia, a piedi. Ho sentito gli aerei sopra la testa, e in men che non si dica, un' esplosione terribile. Intorno a me, tremava tutto e guardando in su ho visto una nube gigantesca di spesso fumo nero. Subito sono entrato nel vestibolo di un palazzo. Tutti scappavano di corsa. Immediatamente dopo, ci sono state altre esplosioni. Non so dirti quante. Il portone del palazzo si reggeva a malapena sui cardini. Si sono sentiti anche molti copli della contraerea. Le strade si sono svuotate in un attimo. Ho pensato subito che dovevo telefonare ai miei per dire di non preoccuparsi, quindi ho suonato a un campanello. Un uomo anziano mi ha risposto e ha detto che potevo telefonare da casa sua. Mi ha risposto Snezana e le ho detto dov'ero. Gli aerei continuavano a volare basso ma non bombardavano più. Sono uscito da dov' ero entrato e sono tornato a casa. Ero circondato da persone infelici, spaventate, inermi. Stanno distruggendo la nostra città, pezzo dopo pezzo, giorno dopo giorno. Qualsiasi cosa facciamo, loro continuano a venire. Cari amici, cara Sabrina, con tanto affetto. Djordje