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Lettera di Djordje ad un parlamentare italiano


11 maggio (14:04)


Onorevole,

mi chiamo Djordje Vidanovic e vivo nella citta' di Nis, nella Serbia
sud-orientale. Sono docente di Linguistica e Semantica presso la Facolta' di
Filosofia dell'Università di Nis. Ho 47 anni, mia moglie e' psicologa
clinica e mia figlia, di 24 anni, e' laureanda in lingue scandinave. Come
Lei certamente sa, il mio paese e' sottoposto a bombardamento da quasi 50
giorni, nel tentativo da parte della NATO di "bloccare la macchina da
guerra serba" e di fermare la pulizia etnica nel Kosovo. 

Onorevole, 
attualmente la mia vita e' un disastro, e le diro'
il perche'. Non posso piu' guidare la macchina perche' qui non c'e' piu'
benzina. Non posso piu' fare lezione perche' la citta' viene bombardata
giorno e notte. L'universita' e' chiusa, cosi' come le scuole.
L'elettricita' va e viene, percio' chi vive nei palazzi ha smesso di usare
l' ascensore e fa le scale. Anche le forniture idriche funzionano in modo
irregolare. A causa della mancanza di corrente elettrica, i forni non
possono fare abbastanza pane per tutti i cittadini, percio', dalle prime
ore del mattino, si vedono lunghe file che si snodano per l' intera citta'.
Lunghe file di gente triste ed indifesa che aspetta in silenzio il pane.
Anche il latte e' razionato, perche' il 70 o 80% dei ponti della Serbia e'
stato distrutto dagli aerei della NATO, quindi le
regioni produttrici di latte non possono piu' trasportare i loro prodotti.
Purtroppo mancano anche le medicine. Da quando la NATO ha intensificato i
suoi attacchi sulla Serbia, e' praticamente impossibile andare in alcun
luogo, anche in pieno giorno, tranne in caso di estrema necessita'. Non
facciamo che recarci al negozio di alimentari più vicino, nella speranza di
poter comprare pane e latte, ma, di solito, o sono finiti, o non sono
ancora arrivati. L' unica cosa che troviamo sugli scaffali sono scatole di
sardine vecchie di cinque anni o roba simile. 

Onorevole, 
attualmente la mia vita e' un disastro, e se solo
vedessi uno spiraglio di speranza, potrei continuare a vivere. Cosi' come
stanno le cose, non vedo alcuna speranza. Benche' il 75% della popolazione
della mia citta' abbia votato contro Milosevic alle elezioni locali del
1996, veniamo ugualmente puniti. Non ritengo Milosevic in grado di
negoziare una pace e siamo noi, la gente normale, ad essere le vittime e a
sopportare l'urto
della punizione. Anziche' tutelare la democrazia emergente in questo paese,
l'Occidente ha preso la decisione di distruggerla, non soltanto sul nascere,
ma anche per sempre, temo.

I ponti della Serbia ormai sono andati, le ferrovie e le strade della
Serbia sono andate. Non ci sono ripetitori televisivi, l'emittente
satellitare della TV serba ad Ivanjica e' andata, non abbiamo piu'
raffinerie petrolifere. Non ci sono piu' fabbriche di fertilizzanti, ne'
stabilimenti chimici. Tutto e' stato distrutto dalle bombe della NATO. Piu'
di 1000 persone sono state uccise e circa 5000 ferite, e tutte vengono
definite "danni collaterali" dai portavoce della NATO. I bambini piangono,
disperati, di angoscia e terrore; gli anziani sono risoluti, decisi a
morire piuttosto che consumarsi al buio, senz'acqua ne' medicine; gli
operai non hanno piu' futuro, dato che la maggior parte delle fabbriche
civili e' stata o distrutta o pesantemente danneggiata. 

Onorevole, 
attualmente la mia vita e' un disastro, mentre
brancolo nel buio, cercando di scendere le scale. Di nuovo, niente
elettricita'. Le pile
alcaline sono gia' esaurite e non posso piu' comprarne delle altre. Tutti i
confini sono chiusi. Niente importazioni. Niente esportazioni. Niente
salari, solo un esiguo fisso mensile, uguale per tutti, dal professore al
bidello.

Onorevole,
attualmente la mia vita e' un disastro, e ricordo i
tempi in cui, ospite di universita' straniere, tenevo lezioni in Occidente.
Ricordo i giorni sereni di studio e di tranquillita'. So che il mio non e'
quel popolo di barbari e di mostri che dipingono i mass-media occidentali.
So che la maggior parte della gente che conosco non ha mai messo piede in
Kosovo e
non ha nulla a che fare con il Kosovo. Perche', allora, la NATO ci sta
punendo? Forse i vizi e l'incompetenza di un solo uomo possono giustificare
la brutalita' e l'efferatezza della NATO? Alcuni membri della NATO
sostengono che ciascun singolo serbo e' colpevole di aver avallato la
politica di Milosevic e che e' proprio per questo che ci stanno punendo. Ma
questo non puo' essere vero, per il semplice fatto che neanche ciascun
singolo italiano puo' dire la sua direttamente, a proposito delle decisioni
politiche vitali dell'Italia, e lo stesso si può dire della Serbia e di
qualunque altro paese al mondo. La prego di ricordare che l' opposizione
(il Partito Democratico e il Movimento di Rinnovamento Serbo) in Serbia ha
vinto in diciassette delle maggiori citta' serbe, il che significa che
almeno tre milioni e mezzo degli elettori serbi (più del 50% nelle sole
aree urbane) e' contro Milosevic. 

Onorevole, 
la prego di aiutarmi a riprendermi la mia vita. La
prego, ci aiuti, adesso. Ci dia una speranza. Dia una speranza alla pace.
Fermate i bombardamenti in Serbia. I bombardamenti sono sbagliati, mi
creda. E La prego di credere che Le scrivo nella piu' profonda e
indescrivibile disperazione.

D'altra parte l'Occidente non sta neppure aiutando gli albanesi del Kosovo.
Essi sono anche, e davvero tragicamente, vittime dello stesso regime e, in
un certo senso, condividono il nostro destino. 

Tutti dovremmo risvegliarci di fronte alla legge morale che e' dentro di noi,
come scrisse Kant nei Postulati della Critica della Ragion Pratica. Mi
vergogno moltissimo per qualsiasi cosa orrenda possano aver fatto le
milizie serbe in Kosovo, ai danni di innocenti. Questa vergogna deriva
dalla legge morale dentro di me che, con tutta probabilita', e' entrata in
vigore spontaneamente. Mi auguro soltanto che la maggior parte delle
persone provi la stessa cosa e che avverta la stessa sensazione interiore
verso di noi.
 

Con osservanza, 

Djordje Vidanovic