Speciale
Marcia Perugia Assisi 1999
Le istituzioni ascoltano!
Di Elisabetta Proietti
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"Dobbiamo pensare che questi appelli lanciati dall'Assemblea dei Popoli
stanno riecheggiando anche là, nei governi".
Oltre che speranza e ragione profonda di ogni impegno per la pace e la
giustizia, queste sono le parole della sen. Patrizia Toia, sottosegretario
del Ministro agli Affari Esteri, intervenuta alla prima giornata dei lavori
dell'Assemblea.
Ponendo l'accento sull'esigenza di una legalità e di una democrazia
sovranazionali, la senatrice ha ribadito quanto è efficace l'impegno della
società civile.
A questo proposito ha ricordato la campagna contro le mine anti-uomo, alla
quale è stato riconosciuto il Nobel per la pace: "E' cominciato tutto dalla
mobilitazione della società civile e si è arrivati ad un trattato".
Indispensabile il ruolo delle ong, delle associazioni, degli enti locali:
utili a correggere i comportamenti dei governi e delle istituzioni,
suggeriscono i problemi e spronano le delegazioni ufficiali. "Ci state
dando una forte spinta. Non ci sono istituzioni indispettite per questa
presenza. Abbiamo posizioni che s'interrogano reciprocamente". Parola di
sottosegretario.
"Se i fatti ci hanno portato a debellare alcune regole, comunque delle
regole vanno date. Il sistema dei diritti umani non è un sistema di buone
intenzioni e idealità un po' utopiche. È un sistema di norme, e di spazi
concreti". Che devono essere basati su due consapevolezze fondamentali:
l'universalità, che è capacità di accogliere e dialogare con le diversità,
e l'interdipendenza dei problemi e dei diritti.
Tutela dei diritti e globalizzazione
"Nell'era della globalizzazione - ha detto il Presidente della Camera dei
Deputati Luciano Violante - c'è maggiore violenza rispetto al periodo della
guerra fredda: allora degli equilibri esistevano, per quanto oppressivi e
basati sul terrore".
Più violenza a cominciare da quella, feroce, dell'economia, madre di tutte
le altre.
Ma come si pone la difesa dei diritti umani nel mondo globalizzato? Come
rendiamo globali i valori dell'uomo e della pace?
La proposta di Violante è che, accanto ai diritti dell'uomo, siano siglati
anche i Doveri Universali degli Stati, in quanto proprio gli stati
infliggono oggi le più grandi violenze. "Pochi punti, ma fondamentali".
"Altrimenti, l'interventismo è sbagliato, si rischiano atteggiamenti
arbitrari: non si capisce perché si debba intervenire in un posto, magari
dove si hanno precisi interessi, e non in un altro".
Se non s'impone una nuova lettura degli interessi internazionali, la
globalizzazione rischia di essere un alibi, un'ulteriore questione da
gestire per le mani di pochi.
"L'interesse nazionale è stato il padre di tutte le guerre" ha proseguito
Violante. "Oggi occorre cambiare ottica: non esiste l'interesse nazionale
di un solo stato. Occorre sviluppare relazioni tra stati, affinché gli
interessi siano collettivi".