Perché l'allattamento artificiale uccide
Ogni giorno 4000
bambini nel Sud del Mondo potrebbero essere salvati dalla morte per malattie
e denutrizione se fossero allattati al seno e non con latte in polvere
Nonostante
ciò la Nestlé e molte altre società produttrici di
latte in polvere, pur di vendere i loro prodotti, non si fanno scrupolo
a promuoverne l'uso con tecniche di marketing irresponsabili
UNICEF
e OMS hanno redatto un Codice che bandisce queste tecniche di marketing
Sono state
scoperte e documentate centinaia di infrazioni del Codice da parte della
Nestlé, la multinazionale che ha il più vasto mercato di
latte in polvere nel Terzo Mondo
La Nestlé
dichiara di attenersi al Codice, ma numerosi fatti la smentiscono
Il boicottaggio
è uno strumento democratico e efficace che noi consumatori abbiamo
a disposizione per costringere la Nestlé a rivedere il proprio comportamento
È possibile aderire alla Campagna Internazionale di boicottaggio
Schede di approfondimento
CREDITS
Idea originale: Comitato Boicottaggio Nestlé Pisa
Assemblaggio: Comitato Boicottaggio Nestlé Bergamo
Testi: Riccardo Apreda, Fabrizio Gennari, Elisa Giovannetti,
Marco Tarini (per il Comitato di Pisa), Caterina Carroli, Aronne Galimberti,
Matteo Piantoni, Davide Rasella, Pietro Vertova (per il Comitato di Bergamo).
Ha collaborato Sofia Quintero (Comitato Scientifico RIBN) per gli
aspetti medici.
Grazie a: Franco Gesualdi e Centro Nuovo Modello di Sviluppo
per l'introduzione; Gianni Caligaris, Aluisi Tosolini, Carlo Ferrari per
la versione cartacea del dossier.
Introduzione
Siamo abituati a pensare al potere come a qualcosa che si possiede.
In realtà il potere è qualcosa che si riceve e non da Dio
o da altre forze soprannaturali, ma dai sudditi.
I generali riescono a condurre le loro guerre non solo perché
hanno al loro seguito un esercito di soldatini obbedienti, ma anche perché
migliaia di operai accettano di costruire armi.
I tiranni riescono ad imporre le loro dittature non solo perché
dispongono di poliziotti pronti ad eseguire qualsiasi rappresaglia, ma
anche perché molti preferiscono tacere.
Gli avidi creano ingiustizia non solo perché hanno al loro
servizio delle schiere di ragionieri, direttori e capi-squadra disposti
a fare trionfare il sopruso, ma anche perché i consumatori comprano
tutto senza problemi.
Dunque ogni volta che andiamo a fare la spesa dobbiamo ricordarci
che attraverso questo gesto semplice ed apparentemente banale che è
il consumo, rischiamo di renderci complici dei peggiori misfatti, non solo
per lo sfruttamento e il danno ambientale che può essere racchiuso
nel prodotto che compriamo, ma anche perché diamo denaro e consenso
che possono essere responsabili di tanti altri abusi umani e sociali.
Ma attenzione! È necessario avere questa consapevolezza non per
creare degli sterili sensi di colpa, ma per diventare dei consumatori responsabili
che pretendono di usare il consumo come uno strumento per condizionare
le imprese. Perciò, quando andiamo a fare la spesa ricordiamoci
anche che siamo potenti e che le imprese sono in una posizione di profonda
dipendenza dal nostro comportamento di consumatori. Noi, infatti, con i
nostri acquisti abbiamo la possibilità di fare salire o scendere
i loro profitti.
Proprio perché le imprese hanno tanta paura di noi, esse tentano
di dominare la nostra volontà spendendo miliardi per la pubblicità.
Dunque noi dobbiamo sforzarci per riappropriarci della nostra volontà
decisionale e dobbiamo rivalutare il potere che abbiamo tra le mani. Un
potere che preso singolarmente è certamente piccolo, ma che moltiplicato
per milioni di persone può mettere in ginocchio le più grosse
multinazionali e al limite l'intero sistema.
Gli strumenti a disposizione del consumatore per condizionare le
imprese sono due: il boicottaggio e il consumo critico.
Il boicottaggio è un'azione straordinaria e consiste nell'interruzione
organizzata e temporanea dell'acquisto di uno o più prodotti per
forzare le società produttrici ed abbandonare certi comportamenti.
Mentre il boicottaggio è una campagna organizzata con grande
clamore di stampa e col coinvolgimento di molte altre forze, comprese quelle
politiche, sindacali ed anche ecclesiastiche, il consumo critico è
un'iniziativa più silenziosa paragonabile ad un'abitudine di vita.
Il consumo critico, infatti, è un atteggiamento quotidiano che consiste
nella scelta meticolosa di tutto ciò che compriamo sulla base di
due criteri: la storia del prodotto e la condotta della casa produttrice.
Scegliendo cosa comprare e cosa scartare, non solo segnaliamo al sistema
i metodi produttivi che approviamo e quelli che condanniamo, ma sosteniamo
le forme produttive corrette mentre ostacoliamo le altre. In fin dei conti,
il consumo si può utilizzare come una forma di voto, che può
influenzare le scelte economiche molto di più del voto elettorale.
Dunque non cerchiamo scuse: le multinazionali non sono quei mostri
imbattibili che noi immaginiamo, ed il loro comportamento dipende dalle
nostre scelte. Alla fine il nostro problema non è la mancanza di
strumenti di intervento. Il nostro vero problema è come vogliamo
utilizzare la nostra vita: se preferiamo viverla da "sovrani" che pretendono
di indirizzare il corso della storia per fare trionfare la pace e la giustizia
o se preferiamo viverla da "servi" disposti a barattare la nostra dignità
per un piatto di lenticchie.
Francuccio Gesualdi
responsabile del Centro Nuovo Modello di Sviluppo
...Ogni giorno 4000 bambini nel Sud del Mondo potrebbero essere salvati dalla morte
per malattie e denutrizione se fossero allattati al seno e non con latte
in polvere...
Perché l'allattamento artificiale uccide
"Il numero di vittime causate dall'uso improprio
del latte in polvere ogni mese è equivalente a quello che causò
l'esplosione della bomba di Hiroshima nel 1945."
(James Grant, Direttore Esecutivo UNICEF)
Al Nord molti pensano che il latte in polvere sia migliore di quello
materno, arricchito com'è di sali minerali e vitamine. Studi approfonditi
hanno però confermato l'intuito del buon senso millenario: L'allattamento
al seno è il miglior modo per iniziare la vita: è gratuito,
salutare e protegge dalle più comuni infezioni, inclusa polmonite,
infezioni alle orecchie e poliomielite e ha un importante effetto immunitario.
Persino in Inghilterra, un bambino allattato con il latte artificiale è
esposto 10 volte in più a malattie di tipo gastrointestinali rispetto
ad un bambino allattato al petto.
Ma nelle società povere -sostiene l'UNICEF- i bambini allattati
artificialmente sono esposti alla morte 25 volte in più di quelli
allattati al seno.
Per quanto possa sembrare paradossale, la prima ragione è
da ricercarsi nella denutrizione dovuta al fatto che molte famiglie guadagnano
troppo poco per attenersi alle dosi prescritte. Secondo uno studio condotto
dall'organismo inglese War on Want, nel 1974, in Nigeria, il costo dell'alimentazione
artificiale di un bambino di tre mesi rappresentava il 30% del salario
minimo di un operaio. Il costo passava al 47% quando il bambino raggiungeva
i 6 mesi. Se consideriamo che dall'80 al '90 i salari sono diminuiti del
30-40%, non deve stupire se il latte è annacquato diverse volte
più del prescritto, con il risultato finale che i bambini, lungi
dal crescere belli e robusti, diventano rachitici e sottopeso fino a morire.
La seconda ragione per cui l'allattamento al biberon uccide, è
la mancanza di igiene.
L'acqua con cui il latte è preparato è spesso malsana
ed è impossibile sterilizzare biberon e tettarelle senza la comodità
del fornello e senza disinfettanti.
Mamme con pochi soldi, poche comodità e poche conoscenze igieniche
somministrano ai loro bambini latte allungato in biberon a malapena sciacquati,
con tettarelle esposte all'aria, su cui si posano di continuo decine di
mosche. Le inevitabili conseguenze sono infezioni intestinali che provocano
diarree mortali.
Secondo l'UNICEF, un milione e mezzo di bambini muoiono
ogni anno perché non sono allattati al seno
...Nonostante
ciò molte società produttrici di latte in polvere, pur di
vendere i loro prodotti, non si fanno scrupolo a promuoverne l'uso con
tecniche di marketing irresponsabili...
Le responsabilità della Nestlé
"Trincerarsi dietro il paravento del libero mercato
è ridicolo oltre che assurdo: con la stessa giustificazione si è
trasformato il Terzo Mondo in un'enorme pattumiera dei paesi industrializzati.
Nel caso del latte artificiale è ancora peggio: la Nestlé
spaccia addirittura per "aiuti" le sue scorrette pratiche di Marketing"
(Dijbril Diallo, consigliere speciale
dell'UNICEF)
In questo secolo è dilagato l'uso di alimenti per
neonati. Un esempio è dato dal Cile: nel 1950 il 95% dei neonati
venivano allattati al seno, vent'anni dopo solo il 20%. Altro esempio in
Nigeria. dove i bambini venivano allattati fino all'età di circa
quattro anni; con l'avvento degli alimenti artificiali, l'allattamento
al seno smise, nel 70% dei casi, alla età di quattro mesi. In entrambi
i casi le donne credevano fermamente ai vantaggi del latte in polvere e
dicevano di essere state consigliate dal personale medico. Questo cambiamento
di costumi è dovuto all'influsso dei paesi industrializzati. Il
biberon è divenuto grazie alle campagne pubblicitarie simbolo di
progresso e di salute a priori. Oltre a distribuire cartelloni pubblicitari
recanti immagini di bambini sani e paffuti negli ospedali, le ditte produttrici
si mettono in contatto con i medici locali. Organizzando corsi e seminari
per il personale sanitario fanno entrare in uso i loro prodotti negli ospedali.
I rappresentanti delle ditte arrivano a fingersi infermieri per convincere
le donne incinte a comprare il prodotto commercializzato. In questo sono
molto facilitati dalla carenza di informazioni mediche (spesso le uniche
disponibili sono proprio quelle fornite dalle ditte produttrici).
Viveri "Gratis" Una delle più redditizie
tattiche di marketing usata in particolar modo della Nestlé è
di dare gratis il latte per bambini o i sostituti agli ospedali e ai reparti
maternità. In molti casi, viene dato abbastanza latte perché
tutti i bambini nati all'ospedale siano allattati con il biberon. Alle
madri viene spesso dato anche un barattolo campione da portare a casa.
Dare il latte con il biberon ai neonati fa si che il latte materno venga
progressivamente a mancare e l'allattamento al seno diventi impraticabile.
Di conseguenza il bambino diventa dipendente del latte artificiale.
Una volta a casa, le madri non ricevono più il latte gratis, ma
se lo devono comprare. Da questo nascono da una parte i profitti della
multinazionale e dall'altra le spaventose conseguenze di malattie e denutrizione.
Tecniche di marketing irresponsabili
I campioni gratuiti agli ospedali sono solo una strada per dare ai bambini
il latte artificiale. Noi speriamo che le nostre campagne obblighino le
compagnie a smettere presto di utilizzare questa tattica. Comunque, Nestlé
adopera molte altre tattiche per persuadere le madri ed il personale medico
a preferire l'allattamento artificiale. Queste includono:
-
Promozione del latte per bambini al personale medico:
Nestlé sa che, persuadendo il personale medico a raccomandare il
suo latte, ottiene un appoggio determinante. Ciò è molto
più efficace che convincere le madri singolarmente. E il prezioso
tempo dei medici viene sprecato in visite di rappresentanti di vendita.
La Nestlé inoltre distribuisce informazioni tendenziose ai medici:
queste sono le uniche che molti riescono a ricevere.
-
Pubblicità negli ospedali: praticamente tutte
le madri possono allattare al petto se vengono loro forniti i giusti avvertimenti
ed aiuti. Ma la loro fiducia verso l'allattamento naturale è minata
dall'aggressiva pubblicità del latte in polvere. La pubblicità
del latte per bambini nelle corsie o attraverso la distribuzione di volantini
negli ospedali, implica inoltre la complicità del personale sanitario.
-
Pubblicità Follow-on Milks" (latti per lo
svezzamento): I Follow-on Milks sono giudicati dall'Assemblea Mondiale
per la Sanità come "non necessari" e non salutari per i bambini
sotto i 6 mesi. In molti paesi la Nestlé mette la sua etichetta
e pubblicizza il suo "latte per lo svezzamento" per i bambini a partire
da 4 mesi.
-
Disorientamento delle madri e del personale medico:
chiamando e confezionando il suo latte per lo svezzamento nella stessa
maniera in cui chiama e confeziona il latte in polvere. In Pakistan, ad
esempio, il latte per lo svezzamento viene spesso prescritto per i neonati.
-
Influenze sui governiche vogliono proteggere
l'allattamento al petto per legge. La Nestlé è una multinazionale
molto potente e riesce ad esercitare un'influenza considerevole sui governi.
La pressione esercitata dalle società per il latte in polvere ha
ritardato e indebolito la legislazione da parte di molti governi e ha convinto
le altre compagnie che l'industria può regolarsi indipendentemente
dalla legislazione dei governi.
Perché proprio Nestlé?
Nestlé, la multinazionale più potente del mondo nel campo
agro alimentare, vende il 25% dei suoi prodotti nel Sud del Mondo e ccontrolla
circa il 35-50 % del mercato globale del cibo per bambini, indirizzando
tendenze di marketing che influenzano le altre ditte.
Nestlé ricorre a irresponsabili tecniche di marketing - violando
il Codice Internazionale redatto da UNICEF e OMS
- più spesso di ogni suo concorrente.
Identikit della multinazionale
Il colosso elvetico è sbarcato nel nostro paese
nel 1913 costituendo la società Henri Nestlé e ha costruito
il suo primo stabilimento tricolore nel 1924 ad Abbiategrasso, dove produceva
latte condensato e farina lattea. Il salto di qualità è arrivato
nell'88, con l'acquisizione dalla Cir di Carlo De Benedetti della Buitoni-Perugina
per circa 1600 miliardi di lire (1). La seconda accelerazione italiana
è arrivata indirettamente al termine della battaglia per il controllo
della Perrier con la famiglia Agnelli. L'azienda svizzera si trovò
in portafoglio (oltre alla fonte Sant'Antonio, rivenduta nel '94) i marchi
di acqua minerale Vera, San Bernardo e una quota della Compagnie Financiere
du Haut-Rhin (Cfhr). Nel dicembre '97, attraverso il gruppo Perrier-Vittel,
Nestlé ha acquisito il 100% di questa compagnia finanziaria, e di
conseguenza ha acquisito il gruppo San Pellegrino-Garma (Sanpellegrino,
Levissima, Recoaro, Pejo, Fiuggi, Panna, Claudia e San Bitter). Ora la
multinazionale controlla circa il 25% del mercato italiano di questo settore
(2).
Nel luglio '93, con la prima tranche della privatizzazione,
relativa ai surgelati e ai dolci del gruppo Sme, la Nestlé aggiunge
alla sua ricca tavola i marchi Motta, Alemagna, La Cremeria, Antica Gelateria
del Corso, Maxicono, Surgela, Marefresco, La Valle degli Orti, Voglia di
pizza e Oggi in Tavola. L'acquisizione di Italgel, il cui pacchetto di
controllo (62%) è costato 437 miliardi di lire (3), fa salire il
fatturato della divisione italiana a 3765 miliardi di lire (4) e consente
alla multinazionale svizzera di entrare, anche in Italia, nel panorama
dei gelati e dei surgelati. Infatti, secondo un vecchio patto tra multinazionali
alimentari, al colosso di Vevey fu assegnato il diritto di sfruttamento
del marchio Findus in diversi paesi europei ma non in Italia dove è
tuttora in mano alla concorrente Unilever.
Nel nostro paese il gruppo svizzero conta 24 stabilimenti
con circa 7 mila dipendenti e controlla, oltre a quelli già citati,
i marchi Smarties, Kit Kat, Galak, Lion, Crunch, After Eight, Quality Street,
Rowentree, Cailler, Toffee, Polo, Fruit Joy, Orzoro, Latte condensato e
cioccolato Nestlé (dolci), Nestea, Beltè, Spumador (bevande),
Vismara, King's (insaccati), Sasso (olio), Berni (conserve), Locatelli,
Mio, Fruttolo, Fiorello (latticini), Pezzullo (pasta), Maggi (cucina generale),
Friskies, Buffet (cibi per animali) e naturalmente il famigerato latte
in polvere per neonati Nidina e i boicottati Nesquik e Nescafè (autentici
portabandiera della multinazionale elvetica). Dopo i grandi acquisti negli
ultimi anni la Nestlé italiana sta riorganizzando la sua presenza,
vendendo marchi non ritenuti strategici e razionalizzando le produzioni.
A livello mondiale la Nestlé contende il primato
nel settore agro-alimentare a Philip Morris e Unilever ed è presente
in 66 paesi con più di 500 fabbriche, 210 mila addetti e un fatturato
'94 di 56.8 miliardi di franchi svizzeri (circa 70 mila miliardi di lire)
(5) così ripartiti: 28% bevande, 27% prodotti a base di latte e
dietetici, 26% prodotti alimentari diversi, 14,5% cioccolato, 4% medicinali.
Secondo gli analisti il prossimo obbiettivo della campagna acquisti, è
già ben delineato.Infatti dopo aver ceduto alcune partecipazioni
nella cosmetica alla parigina L'Oreal, il vorace gruppo svizzero sembra
da mesi mostrare notevole interesse sia nei confronti del colosso americano
Cpc international (quella, per intendersi, delle zuppe Knorr) (6) sia verso
la divisione cibo per animali di Quaker Oats in Europa (7).
La fenomenale ascesa della Nestlé è da inquadrare
in un processo da tempo in corso in molti paesi: il passaggio da un'industria
alimentare locale e regionale ad una sovranazionale. Diversificazione geografica,
forti disponibilità finanziarie, promozioni aggressive dei propri
marchi consentono a poche multinazionali di colonizzare una fetta sempre
più vasta del mercato a scapito delle piccole e medie imprese che
si muovono in un'ottica nazionale.
Come ogni multinazionale, la Nestlè tiene molto
alla sua immagine ed è proprio facendo leva su questa componente
non secondaria che il boicottaggio può avere successo su questo
gigante dai piedi d'argilla. Il gruppo svizzero non può infatti
non essere seriamente preoccupato dall'approvazione da parte della Chiesa
d'Inghilterra del boicottaggio della Nestlè, in seguito al quale,
le vendite di Nescafè nel Regno Unito (che costituiscono approssimativamente
un ottavo delle vendite totali) sono diminuite del 3% (8). Se la Chiesa
Anglicana deciderà di disinvestire le proprie azioni Nestlè,
pari a 1,4 milioni di sterline, la campagna riceverà un impulso
ancora maggiore. Del resto la contrazione del fatturato dell'1,2 registrata
dalla Nestlè nel '94 dovrebbe indurre il gruppo svizzero a rivedere
la propria politica a livello mondiale per la promozione di latte per neonati.
Questa contrazione è infatti dovuta principalmente al calo delle
vendite negli Stati Uniti e nel Regno Unito (9), paesi dove il boicottaggio
è stato portato avanti con maggior vigore.
(1) "Il Sole 24 Ore", 31 luglio 1993
(2) "L'Eco di Bergamo", 18 febbraio 1998
(3) "Il Sole 24 Ore", 30 luglio 1993
(4) "Industria alimentare in Italia" rapporto AGRA/NOMISMA
1995
(5) "Mondo Economico", 6 febbraio 1995
(6) "Il Mondo", 5 agosto 1994
(7)"Il Sole 24 Ore", 24 novembre 1994
(8) press release "International Nestlé Boycott
Committee", 27 maggio 1994
(9) "Il Sole 24 Ore", 26 gennaio 1995
UNICEF
e OMS hanno redatto un codice che bandisce queste tecniche di marketing...
Il Codice Internazionale
"Inappropriate pratiche nutritive portano alla malnutrizione
infantile, alla malattia e alla mortalità in tutti i paesi, e pratiche
improprie nel marketing di sostituti del latte materno possono contribuire
a questi gravi problemi di salute pubblica."
(Preambolo del Codice)
Il Codice Internazionale fu adottato dalla World Health Assembly (Assemblea
Mondiale della Sanità) il 21 maggio 1981. Rappresenta per tutti
i governi un modello di minima regolamentazione che dovrebbe essere adottato
per proteggere la salute infantile impedendo un marketing inappropriato
di sostituti del latte materno. Vieta la pubblicizzazione del latte artificiale
e di qualsiasi altro sostituto del latte materno. Una ulteriore risoluzione
del 1986 ha chiarito poi il problema dei rifornimenti gratuiti dichiarando
che il latte artificiale non è necessario.
Il Codice si applica ai sostituti del latte materno, inclusa
la "infant formula", altri prodotti del latte (cibi e bevande, inclusi cibi
complementari in biberon, quando presentati come una parziale o totale
sostituzione del latte materno), biberon e poppatoi (articolo 2).
Etichette adeguate
-
Le etichette devono portare le informazioni necessarie sull'uso appropriato
del prodotto, e non devono dissuadere dalla pratica dello allattamento
al seno. I produttori della "infant formula" devono far sì che ogni
confezione abbia un messaggio ben evidente in un linguaggio chiaro e appropriato,
che includa i seguenti punti:
-
le parole "Notizia Importante" o le loro equivalenti ;
-
una dichiarazione sulla superiorità dell'allattamento al seno
;
-
una dichiarazione che il prodotto debba essere usato soltanto con il
consenso di un medico.
-
istruzioni per la preparazione adeguata, e un avvertimento sui rischi
per la salute in caso di preparazione inadeguata.
-
Né la confezione né l'etichetta devono avere disegni di
neonati o altri disegni o testi che possano idealizzare l'uso della "infant
formula".
-
Non devono essere usati i termini "umanizzato", "maternizzato" o simili.
-
Cibi pubblicizzati per l'alimentazione dei neonati, che non rispondano
ai requisiti di una "infant formula" , ma che possono essere modificati
in tal senso, devono portare un avvertimento sull'etichetta (articolo 9.1,
9.2, 9.3).
Nessuna promozione al pubblico
Non ci deve essere pubblicità o altra forma di promozione
al pubblico di prodotti a cui si applica il Codice. Non ci deve essere
nessuna pubblicità nel punto di vendita, distribuzione di campioni
o ogni altro mezzo promozionale per attirare direttamente il consumatore,
come speciali mostre, tagliandi di sconto, premi, vendite speciali.
Il personale addetto al marketing non deve cercare nessun contatto
diretto o indiretto con le madri di neonati e bambini piccoli (articolo
5).
Nessun dono alle madri o al personale medico
Produttori e distributori non devono elargire alle madri nessun
dono di articoli o utensili che possa promuovere l'uso di sostituti del
latte materno o di allattamento tramite biberon.
Nessun incentivo finanziario o materiale, per promuovere prodotti
che rientrano negli scopi del Codice, deve essere offerto al personale
medico o a membri delle famiglie (articoli 5.4, 7.3).
Una chiara informazione
-
Materiali informativi e istruttivi riguardanti la nutrizione di neonati,
rivolti a personale medico professionale, donne incinte o madri, devono
includere chiara informazione sui seguenti punti:
-
i benefici e la superiorità dell'allattamento al seno;
-
la nutrizione materna e la preparazione e il mantenimento dell'allattamento
al seno;
-
l'effetto negativo sull'allattamento al seno di introdurre un parziale
allattamento al biberon;
-
la difficoltà di cambiare la decisione di non allattare al seno;
-
qualora necessario, il corretto uso della "infant formula".
-
Quando questi materiali contengono informazioni sull'uso della
"formula infantile", essi devono includere:
-
le implicazioni sociali e finanziarie del suo uso;
-
i rischi per la salute per via di un uso inutile o improprio della "infant
formula" e altri sostituti del latte materno.
-
Questi materiali non devono usare figure o testi che possano idealizzare
l'uso di sostituti del latte materno (articoli 4.2, 7.2).
Nessuna promozione nelle strutture sanitarie.
Le strutture sanitarie non devono essere usate per promuovere l'"infant
formula" o altri sostituti del latte materno. Esse inoltre non devono essere
usate per mostrare prodotti o manifesti pubblicitari e posters su questi
ultimi, o per la distribuzione di materiale che porta il marchio di prodotti
trattati dal Codice
(articoli 6.2, 6.3, 4.3).
Nessuna promozione al personale medico.
L'informazione fornita al personale medico da produttori e distributori,
riguardante prodotti trattati dal Codice, deve essere limitata a fatti
scientifici ed effettivi, e non deve implicare o creare l'opinione che
l'allattamento mediante biberon sia equivalente o superiore all'allattamento
al seno.
Campioni di tali prodotti, l'equipaggiamento e gli utensili per la
loro preparazione o uso, non devono essere forniti al personale medico
eccetto quando necessario per valutazione o ricerca professionale a livello
istituzionale (articoli 7.2, 7.4).
Nessun campione o rifornimento gratis
Campioni di prodotti a cui si applica il Codice non devono essere
dati a donne incinte, madri di neonati e bambini piccoli, o membri delle
loro famiglie.
Non devono essere dati rifornimenti gratis o sottocosto di sostituti
del latte materno a reparti maternità o ospedali. Rifornimenti gratis
o sottocosto possono essere dati ad altre istituzioni sociali solo per
il benessere di neonati che devono essere nutriti con sostituti
del latte materno, e devono continuare per tutto il tempo in cui i suddetti
neonati ne hanno bisogno. Essi non devono essere usati come incentivo alle
vendite (articoli 5.2, 7.4, 6.6, 6.7, Risoluzione OMS 39.28).
Nessuna promozione di cibi complementari prima che ce ne sia il
bisogno.
E' importante per i neonati ricevere cibi complementari adeguati,
di solito quando raggiungono l'età da 4 a 6 mesi di vita. Ogni cibo
o bevanda dato prima che i cibi complementari siano nutrizionalmente necessari,
può interferire con l'inizio o il proseguimento dell'allattamento
al seno e quindi non ne deve essere promosso l'uso durante questo periodo.
Bisogna inoltre fare ogni sforzo perché vengano usati i cibi
disponibili localmente.
(Preambolo del Codice; Risoluzione WHA 39.28).
Le compagnie devono attenersi al Codice Internazionale.
Indipendentemente da ogni altra misura presa per rendere operante
il Codice, produttori e distributori di prodotti a cui si applica il Codice
devono considerarsi responsabili per la sorveglianza delle loro pratiche
di marketing, secondo i principi e gli scopi del Codice, e prendere provvedimenti
per assicurare che la loro condotta ad ogni livello sia conforme ad esso
(articolo 11.3).
Applicazione del codice.
Dieci anni dopo la stesura del Codice, nell'Agosto 1990,
molti rappresentanti di governi di 30 paesi hanno adottato la
"Dichiarazione
degli Innocenti" in un meeting a Firenze.
A tutte le donne, afferma
la Dichiarazione,
deve essere data la possibilità di allattare
esclusivamente al seno... E, per ottenere questo risultato,
tutti
i governi devono entro il 1995 aver preso provvedimenti per rendere
effettivi tutti gli articoli del Codice Internazionale e la risoluzione
speciale dell'OMS del 1986 (in cui si afferma che non ci devono essere
rifornimenti di latte per bambini negli ospedali e, nei reparti maternità,
la piccola quantità di latte necessaria deve essere comprata anch'essa).
Nel 1991 l'UNICEF e l'O.M.S. hanno lanciato anche l'Iniziativa
per gli Ospedali Amici del Bambini, che mira a incoraggiare l'allattamento
al petto negli ospedali di tutto il mondo. Per dare all'iniziativa una
probabilità di successo, hanno chiesto alla Nestlé e ai suoi
concorrenti di rispettare il Codice Internazionale ponendo fine ai loro
rifornimenti gratuiti in tutti i paesi entro il 1992. Nonostante l'esplicita
richiesta dell'UNICEF,
le ditte produttrici si sono rifiutate di collaborare, continuando rifornimenti
fino a quando i governi non avessero legiferato in proposito o tutte le
compagnie fossero d'accordo a smettere. La Nestlé sa infatti che,
prima della realizzazione di queste condizioni, ci vorranno anni, durante
i quali potrà continuare a vendere i propri prodotti mentre milioni
di bambini continueranno a morire.
Durante il 1992 l'UNICEF ha posto nuovamente la questione
a molti governi, ma la Nestlé é stata capace di far sollevare
molte eccezioni e cavilli, per non includere nella legislazione latti speciali,
latti per lo svezzamento, ospedali privati ecc.
Inoltre la compagnia sa che tali cavilli mascherano i
sondaggi e aiutano a far finta che i rifornimenti gratis avvengono solo
in casi speciali. Né la risoluzione OMS del 1986 né l'UNICEF
ammettono queste eccezioni.
La legge italiana
Il Ministero della Sanità italiano, seguendo le
direttive Cee 91/321 e 92/52, ha emesso il decreto n. 500 del 6 aprile
1994 concernente gli alimenti per lattanti e di proseguimento destinati
all'esportazione verso Paesi terzi. Ne riportiamo alcuni stralci:
Etichettatura
L'etichettatura degli alimenti per lattanti comporta,
inoltre, le seguenti indicazioni:
-
una dicitura relativa alla superiorità dell'allattamento
al seno;
-
una dicitura che raccomandi di utilizzare il prodotto soltanto
dietro parere di persone qualificate nel settore della medicina, dell'alimentazione
o della farmacia oppure di altre persone qualificate nel settore della
maternità e dell'infanzia. (Art.6.3)
L'etichettatura degli alimenti per lattanti e degli alimenti
di proseguimento non deve fornire informazioni che scoraggino l'allattamento
al seno e fare esplicito riferimento alle diciture "umanizzato", "maternizzato"
o ad espressioni analoghe.
(Art.6.4)
L'etichettatura degli alimenti per lattanti non deve riportare
immagini di lattanti, né altre illustrazioni o diciture che inducano
a idealizzare l'uso del prodotto, ad eccezioni delle illustrazioni che
facilitino l'identificazione del prodotto e ne spieghino i metodi di preparazione
prima del consumo.
(Art.6.6)
Pubblicità
Non è consentita la pubblicità in ogni sua
forma nei punti di vendita, nonché la distribuzione di campioni
ovvero il ricorso ad altri sistemi diretti a promuovere la vendita degli
alimenti per lattanti direttamente presso il consumatore nella fase del
commercio al dettaglio. (Art.7.2)
I produttori e le persone aventi titoli alla distribuzione
degli alimenti per lattanti non devono offrire al pubblico, alle donne
incinte, alle madri e ai membri delle famiglie, direttamente o indirettamente
attraverso il sistema sanitario ovvero attraverso gli operatori sanitari,
campioni gratuiti o a basso prezzo o altri omaggi. (Art 7.4)
Materiale informativo e didattico
Il materiale informativo riguardante i prodotti disciplinati
dal presente regolamento, qualora sia destinato alle gestanti e alle madri
dei lattanti e dei bambini, deve fornire precise informazioni su:
-
benefici e superiorità dell'allattamento al seno;
-
allattamento materno, preparazione all'allattamento al seno
e modalità per assicurarne la continuazione;
-
eventuali conseguenze negative per l'allattamento al seno
derivanti dall'introduzione dell'allattamento artificiale parziale;
-
difficile reversibilità della decisione di non allattare
al seno;
-
corretta utilizzazione degli alimenti per lattanti. (Art.8.1)
Il materiale informativo di cui al comma 1, qualora contenga
informazioni sull'impiego degli alimenti per lattanti, non deve riportare
alcuna immagine che possa idealizzare l'impiego di tali alimenti e deve,
atresì, fornire informazioni su:
-
conseguenze sociali e finanziarie sulla utilizzazione degli
alimenti per lattanti;
-
rischi derivanti alla salute dei soggetti interessati all'utilizzazione
non appropriata degli alimenti per lattanti. (Art.8.2)
NOTA BENE: nonostante la legge lo vieti, la promozione aggressiva
del latte artificiale continua anche in Italia. Chi scorga irregolarità
da parte delle ditte produttrici è pregato di contattare la segreteria
della Rete Italiana Boicottaggio
Nestlé
Sono
state scoperte e documentate centinaia di infrazioni del Codice da parte
della Nestlé, la multinazionale che ha il più vasto mercato
di latte in polvere nel Terzo Mondo...
Come la Nestlé trasgredisce il Codice
"Molte compagnie stanno portando avanti azioni che
violano il Codice in maniera sistematica (...) Il Codice è stato
scritto per proteggere l'allattamento al seno. Dopo quindici anni questa
protezione è ancora urgentemente necessaria. L'allattamento al seno
continua ad essere minacciato dalle attività di marketing delle
compagnie."
(da Cracking The Code, realizzato dall'IGBM)
Nel 1994, in seguito a una campagna diffamatoria contro IBFAN, il Sinodo
Generale della Chiesa d'Inghilterra ha deciso di sospendere il suo supporto
alla Campagna Internazionale di Boicottaggio Nestlé. Questa decisione
ha acceso un dibattito che ha portato alla formazione dell'IGBM (Interagency
Group on Breastfeeding Monitoring), un gruppo di organizzazioni non governative,
istituzioni accademiche e chiese inglesi, a cui è stata commissionata
una ricerca indipendente per ottenere prove obiettive di violazioni del
Codice: Cracking the Code, edito nel gennaio 1997. Questa ricerca è
stata effettuata in Bangladesh, Polonia, Sud Africa e Tailandia su un campione
casuale di 800 donne (in gravidanza e madri), 120 operatori sanitari, 40
strutture sanitarie. Le conclusioni di questo studio affermano che molte
compagnie stanno compiendo azioni che violano il Codice in maniera sistematica
e non casuale (vedi anche la cronologia del boicottaggio).
Da quasi due decenni l'IBFAN (International Baby Food Action Network)
rende note periodicamente le trasgressioni al Codice da parte delle ditte
produttrici attraverso la pubblicazione "Breaking the Rules". Sulla base
di questi dati, è stata lanciata la campagna internazionale di boicottaggio
gestita dall'International Nestlé Boycott Committee (INBC).
L'ultima edizione (Marzo 1998) riporta le violazioni risultanti dai
monitoraggi effettuati in 31 paesi tra gennaio e settembre nel 1997. La
tabella qui sotto mostra quelle della Nestlé.
Il rapporto mette anche a confronto le pratiche promozionali di 19
industrie di alimenti per bambini: la Nestlé risulta essere la responsabile
del 25% delle migliaia di violazioni registrate (circa due volte di più
di qualsiasi altra società).
IBFAN è
una rete di oltre 140 organizzazioni in più di 70 paesi, di cui
tre quarti in Africa, Asia e America Latina. L'IBFAN lavora per il miglioramento
della salute e dell'alimentazione del bambino e per l'applicazione del
Codice.
BABY MILK ACTION
è il membro britannico dell'IBFAN. E' una organizzazione non a fini
di lucro che si batte per proteggere madri e bambini dalla promozione commerciale
dell'allattamento artificiale e per tutelare i diritti della donna ad una
scelta consapevole.
Breaking the Rules 1998: le infrazioni della Nestlé
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Promozione nelle strutture sanitarie
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Promozione diretta al pubblico
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Etichettatura
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Campioni gratuiti |
Poster, Calendari |
Regali agli operatori sanitari |
Regali alle madri |
Materiale informativo a disposizione delle madri |
Informazioni sui prodotti agli operatori sanitari |
Pubblicità sui mass-media |
Promozione nei negozi |
Campioni e regali alle madri |
Contatti tra personale addetto al marketing e le madri |
Etichette inadeguate |
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Benin |
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Bolivia |
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Brasile |
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Costa d'Avorio |
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Isole Mauritius |
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Kenya |
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Malaysia |
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Messico |
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Nicaragua |
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Niger |
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Repubblica Dominicana |
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Spagna |
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Tailandia |
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Tanzania |
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Uruguay |
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Venezuela |
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Zambia |
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La
Nestlé dichiara di attenersi al Codice ma numerosi fatti la smentiscono...
La Nestlé dice che...
"Bella grafica - peccato per il testo. Il nuovo documento
della Nestlé non è tutto ciò che sembra."
(Baby Milk Action)
La Nestlé ha prodotto un documento dove spiega le sue politiche
di marketing del latte in polvere nei paesi in via di sviluppo. In questo
documento, la Nestlé dichiara che il suo modello di comportamento
riguardo la commercializzazione del latte per bambini è lo stesso
contenuto nel Codice dell'OMS e dell'UNICEF. Ma, come emerge da uno studio
di Baby Milk Action, ci sono importanti differenze.
Punti del documento Nestlé |
Critica di Baby Milk Action |
Modello di comportamento della
Nestlé riguardo al latte in polvere nei paesi in via di sviluppo |
Il Codice Internazionale
tratta tutti i sostituti del latte materno in tutti i paesi. L'Articolo
11.3 chiede ai produttori di attenersi al Codice indipendentemente dai
governi. |
Ciò
che la Nestlé fa |
|
Mettere in guardia le madri sulle
conseguenze dell'uso scorretto o inappropriato del latte in polvere |
In molti paesi le etichette della
Nestlé non sono nella lingua locale |
Attenersi, sia alla lettera sia
nello spirito, al Codice Internazionale OMS. |
Monitoraggi indipendenti mostrano
che la Nestlé viola il Codice e le successive Risoluzioni |
Sostenere sforzi effettuati da
governi di recepire il Codice attraverso legislazione, regolamenti e altre
misure appropriate. |
La Nestlé ha provato a
screditare tentativi di costruire una forte legislazione in molti paesi,
per esempio Filippine, Ghana, Pakistan, Uganda, e in Europa...Ora è
sotto accusa per aver infranto la Legge Indiana sul Cibo per Bambini. Invece
di ammettere la colpa, la compagnia mette in discussione le norme per via
delle quali viene perseguita |
Ciò
che la Nestlé non fa |
|
Diffondere annunci pubblicitari
del latte per bambini al pubblico |
Il Codice proibisce le promozioni,
non solo gli annunci pubblicitari, e tratta tutti i sostituti del latte
materno, non solo il latte per bambini |
Usare figure di bambini sulle
confezioni di latte in polvere |
Vero - a causa di pressioni esercitate
dal Boicottaggio, la Nestlé ha smesso di usare figure di bambini
sulle confezioni di latte in polvere nel 1984. Ma molti cibi complementari
da biberon della Nestlé portano ancora figure di bambini che idealizzano
il prodotto |
Fornire incentivi materiali o
finanziari a operatori sanitari allo scopo di promuovere il latte per bambini |
Perché la Nestlé
dà doni agli operatori sanitari, se non per promuovere i suoi prodotti? |
Permettere che del materiale educativo
correlato all'uso del latte in polvere sia esposto pubblicamente in ospedali
e cliniche |
Sono stati segnalati centinaia
di casi di pubblicità Nestlé alle madri nelle strutture ospedaliere |
Donare latte per bambini gratis
per l'uso da parte neonati sani, eccetto in casi sociali eccezionali (per
esempio dove le politiche del governo permettono ai produttori di rispondere
ad una specifica richiesta medica, ad esempio se la madre muore alla nascita
del figlio) |
Questa è una chiara ammissione
- le Risoluzioni dell'Assemblea Mondiale della Sanità proibisce
tutte le donazioni commerciali di sostituti del latte materno a tutte le
parti del sistema sanitario. Molti governi stanno lavorando per chiudere
queste scappatoie, consapevoli che orfani e bambini socialmente bisognosi
necessitano di un sostegno regolare e consistente, non di donazioni commerciali
irregolari. |
Ciò
che la Nestlé farà |
|
Prendere misure disciplinari contro
qualsiasi membro del personale Nestlé che viola volontariamente
questo modello di comportamento |
La Nestlé dice che nessun
membro del personale è mai stato punito sulla questione |
La Nestlé invita gli ufficiali
governativi, gli operatori sanitari, e i consumatori, a portare alla sua
attenzione ogni pratica di commercializzazione del latte in polvere della
Nestlé nei paesi in via di sviluppo che essi considerano non in
conformità con il suddetto impegno. |
In più, le compagnie hanno
la responsabilità di monitorare i loro comportamenti, secondo il
Codice Internazionale |
Il
boicottaggio è uno strumento democratico e efficace che noi consumatori
abbiamo a disposizione per costringere la Nestlé a rivedere il suo
comportamento
Che cosa possiamo fare noi?
"L'atteggiamento più pericoloso, da allontanare
come una tentazione, è il pessimismo. Non dire che contro i colossi
della terra non ce la faremo mai e che quella mondiale è una dimensione
troppo vasta per essere gestita dal basso. Sui sensi di impotenza i padroni
ed i governanti costruiscono imperi."
(Francuccio Gesualdi, responsabile del
Centro Nuovo Modello di Sviluppo,
da "Lettera ad un consumatore del Nord"
Ed. EMI, '90.)
Che cosa possiamo fare se non ci rassegniamo ad assistere impotenti
e ad ammettere che il potere delle imprese possa calpestare i più
elementari diritti umani, irridere la dignità delle persone del
Sud del Mondo ma anche di quelle del Nord, subordinandole e pilotandolo
con una incessante ed ingannevole pubblicità?
Se vogliamo dare una speranza di vita ai bambini del Terzo Mondo
è necessario, prima di tutto, fermare le compagnie nelle loro irresponsabili
tecniche di vendita, ed inoltre promuovere, tramite appoggio diretto a
medici e ONG (Organismi Non Governativi), programmi di istruzione e di
informazione igienico-sanitarie.
A questo scopo sembra avere un'efficacia molto limitata la semplice
legislazione, di cui spesso le imprese si prendono gioco, influenzando
più o meno direttamente, i governi. Noi riteniamo che per obbligare
la Nestlé a rispettare il Codice Internazionale lo strumento di
lotta più adatto ed incisivo sia il boicottaggio.
Il boicottaggio consiste nell'interruzione, organizzata e temporanea,
dell'acquisto di uno o più prodotti, per indurre le società
produttrici a comportamenti diversi. Congiuntamente ad una capillare informazione
e sensibilizzazione sul problema, il boicottaggio raggiunge in forma democratica
ed efficace l'obbiettivo attraverso tre meccanismi:
-
determina un calo delle vendite: bisogna ricordare che può bastare
una riduzione di solo il 3 - 5% per provocare un grave danno alle imprese
costrette a incrementare le spese per la pubblicità e a cedere fette
di mercato alla concorrenza.
-
danneggia l'immagine dell'impresa e questo, in una società che
vive di sola immagine, rappresenta un danno ancor più grave del
semplice calo delle vendite: alcune compagnie, denunciate in passato, hanno
ceduto davanti alla sola minaccia di boicottaggio per non vedere il loro
nome associato nella mente dei consumatori a comportamenti moralmente condannabili
(è il caso della Scott in Inghilterra e della Del Monte).
-
costringe l'impresa a reimpostare le pubbliche relazioni, a vigilare
in maniera molto accurata sulle iniziative dei boicottatori ed a nascondere
le pratiche scorrette di cui è accusata.
Le ditte infatti fanno un conto di queste perdite (subite a causa del
boicottaggio) e delle perdite che subirebbero accettando le richieste dei
boicottatori. La ditta boicottata cesserà le pratiche incriminate
solo quando le converrà sul piano economico, l'unico a cui è
sensibile.
Un po' di storia.
Anche se nei libri di scuola non se ne parla, il boicottaggio ha
radici storiche importanti. In Italia non si è mai diffuso a causa
della presenza pressoché totalizzante come strumento di lotta dello
sciopero, ma in altri paesi viene adoperato da molto tempo con successo.
Con il boicottaggio i francesi posero fine, nel 1792, alla schiavitù
smettendo di comprare merci prodotte da schiavi. In epoca più recente
Martin Luther King con il boicottaggio ottenne l'abolizione di alcune leggi
segregazioniste.
Molti giganti economici, come ad esempio Coca Cola, Campbell, Polaroid,
Dow Chemical, Barclays Bank e altri ancora sono stati fermati in poco tempo
da gruppi di boicottaggio spesso inizialmente molto modesti. Per restare
nel campo del latte in polvere nel 1977 la compagnia inglese Brisol Myers
Corp. fu accusata di pubblicità scorretta al suo latte e di pagare
falso personale ospedaliero. Dopo solo due anni di boicottaggio si accordò
per terminare queste pratiche e gli osservatori internazionali hanno verificato
la loro effettiva cessazione.
Il potere dei consumatori.
Il potere del sistema economico dominante, di cui le imprese multinazionali
sono la più consistente espressione, fa leva sui nostri sensi di
impotenza, ci distrae con la pubblicità e ci fa credere che come
consumatori non abbiamo alcuna influenza.
Ma in realtà ogni singolo
consumatore, se unisce i suoi sforzi insieme a quelli degli altri, ha il
potere di far vacillare questi imperi. Il problema semmai è come
organizzare queste forze disperse, come informare e coordinare, come raggiungere
rapidamente e coinvolgere il maggior numero di persone.
Questo è
difficile ma non impossibile. Lo dimostra il fatto che la Nestlé
era già stata fermata con un primo boicottaggio internazionale durato
dal 1977 al 1984. Si era allora impegnata a rispettare le regole del Codice.
Nel 1988 però ci si rese conto che la compagnia, dopo un periodo
di effettiva buona condotta, ha ripreso a violare il Codice ed è
stata lanciata una seconda campagna di boicottaggio -quella attuale- (che
continuerà fino a che i monitoraggi di controllo non proveranno
che la Nestlé rispetta il Codice).
Può apparentemente sembrare
una sconfitta, ma oltre al fatto che la Nestlé ha rinunciato alle
pratiche più vistose, ora deve compiere azioni che lei stessa nell'84
ha definito immorali e illegali, e quindi deve agire di nascosto quando
prima poteva farlo alla luce del sole.
Verso una nuova cultura della solidarietà.
Ma salvare i bambini, per quanto di primaria importanza, non è
l'unico fine di questo boicottaggio: noi speriamo che, oltre a fermare
la Nestlé, il boicottaggio serva a creare sensibilità sul
più vasto problema del rapporto fra multinazionali e sofferenza
nei paesi sottosviluppati e a costruire una nuova cultura della solidarietà.
L'esperto Todd Puttman afferma che "il boicottaggio denuncia ed educa
allo stesso tempo. Educa ad agire, a non assistere passivamente alle ingiustizie
ed ai soprusi che avvengono sotto il nostro naso. Educa ad assumerci le
nostre responsabilità. Il boicottaggio abitua la gente a riprendersi
il potere nelle proprie mani. Per questo è quanto di più
democratico possa esserci.". Una vittoria contro la Nestlé sarebbe
un forte messaggio anche per le altre multinazionali che sfruttano impunemente
i popoli del Terzo Mondo appropriandosi del frutto delle loro terre e del
loro lavoro e lasciando in cambio sottosviluppo e rifiuti tossici.
Per fermare queste ingiustizie non solo verso chi le subisce direttamente ma
anche per chi, nella miope ottica a breve termine ne appare beneficiario
perché può comprare a poco prezzo il frutto della terra e
del lavoro altrui, il mezzo più efficace è usare finalmente
il nostro potere di consumatori, rivendicando e praticando la nostra autodeterminazione
su fronti apparentemente poco politici e poco eroici quali la scelta della
nostra alimentazione e dei nostri acquisti, ossia dell' uso dei nostri
soldi, in favore di un mondo migliore.
Parallelamente al boicottaggio si può infatti definire e proporre
un nuovo modello di consumo critico che prenda in considerazione la storia
del prodotto, la moralità della casa produttrice, l'inquinamento
di cui è responsabile etc. così da rafforzare i sistemi produttivi
e commerciali corretti che implichino un modello di sviluppo alternativo
a quello attuale.
Tutto ciò ed in particolar modo l'efficacia del boicottaggio
è solo un'utopia se resta il progetto di pochi, ma può avere
realmente successo se riesce a diffondersi come è avvenuto in passato.
Per questo c'è bisogno dell'impegno di tutti. Anche del tuo.
Cronologia del boicottaggio
- 1939: CICELY WILIAMS scrive "Latte omicida".
In un discorso al Rotary Club di Singapore la dottoressa Wiliams, pioniera
sull'argomento della nutrizione dei bambini dichiara "se le vostre vite
fossero così dure come la mia, che vedo giorno dopo giorno questo
massacro" di innocenti dovuto a malnutrizione, credo che pensere- ste come
me che l'eccessiva pubblicizzazione dei prodotti per bambini dovrebbe essere
punita come la forma più criminale di sedizione, e che queste morti
dovrebbero essere considerate omicidi.
- 1968: Dottor Derrick Jelliffe dell'istituto dei
Caraibi per il cibo e la nutrizione crea il termine "malnutrizione commercio-genica"
per descrivere l'impatto della pubbli- cità delle industrie sui
decessi dei bambini.
- 1970: L'UNPAG (UNITED NATIONS PROTEIN CALORIE ADVISORY
GROUP) indice un incontro sulla nutrizione dei bambini che pone alla luce
il problema delle pratiche industriali.
- 1972: L'IOCU (INTERNATIONAL ORGANIZATION of CONSUMER
UNIONS) sottopone un codice di comportamento per le campagne pubblicitarie
sul cibo per bambini alla Commissione dei Codici alimentari della F.A.O./O.M.S..
- 1973 Agosto: La storia di copertina del New Internationalist,
"la tragedia del cibo per bambini ", chiede una campagna di azione per
fermare la promozione non adeguata del latte per bambini.
- 1973 Novembre: L' UNPAG rilascia una dichiarazione
dicendo che la pubblicizzazione alle madri, negli ospedali, (del latte
in polvere) subito dopo il parto, è inappropriata.
- 1974 Marzo: WAR ON WANT pubblica "L'uccisore di
bambini", un resoconto sulla malnutrizione e sulla pubblicizzazione di
pratiche artificiali di nutrizione nel Terzo Mondo.
- 1974 Maggio: Il Gruppo d'azione per il Terzo Mondo
di Berna(ADgW) traduce l'opuscolo della "WAR ON WANT" e lo pubblica in
Svizzera con il titolo "Nestlé uccide i bambini".
- 1974 Luglio: Nestlé cita in giudizio, per
diffamazione, l'ADgW.
- 1975: Prima seduta sul caso Nestlé. Il consiglio
internazionale delle industrie di cibo per bambini viene formato con 8
compagnie COW & GATE, DUMEX, MEIJI, MORINAGA, NESTLE', SNOW BRAND,
WAKADO and WYETH. L'ICIFI produce un volontario "codice di condotta".
- 1976 Gennaio: UNPAG risponde al codice dell'ICIFI,
dicen- do che questo non è sufficiente.
- 1976 Aprile: Le Suore del Prezioso Sangue accusano
la BRISOL MYERS CORPORATION, per informare la nazione ed il mondo riguardo
al pericolo per la salute dei bambini, causata dalla per pubblicità
delle compagnie alla Formula per l'Infanzia, nel Terzo Mondo.
- 1977, 4 Luglio: Viene lanciato il boicottaggio
Nestlé, quando questa si rifiuta di cessare la sua pratica di pubblicizzazione.
- 1978: Il boicottaggio alla Nestlé si estende
a: Canada, Nuova Zelanda ed Australia.
- 1978 Gennaio: La BRISTOL MYERS si accorda fuori
dal tribunale per cessare la pubblicizzazione di latte per bambini e di
non utilizzare più false infermiere.
- 1978, 23 Maggio: Il sotto- comitato alla salute
e alla ricerca scientifica del Senato USA, presieduto dal senatore E.Kennedy,
ascolta testimonianze sul problema della nutrizione dei bambini da professionisti
del Sud del Mondo, rappresentanti della Chiesa, autorità internazionali
nel campo della medicina e del marketing, e funzionari di azienda. Dottori
ed infermiere del Sud del Mondo descrivono il negativo impatto della pubblicizzazione
e dell'uso di latte artificiale nelle loro regioni ed i rappresentanti
della Chiesa evidenziano l'indifferenza delle industrie alle critiche.
I rappresentanti delle compagnie negano di avere responsabilità
per le condizioni socioeconomiche nel Sud del Mondo, ma ammettono di non
avere prova per le loro dichiarazioni.
- 1979: Le industrie subiscono una sconfitta quando
all'incontro OMS/UNICEF si chiede la fine della propaganda del latte artificiale.
All'incontro (tenutosi a Ginevra) partecipano 150 persone fra rappresentanti
di governi, di industrie, dell'O.N.U. e di associazioni non governative.
Insieme ad alcune raccomandazioni sulla nutrizione dei bambini, sull'educazione
del personale sanitario, sull'incremento delle condizioni sociali delle
donne e sullo sviluppo di diete svezzanti, i partecipanti chiedono che
siano applicate forti limitazioni alle campagne di propaganda del cibo
per bambini. Le organizzazioni non governative si riuniscono per formare
l'IBFAN (International Baby Food Action Network), in modo tale da poter
esercitare una pressione costante sulle industrie di cibo per bambini.
- 1980, 30 Gennaio - 11 Febbraio: Le industrie ritirano
l'impegno di fermare la pubblicità. La Nestlé ed altre tre
industrie americane ritirano
la parola di sottoscrivere le raccomandazioni OMS/UNICEF. Successivamente
non si presentano all'incontro del 30
Gennaio e partecipano a quello dell'11 Febbraio solo per la minaccia di
citazione a giudizio. I rappresentanti delle industrie ammettono che non
intendono sottoscrivere l'interpreta- zione delle raccomandazioni dell'O.M.S.
uscite dall'incontro di Ottobre. Quando gli viene chiesto che cosa la sua
ditta avrebbe cambiato come risultato dell'incontro il rappresentante della
Nestlé risponde: "Non mi sembra che sia necessario alcun cambiamento".
- 1980 Giugno: Baby Milk Action lancia il boicottaggio
in Gran Bretagna. Durante l'anno, O.M.S. e UNICEF preparano un codice di
comportamento in collaborazione con governi, industrie di cibo per bambini,
ricercatori, personale sanitario e associazioni pubbliche.
- 1981: Il boicottaggio si estende a Svezia e Germania
Ovest.
- 1981, 21 Maggio: Il "Codice Internazionale di pubblicità
dei sostituti del latte materno" viene accettato a stragrande maggioranza
alla trentaquattresima Assemblea Mondiale Sanitaria (WHA). Gli USA sono
l'unica nazione a votare contro: 118 favorevoli, 1 contrario, 3 astenuti.
Il presidente dell'Assemblea elogia singoli cittadini e associazioni per
aver attivamente partecipato alla stesura del codice.
- 1981 Ottobre: Il parlamento Europeo approva una
direttiva basata sul codice.
- 1982 Marzo: La Nestlé pubblica un orientamento
per seguire le direttive O.M.S./UNICEF.
- 1982 Maggio: La Nestlé crea una commissione
(NIFAC) che ha il compito di controllare il rispetto delle direttive da
lei sottoscritte.
- 1982: Su pressioni dell'O.M.S., dell'UNICEF, di
gruppi di azione e di personale sanitario, la Nestlé definisce una
serie di nuove direttive (il "codice IDACE"), che sono ritenute ancora
insufficienti. Il boicottaggio inizia in Francia.
- 1983: Il Parlamento Europeo approva ancora una
volta una risoluzione nettamente favorevole al codice internazionale e
contraria al "Codice IDACE".
- 1983 Agosto: Il boicottaggio alla Nestlé
raggiunge la Norvegia e la Finlandia.
- 1984, 24 Gennaio: Nestlé acconsente a sottoscrivere
il codice dell'O.M.S.. Dopo sette anni di intenso boicottaggio, la Nestlé
promette di mettersi in regola con il Codice Internazionale O.M.S./UNICEF,
ovunque tranne che nell'Europa dell'Est.
- Rimangono alcune divergenze fra la Nestlé e l'INBC
(International Nestlé Boycott Committee), sulla fine della distribuzione
gratuita di prodotti ai reparti maternità degli ospedali, ma la
Nestlé insiste che su questo punto il codice è ambiguo, quindi
si decide di attendere chiarimenti da parte dell'O.M.S. e dell'UNICEF.
- 1984 Febbraio: I gruppi impegnati nel boicottaggio
si incontrano in Messico e decidono di sospendere il boicottaggio per 6
mesi, così da dare tempo alla Nestlé per mettere in pratica
le sue risoluzioni.
- 1984 Dicembre: Dopo 6 mesi di ragionevole impegno
della Nestlé nel mantenere le sue promesse e dopo ulteriori sottoscrizioni
dei dirigenti per impegnarsi al massimo anche in futuro, i gruppi decidono
di chiudere il boicottaggio.
- 1985 Dicembre: Un comitato di esperti dell'O.M.S.
e dell'UNICEF chiede la fine delle distribuzioni gratuite. Nel chiarire
il problema delle distribuzioni gratuite l'O.M.S. e l'UNICEF sponsorizzano
un incontro fra esperti, che ha il compito di esprimere un giudizio sulla
questione delle distribuzioni gratuite. La loro chiara conclusione afferma
che la distribuzione gratuita interferisce con la propaganda dell'allattamento
naturale e dovrebbe venir interrotta: "l'uso frequente di sostituti del
latte materno, che è non solo inutile, ma anche pericoloso, dal
momento che viene usato al posto dell'allattamento materno, non dovrebbe
essere consentito negli ospedali. Non si devono fornire gratuitamente sostituti
del latte materno agli ospedali".
- 1986 Maggio: L'Assemblea Mondiale della Salute
approva una risoluzione che vieta la distribuzione gratuita di latte artificiale.
I delegati della WHA, seguendo le raccomandazioni del comitato di esperti,
approvano la risoluzione di vietare la distribuzione gratuita agli ospedali.
- 1988 Marzo: 228 ONG in tutta Europa chiedono un
rafforzamento delle direttive e una rapida applicazione di queste.
- 1988 Giugno: Il gruppo IBFAN, operante negli USA
(ACTION), indice una conferenza stampa, dichiarando che se la Nestlé
e la American Home Products (AHP) non smetteranno di inviare rifornimenti
gratuiti agli ospedali, sarà lanciato un nuovo boicottaggio.
La ACTION chiede che la Nestlé e la AHP pubblichino
un programma in cui espongono il modo in cui finiranno i rifornimenti gratuiti.
Dichiara che se entro il 4 Ottobre non sarà presentato questo pro-
gramma lanceranno il boicottaggio.
- 1988, 4 Ottobre: La ACTION lancia il boicottaggio
alla Nestlé e alla AHP negli USA. Il gruppo IBFAN tedesco, AGB,
lancia il boicottaggio alla Nestlé, e una campagna pubblicitaria
contro la Milupa. Gruppi in Francia, Austria, Svezia, Norvegia, e Gran
Bretagna promettono di aderire al boicottaggio. Altre 12 nazioni promettono
di sostenerlo.
- 1989, 15 Marzo: Nella giornata mondiale dei diritti
del consumatore la BMAC lancia il boicottaggio al Nescafé. Contemporaneamente
partono boicottaggi in Irlanda, Norvegia e Svezia.
- 1991: la Chiesa di Inghilterra aderisce al Boicottaggio
contro la Nestlé : da quel momento le vendite di Nescafé
sono diminuite del 3% nel Regno Unito.
- 1992: Nell'abbazia di Westminnster, si svolge una
conferenza organizzata dall'INBC (International Nestlé Boycott Committee)
dove i rappresentanti di 14 paesi ripropongono alla Nestlé le loro
richieste.
- 1993: Negli Stati Uniti, i latti Nutramigen e Soyalac
vengono ritirati dal mercato: il primo quando è stato scoperto che
conteneva vetri rotti, il secondo in seguito alla scoperta di una contaminazione
con salmonella.
- 1993 Dicembre: Beppe Grillo, informato tramite Dario Fo e Franca Rame
(che avevano aderito), denuncia il problema durante il suo spettacolo televisivo su RAI UNO.
- 1994 Marzo: la dogana dello stato dello Sri Lanka
respinge un carico di latte in polvere Nestlé proveniente dalla
Polonia poichè aveva un tasso di radioattività superiore
al doppio dei livelli ammessi. Nestlé respinge le accuse affermando
che gli standards dello Sri Lanka sono troppo rigidi.
- 1994 Giugno: 27 sacerdoti della diocesi di Novara
hanno inviato una lettera alla multinazionale dichiarandosi non disponibili
a collaborare al concorso "Disegna la famiglia, vinci l'America"
promosso dalla Nestlé.
- 1994, 12 Novembre: a Milano si costituisce la
Rete Italiana Boicottaggio Nestlé, organismo di coordinamento di
tutti i gruppi che lavorano al boicottaggio Nestlé.
- 1995, 15 Dicembre: Prima giornata italiana dedicata
al boicottaggio Nestlé. Una delegazione RIBN consegna a Saverio
Ripa di Meana (direttore Relazioni Esterne Nestlé) 33.000 firme,
e si incontra per un dibattito a porte chiuse con i rappresentanti dell'associazione
Italiana Produttori di Alimenti per l'Infanzia per discutere il problema.
- 1996 Marzo: Una nuova risoluzione dell'Assemblea
Mondiale della Sanità proibisce le sponsorizzazioni di convegni
medici da parte di produttori di latte in polvere .
Save The Children, organizzazione inglese per la cooperazione
internazionale, denuncia la propaganda diretta e la donazione di campioni
gratuiti nella provincia dello Yunnan (Cina). Il governo cinese adotta
misure per impedire tali pratiche.
- 1996 Settembre: Il comune di Asti nega l'autorizzazione
per la registrazione di una puntata di "L'albero azzurro" (trasmissione
RAI per bambini) perché sponsorizzata da Nestlé.
- 1997 Gennaio: Un rapporto dell'Interagency Group
of Breastfeeding Monitoring, che include 27 organizzazioni sanitarie e
religiose come l'Unicef e Save The Children, denuncia le continue violazioni
del Codice Internazionale da parte di cinque multinazionali (Nestlé
inclusa). Il rapporto è basato su una ricerca statistica eseguita
in Polonia, Bangladesh, Thailandia, Sud Africa.
- 1997 Maggio: Il comune di Roma, Nestlé e COTRAL
(azienda di trasporto della capitale) stipulano
un contratto della durata di dieci anni per la sponsorizzazione di mosaici
che abbelliscano le fermate del metrò.
Rifondazione Comunista e la Rete Romana Consumo Critico intraprendono una
serie di iniziative per far rescindere il contratto.
- 1997 Agosto: I giovani che si sono recati a Parigi per partecipare alla dodicesima
giornata mondiale della gioventù, al mattino si sono visti offrire un cestino da viaggio della Nestlé. Questo era il
risultato di una sponsorizzazione richiesta ed ottenuta dall'Opera Romana Pellegrinaggi (ORP), che aveva fatto
appello a varie imprese per poter mantenere il prezzo del viaggio a sole lire 600.000. I sostenitori della RIBN sono
stati invitati a scrivere a Mons. Andreatta, direttore dell'ORP, per esprimere il proprio dissenso. Mons. Andreatta
ha poi chiesto pubblicamente scusa.
- 1997: Negli Stati Uniti, la Food and Drug Administration,
in relazione a casi di disturbi gastrointestinali, ritira 11.317 scatole
di latte per lo svezzamento Carnation della Nestlé a causa di adulterazione
e produzione in condizioni antigieniche. Nel Regno Unito, il Milumil viene
ritirato dalle vendite dopo essere stato collegato a un'infezione con salmonella.
- 1997 Luglio: Nestlé, che aveva messo in
dubbio l'attendibilità dei dati di Cracking The Code, ha
compiuto una frettolosa inversione di marcia per la paura di un biasimo
del Sinodo della Chiesa d'Inghilterra: ha approvato la mozione presentata
dalla dottoressa Christine Baxter, che chiedeva al Sinodo di prendere atto
del rapporto Cracking the Code e chiedere a produttori e operatori
sanitari di aderire al Codice. L'INBC ha allora rinnovato l'impegno di
terminare il boicottaggio non appena i monitoraggi mostrino la conformità
dell'azienda al Codice per un periodo di 18 mesi.
- 1998, 23 febbraio: L'amministrazione provinciale di Ferrara aderisce alla
campagna di pressione nei confronti della Nestlé, sospendendo ogni acquisto di prodotti della Nestlé e delle
ditte ad essa collegate.
- 1998, 15 aprile - 15 maggio: La casa editrice EMI invia una
lettera aperta alla Piemme, che aveva organizzato l'iniziativa "Merenda
gratis in libreria" (in cui venivano offerte
gratuitamente merendine Nesquik Stick ai bambini) nella quale contesta sia
l'iniziativa, sia la scelta dello sponsor.
Numerose associazioni locali e nazionali sottoscrivono la lettera.
- 1998, 1° maggio: Il critico cinematografico Roberto
Silvestri
si dimette dall'organizzazione del Torino Film Festival (per il quale doveva
curare una rassegna di film africani) per
protestare contro l'istituzione del Premio Nestlé, illustrando le sue
ragioni in un articolo sul Manifesto. Altri giornali
nazionali riprendono la notizia.
- 1998, 15 maggio: seconda giornata italiana dedicata
alla campagna. Consegna delle firme alla Nestlé e iniziative di
divulgazione in tutto il territorio nazionale.
- 1998, 17 maggio: La Giornata del Libro è quest'anno
sponsorizzata dalla Nestlé, e molte librerie offrono Nescafé agli avventori.
Numerosi intellettuali, fra cui il
prosindaco di Mestre Gianfranco Bettin, Marco Paolini e Ivan Della Mea,
sottoscrivono un appello di protesta riportato da vari giornali.
- 1998, 9 dicembre: La IBFAN vince il "Right Livelihood Award",
conosciuto comunemente come il "Nobel alternativo", attribuito a coloro che
offrono risposte pratiche ed esemplari ai problemi cruciali del mondo di
oggi.
- 1998 dicembre: In relazione all'episodio
di avvelenamento di due panettoni Motta rivendicato dall'ALF, la RIBN emette un
comunicato stampa in cui ribadisce quanto già espresso dal suo portavoce Adriano
Cattaneo nel corso della trasmissione televisiva Pinocchio del giorno 15 Dicembre 1998:
esprime tutta la sua solidarietà ai lavoratori dello stabilimento
Motta e condanna i metodi di lotta utilizzati da coloro che hanno perpetrato
l'azione di avvelenamento dei panettoni. La RIBN combatte in favore della vita di
milioni di bambini e della salute dei consumatori. Non può pertanto appoggiare
metodi di lotta che, seppure solo potenzialmente, mettono in pericolo la salute.
- 1999 gennaio: La Advertising Standards Authority
(ASA), ente pubblico preposto alla sorveglianza della pubblicità nel Regno
Unito, dà ragione ad un reclamo della Baby Milk Action contro una pubblicità
della Nestlé apparsa sul giornale studentesco Oxford Independent nel 1996.
La Nestlé presenta appello contro la sentenza, che però viene respinto dall'ASA
Attualmente la campagna è diffusa in 18 nazioni: Australia,
Canada, Finlandia, Filippine, Francia, Germania, Gran Bretagna, Irlanda,
Isole Mauritius, Italia, Messico, Norvegia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia,
USA.
I vantaggi dell'allattamento al seno
A cura della Dottoressa Sofia Quintero Romero, esperta
sull'allattamento materno e la salute delle donne
Per il bambino:
-
soddisfa tutti i bisogni nutritivi fino al sesto mese di
vita
-
è facile da digerire
-
fornisce l'acqua sufficiente, anche in paesi dove essa scarseggia
-
si adatta al ritmo di crescita del bambino e favorisce una
crescita ottimale
-
previene la carenza di vitamina A e di altre vitamine
-
fornisce difese contro le infezioni intestinali e respiratorie
-
riduce il rischio di allergie respiratorie e della pelle
-
evitando la tettarella, aiuta a prevenire la carie ed i difetti
della dentizione
-
diminuisce il rischio del diabete
-
apporta nutrienti essenziali per lo sviluppo neurologico
-
stimola un più equilibrato sviluppo psicologico
-
favorisce la relazione affettiva con la madre
Per la madre:
-
stimola la contrazione dell'utero dopo il parto, riducendo
il rischio di emorragie ed accelerando il ritorno alle dimensioni normali
-
ritarda l'ovulazione, aiutando a distanziare le nascite
-
contribuisce a prevenire il cancro al seno e alle ovaie
-
diminuisce il rischio di osteoporosi nella donna anziana
-
aiuta la madre a recuperare la forma fisica
-
è piacevole e dà serenità e tranquillità
-
favorisce la relazione affettiva con il figlio o la figlia
Vantaggi generali:
-
è sempre pronto e disponibile (anche per bambini
prematuri e gemelli: più latte viene succhiato, più ne viene
prodotto)
-
ha la giusta temperatura
-
è gratuito
-
è ecologico
E soprattutto:
"Anche in condizioni di estrema malnutrizione una madre
continua a produrre il latte necessario al bambino... Nutrire di più
la madre costa solo un decimo del latte artificiale per il bambino." The
Lancet (rivista specializzata di medicina)
Guida pratica al boicottaggio
Il primo passo per aderire alla campagna di boicottaggio
contro la Nestlé è quello di impegnarsi a non comprare Nescafè
e Nesquik. Nescafè è il prodotto simbolo della multinazionale
e per questo è boicottato in tutto il mondo; Nesquik è stato
scelto per la campagna italiana viste le scarse vendite del Nescafé.
Ogni persona poi, può impegnarsi a seconda della
propria disponibilità e sensibilità:
-
estendendo il boicottaggio ad amici, conoscenti ecc.;
- spedendo una lettera alla Nestlé che esprima il vostro dissenso
verso le strategie della multinazionale;
fino a quando non si adeguerà al Codice Internazionale;
- boicottando anche gli altri prodotti che appartengono alla
multinazionale;
- spedendo lettere di protesta ad enti, associazioni e giornali
che si fanno sponsorizzare dalla Nestlé (chiederne una copia alla
segreteria organizzativa RIBN);
- se siete un'associazione o un gruppo, promuovendo la campagna sul
territorio (è disponibile la lista dei gruppi locali
che lo fanno già), con volantinaggi, banchetti informativi, spettacoli di
piazza, articoli su giornali e riviste ecc., nel rispetto della legge,
e/o con il monitoraggio del rispetto del Codice;
in questo può aiutarvi il materiale di
supporto alla campagna;
- associandosi alla RIBN, versando la quota di
partecipazione sul CCP n. 82336009 intestato a: Fucilli Roberta, Via Carlo
Dossi 35, 00137 Roma, specificando nella causale "adesione RIBN"
("boicottaggio Nestlé" se si vuole fare una donazione).
I singoli, le associazioni e i gruppi che sono interessati ad aderire
al boicottaggio possono iscriversi alla RIBN,
in modo da essere sempre
aggiornati sugli sviluppi della campagna. I gruppi che non vogliono aderire,
ma attuano il boicottaggio, sono comunque pregati di fornire il loro indirizzo
alla segreteria. L'adesione alla Rete è caratterizzata da quattro
aspetti:
- consenso politico alle finalità e agli strumenti propri
della Campagna di boicottaggio;
- apporto organizzativo, o semplice sostegno economico e consenso
politico;
- quota di partecipazione (L. 10.000 per gli individui, L. 30.000 per le
organizzazioni locali, L. 100.000 per quelle nazionali, regionali e le ONG);
- accettazione dello statuto.
Che cos'è la Rete Italiana Boicottaggio Nestlé
La RIBN si è costituita per rispondere alla comune
esigenza di dar peso e organizzazione al boicottaggio della Nestlé
che, grazie all'opera di numerosi gruppi locali, era già diffuso
sul territorio nazionale.
Lo scopo della RIBN può essere così sintetizzato:
- aumentare la pressione esercitata dalla Campagna Internazionale
sulla Nestlé, affinchè quest'ultima si adegui al Codice Internazionale
OMS/UNICEF sulla commercializzazione dei succedanei del latte materno;
- razionalizzare le risorse disponibili per il boicottaggio;
- favorire la comunicazione tra i gruppi interessati;
- offrire servizi utili a tutti;
- promuovere e divulgare l'iniziativa sul territorio nazionale;
- tenere i rapporti con la Campagna Internazionale.
Il portavoce della RIBN è il dott. Adriano
Cattaneo, consulente dell'Unità per la Ricerca sui Servizi Sanitari e la
Cooperazione Internazionale, rintracciabile
presso l'Istituto per l'infanzia "Burlo Garofolo", Via dell'Istria
65/1 34137 Trieste, tel. 04 03 78 52 36 fax 04 03 78 54 02, posta elettronica
cattaneo@burlo.trieste.it.
La segreteria è presso il Casale Podere Rosa -
Via Diego Fabbri - 00137 Roma - Tel. 06 8271545 - Fax 06 8270876.
www.ribn.it
posta elettronica pona@casaccia.enea.it
Bibliografia
- 1,5 millioni di bambini muoiono ogni anno perchè non vengono
allattati al seno
:
- UNICEF/WHO Press Release, Feb. 1993.
- Latti per lo svezzamento/6 mesi
:
- Codex alimentarius, F.A.O., 1989.
- Le promesse della Nestlé del 1984
:
- Nestlé statement
of understanding, 01/24/84.
- Violazioni del Codice Internazionale
:
- Breaking the rules, 1998, IBFAN/IOCU;
- State of Code by company, 1994 IBFAN/IOCU;
- State of Code by country, 1994 IBFAN/IOCU;
- Results from survey for this publication, IBFAN Correspondence 1991-1994;
- Nestlé's Dec. 1990 Policy Statement.
- Il Codice Internazionale di Marketing dei sostituti al latte materno: UNICEF/WHO 1981.
- La risoluzione dell'Assemblea Mondiale della Sanità: 39.28, 1986.
- Cot Deaths:
- Bartolomew and Macarthur, Comparison of infants dying
from sudden infant death syndrome with matched live controls, Social
Science and Medicine, 27 (4), 393-397, 1988.
- Bambini prematuri e allattamento:
- Luca's and Cole, Lancet, 336, 1519, 1991.
- Madri malnutrite
- Lancet, 337, 703, 1991.
- Savage, F, The problem of malnourished, IBFAN, Africa News, Sept. 1987.
- Salute e allattamento al seno negli anni '80:
- Canninghan et al.,
A global epidemiological review; J. Pet., May 1991.
- L'acqua nei paesi a clima caldo
- Amroth, S, Water requirements
of brestfed infants in a hot climate, Am.J. Clim. Nutr. , 1154-1157, 1978.
- Amroth, S, and Bidinger, T, No need for water supplementation for
exclusively brestfed infants under hot and arid conditions, Transactions of
the Royal Society of Tropical Medicine and Hygiene,84: 602-604, 1980.
- Baby Friendly Hospital Initiative
:
- Correspondence between UNICEF, Nestlé, The International
Association of Infant Food Manufacturers and IBFAN, 1991-92.
- Coffee sales/promotion
:
- Meal and A. C. Neilson, Register, 1993.
- Allattamento al seno e fertilità
:
- The prevalence and duration of brestfeding, 1980, WHO.
- L'allattamento al seno - Protezione, incoraggiamento e sostegno.
- Dichiarazione congiunta OMS/UNICEF, 1991
Indirizzi utili
Se volete essere inseriti nella lista dei gruppi, contattate la
segreteria RIBN.
Campania
Ass. Ipotenusa, via Mauri, 84100 Salerno, tel. 0 80 33 94 02
Emilia Romagna
Mani Tese Faenza, 48018 Faenza (RA), tel. 05 46 68 06 65
Ass. Italiana Amici di Raoul Foullerau, via Borselli 4, 40135 Bologna,
tel. 01 83 27 27 37
Ferrara Terzo Mondo, c.so Porta Po 72/a, 44100 Ferrara, tel. 05 32 20 54 72
Friuli-Venezia Giulia
gruppo NOstlé Udine c/o Bottega Del Mondo, via Tiberio Deciani 18,
33100 Udine, tel. 0432/297310
Lazio
CIPAX, via Peralba 2/a, 00141 Roma
SCI, via G. Cardano 135, 00146 Roma
Gruppo Amici di Alfredo c/o Maria Assunta Faiola, via G. Conti 19, 04019
Terracina (LT)
Fare Verde, via Sommacampagna Roma
Liguria
AIFO Laboratorio di Cristo Re, via Trento 11, 18100 Imperia, tel. 0183/272737
Ass. Consumo Etico Ligure c/o La Bottega Solidale, via Vannucci3, 16120 Genova, tel. 011/583883
Movimento Nonviolento Savona, via Molmetti 11, 17024 Savona, tel. 019/600274
Lombardia
Ass. Consumatori Utenti, via Bazzini 4, 20131 Milano
Comitato Boicottaggio Nestlé Bergamo c/o coop. Il Seme, via Bonomelli 9, 24100 Bergamo, tel. 035/242829
Hakuna Matata, via Pasubio 51, 25013 Carpenedolo (Bs), tel. 0368/3167238
Terra Viva, via Solferino 86, 20038 Seregno (MI), tel. 0362/326305
Elena Ossola, via Amari 6, 21100 Varese
MIR-Mov. Nonviolento, via Macchi 12 21100 Varese, tel. 0332/310092
Circolo Unione Donne Italiane c/o Marisa Mazzoleni, via Negroni 7 20060 Pessano con Bornago (Mi)
Coop. Fraternità, via Cascina Nibai, 20063 Milano, tel. 02/9231981
Amalia Navoni, via Montale 14, 20051 Milano
Mani Tese Milano 94 (Silvano Premoselli), via Cavenaghi 4, 20100 Milano, tel. 02/48008617
Piemonte
Ass. Tsèdaqua, c.so IV Novembre 3, 12042 Bra (CN), tel. 423703
Gruppo Oltre, via Umberto I 87, 12019 Vernante (CN) tel. 0171/920112
CoCoRiCò c/o Andrea Saroldi, corso Turati 25/5 10128 Torino ntel. 011/591879
Il Ponte, p.zza Papa Giovanni 23 10094 Torino, tel. 011/9364611
Gruppo per l'Autogestione, via Cotti Ceres 12, 14100 Asti, tel. 0141/354061
MIR-Mov. Nonviolento Piemonte/Valle d'Aosta, via Locana 15 ,Torino, tel. 011/740985
Puglia
Gruppo Missionario Ostuni c/o Claudio Francioso, via Pescara 2, Ostuni (Br)
Pax Christi Putignano, corso Vittorio Emanuele 28, 70017 Putignano (Ba)
Toscana
Bottega Tupac Amaru, via della Repubblica 11, 51039 Quarrata (Pt)
Comitato Boicottaggio Nestlé Pisa c/o Il Chicco di Senape, p.zza Vettovaglie 18 56126 Pisa, tel. 050/598946
Centro Nuovo Modello di Sviluppo, via della Barra 32, 56019 Vecchiano (Pi)
Liberarsi, via degli Armeni 1, 51100 Pistoia
Trentino-Alto Adige
Gruppo Boicottiamo la Nestlé c/o Paola Carisi, via Grazioli 126, 38100 Trento
Veneto
Coordinamento Padovano, c/o CUAMM via S. Francesco 126, 35100 Padova, tel. 049/8756222
Gocce di Giustizia c/o Casa per la Pace, Contrà Porta Nova 2, 36100 Vicenza tel. 0444/327395
Gruppo Misionario San Marco, c/o Claudio Raffaelli, via Ortolan 39, 31021 Mogliano Veneto (TV)
Il Melograno, via Villa 12, 37125 Verona, tel. 045/8301918
Movimento Nonviolento Nazionale, via Spagna 8, 37100 Verona, tel. 045/8009803
INDIRIZZI INTERNAZIONALI
International Nestlé Boycott Committee (INBC) Secretariat c/o Baby Milk
Action 23 St. Andrew's Street, Cambridge CB2 3AX, Regno Unito
IBFAN c/o GIFA, BP157,
1211 Genéve 19, Svizzera, tel +41 22 798 9164, fax +41 22 798 4443
Materiale di supporto
- volantino
- guida al boicottaggio in forma cartacea (edizioni AlfaZeta)
- manifesto 70x100 in quadricromia
- maglietta a colori
- videocassetta VHS "Conseguenze dell'uso del latte in polvere nei
paesi in via di sviluppo"
- adesivo in carta
- lettere-tipo per la Nestlé italiana e per
la sede centrale
- lettera-tipo per associazioni, enti e giornali
sponsorizzati dalla Nestlé
- lettera-tipo per la sede centrale della
Nestlé, rivolta ai pediatri che aderiscono alla campagna
- Cracking the Code (il Codice infranto) tradotto in italiano: risultati
di un monitoraggio effettuato dall'IGBM, gruppo di 27 organizzazioni indipendenti
- moduli e istruzioni per il monitoraggio del Codice Internazionale
- risposte ufficiali della Nestlé e loro commento
Questo materiale può essere richiesto alla
segreteria RIBN.
Per ulteriori informazioni:
RETE ITALIANA BOICOTTAGGIO NESTLÉ
www.ribn.it
La sede della Segreteria Nazionale è presso il Casale Podere Rosa -
Via Diego Fabbri - 00137 Roma - Tel. 06 8271545 - Fax 06 8270876.
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