Per difendere i diritti umani, la democrazia
e la legalità costituzionale
occorre abolire i "centri di permanenza temporanea"
Non inganni l’ipocrita denominazione: i "centri di permanenza temporanea" in cui sono internati immigrati in condizione di irregolarità amministrativa che non hanno commesso alcun reato, sono tecnicamente a tutti gli effetti dei campi di concentramento (o di internamento che dir si voglia), in cui persone innocenti vengono recluse e spogliate di tutti i loro diritti.
In quanto tali, essi sono strutture extragiuridiche ed incostituzionali. Ergo, essi vanno aboliti perché in flagrante contrasto con la Carta Costituzionale su cui si incardina la legislazione italiana, oltre che con i fondamenti dello stato di diritto e dell’ordinamento democratico (e col comune umano sentire). Vanno aboliti e sostituiti con veri luoghi di accoglienza in cui le persone ospitate, che non hanno commesso reati, siano assistite senza essere private della libertà.
E ad onor del vero, sono flagrantemente incostituzionali anche alcuni elementi cruciali delle prassi amministrative attualmente in vigore concernenti il "respingimento" (ovvero la riconsegna delle vittime ai loro stessi aguzzini da cui erano fuggite cercando scampo, asilo e protezione giuridica in Italia), e concernenti la "espulsione" (il cui esito più rilevante è costringere persone oneste e disperate alla clandestinità, col rischio di finir preda dell’economia illegale e dei poteri criminali).
Per ripristinare la vigenza della Costituzione ed il rispetto dei diritti umani in Italia è necessario modificare adeguatamente la legislazione sull’immigrazione, nel senso dell’accoglienza, dell’assistenza, della difesa e promozione dei diritti di tutti.
Centro di ricerca per la pace
di Viterbostr. S. Barbara 9/E, 01100 Viterbo, tel. e fax 0761/353532
Viterbo, 29 gennaio 2000