SudanIl signore della guerra non ha rimorsidi Charles Omondi
Il comandante Kerubino è famoso in Sudan per i vari cambi di fazione: due volte col governo di Khartoum, due volte coi ribelli del Sud. Ecco come si presenta. Sono un Dinka. Sono nato in un piccolo villaggio di nome Paywayi. Ho ricevuto la mia educazione a Gogrial fino al 1957. Sono un militare di carriera che ha ottenuto il grado di generale di divisione nell'esercito del Sudan. Sono colui che ha sparato il primo proiettile che ha dato il via alla attuale fase della guerra civile sudanese nel 1983. Sono attualmente comandante nell'Esercito Popolare di Liberazione del Sudan. Ha cambiato spesso lato durante il conflitto sudanese, non crede che questo abbia annacquato la sua credibilità? Non credo. I cambiamenti sono sempre stati causati dalla richiesta della gente. Nel 1983, quando ho smesso di servire il governo, ero sostenuto dai giovani, quando sono stato imprigionato da John Garang per sei anni nel 1986, stavo combattendo il comunismo che si insinuava nelle nostre fila. Dov'è il comunismo oggi? E' crollato! Quando sono tornato nel governo, è stato il risultato dell'elaborazione di un accordo del popolo sull'autodeterminazione per il Sudan meriodionale. E' il governo che non è stato all'altezza dell'accordo, costringendomi a rivedere la mia posizione. Quindi il mio andare da una parte e dall'altra è sempre stato per cercare la soluzione migliore ai problemi della nostra gente nel Sudan meridionale. Quale è stata la reazione dei membri della sua fazione al suo più recente cambiamento di alleanze? Quando stavamo lasciando il governo, siamo usciti con una divisione completa e pienamente armata, cioè circa dodicimila soldati e circa ottantamila civili. Così la nostra uscita è stata una mossa che ha avuto successo, nata quando ci siamo resi conto che il governo del Sudan si stava facendo gioco di noi. Adesso abiamo optato per la lotta armata per ottenere i nostri obiettivi, a meno che il governo non cambi tattica e riguadagni la nostra fiducia riportandoci al tavolo delle trattative. Con una tale forza alle spalle, come mai il tentativo di presa di Wau non ha avuto successo? La guerra è come una partita di calcio. Vincere una battaglia non significa necessariamente il successo in guerra. Il semplice fatto che non abbia avuto successo potrebbe non essere particolarmente significativo. Ciò che per noi è più significativo è che un buon numero di persone abbia preso la giusta direzione nella sua lotta. Sono adesso uniti nel richiedere una voce in capitolo nella gestione del loro paese. Adesso il governo del Sudan deve chiedere il loro parere attraverso un referendum popolare, e questa è la strada per andare avanti. Come è stato ricevuto dalla corrente maggioritaria dell'Esercito Popolare di Liberazione del Sudan quando vi è tornato recentemente? Lo SPLA è un'idea di tutti noi. Non appartiene a Kerubino o a John Garang. Appartiene a tutti noi. La mia ultima mossa è un passo in avanti fondamentale per la nostra lotta nel sud. Le nostre divisioni passate erano controproducenti. Tutta la gente del sud ne è felice. Lei è stato accusato di essere stato dietro alcune delle peggiori atrocità commesse contro la sua stessa gente. Quale è il suo commento? Penso che sia soltanto un lato della faccenda. E' vero che ho avuto delle divergenze con John Garang e che le nostre strade si sono separate, ma abbiamo tutti continuato a combattere. In quel periodo, ho perso i miei uomini proprio come qualsiasi altro gruppo contro il quale combattevamo. Abbiamo tutti combattuto tra la nostra gente e non c'è una singola persona che possa assumersi tutta la colpa. Una cosa che dovrebbe tenere a mente è che anche nella comunità Dinka la gente combatte spesso se c'è un diverbio, ma nel momento in cui il problema è risolto tornano tutti uniti come fratelli. Tutti noi dobbiamo portare la colpa per tutte le disgrazie della nostra gente in quel periodo. Secondo lei quale sarebbe la maniera più efficace per portare il Sudan a una pace duratura? Poiché i nostri fratelli del nord sono molto intransigenti, l'unica pace duratura avrà luogo tramite la nostra unità al sud. Se siamo uniti, allora possiamo parlare con il governo, saremo presi sul serio. Il nostro caso è ben noto al governo, che ha approfittato delle nostre divisioni per perpetuare i combattimenti. Con tutte queste fazioni che sono emerse al sud, vede l'unità come un progetto realizzabile nel futuro immediato? L'unità sarà raggiunta dai giovani. I giovani non hanno tempo da perdere con tutte queste divisioni. Abbiamo fatto appello ai giovani a unirsi perché il problema al sud non è di un solo leader, è della gente tutta. Ho anche fatto appello ai miei compagni leader chiedendo di rivedere i loro approcci diversi e di lavorare insieme. Descriva in breve l'attuale situazione di carestia nella sua terra natale. E' del tutto naturale ma è molto grave. Non so esattamente come si risolverà. Adesso le persone stanno morendo a migliaia anche se le agenzie di aiuto internazionale, le chiese e le ONG stanno facendo del loro meglio per contenere la situazione. Purtroppo il governo del Sudan continua a bombardare le zone protette e altre posizioni strategiche per le operazioni di soccorso. La comunità internazionale deve esercitare una grande pressione sul governo perché tenga fede al cessate il fuoco dichiarato di recente. Può confermare o negare la voce che i soldati stanno impossessandosi di cibo destinato ai civili che muiono di fame? Non è vero. I soldati stanno combattendo per i civili ed è nel loro interesse salvaguardare il benessere del popolo. Il problema principale è che il cibo che raggiunge la regione colpita dalla carestia non è sufficiente. Se il cibo fosse sufficiente, non ci sarebbero mai simili insinuazioni. Sono un comandante e di recente ho fatto un ampio giro dell'area afflitta insieme alle ONG. Quindi sono bene informato della situazione sul campo.
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