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Versione italiana

N.11 - Gennaio 1999

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Sudan

Fuga in collina per sopravvivere

di Charles Omondi

La determinazione dei Nuba a sopravvivere è ormai leggendaria visto che il loro paese, il Sudan, è governato da un regime ostile intenzionato a farli sparire dalla faccia della terra. Con l'aiuto della loro capacità di lotta e dei loro pochi amici all'estero, i Nuba sono in grado di utilizzare i servizi minimi che consentono loro di sbarcare il lunario.

L'aereo si ferma con un rombo e ti viene detto di sbarcare in fretta. Sei a Tira Limon, una pista di atterraggio in terra battuta in una valle dei Monti Nuba, a circa 600 km a sud di Khartoum. Come le altre zone delle montagne Nuba, questa è un'area interdetta agli stranieri, e più si arriva in alto sulle colline, più si è al sicuro. Anche l'aereo deve decollare immediatamente se vuole sopravvivere per fare un altro viaggio. A parte i soldati trasandati che controllano la pista stringendo il fucile, ovunque si guardi non esiste letteralmente nessun altro segno di vita umana. "Dobbiamo salire su quelle colline", annuncia un operatore dell'assistenza ormai abituato a entrare illegalmente in questa zona. "Sono a circa due ore e mezza di marcia" aggiunge, e tu sei immediatamente tentato di giudicarlo sui due piedi un bianco debole, non abituato alle difficili condizioni africane.

Quando arrivi finalmente in cima e hai incontrato qualche abitante della zona, sei ormai convinto che l'ostinazione alla sopravvivenza dei Nuba sia invincibile. La loro architettura, piena di allegria in mezzo allo squallore e le innumerevoli terrazze sulle colline non lasciano dubbi sul loro impegno nella difesa della loro dignità di uomini contro un regime che vuole annientarli. La ultradecennale lotta civile li ha costretti ad abbandonare le fertili valli per le colline rocciose, a circa 500 metri sul livello del mare. Le colline - novantanove secondo la leggenda Nuba - sono fortezze naturali e un pugno di soldati, sistemati strategicamente, puo' controllare facilmente tutte le vie di accesso.

Il territorio dei Nuba copre circa 50.000 km quadrati e geograficamente si trova quasi esattamente nel centro del Sudan, il più grande stato africano. I Nuba, che contano circa 50 gruppi linguistici diversi, hanno scelto di far parte del Sudan meridionale in spirito e, con la protezione dell'Esercito Popolare di Liberazione Sudanese (SPLA) hanno intrapreso una lunga lotta di liberazione contro il regime islamico di Khartoum. I Nuba, valutati in passato circa un milione di soggetti, sono oggi dai 350.000 ai 500.000 individui, a causa della continua insicurezza, causa di migrazioni e morte.

La popolazione è composta da agricoltori e allevatori di bestiame. Tuttavia gran parte del bestiame sulle montagne Nuba non viene allevato per l'alimentazione ma per l'attività di scambio con sementi, per i matrimoni o come status symbol. Esiste una lunga tradizione di generosità tra i Nuba, che si manifesta sotto molte forme. È pratica abituale, ad esempio dividere sino al 10 per cento del proprio raccolto con parenti e amici in stato di bisogno. In tutte le zone dei monti Nuba, il sorgo è la spina dorsale dell'economia alimentare. È insostituibile per tutto un assortimento di piatti tradizionali, madida, asida, kisira e mirissa, ed è preferito rispetto ad altre coltivazioni cerealicole. La solidarietà tra i Nuba è esemplare. Sebbene siano composti da musulmani, cristiani e tradizionalisti, i Tira, Otro, Tulishi, Moro e Miri solo per citarne alcuni, i Nuba si considerano tutti un solo popolo con un destino comune.

Come rappresaglia alla loro presa di posizione, il governo sudanese ha risposto senza pietà. Il genocidio sistematico, l'isolamento e lo sradicamento dei Nuba nei "campi della pace" (leggi 'campi di concentramento') sono stati messi in atto a pieno regime per impedire ai Nuba di aiutare lo SPLA. Gli uomini Nuba vengono arruolati a forza per combattere accanto alle forze governative e le loro donne vengono date come concubine agli arabi. In questo modo, la prossima generazione sarà più araba che africana, o almeno così spera il governo.

Una passeggiata nel mercato di Lomno, nel cuore del territorio dei Nuba, fa riflettere sul livello delle attività imprenditoriali dei Nuba. Tutte le merci vengono offerte in vendita in piccole quantità, così che un acquirente serio, del genere supermercato, non avrebbe difficoltà a comprare tutto in una sola volta. Ma i commercianti sono terribilmente seri e riescono a ottenere il meglio da una situazione negativa. Le condizioni climatiche sfavorevoli, i terreni difficili e poveri, la scarsità di strumenti e semi utilizzabili, tutto si combina per mantenere la produzione della fattoria al minimo essenziale. Ovunque il commercio viene effettuato in una serie di valute diverse, tra cui il dollaro USA, lo scellino keniota, la sterlina sudanese e il dinaro. Anche il sistema del baratto è accettato ovunque. Un Nuba che non si sia mai avventurato fuori dalla sua terra natale, non ha idea dell'aspetto di una strada asfaltata, di un veicolo o di una bicicletta. E questa è la situazione della maggioranza. A causa dell'accesso controllato e del terreno difficile, la gente deve camminare da una destinazione all'altra. Termini quali "tre giorni di cammino" "una settimana di cammmino" o "sette ore di cammino" sono comuni e rievocano la bella atmosfera delle opere di Chinua Achebe ambientate nella Nigeria rurale.

L'acqua è un bene prezioso sulle montagne Nuba. Le condizioni climatiche quasi desertiche fanno sì che la domanda sia alta ma la fornitura molto scarsa. Soprattutto nella stagione secca le donne devono percorrere lunghe distanze per raccogliere l'acqua da bacini infestati dalle rane. I visitatori che dalla pista d'atterraggio vogliono risalire la collina senza troppi problemi, devono essere provvisti di almeno un litro di acqua potabile. Durante la permanenza nel territorio Nuba non ci si deve preoccupare per le proprie cose. I ladri e gli altri reati sociali sono praticamente inesistenti, dato che i legami parentali sono molto forti. In un villaggio quasi tutti sanno a chi appartiene un certo pollo, camicia o pentola. I visitatori non abituati al caldo soffocante, spesso dormono all'aperto, se non piove, o con la porta della capanna spalancata. Tutte le capanne o qualsiasi altra struttura di riparo hanno il soffitto di paglia, dato che la lamiera ondulata deve ancora arrivare in questo angolo del mondo.

Il Nuba medio non ha nessun desiderio di andare a Khartoum o in nessun'altra area contollata dal governo. Per loro queste aree non fanno parte della loro terra natale ma sono roccaforti del nemico. Tuttavia il desiderio di un nuovo Sudan unito, senza nessuna discriminazione, è forte. Tra i Nuba il tasso di analfabetismo è straordinariamente alto, dato che le scuole sono molto difficili da raggiungere. Le poche attualmente attive sono state fondate dal Nuba Relief, Rehabilitation and Development Services, (servizi di riabilitazione e sviluppo) una ONG locale e da pochi missionari coraggiosi. In ogni caso, esistono problemi di carenza di personale e, in misura significativa, di mancanza di attrezzature essenziali.

Un'altra cosa da cui si è certamente tagliati fuori durante la permanenza sulle montagne Nuba è la comunicazione con il resto del mondo. Le radio sono poche e molto lontane, privilegio dei ceti abbienti della società. I telefoni sono inesistenti e i giornali possono arrivare nella regione solo quando un aereo riesce ad introdursi nella regione dal Kenya. Se vi capita di visitare la zona e siete in possesso di un telefono satellitare, allora vi verrà chiesto di non comunicare la vostra posizione esatta. Il messaggio potrebbe arrivare alle orecchie sbagliate e scatenare un attacco. Per i Nuba la vita è una lunga lotta. Con la recente decisione governativa di consentire l'accesso alla regione, si puo' solo sperare che la situazione cambi in meglio.

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