TanzaniaI tempi cambiano per i Maasaidi Daniel Benno Msangya
Di recente i Maasai, un noto gruppo pastorizio dell'Africa orientale si sono trasferiti nelle città e in altri centri urbani per vendere erbe, medicine e perline con l'obiettivo di fare soldi e quindi incrementare il loro reddito. La maggior parte di loro si trovano adesso in diverse zone delle città di Dar es Salaam e Nairobi oltre che in altre città in tutta la Tanzania e il Kenya. Secondo gli esperti sociali ci sono altri fattori che stanno costringendo le donne nomadi a fuggire verso i centri urbani. Al di la dei cambiamenti sociali che stanno avvenendo nella società, anche la povertà e la carestia hanno attualmente un ruolo preponderante, costringendo queste donne a cercare nuovi modi di vita e fonti di guadagno. Secondo l'ufficiale dello Sviluppo della Comunità Regionale della regione di Dodoma, George Semwaiko, alcuni di questi fattori hanno profonde radici nelle politiche e nei piani di utilizzo della terra del paese, che non proteggono gli interessi dei Maasai. "La maggior parte dei politici credono che il popolo Maasai non conosca l'importanza di proteggere e conservare l'ambiente," dice. Ma alcuni degli stessi Maasai, confessano di andare nelle città per comprare altro bestiame. Naitya Akyoo (pseudonimo) dice: "Mio marito ed io abbiamo alcune mucche. Ma io lavoro a Simanjiro (nella regione della città di Arusha) per comprare almeno una sola mucca. Questo motivo è condiviso da un'altra donna, Armeleik Molloimet, che dice che è venuta in città dieci anni fa per "cercare soldi per comprare mucche." Tra questa gente la ricchezza è valutata a seconda della quantità di bestiame e di terra posseduti. Altri maasai però sono emigrati nelle città quando si sono scatenate liti familiari. Armeleik Molloimet infatti dà un altro motivo per la sua migrazione. Dice di essere venuta in città dopo un litigio che è iniziato riguardo la proprietà del suo defunto marito. Ha così deciso di scappare dalla propria casa matrimoniale con un'amica che stava affrontando anche lei un problema simile. A quanto dice, i suoi suoceri volevano prendere possesso delle proprietà di suo marito morto che includevano mucche, soldi e un'enorme pezzo di terra, e inoltre volevano ereditare anche lei. "Così ho deciso di portare i nostri bambini dal nostro amico di famiglia, un compagno di scuola di mio marito. Sono andata a Dar es Salaam in cerca di soldi per sostenere i miei figli e i miei genitori," aggiunge. Tradizionalmente i membri del popolo Maasai sono erboristi, e considerano la vendita di medicine fatte con le erbe un impegno tradizionale. È per questo che indagini condotte nelle terre Maasai parlano di donne abituate a una vita nomade che fuggono nei centri urbani e si impegnano in altre attività come l'erboristeria per guadagnarsi da vivere. "E' chiaro che abbiamo validi motivi" dice Nyitmak, una vecchia donna che vende erbe al mercato Kariakoo di Dar es Salaam. "Crede che ci piaccia accorrere nelle città e lasciare a casa le nostre famiglie per nessun motivo apparente?" I nomadi Maasai sostengono di essere arrivati in Tanzania dal nord, alcuni dicono dall'Etiopia, altri dall'Egitto, facendosi strada combattendo verso il sud, finché non sono stati fermati dal gruppo etnico Hehe nel Tanganica meridionale. Si spostavano costantemente di luogo in luogo in cerca di terre per il pascolo e di acqua, la vita completamente incentrata sul bestiame e sulle pecore. Tutta la famiglia condivideva il lavoro. Gli anziani davano consigli sui modi di incrementare la mandria e si occupavano delle trattative per la vendita. I Moran periodicamente conducevano il bestiame da un pascolo all'altro; i Layoni, il gruppo di giovani non ancora cironcisi, portavano il bestiame al pascolo tutti i giorni. Anche le ragazze partecipavano nella cura del bestiame, sopratutto quando il boma, la casata, aveva troppi pochi ragazzi giovani di qualsiasi età. Compito delle donne era costruire le abitazioni, cucinare, pulire, mungere le mucche, prendere l'acqua, prendersi cura dei bambini e fare i vestiti e gli ornamenti. Le donne inoltre guidavano tutti i rituali, poiché erano considerate più gentili e compassionevoli degli uomini, più vicine a Dio. Il bestiame, le pecore e il latte avevano un posto di primo piano nei rituali. Secondo Daniel Mbunda, un ricercatore presso l'Associazione dei Genitori della Tanzania (Parents Association of Tanzania - WAZAZI), nella società patrilineare Maasai gli uomini possedevano il bestiame e i mezzi di produzione; le donne possedevano le abitazioni in cui vivevano, gli utensili domestici e gli ornamenti personali. Mbunda aggiunge che per essere considerato ricco un uomo deve avere enormi mandrie e greggi, diverse mogli e molti figli. I poveri ricevevano doni di bestiame dai parenti più ricchi e dagli amici. Mbunda concorda con il fatto che ci sono molti fattori che oggi portano sia le donne che gli uomini nelle città, ma sostiene che questo fenomeno dovrebbe essere visto entro i cambiamenti più ampi che stanno avvenendo nella maggior parte delle società.
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