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Versione italiana

N.17 - Luglio 1999

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Uganda

Sacrificata per il re

di Christian Dhanji

Una ragazzina di 14 anni è stata scelta come moglie cerimoniale del re, un quarantaquattrenne già fidanzato, suscitando le ire delle attiviste per i diritti umani e per i diritti delle donne, che hanno giurato di denunciare il Kabaka, il re del Regno Buganda, il più grande del paese.

La polemica incombe sul Buganda, il maggiore regno, da un punto di vista culturale, dell'Uganda, da quando è trapelata la notizia che, secondo gli usi tradizionali del paese, il Kabaka, Ronald Mutebi II, progetta di prendere come moglie cerimoniale una ragazzina di 14 anni. Questa decisione ha suscitato le ire delle attiviste per i diritti umani e per i diritti delle donne, che si stanno preparando a denunciare penalmente il Kabaka per violenza su minore e corruzione.Sedici diversi gruppi di attiviste hanno già inoltrato una petizione al governo su questo matrimonio "finto". Il quarantaquattrenne monarca, ancora single, è salito al trono nel luglio 1993 dopo il ripristino del regno, che era stato annullato dal governo nel 1966.

Sinora tutto andava bene nella corte reale di Mengo, a poche miglia da Kampala, capitale del paese, finché il kabaka ha dichiarato di voler sposare una trentottenne ugandese, Sylvia Nagginda, attualmente impiegata presso la sede di New York delle Nazioni Unite. Fino a quel momento, il re aveva subito le crescenti pressioni di elementi monarchici radicali perché si sposasse. Il kabaka ha ceduto alle loro pressioni annunciando il fidanzamento con la Nagginda, a cui seguirà il matrimonio.

Quello che ha spinto il kabaka, cresciuto ed educato in Inghilterra, a prendere in moglie una minorenne, è il fatto che i costumi del regno non gli consentono di sposare una moglie "vera" senza prima avere una moglie cerimoniale (Nakku). Per questo un clan della comunità (che ne conta 52), il clan Ffumbe, ha scelto la quattordicenne Sarah Nsobya, studentessa della scuola primaria, come moglie-trofeo. La Nakku, che viene confinata a palazzo, è solo una moglie simbolica, di solito vergine, che il kabaka "sposa" solo per officiare alcuni rituali tradizionali. Non dovrà giacere con lei, né lei potrà congiungersi con un altro uomo per il resto dei suoi giorni. Nella maggior parte dei casi la Nakku vive confinata a palazzo e, sebbene occasionalmente partecipi ad alcune cerimonie ufficiali, alle quali del resto non interviene sempre come moglie del kabaka, è isolata in molti aspetti della vita quotidiana, tanto che deve perfino mangiare da sola. Ed è proprio questo isolamento a suscitare le ire delle attiviste: Sarah ha dichiarato di non conoscere questi fatti né di sapere cosa fare.

All'altro estremo della situazione ci sono i conservatori che vogliono mantenere questa tradizione, come il padre di Sarah, George Nsobya che ha accettato la scelta del kabaka con gioia. La famiglia Nsobya è infatti dell'opinione che questa sia la cosa migliore per Sarah. "Sono felice. Amo il nostro regno e il kabaka e sono felice che abbia scelto un'altra Nakku nella mia famiglia", avrebbe detto Nsobya. Un'altra delle sue figlie, Christine, è stata scelta molto tempo fa dal padre di Mutebi, il defunto kabaka Mutesa II per svolgere lo stesso ruolo di Sarah. I funzionari di palazzo hanno giurato che le attiviste non invalideranno la tradizione con la loro opposizione. Ma nonostante la loro ostinazione non dicono quali siano i rituali specifici che Sarah dovrà officiare nella cerimonia prematrimoniale e che cosa farà dopo, visto che ha lasciato la scuola e verrà "sposata" - entrando così a far parte della famiglia reale, ora che la vera regina è in arrivo. Essere stata scelta come Nakku è un grande onore per i genitori di Sarah, ma cresce la preoccupazione anche perché ci si chiede se l'adolescente sarà in grado di vivere una vita normale dopo aver partecipato alla cerimonia.

Le attiviste per i diritti dichiarano con decisione che il rituale è sbagliato e pericoloso perché Sarah è minorenne, e alla sua età è incapace di formulare un giudizio autonomo, figurarsi una decisione consapevole considerando tutte le conseguenze della scelta. Hanno giurato di perseguire penalmente il kabaka per evitare che a Sarah venga imposta una vita "di miserie e di violazioni dei suoi diritti costituzionali non scegliendo autonomamente il partner da sposare". Questo è emerso dopo il fallimento dei colloqui tra le attiviste e il Katikiro (primo ministro) del regno, Joseph Ssemogerere, che si erano incontrati in aprile per risolvere la questione.

L'argomento principale su cui le attiviste basano la loro crociata è la costituzione del paese e il Children Statute del 1996, che dovrebbero proteggere le donne dalle pratiche culturali regressive come quella che coinvolge Sarah. Si riferiscono particolarmente all'art. 33 della Costituzione che proibisce leggi, culture, costumi e tradizioni negative per lo status delle donne. Il ministro per l'etica e l'integrità, Miria Matembe, nota attivista per i diritti umani, è stata chiara ed esauriente sulla questione e ha invocato una crociata per evitare che Sarah venga "tormentata". La Matembe sostiene che, alla sua età, Sarah non ha capacità di consenso ed è incapace di decidere se accettare o rifiutare il suo ruolo. Si è già appellata a tutte le organizzazioni per i diritti umani e ai loro simpatizzanti perché condannino il rito e garantiscano che i diritti di Sarah vengano tutelati. Ha giurato che non permetterà che il kabaka l'abbia vinta.

La stessa posizione è stata presa da Dora Byamukama, attivista e coordinatrice della Law and Advocacy for Women in Uganda (LAW-U) una NGO di donne avvocato. "Se Sarah diventa nakku sarà privata del diritto alle cure parentali e a un'istruzione di base a causa dei suoi genitori ". Far diventare Sarah una Nakku equivarrebbe a tenerla in schiavitù, alla mercé del kabaka ", spiega Byamukama. Poi avverte che " LAW Uganda non esiterà a rivolgersi alla Corte Costituzionale perché dichiari incostituzionale questa tradizione ".

Un elemento che complica ulteriormente la questione è che, secondo le tradizioni del regno, tutte le donne ugandesi appartengono al kabaka. Dal momento della nascita, le donne sono proprietà del kabalka che ha il diritto di scegliere una qualsiasi tra loro, consenziente o no. Esiste anche un altra tradizione: se il kabaka si congiunge con una donna, anche se è sposata, lei non potrà più unirsi a un altro uomo fino alla morte.

Questo è il dilemma culturale che si trova ad affrontare il kabaka "moderno", che credeva di essere considerato un liberale, e che deve ancora dichiarare la sua posizione nella controversia. Il kabaka, che ha anche un altro legame con una signora ruandese da cui ha avuto un figlio che oggi ha 9 anni, sarebbe sottoposto alle pressioni di funzionari di palazzo che gli chiedono di non cedere alle richieste delle attiviste. Quando il kabaka deciderà di intervenire pubblicamente sulla questione, si determinerà il futuro di un'usanza oggi accusata di imporre il sacrificio di una giovane innocente per un re tradizionale già impegnato con un'altra donna.

Il kabaka è deciso comunque a sposare Sylvia nella Cattedrale di Namirebe della Chiesa Anglicana Ugandese, la chiesa locale che si è conformata al modello della Chiesa d'Inghilterra nel ruolo di consigliere del monarca. Anche la Chiesa ugandese non desidera urtare il palazzo e sinora non ha commentato la posizione del kabaka. Quindi sono state solo le "femministe" a correre in aiuto di Sarah nell'ora del bisogno.

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