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N.18 - Settembre 1999

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Tanzania

Le esecuzioni delle streghe

di Padre Bernardin Mfumbusa

In Tanzania centinaia di donne anziane vengono uccise perché sospettate di stregoneria. E' una campagna di terrore che costringe molte donne a vivere nella paura, chiedendosi chi sarà la prossima vittima, anche perché il governo non sembra pronto a occuparsi della questione.

Alla vigilia della Giornata Internazionale della Donna dell'8 marzo 1999, due donne, Mhoja Bundabad e Bulekumana Ngesa sono state bastonate a morte nel corso di due aggressioni separate nel distretto di Sengerema, nella regione di Mwanza. Le due donne sono state smembrate prima che gli assassini si dileguassero nell'oscurità, lasciando dietro di sé il terrore e molte domande senza risposta: perché quest'orgia di omicidi senza senso? Le due donne erano state accusate di stregoneria. Le cifre recentemente comunicate da Elia Kihengu, capo della polizia della regione Mwanza, hanno dimostrato che tra il 1997 e il marzo 1998, solo nella regione di Mwanza, sono state uccise 382 donne anziane. Un'altra inchiesta per conto dell'Associazione delle Donne dei Media della Tanzania (TAMWA) indica che, nella regione di Shinyanga, tra il 1994 e il giugno 1997 sono state uccise circa 399 persone accusate di stregoneria, di cui il 99% donne. Questi valori sono solo indicativi, perché rappresentano unicamente i casi portati all'attenzione delle autorità.

Altre centinaia di donne vengono uccise ogni anno nei remoti villaggi della regione di Mwanza e Shinyanga ma questi casi non vengono denunciati. I sinistri omicidi, eseguiti con arnesi brutali, sono un olocausto silenzioso che continua ai danni delle anziane donne Sukuma. Gertrude Mongella, Consigliere del Segretario Generale per le Questioni delle Donne, vista l'escalation degli omicidi, si è appellata al governo perché vari una campagna che educhi la popolazione al rispetto per le donne anziane nei territori Sukuma per evitare altre esecuzioni in futuro. Ma non è scontato che il governo sia in grado di fare qualcosa. Tra i Sukuma le superstizioni sulla stregoneria sono così radicate che non è facile convincere la gente a collaborare con la polizia rivelando l'identità degli assassini, anche per paura di rappresaglie che possono essere fatali. In dicembre, nel villaggio di Nyabuhinza, nella regione Shinyanga, sono state uccise cinque persone della stessa famiglia ma nessuno ha fornito informazioni sugli assassini, che dovrebbero essere conosciuti nel villaggio.

E' senz'altro difficile penetrare nelle bande degli assassini, ma purtroppo il governo sembra fare ben poco per controllare il problema, che invece diventa sempre più grave. Secondo le statistiche ufficiali quasi 800 donne innocenti sono morte nel corso degli ultimi due anni, un valore pari a oltre il 50% del numero totale delle vittime della campagna ugandese per cacciare il dittatore Idi Amin nel 1979 e nel 1980. Ma nulla è stato fatto per arrestare l'escalation degli omicidi. Per un osservatore esterno è incomprensibile quanto avviene tra i Sukuma, la più grande tribù del paese. Perché i Sukuma non agiscono contro gli assassini? Com'è possibile che queste esecuzioni continuino in un paese che si dichiara libero? Domanda difficile. Ma è importante capire che i misteriosi omicidi hanno origine nelle antiche credenze Sukuma, credenze dure a morire.

Padre Charles Bundu, della parrocchia di Malampaka, Shinyanga, dove negli ultimi anni si sono verificati molti omicidi, afferma che il problema risiede nel modo particolare in cui i Sukuma riflettono sulla causa della morte. "In caso di morte di un parente o di un amico", dichiara Bundu, "la gente non chiede 'che cosa' abbia provocato la morte, ma 'chi' e questo 'chi' di solito è una persona, una strega che bisogna liquidare". Generalmente i parenti addolorati, dopo aver chiesto consiglio all'indovino sull'identità degli stregoni del loro parente, si rivolgono a killer professionisti. I killer generalmente operano in bande vincolate da un giuramento di segretezza.

I ricercatori Middleton e H. Winters dichiarano che "I Basukuma non accettano morti premature o naturali sotto i cinquant'anni. Le morti accidentali vengono considerate con superstizione, soprattutto quando si tratta di morti naturali" (che di solito vengono attribuite a stregoneria), "Se un indovino indica ripetutamente la stessa persona come causa della morte di altre persone, viene indicato un nogi (una persona che effettua riti magici o stregoneria). Questa persona di solito è una donna anziana e viene uccisa".

Sfortunatamente non esiste un modo sicuro per individuare le streghe. Nella mentalità popolare la strega viene raffigurata con "occhi rossi o tagli sulle palpebre inferiori o sulle ciglia per la frequente applicazione di medicine magiche", spiegano Middleton e Winters. Ma dato che i Busukuma ritengono che le streghe e gli stregoni nascondano la propria identità, quando vengono accusati di partecipare a riti di stregoneria, molti non hanno modo di dimostrare la propria innocenza.

Tuttavia c'è chi sostiene che i criteri di identificazione delle streghe sono chiaramente arbitrari. Christopher Kubeja, responsabile per l'informazione dell'Arcidiocesi di Mwanza, ha detto che l'arrossamento degli occhi non è necessariamente provocato dalla 'medicina'. "Molte donne usano come combustibile il minyara, un tipo di legno facilmente reperibile, che produce un fumo aspro che irrita gli occhi e li fa arrossare".

Oltre alla stregoneria, esistono altri motivi per uccidere - il mero regolamento di conti o il desiderio di ereditare la proprietà di qualche ricca vedova. Il denaro è diventato il motivo primario di questi omicidi. "I killer a contratto uccidono anche per 10.000 scellini tanzanesi (circa 30.000 lire)", spiega padre Bundu. Che si tratti di stregoneria o di regolamento di conti, la situazione ha assunto tali mostruose proporzioni che il governo è stato interpellato perché esamini seriamente il problema e agisca in conseguenza. Dopo una vita di difficoltà, ci si aspetterebbe che in età avanzata alle donne venisse permesso di morire in pace. Questo privilegio viene negato a molte donne anziane nella regione di Mwanza e Shinyanga, che vivono chiedendosi chi sarà la prossima vittima e la paura le porta alla tomba.

Si dice che il governo abbia messo a soqquadro il paese dopo l'attacco terroristico all'ambasciata USA di Dar es Salaam del 1998, dove 12 persone hanno perso la vita. E' un'ironia che ora lo stesso regime sembri a corto di idee quando si tratta di eliminare la minaccia che incombe sulle anziane donne Sukuma. E mentre il governo continua a riflettere sul da farsi, le Ngwesa e le Bundabad continuano a morire senza che nessuno le protegga. Per quanto ancora? Le vittime fatte a pezzi dai machete e bastonate dai rungus sono forse meno degne di considerazione delle vittime delle bombe?

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