AfricaPrimi argini contro la corruzionedi Edward Hobbs Gama
Nel corso della dominazione coloniale era opinione comune che l'indipendenza avrebbe permesso ai leader nazionali di gestire il loro paese più efficacemente degli "stranieri", che invece intendevano solo sfruttare le ricchezze e le risorse del continente. Ma nel corso dei due decenni post-coloniali e dopo il raggiungimento di forme di governo democratiche da parte della maggioranza dei paesi africani sottoposti in passato al dominio coloniale o militare, il ladrocinio delle finanze pubbliche da parte dei funzionari dello stato continua a mettere in forse il futuro del continente. La denuncia del male sociale ed economico della corruzione si allarga. Gli ultimi appelli del neo-eletto presidente nigeriano Olusegun Obasanjo per liberare il paese dalla corruzione sono comunque meno forti della ben più decisa denuncia degli attivisti anticorruzione stranieri. Il defunto dittatore militare nigeriano, Sani Abacha e Mobutu Sese Seko dello Zaire, sono tuttora considerati i maggiori responsabili del saccheggio della ricchezza del loro paese con la frode e la corruzione. Sono tra i deplorevoli esempi di leader che hanno gestito il potere senza dover renderne conto, caratteristica comune delle società infestate dalla corruzione. Chiunque è consapevole del fatto che donatori e investitori non possono più ignorare questo flagello. La corruzione è nemica anche della democrazia da poco conquistata in molti stati africani. Secondo le conclusioni della Banca Mondiale, se solo il 5% del valore di tutti gli investimenti e importazioni stranieri diretti in paesi noti per il livello di corruzione "sparisce", il guadagno ammonta alla somma strabiliante di 80 miliardi di dollari USA (circa 150.000 miliardi di lire). E questo è un fenomeno particolarmente preoccupante soprattutto nei paesi che dipendono fortemente dai fondi per i programmi di sviluppo. Oggi la Banca Mondiale e il Fondo Monetario Internazionale (FMI) affrontano la corruzione molto più seriamente di quanto avvenisse in passato e prevedono campagne anticorruzione nei programmi per i paesi in via di sviluppo e sono pronti a interrompere le relazioni con i paesi che non soddisfino qusta richiesta. Nel 1997 l'MFI ha sospeso al Kenya un servizio di adeguamento strutturale di 220 milioni di dollari (circa 400 miliardi di lire) a causa della non disponibilità del governo al controllo della corruzione. La Costa d'Avorio rischia lo stesso destino. Sebbene la corruzione stia diventando rapidamente un modo di vita in molti paesi africani, coinvolgendo cittadini appartenenti a ogni stato sociale. Anche lla corruzione governativa o ufficiale è il motivo di preoccupazione maggiore, dato che è "nemica del benessere delle economie africane poiché distoglie le scarse risorse risponibili dai bisogni umani di base e distrugge la fiducia nell'integrità delle istituzioni": Attualmente, l'indignazione pubblica per la corruzione del governo è uno dei principali motivi di instabilità sociale in Kenya e nello Zimbabwe- vari strati della società esercitano forti pressioni per una riforma dei paesi africani. Transparency International, "cane da guardia" dell'interesse pubblico globale, nella relazione sulla corruzione del 1998, un rapporto sul livello della corruzione secondo gli imprenditori, analisti del rischio e l'opinione pubblica in generale, tra gli 85 paesi in tutto il mondo, elenca il Camerun, la Tanzania, la Nigeria, il Kenya, l'Uganda, l'Egitto, la Costa d'Avorio, il Senegal, Ghana, Zambia, Marocco, Malawi, Zimbabwe, Tunisia, Mauritius, Sud Africa, Namibia e Botswana tra i paesi africani maggiormente infestati dalla corruzione. I leader africani dovranno dunque adeguarsi alle politiche proposte dagli enti assistenziali e anticorruzione, se il loro governo intende ristabilire la fiducia dei paesi donatori che si lamentano degli abusi perpetrati con i fondi per i progetti di sviluppo a favore dei poveri. La maggior parte dei fondi viene distolta dai politici. Per potersi impegnare e aprire nuove attività imprenditoriali e di investimento nella regione, gli investitori devono essere rassicurati e operare in un ambiente bonificato dalla corruzione. Oltre a Transparency International, la Organisation of Economic Corporation and Development (OECD) ha iniziato a combattere il problema istituendo un congresso internazionale per la lotta alla corruzione nelle transazioni economiche internazionali. Nel 1997 ben 34 paesi, tra cui le potenze dell'occidente industrializzato, hanno firmato la convenzione entrata in vigore quest'anno. Nonostante oltre metà dei firmatari debba ancora ratificare la convezione, questo è considerato un passo in avanti. Purtroppo è triste constatare in questa organizzazione piena di buoni propositi, è che nessun paese africano è membro dell'OECD. La Global Coalition for Africa (GCA) riunita nel convegno di Washington del febbraio scorso, sta esaminando le iniziative realizzate da altre associazioni internazionali per progetti di convenzioni anticorruzione a livello regionale. Molto dipende anche dai paesi africani stessi per affrontare la frode e la corruzione con la necessaria serietà. "Le disposizioni dei convegni internazionali avranno un valore limitato se non entrano in vigore a livello nazionale. Ma ora almeno la corruzione comincia ad apparire sull'agenda politica"; dichiara John Bray, Primo Consulente Ricercatore del Gruppo di controllo del rischio, (Control Risk Group) ente internazionale di consulenza sul rischio economico. A livello nazionale, sono stati effettuati vari tentativi di istituzione di enti di controllo anticorruzione. Ultimamente abbiamo assistito al moltiplicarsi di iniziative del genere nella maggior parte dei paesi africani, come, ad esempio, la Commissione sanitaria in Sud Africa, l'Autorità Nazionale Anticorruzione del Kenia, l'Ombudsman in Uganda, l'Anti-Corruption Bureau in Malawi, la Commissione Presidenziale sulla Corruzione nello Zambia e diverse altre iniziative del genere. Tuttavia l'unico problema è che, nonostante le norme statutarie prevedano l'indipendenza di questi enti, le manipolazioni politiche ne ostacolano le operazioni con molti casi denunciati di persone influenti che non prendono posizione, mentre l'economia del paese continua a risentirne.
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